Bus Stop PCI (since 1989). Ovvero di Ferrero, di Turchi e di dove stiamo andando.


Sembra il titolo di un film di fantascienza degli anni settanta, invece è una riflessione su alcuni scenari paralleli, molti dei quali sono così paralleli da essere diventati perpendicolari, mappandosi nella conformazione urbana tipica di un accampamento romano, dove ci si perde facilmente. Vedi Torino.

1)      il Corriere della Sera, ripreso dal Post di stamattina dibatteva su una possibile fuoriuscita di Veltroni dal PD. Niente di più falso, ma non perché me lo abbia detto lui, semplicemente perché tradirebbe l’essenza della sua creatura. Walter non si chiama Francesco, oserei dire per fortuna.

2)      I Turchi, sono stati identificati come “giovani 40enni in area bersaniana che hanno scritto un documento inquietante” (l’aggettivo è ndr). Comunque il cliché del burocrate (se gli date una definizione negativa, alla parola burocrate, siete caduti nel tranello ed è meglio che vi ritiriate in buon ordine) è sempre lo stesso: analisi politica con linguaggio vetusto, conclusioni vacue e comunque antiveltroniane in cui il Mito dell’autonomia viene smontato come si spiegherebbe ad Antigone la verità assoluta sui legami familiari. L’unico faro di questa componente è il consenso numerico, che si contrappone al consenso (debole) basato sul programma.

3) qualcuno sostiene, plausibilmente, che Ferrero ed i suoi potrebbero imbarcarsi nelle file del PD per essere eletti, sostenere un Governo di Salvezza Nazionale, ma restarne fuori. Non ho capito se chiamiamo gli italiani a votare (in caso di elezioni anticipate) per eleggere un governo che faccia la legge elettorale e poi torni a votare…lo troverei uno spreco assurdo di soldi, un insulto alla crisi, un’idiozia. Quindi se si dovesse andare al governo, vorrei andarci in modo stabile.

Già…in modo stabile.

Analizziamo la situazione.

1) Nel PD dopo la guerra D’Alema vs Veltroni sembra già partita la guerra (tra poveri) dei cosiddetti 40enni. Chi si autoconvoca ad Orvieto (poi si sconvoca), chi lo fa a Firenze. Non ho capito per quale motivo se facciamo parte dello stesso partito non possiamo trovare sedi comuni, magari riconosciute dallo Statuto e comunque parlare insieme che so…di contratto unico, piano industriale, scuola pubblica e riforma fiscale. Nel senso che se poi a Firenze noi ci piacciamo tanto, ma ai Turchi non piacciamo, che ce famo? Quanti partiti ci sono nel PD? Per me uno. Facciamo che lo lasciamo unico ed indivisibile.

2) Nel PD c’è chi vuole andare con l’UDC. La questione non riguarda solo gli omosessuali, vi avviso, ma riguarda la scuola pubblica e la questione morale (se vi pare poco). L’UDC non vuole andare con Vendola che però con l’UDC a fronte delle primarie sul programma ci andrebbe. L’UDC non le farà, quindi Nichi mettite l’anima in pace. Una parte del PD vuole andare con Vendola. Aridaje, povero PD con queste forze centrifughe.

3) NO a caricare Ferrero se non si piglia un impegno. Il Parlamento non è un posteggio per trombati. Sì a Ferrero (e all’arcipelago dei cugini compagni) ma su basi solide e con la firma a sangue (ma secondo voi…perché B. fece fare giuramento ai candidati alle Regionali? Perché sa che gli italiani della politica non si fidano, così lui spettacolarizza la verità presunta e la fa diventare vera). Il PD ha già fatto da autobus a radicali e IDV, che ci stava anche, peccato che Di Pietro spesso diventi una specie di cannibale elettorale e pensi poco al governo del Paese e più a come demolire il PD.

Eh, povero PD.

Ora dico io. SE non si cambia la legge elettorale si andrà a votare così. Mi sta bene un’unico simbolo con dentro tutti, ma voglio chiarezza sul programma, altrimenti Ferrero (e tutti gli altri)  si candidi con il suo di programma e se vince governi.

[piccola parentesi: quanto contano gli scazzi personali? Il giorno in cui mi accorgo che le mie scelte politiche sono figlie di uno scazzo personale incancrenito nella FGCI, mi ritiro in campagna]

La cosa buffa è che tutti spostano pedine:

-internamente al PD per far crescere i Turchi o gli autoconvocati outsiders (di cui mi vanto di fare parte come border line e comunque perché gli altri non mi vogliono avendo io un lavoro esterno al PD e non avendo io uno sponsor)

-esternamente per diminuire il PD ed aumentare se stessi.

-esternamente per spaccare il PD.

– di nuovo esternamente per usare il PD come bus.

Ora, santa pazienza, qualcuno vuole sedersi a tavolino a parlare di politica? Da qualche mese, in totale spregio di queste beghe, esiste un luogo di elaborazione politica dove giovani e meno giovani di tutti i partiti, dei movimenti, dei comitati si incontra. Parla. Discute, litiga persino. E tanto. Ma tenta di costruire un’idea di paese.

La regola è: alla porta ognuno di noi entra con il proprio cervello e lascia la bandiera fuori dalla porta. Io questo giochino lo farei fare a tutti.

