Piccola guida di Maratea.


Non fatevi spaventare dalla Salerno-Reggio Calabria. Ne vale la pena. Uscita consigliata ed entrata (se ci andate in agosto è praticamente obbligatorio) Padula invece che Lagonegro, che è l’uscita-entrata più a nord. Una bellissima statale curatissima (soprattutto appena inizia la Basilicata e finisce la Campania) vi porterà a destinazione. Ci sono punti in cui vi sembrerà di essere in Svizzera o in Irlanda. Verde dappertutto e piccole case di campagna.

Dove Dormire. Ci sono molti posti dove dormire intorno a Maratea. Se cercate cercate le contrade vicine, che sono anche più vicine al mare, rispetto al centro di Maratea: Rasi, Fiumicello, Acquafredda, Marina di Maratea. Noi abbiamo dormito qui http://www.irasimaratea.net/ dove abbiamo potuto anche tenere il cane, visto che I Rasi hanno tanto verde a disposizione. Abbiamo fatto la scelta di un appartamento, per poter cucinare perché ci aspettavamo prezzi esorbitanti. Invece così non è stato e quindi consigliamo anche un B&B. Siamo al sud, ma i marateoti hanno molta cura di tutto.

Dove mangiare. Sicuramente da Biagio dove noi siamo tornare addirittura due volte (sulla strada che da Fiumicello sale a Maratea, sulla sinistra). Ravioli di ricotta fresca al sapore di limone con sugo fatto in casa. Cavatelli fatti a mano con sugo di pomodoro e melanzane. Maiale nostrano assaggiato sia in salsiccia che in bistecca. Insalata dell’orto. Pomodori di quelli che profumano a distanza. Caciocavallo. Buon vino della casa. La prima volta abbiamo speso 16€ a testa, la seconda meno di 15€. Ovviamente, non guasta e d’ora in poi segnalerò solo chi la fa, entrambe le volte ci è stata fatta la ricevuta fiscale senza chiederla. Andare da Biagio è come staccare la spina con il mondo fuori e buttarsi dentro il secolo scorso, lentamente e piacevolmente. Poi potete andare a Sapri, che sta al confine con la Campania, a mangiare alla Lampara tenuta da un ragazzo del posto che ha lasciato Roma per tornare a casa e aprire il ristorante. Andateci magari non di venerdì o sabato, in un giorno di calma, che vi trattano meglio. Costo tra le 20 e le 30 a testa. A Maratea centro, se proprio ci volete provare, potreste provare a vedere se alla Farmacia dei Sapori vi fanno mangiare (taglieri di salumi e formaggi locali, scalda ‘nduja da sola o con fagioli, castagne condite, poi ci passavano davanti altri piatti fuori menù che nessuno ci aveva descritto) sono un po’ strani (nel senso che con 3 tavoli vuoti non ci volevano far sedere, alla fine ho insistito e ci hanno fatto mangiare ma quello che dicevano loro, insomma sono un po’ antipatici). Lì potete acquistare anche lo scalda ‘nduja. Costo sui 20€ a persona.

Dove bere. Sicuramente l’amaro di Maratea nella piccola enoteca sugli scalini accanto alla Chiesa, dove un amaro costa 1€. Però si beve seduti sulle scale, a noi piaceva, ma è meglio dirvelo. Se chiedete alla signora un dolcetto, la figlia ha una pasticceria e la signora vi va a prendere anche un vassoio di paste di mandorla. Poi al bar del Sombrero sulla strada che da Fiumicello va ad Acquafredda, dove Mimmo e il figlio vi fanno il Mojito più buono della zona o una Caipiroska di fragoline di bosco colte la mattina stessa. Con Mimmo vi fate anche due chiacchiere sulla Basilicata e di politica, lui è sempre disponibile e sorridente soprattutto se indossa una delle sue magliette con le lucette per far sembrare di essere meno vecchio.

Dove andare al mare. Dovrei tenerla per me questa spiaggia, ma per istinto democratico la condivido. 280 scalini, esattamente dove c’è il bar del Sombrero (Acquafredda) e scenderete in una spiaggetta di piccoli sassi di cui vi innamorerete. Non c’è bar giù, quindi ricordatevi di rifornirvi sopra. Spiaggia di Cersuta (sempre Acqua fredda), nera come la pece e molto suggestiva.

Le spiagge più famose (Spiaggia Nera per esempio) sono molto affollate nella settimana di ferragosto, quindi se potete evitatele, quelle citate non hanno nulla da invidiare. IL giro in barca vale la pena. I prezzi vanno da 120€/150€ benzina compresa, prezzi al porto di Maratea (poco fornito perché solo su prenotazione e non riescono a far fronte a tutte le richieste) ai prezzi più contenuti di Marina di Castrocucco o di Sapri dove vi consigliamo di andare per risparmiare 20€ e poter decidere la mattina stessa in base al tempo se uscire o in barca. In barca sbizzarritevi lungo la costa tra piccole calette e spiagge raggiungibili solo in barca. Attenzione a come mettete l’ancora se avete barche piccole e con poca corda. Si incastra facilmente e se non siete esperti tocca tagliare e tornare dritti al porto.

