Quando pagare il canone Rai è proprio uno sforzo sovrumano


Il TG delle 20:00 questa sera sembrava una lapide. Non perché parlasse di morti, ma perché ha seppellito quel minimo di dignità che resta a questo paese, un po’ per colpa sua (del TG) un po’ per colpa nostra (dell’Italia).

 

All’appello del Presidente della Repubblica (obbligato ed anaffettivo, come al solito) riguardante i rigurgiti razzisti (l’indiano bruciato a Nettuno) rispondevano il sociologo maschio veteroprofessore universitario che afferma:  trattasi di persone disturbate e la causa non va ricercata in un disagio sociale. Vi prego licenziatelo o mandatelo a vivere a Nettuno. Per favore. Posso definirlo professionalmente un autentico coglione? Possono 4 persone essere tutte disturbate? Compresi gli amichetti intervistati che ridevano del gesto? Possiamo liquidare il tutto come un disagio psichico collettivo? Così si beccano anche le attenuanti? Rispondeva a Napolitano (senza dichiararlo) anche Maroni affermando: non si tratta nemmeno di razzismo, ma di qualcosa di peggio, scaturito da un’assenza valoriale. Voi cosa capite? Che il razzismo, almeno, è un valore. Fossero stati giovani virgulti fascisti o camice verdi, che bruciavano l’indiano per difendere la purezza della razza italica…beh, vuoi mettere? Almeno c’era un’elaborazione intellettuale.

 

Come se non bastasse, nell’accorata lettera dei genitori dei fidanzati di Guidonia aggrediti dal branco, c’è una frase che è più che inquietante: “Hanno dovuto subire l’aggressione più vile e vigliacca che esista per un uomo e per la sua donna”  La sua donna? E poi continuano descrivendo il dolore di lui per l’impotenza di non avere potuto fare nulla, non per la violazione subita dalla ragazza, ma della sua virilità, di non averla potuta difendere dall’affronto della violenza. E’ chiaro come la penso in merito, ci mancherebbe se qualsiasi stupratore, di qualsiasi colore o razza o genere, non dovrebbe essere messo in galera e lasciato lì a marcire (secondo me lo stupro è come un omicidio, perché ti uccide dentro), ma questo linguaggio è pericoloso tanto quanto. E’ maschilista. Troppo. Tanto.

 

Il Tg va leggero sulla crisi dell’auto, scopriamo che gli inglesi non sono razzisti ma disperati, e poi ci informa che per soli 22.000€ possiamo acquistare una copia di un codice del 700.

 

Posso dire una cosa: ma devo pagarlo anche quest’anno il canone? E posso dirne un’altra: da Riotta mia aspettavo molto, molto di più.

p.s. se vi state chiedendo cosa c’entra il Tg1 con, che ne so, le parole di Maroni (che con i clandestini per esempio bisogna essere cattivi) vi rispondo così: certe frasi la stampa, i media, possono sterilizzarle. O non dandogli enfasi oppure fornendo un contraltare culturale, delle opinioni autorevoli. Questo Tg1 di stasera sembrava TG_PDL…uno schifo assurdo.

8 pensieri riguardo “Quando pagare il canone Rai è proprio uno sforzo sovrumano

  1. un gran post cristiana, ci stava tutto.

    o.t.
    posso buttare lì la proposta, per voi “millini”, di fare quattro chiacchiere con guzzanti padre nei prossimi giorni?

    "Mi piace"

  2. Dillo a Maroni. L’ha usata lui. Ma tanto perchè un ministro leghista dovrebbe conoscere l’italiano…non è mica la sua lingua. Vedi che in celtico lo avrebbe saputo esprimere meglio.

    p.s. lo so benissimo che il celtico NON esiste.

