Da Verbano a Di Nella storia di una pacificazione generazionale che NON arriva ancora.


Il 26 febbraio 2010 la Procura di Roma ha deciso di riaprire le indagini per uno dei più efferati omicidi politici che hanno caratterizzato gli anni di Piombo: l’uccisione del 19enne Valerio Verbano da parte di anonimi criminali di ispirazione neofascista, in casa sua a Roma, sotto gli occhi dei suoi genitori.

Parliamo di un omicidio commesso 30 anni fa, che non ha ancora colpevoli. Come cittadina italiana, come donna e come militante politica plaudo alla riapertura delle indagini.

Come cittadina italiana, come donna e come militante politica abbraccio mitemente Carla Verbano, la mamma di Valerio, senza il cui impegno e la cui memoria non saremmo arrivati a questa riapertura.

Allo stesso tempo, come cittadina italiana, come donna e come militante politica, chiedo che non si debba aspettare il trentennale dell’assassinio di Paolo Di Nella, previsto per il 2013, per la riapertura delle indagini su quel caso. Paolo Di Nella fu ucciso da una sprangata datagli alle spalle da anonimi criminali di ispirazione comunista mentre attacchinava manifesti di Fare Verde a Roma, in viale Libia, pochi chilometri più a sud di dove fu ucciso Valerio, tre anni dopo. Che la magistratura indaghi, che gli assassini paghino, che nessuno di noi dimentichi due ventenni morti per i loro ideali politici”.

10 pensieri riguardo “Da Verbano a Di Nella storia di una pacificazione generazionale che NON arriva ancora.

  1. Cri, ti rendi conto che non può esserci pacificazione? I crimini devono essere puniti, su questo hai pienamente ragione. Ma non mettiamo sullo stesso piano fascisti e comunisti. I primi hanno distrutto l’Italia e la stanno distruggendo anche ora. I secondi qualcosa di buono l’han fatta. Male e bene non sono sempre interscambiabili.

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  2. Non si tratta di mettere nessuno sullo stesso piano e NON stiamo parlando di resistenza, ma di anni 70. Stiamo parlando di giustizia, di democrazia e basta. Proprio noi di sinistra dovremmo avere a cuore i valori della democrazia ed anche del valore che ha l’esperienza carceraria, per esempio. Negarne il valore di insegnamento significa essere come chi si arrende alla pena di morte: cioé ritiene che non ci sia redenzione civile.

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  3. Come dice Cri nel suo commento qui sopra, qui prima di parlare di “pacificazione” stiamo parlando di “giustizia”. La “pacificazione”, in ogni caso, per quanto mi riguarda NON passa per dire che repubblichini (o fascisti, o neofascisti) e partigiani (o comunisti) sono sullo stesso piano. Il termine però è ambiguo, perché a seconda di chi lo usa c’è o non c’è quel discorso dello stesso piano. Non dubito che per Cristiana non ci sia, dico bene?

    Chiedere giustizia, invece, è un’altra cosa ed è una cosa fondamentale. Penso che anche il Marco del primo commento sia d’accordo sul fatto che occorre riaprire le indagini su chi ha ucciso Valerio Verbano a 19 anni e su chi ha ucciso Paolo Di Nella a 20. Questo non ha nulla a che fare con Casa Pound, dove non mi risulta che si persegua il rispetto della Legge. Né è un posto dove si chiede giustizia, o dove si sia compreso qualcosa della Storia di questo Paese.

    Se però Marco pensa che alcuni omicidi di ventenni sono accettabili (quelli di destra) e anzi li sostiene, e altri no (quelli di sinistra), beh, in tal caso magari le indagini su chi ha ucciso Paolo Di Nella dovrebbero cominciare da quel Marco lì. Capace che ne sa qualcosa.

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  4. Dario, va da sè che fascismo o neofascismo e comunismo NON sono sullo stesso piano. Ma il post mette sullo stesso piano due crimini, non due ideologie.

    Sarai d’accordo che l’uccisione di Valerio è sullo stesso piano dell’uccisione di Paolo, o no? E sarai d’accordo che per entrambi è auspicabile la riapertura delle indagini, o no?

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  5. senti anellide, rileggiti i commenti va.
    a me sembra che io abbia scritto chiamando in causa cristiana “un colpo al cerchio e uno alla botte” e che tu abbia tratto la conclusione che per me alcuni omicidi ventenni siano più uguali di altri prendendo le sue difese senza che nessuno te lo avesse chiesto.
    sic stantibus rebus, chi ha difficoltà di articolazione di concetti sei tu caro, non io.

    p.s.
    manco mi ci metto va, a spiegarti il senso del mio primo commento: se ci arrivi, buon per te, se no, stiamo pace così.

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  6. Marco, sai qual è la primissima regola che insegnano alle scuole di giornalismo o ai corsi di comunicazione politica? Se scrivi una cosa e non viene capita, la colpa è di chi l’ha scritta, non di chi non l’ha capita.

    Detto ciò, a me pare proprio di aver compreso ciò che volevi dire. E su quella base ti ho fatto le mie rimostranze. Prendo atto che non sai rispondere oppure che la risposta è “sì, sull’uccisione di Verbano si può indagare, su quella di Di Nella no”. A me basta così.

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