15 pensieri riguardo “Bus Stop PCI (since 1989). Ovvero di Ferrero, di Turchi e di dove stiamo andando.

  1. A me non sembra che i leader dl PD abbiano tutta questa voglia di discutere, non almeno nelle sedi a ciò deputate. Ti risulta che per decidere PRIMA la strategia Bersanian-D’Alemiana sia stato convocato un organismo dirigente del partito? La voglia di discutere, senza bandierine e senza sciarpe per proteggersi dalle correnti, è rimasta intatta tra di noi, mentre mi sembra che ai piani alti sia sempre di più in atto una guerra tra bande. Situazione regionale Lazio docet.
    E allora, non sono leader da rottamare, questi?

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  2. Vero ma in parte…se parlavi con molti dei bersaniani all’epoca del congresso ti dicevano che l’UDC, in prospettiva nazionale, gli faceva schifo, e invece…il congresso ha sicuramente sancito la vittoria di una linea anti-autonomista (al netto della conta delle tessere) ma l’evoluzione della situazione politica del paese forse richiede qualche ulteriore passaggio democratico che comunque non servirebbe, res sic stantibus, a recuperare gli astenuti e i voti persi per strada.

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  3. Insomma, ma c’è uno straccio di idea dietro queste divisioni o sono le solite guerre per bande? Perché intanto noi staremmo morendo di fame, se non vi dispiace.

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  4. e dopo queste tue sagge e in fondo condivisibili considerazioni, non ti meraviglia che ci sia ancora qualcuno disposto a votare PD?

    Possiamo ben dire che se Atene piange Sparta non ride (o era il contrario?) e noi ce lo prendiamo …

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  5. Quoto il punto 1) dell’Analisi della situazione. Anche perché ho trovato il documento dei giovani turchi molto condivisibile in certe parti – e per nulla in altre – mentre cosa abbiano in testa per l’Italia i bravissimi Civati e Renzi, confesso, non l’ho capito affatto…

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  6. Corrado, intanto Civati si sbatte sul territorio, scrive “Mandiamoli a casa” sui pregiudizi anti-immigrazione, parla di cose concrete, dal digital divide alla scuola leghista di Adro… hai notizia di qualche interrogazione di Galtieri al parlamento europeo? di una analisi sociologica di qualche spessore di Orfini?

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    1. veramente non ho capito se il nick se l’erano scelto da soli o no, ma insomma…il genocidio armeno, dai… (divertente il tipo sul blog della Amabile che ha scambiato Renzi per uno di loro).
      Ripeto, il documento è una parodia della tradizione comunista … ma se questi sono capaci di fare le analisi dei flussi elettorali che faceva Celso Ghini o hanno la competenza in materia di agricoltura di un Emilio Sereni, o sanno fare una analisi del berlusconismo al livello delle Lezioni sul Fascismo di Togliatti, ci metto la firma col sangue. Ma ci credo poco.

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  7. Beh, nel mio commento sono stato sintetico assai, e quindi magari ho fatto pensare di essere pro “turchi”, cosa abbastanza lonatana dalle mie intenzioni. Bisognerebbe distinguere Civati da Renzi, ad esempio, che sono uguali per certi aspetti ma diversi per altri.
    Resta che il documento di Gualtieri Orfini e Fassina dice delle cose di cui si dovrebbe discutere nel merito, per contestarne molte e accettarne magari altre. Resta che è la prima volta che questi quarantenni “dalemiani” non si limitano a difendere a priori la ditta e i loro papà, ma si propongono in qualche modo loro stessi alla guida, criticando perfino i loro stessi papà e non solo Veltroni – che peraltro merita eccome le critiche, anche se non proprio quelle che gli fanno loro…
    Resta insomma il fatto che forse sarebbe bene che ‘sti quarantenni e trentenni di varie parrocchie potrebbero fare uno sforzo di comprensione reciproca, per avviarsi alla rottamazione dei vari padri.
    (e infatti, la parte più indigesta del documento “turco” è l’inutile e acrimoniosa e insistita polemica anti “Partito leggero” e simili, fatta di battutine feroci che allontanano la possibilità di una discussione serena nel merito. La parte sostanziosa e utile è quella seriosa (si è detto da PCI anni ’60 o ’70), proprio quella che molti non sopportano per la forma…)

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    1. Corrado, “La parte sostanziosa e utile è quella seriosa (si è detto da PCI anni ’60 o ’70), proprio quella che molti non sopportano per la forma…)”

      Appunto, è seriosa, non seria. Secondo voi passerebbe gli standard per un paper accademico?
      Per dirne due o tre, il problema è che va combattuta la retorica individualista che copre differenze reali di potere, oppure va privilegiato il ruolo dei legami sociali rispetto alla crescita degli individui? Quelli degli individui (ad es. quello di Cristiana di avere o adottare un bambino e sposare la sua partner) sono “desideri” oppure “esigenze”, “necessità”, “bisogni”, “diritti”?
      Va denunciata la retorica liberista/mercatista di destra e di sinistra perché non ha mai dato luogo a politiche seriamente liberiste (contro rendite e monopoli) o ci si oppone al mercato in quanto tale, ma allora parlassero con chiarezza di quali sono per loro i fallimenti del mercato e quali dovrebbero essere gli strumenti per la politica industriale e la programmazione (IRI e GEPI, abbiamo già dato)…

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