    "Mi piace"

  3. io vado contro e non penso che si tratti di razzismo e dico sì un professionista può dire che c’è il disturbo (lampante) e 4 o più persone possono essere tutte ugualmente disturbate… non è che il sociopatico è uno e basta…
    le bestie di satana, lo stesso manson, izzo e compagni… leader che si sono circondati di persone scelte per affinità
    la malattia mentale non è contagiosa ma ha ragione la mia amica infermiera che dice che di matti in ospedale non ce ne sono perchè son tutti fuori

    questo caso va di pari passo con il caso di rimini (barbone bruciato) ed entrambi sono stati fatti per ‘divertimento’
    dire che è razzismo nasconde un tabu che è anche più grosso del razzismo: la malattia mentale
    se apro un dizionario di psicologia clinica io non trovo razzismo ma trovo una patologia descritta in tutte le sue forme da manicomio criminale:
    sono presenti tutti i tratti di un disturbo grave sociopatico
    dovrebbero essere presi e curati e non credo che sia un percorso veloce
    ma non sarà così e magari pagheranno per un reato razzista ma dobbiamo renderci conto che avremo dei sociopatici antisociali violenti da manuale in giro per le nostre strade (‘romeno, negro, non ci importava molto’ è una delle dichiarazioni)
    i ragazzi di rimini individuati da intercettazioni telefoniche che si raccontavano i fatti dicendo ‘hai visto come prendeva bene’ sono stati mandati ai lavori socialmente utili e lavorano in comunità per handicappati…
    io sono curiosa di sapere le reazioni in famiglia, il background famigliare, e sela famiglia ha più o meno paura di tenersi in casa persone malate
    il caso izzo non ha insegnato proprio nulla e anche lì non ci si è preoccupati del lato oscuro della persona… lo si è tralasciato perchè parlare di malattia mentale è molto molto molto difficile in italia. e su questo ti do ragione… la stampa ci sguazza: vespa ha creato la sua fortuna su casi come questi invitando crepet e compagni
    attenzione però: crepet e compagni non sono coglioni e ci studiano e hanno pubblicato e vi invito a leggere queste pubblicazioni perchè profetizzano raccontando casi avuti in cura

    non mi stupirei di trovare questi ragazzi con future violazioni della vita umana. non mi stupirei di sapere che in passato hanno compiuto sevizie su animali o atti di sevizie sui loro compagni di scuola. tutti campanelli di allarme trascurati. parliamo di razzismo? va bene
    ma il razzismo è un pensiero
    un atto sociopatico sadico è una compulsione
    il pensiero è all’altezza del super-io, la compulsione, il piacere, il super-io se lo è dimenticato
    in italia passa il concetto che se hai una perizia psicologica hai l’attenuante della incapacità di intendere e volere… ma con un reato xenofobo un ragazzino di 16 anni non chiama nemmeno l’avvocato

    ps: se a 16 anni brucio vivo un cane mi ci spediscono fdi filato dal medico… nel reato contro le persone le tante letture del fatto commesso creano una rete di giustificazioni esterne al fatto che scagiona il criminale… forse sarebbe il caso di chiamare le cose con il vero nome

    ps2: in america nei casi di sparatorie nei licei ci sono sempre dei criminali che inneggiano al nazismo… la cosa viene trattata come comportamento xenofobo? eppure sono stragi meticolosamente preparate…
    anche lì si lancia la colpa ai videogames ma… è la stampa… una simulazione digitale non crea un disturbo della realtà… a monte c’è ben altro e la giustizia infatti si comporta in maniera diversa

    "Mi piace"

  4. Ecco cosa ho scritto qualche giorno fa al Capo Redattore interni del TG1. Mi riferisco a fatti diversi rispetto a quelli che citi e magari neanche ti troveranno d’accordo, ma tant’è…
    Certo, il tono è edulcorato: non potevo dirgli che Riotta e il TG1 mi fanno schifo.

    Riguardo al tuo post, non sono d’accordo su quanto dici rispetto alla lettera dei genitori dei ragazzi di Guidonia: l’efferatezza allucinante della violenza psico-fisica subita dalla ragazza non necessita di essere spiegata; credo che nella lettera si volesse sottolineare come anche il ragazzo avesse in qualche modo subito uno stupro che si concretizza in una claustrofobica impotenza (non c’entra la virilità) di non essere in grado di difendere ciò che ami: il solo pensarmi in una situazione equivalente mi crea assolutamente angoscia, paragonabile a quella che può darmi il pensiero di essere torturato.

    Ecco la mail.

