Scuole libere o cattoliche?


Scrive Formigoni su twitter:

Tassare le #scuole #cattoliche significa tagliare la radice della buona#educazione. Paghi le tasse chi svolge un’attività lucrativa

Lo #Stato rispetti le #scuole libere e non le sovrattassi. Giù le mani dalla libera #educazione

Ma Formigoni mente sapendo di mentire e fa confusione.

Confonde libera con privato e buona con cattolica. Le scuole private sono attività lucrative e non sono accessibili a tutti i cittadini perché discriminano in base al censo.

Sono per il 99% accessibili ai ricchi ed hanno strutture 10 volte (se non di più) più adeguate e belle delle scuole pubbliche. Aggiungo che definire buona l’educazione delle scuole cattoliche in quanto tali è delirio di onnipotenza, ideologia pura. Le scuole cattoliche devono essere libere di esistere come attività privata. Non devono prendere alcun finanziamento dallo Stato a meno che non aprano in zone disagiate al posto dello Stato e siano accessibili ai residenti.

Aggiungo che finché le scuole pubbliche verseranno nello stato pietoso in cui sono non ha senso parlare di scuole private supportate dallo Stato. Anche se so che è ancora una battaglia persa in tutti gli schieramenti questa.

5 pensieri riguardo “Scuole libere o cattoliche?

  1. “Le scuole private sono attività lucrative e non sono accessibili a tutti i cittadini perché discriminano in base al censo.”

    Mi dispiace contraddirti anche su questo, ma ciò è inesatto. Ho frequentato il liceo classico “dai preti” per una scelta dei miei (che non condivido ma all’epoca condividevo, checcevoifa’). La scuola faceva tariffe particolari alle famiglie disagiate ed alcuni alunni la frequentavano addirittura gratis. Che la scuola sia una attività lucrativa o no, va valutato caso per caso. Che discrimini in base al censo, anche.

    In effetti, si potrebbe dire che proprio negare i contributi alle famiglie che mandano i figli nelle scuole private sia una discriminazione in base al censo. (Nota bene: sono fermamente contrario sempre e in ogni caso a dare contributi direttamente alle scuole. Non sono contrario a dare contributi alle famiglie, purchè le scuole in questionerispettino determinate condizioni:
    -non essere a fini di lucro
    -favorire l’accesso agli alunni economicamente svantaggiati
    -presentare standard di preparazione pari o superiore a quelli delle corrispondenti scuole pubbliche (ossia non essere diplomifici)

    Se invece si volesse sostenere di non voler sostenere le famiglie nemmeno in questi casi perchè (come hai detto tu stessa) già non ci son soldi per le pubbliche, e perchè lo stato non può e non vuole sostenere scuole che oltre alla formazione primaria sono anche luoghi di indottrinamento ideologico, questo è un altro discorso.

    Tuttavia, se per un attimo ci dimentichiamo della mafia di CL e delle sue, di scuole, e pensiamo alla possibilità che tutti possano scegliere tra una scuola Montessori, o Waldorf, o libertaria, e una scuola pubblica convenzionale, potremmo rimanere colpiti dal fatto che non è poi un’idea così peregrina. Certo l’ideale sarebbe che le scuole pubbliche fossero scuole Waldorf o Montessori o libertarie, ma la realtà ahimè per ora è diversa…

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    1. Io invece trovo il titolo del post perfetto: scuole libere O cattoliche? Tertium non datur, una scuola o è libera o è cattolica. E non un centesimo alle scuole dei preti!

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    2. Ho un bellissimo ricordo del mio asilo montessori e un pessimo della prima media dalle suore. Mai sentito di gente gratis….se fosse cosi’ e dove e’ cosi’ sono d’accordo…infatti lo scrivo. Quanto ai metodi di insegnamento basterebbe farli vivere nelle scuole pubbliche. Io a dire il vero applicherei montessori a tappeto. 🙂

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  2. Incredibilmente son d’accordo con te, basterebbe farli rivivere nelle scuole pubbliche.
    Comunque se per caso da romanaccia impenitente quale tu sei ti interessasse dare un occhia alla storia della provincia, mi permetto di suggerirti un libro interessante: “pa sopravivence, no pa l’anarchie” di igor londero, che potrebbe anche spiegare indirettamente perchè la mia scuola cattolica non faceva pagare una lira alle famiglie meno abbienti. e anche, forse, perchè io sono di quella che potrebbe essere chiamata sinistra radicale (con un’espressione che non mi piace).
    Buon sabato sera,

    Scialuppe

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