Cosa vedere. Ovviamente il centro di Maratea da camminare in lungo ed in largo. Vale la pena una passeggiata verso Rivello, magari se fa brutto tempo e fino al Lago Sirino. Ai bordi delle strade dell’entroterra si vendono peperoncini, fragole selvatiche, fichi, cipolle di tropea, more, funghi porcini.

Piccola nota. La cura delle strade (i bordi, i muretti, l’asfalto), la pulizia generale e dei luoghi di accoglienza, la ricevuta fiscale fatta ovunque (persino nei parcheggi sulle spiagge), fanno di questo piccolo angolo di sud, una felice anomalia. Se ci andate, contribuite a conservare questo spirito senza toccare nulla. Maratea non è la meta chic degli anni 70 e questo forse l’ha salvata dalla speculazione edilizia. Non ci sono vip, non ci sono yacht giganti o strafighe che passeggiano nei vicoli per farsi vedere. Ci sono tantissimi bambini, famiglie (per lo più napoletani) e migranti tornati a fare le vacanze a casa. Non disturbateli, siate discreti e godetevi un pezzo di sud.

8 pensieri riguardo “Piccola guida di Maratea.

  1. Cristiana, tu sei davvero incredibile. Ti leggo e scopro una Basilicata differente da quella che vivo ogni giorno.
    Bellissima la descrizione dei luoghi, delle caratteristiche locali, delle suggestioni, come anche di quegli antipatici – dai quali ci terremo ben lontani – della farmacia dei Sapori.
    Due note.
    La prima è che certamente io e te a cena insieme non ci andremo mai: odio tanto la ricotta quanto le melanzane! 🙂
    La seconda, invece, riguarda l’enoteca “sugli scalini accanto alla sedia”, che non ho compreso dove si trovi.
    Per ilr esto, Cristiana, mi terrò ben stretta la tua guida e la utilizzerò in prima persona, perché, alla fine della tua vacanza, mi tocca ammettere che forse talvolta il bello lo si ha dietro casa e si riuscirebbe anche a vederlo, se si riuscisse – se io riuscissi – a guardare al di là del proprio naso.
    Ancora grazie.
    PS: adoro il tuo modo di raccontare

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  2. Cara Cristiana, hai raccontatoi Maratea, e più in generale la Basilicata, come fa un’attenta osservatrice, scevra da preconcetti o pronta a rivederli.
    Ti ringrazio a nome dei lucani per lo spaccato che hai dato di questo popolo di cui spesso si narrano più i difetti -che pure teniamo- che i pregi.
    Spero di rivederti(vi), magari a Roma.
    Un caloroso abbraccio. Andrea

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  3. Una bella descrizione della vita estiva di Maratea. Devo dissentire sulla Farmacia dei Sani e non Farmacia dei Sapori. La questione sul perchè non volevano farvi sedere anche se tre tavoli “sembravano” vuoti e che avendone solo 6 si lavora principalmente su prenotazione !!! Anche io ho dovuto aspettare oltre 1/2 ora per aspettare il cliente che aveva prenotato e che poi per fortuna (per noi) non è arrivato.

    Il non vedere gente dello spettacolo o famosa per strada (preferiscono godersi qualche giorno di vero relax) è sempre stata una prerogativa di Maratea. Quando devono farsi vedere per pubblicità vanno in altri posti a farsi paparazzare.

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  4. Il mio buen retiro! Ci vado ormai da alcuni anni , dopo quella prima volta nell’estate del 2006 quando me ne innamorai. Il borgo antico arroccato, le vie più solitarie e il corso principale , le sue numerose incantevoli spiagge, lo iodio del mare cristallino e l’ossigeno delle montagne fascianti, i tramonti sulla spiaggia di fiumicello, i gelati di Umberto Avigliano nella piazzetta, le salsicce al peperoncino, la Chiesa Madre e la Chiesa di S.Pietro con gli affreschi del 300, il panorama da Capo Casale, la piazzetta Pietra del Sole, il Porto di giorno e il Porto di sera, la dolcezza dei pomodori e delle zucchine, il panificio Coccidorio, i dolcetti e i bocconotti della Pasticceria Panza, la Taverna Rovita, Palazzo De lieto e la mostra subacquea permanente e la terrazza sull’immenso golfo di Policastro, un negozietto a fiumicello dove ci sono i costumi più belli, la gelateria di Emilio al Porto, i fiori delle case, la via della Seta, la trattoria da Biagio, i concerti al Chiostro Istituto De Pino, la darsena, e il mare, il mare, il mare, il mare. Ma c’è ancora tanto che devo scoprire sicché quest’estate ci ritorno.

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  5. Buona descrizione, stranissimo non aver citato la statua gigante del Cristo….. Trovo davvero seccante leggere “Siamo al sud ma i marateoti hanno cura…” Oppure “una felice anomalia” sempre rivolta al sud…. Ma di cosa parliamo! Al “Sud” le anomalie sono le realtà infelici cara Cristiana. E comunque sempre a generalizzare sul Meridione d’Italia…… Mah…forse è inutile discuterne ed accettare la mancanza di sensibilità di chi non è del “Sud”.

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  6. Maratea è una bomboniera, mare meraviglioso, belle montagne da cui si gode un panorama incredibile, ottimo cibo genuino tipico e brava gente.E’ l’Italia che vorrei sempre vedere.

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