    Egr. Dott. Montanari,
    mi rivolgo a Lei e a tutti i suoi colleghi della Redazione Interni del TG1, con la preghiera di estendere, qualora lo riteniate opportuno, le mie riflessioni al Direttore Riotta.
    Sono reduce da alcuni giorni di trasferta lavorativa in Francia e non ho potuto seguire in diretta gli eventi relativi alla Manifestazione di Piazza Farnese del 28 gennaio scorso. Oltralpe mi sono giunti soltanto gli echi relativi all’attacco dell’On. Di Pietro al Capo dello Stato e alle polemiche che ne sono seguite.
    Tornato di nuovo in Italia ho avuto modo di rivedere su You Tube alcuni passaggi della manifestazione e, oltre a quello “incriminato” dell’On. Di Pietro, mi ha in particolare toccato quello di Salvatore Borsellino, fratello del valoroso eroe (lui sì) morto in battaglia nella guerra che lo Stato combatte, o dovrebbe, da anni contro la mafia. Non mi vergogno a dirLe, Dott. Montanari, che mi sono ritrovato a piangere, ferito e umiliato nel mio amore per questo paese, ascoltando l’urlo di dolore di una persona che, a pieno titolo, ha lanciato accuse durissime ai vertici di questo Stato. Non voglio entrare nel merito delle accuse, non è questo il mio obiettivo. Lo scopo di questa e-mail è relativo al TG1, al giornale per il quale Lei e i suoi colleghi lavorate, dedicando la vostra professionalità ad un servizio di Stato che percepisce il giusto compenso dei cittadini (ho proprio ieri rinnovato il Canone annuo) e che in cambio dovrebbe fornire informazione quanto più possibile oggettiva.
    Ecco, rivedendo il servizio che il TG1 ha dedicato alla manifestazione, o meglio alle polemiche che ne sono seguite, ho provato rabbia, sconforto, rassegnazione e, le confesso, frustrazione. I cinque minuti dedicati all’accaduto non hanno minimamente preso in considerazione lo scopo della manifestazione, le parole di Borsellino e di tanti altri, i fatti che richiamano, ma hanno solo contribuito a montare una polemica falsa, artificiosamente costruita per distogliere l’attenzione dai contenuti reali della manifestazione, che era stata organizzata dai familiari delle vittime di mafia per ricordare quei morti che troppo spesso sono dimenticati da cittadini e istituzioni.
    Ho riascoltato l’intervento di Di Pietro e ho appurato che nessun attacco al Presidente Napolitano si può evincere da quell’intervento, tantomeno un’accusa di omertà mafiosa.
    Vede Dott. Montanari, con la rete l’informazione non è più un monopolio e i cittadini che hanno ancora interesse a capire cosa succede nel mondo che li circonda, quei cittadini non ancora anestetizzati dalla televisione dei reality, degli spot pubblicitari, dei telegiornali che parlano per ore di meteo, saldi, traffico delle vacanze, ricette di cucina ecc., quei cittadini lì hanno modo di verificare ciò che gli passa davanti nei TG delle 20.
    Da parte mia, ho sempre pensato al mestiere del giornalista come una missione, un mestiere nel quale bisogna avere coraggio, soprattutto nel dire “No” alle innumerevoli pressioni che inevitabilmente i centri di potere tentano di esercitare su chi ha la possibilità di fare luce sulla verità dei fatti.
    Dott. Montanari, la verità dei fatti, la verità delle vittime di mafia soprattutto, urla, reclama, implora che venga fatta luce, che le sia data la possibilità di apparire, di manifestarsi, di essere ricordata, altrimenti questo Paese sarà sempre schiacciato dal peso delle lapidi, e di quel silenzio, che lo condanna ad essere vessato e corrotto.
    Per questo vorrei che i giornalisti tutti che lavorano nel TG1, nel mio TG, in quello che dovrebbe essere l’occhio e l’orecchio del cittadino verso il mondo, fossero coraggiosi sì, ma soprattutto rispettosi della professionalità e onestà intellettuale, e fieri di poter essere strumento che illumina la verità e rende migliore questo paese.

    La saluto cordialmente

    "Mi piace"

  5. agli imbecilli che dicono che in questo paese non c’è un problema di razzismo! sappiate che vi farebbe bene guardare in faccia la vostra coscienza… sempre che ne abbiate una!

    "Mi piace"

Commenta se hai qualcosa da dire.