L’Italia genuflessa: il Papa, Gheddafi e Putin.


Insomma voli cancellati.

Una città bloccata.

Milioni di euro spesi, per sentirsi dire che lo Stato (il nostro) deve vietare l’aborto, l’eutanasia e, ovviamente, il matrimonio gay (che non ha a che fare con la vita e la morte, ma è innaturale ed è quindi soggetto a divieto).

Questo lo fa il monarca assoluto di uno Stato estero, il Papa. I

Insomma non ho colto oggi l’orgoglio del mio Paese che a Roma sfila con le forze armate per la “sua” repubblica (laica e democratica) e a Milano si mette in ginocchio all’assolutismo religioso.

Chissà perché oggi ho ripensato a quella tendopoli a Villa Pamphili con la sfilata bipartisan dei nostri politicanti, sempre pronti al potente di turno. Che sia religione, petrolio, gas in fondo che differenza fa?

Mi sarebbe piaciuto che a fronte di un Alemanno che diserta la parata romana in polemica per le spese in concomitanza con gli eventi emilani (per me non ha senso mai che sfilino i militari per festeggiare la repubblica), avrei voluto, insomma, ch Pisapia disertasse la “convention” milanese di estremisti (travolti anche loro da scandali finanziari, tra l’altro) che violano la libertà delle donne infestando gli ospedali di obiettori (legittimo, ma devono essere in numero limitato), che condannano i nostri affetti, condannano le nostre famiglie, discriminano i nostri figli, istigano al suicidio gli adolescenti.

A me un Paese così non piace. Non è il mio. Non è la costituzione questa, non è la mia repubblica questa. Non è la mia democrazia questa.

Io non ci sto. Io mi dissocio.

39 pensieri riguardo “L’Italia genuflessa: il Papa, Gheddafi e Putin.

  1. Mi dissocio anch’io.
    Terrificanti le bugie del Presidente della Repubblica visto che di sobrio non c’era niente ed insensata la parata con gli ultimi acquisti bellici (un giorno si discuterà sullo quello stipendificio chiamato esercito).
    Inqualificabile il Family Day (ancora???) e scandaloso l’attacco ad una legge di civiltà come la 194.
    Una manifestazione così caritatevole e pregna d’amore che lo scopo inseguito e prefissato non poteva non essere quello di assicurarsi che chi non ha diritti continui a non averli.
    Tutto questo nell’amore del signore (e nel gaudio dei conti off-shore).
    Credibilissima, poi, quella coltre di cardinali che insalivavano guance di poveri bambini (annoiati dal blaterare senza senso) con i lucciconi agli occhi e nel mentre messaggiavano per silurare Gotti Tedeschi. Strada spianata per il prossimo Marcinkus.

    Memorandum:

    “[…] A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall’approvazione o dalla legalizzazione del male.”
    Joseph Ratzinger

    E a conti fatti anche per il partito nazista l’omosessualità era uno dei mali.

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  2. Per me glu obiettori (soprattutto nelle strutture pubbliche) non sono legittimi. Indipendentemente dal numero. Se la mia fede mi vietasse di pigiar tasti farei un altro mestiere, non l’informatico. Altro che obiezione…

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  3. Se fossimo in una dittatura mi sarebbe vietato di dire cio’ che asserisco da alcuni anni; questa democrazia (sic!) me lo consente, ma nessuno ascolta. Ora, siamo in
    numero maggiore ad essere della stessa opinione: brava Cristiana; anzi, no! Bravissima!!!

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  4. Posso condividere i discorsi sulla spesa assolutamente non necessaria in questo momento (ma se invece del Papa fosse stato Obama o la Merkel probabilmente i soldi sarebbero stati gli stessi, ricordiamolo), si può ragionare sui matrimoni omosessuali ma asserire che la legge 194 è una legge di civiltà come è stato fatto nei commenti è pura follia.
    O meglio, è cecità dettata dalla voglia di attaccare il Papa solo perchè “è il Papa”.

    Siamo un paese che (giustamente) rifiuta la pena di morte a coloro che hanno commesso crimini indicibili, ma abbiamo una legge che la infligge a coloro che di colpe ancora non ne possono avere, se non quella di esistere. Un po’ come se il per il reato di clandestinità invece di rimpatriare si uccidesse.
    E della libertà della donna non me ne frega nulla in questo frangente, per 2 motivi:
    1- non si rimane incinte per caso, da che mondo è mondo certe cose si fanno volontariamente ed in due
    2- la tua libertà finisce dove inizia quella di chi ti sta accanto, ovvero di chi ti sta in pancia.

    Partoriscilo e dallo in adozione, se proprio non lo vuoi. Lascialo alla “ruota” dell’ospedale, non riconoscerlo, fai cosa vuoi: che differenza c’è tra abortire e gettare un neonato nel cassonetto? Che l’aborto non piange? Se poi avrai conseguenze psicologiche ci stanno gli psicologi, appunto.

    La 194 non è una legge di civiltà: è una legge di comodo, ovvero fa comodo che le donne abortiscano in ospedale invece che farlo nei garage (per ovvie questioni igienico-sanitarie), più comodo che aiutarle economicamente e psicologicamente a superare una gravidanza indesiderata e più economico che mantenere un orfanotrofio.

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    1. Interessante notare come, nei discorsi sull’aborto, le donne vengano definite alternativamente – a secondo di come fa comodo per le proprie bislacche teorie – soggetti responsabili e/o incubatrici da tutelare fino al momento dello svuotamento.

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      1. Le donne sono esseri come tutti gli altri, meritevoli di tutte le tutele – non vedo però dove stia l’oppressione nel chiederti di tenerti per 9 mesi in pancia una creatura (9 mesi, mica tutta la vita!) così magari tuteliamo anche lei… chissà, magari un domani diventa una donna pure quella

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        1. Se per te una creatura è tale (e quale) dal primo all’ultimo giorno dei 9 mesi, sarei tentata di dirti di non sprecare mai il tuo seme, nemmeno in polluzioni notturne, perché esso E’ VITA!!! (spero di averci messo l’enfasi cattolica sufficiente)

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        2. Bè ora proprio uguale uguale dal primo giorno ai 9 mesi non è ma non per questo deve contare meno… magari fa meno “effetto” a livello psicologico. Per quando riguarda il mio seme (che comunuque viene sprecato in ben altri modi oltre le polluzioni notturne <.<) a voler essere pignoli è appunto un seme, quindi ben prima del "primo giorno"… comunque (lo dico non per fare il saputello) il motivo religioso per cui è proibita la masturbazione sarebbe un altro, ma vabè

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    2. Alla faccia della raffinata analisi! Non che ci si potesse aspettare molto da chi non vede differenze fra un embrione abortito e un bambino nel cassonetto, ma lo stesso sconvolgente.
      No, mi sbaglio.
      Dire “non si rimane incinte per caso” è effettivamente molto più raffinato che esprimere il vero pensiero sottinteso “hai voluto scopare? e allora zitta!”

      A parte che criticare il papa solo perché è il papa a me pare già un’ottima motivazione, ma io sono perfido 🙂

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      1. Ok, allora il problema è alla radice: c’è qualcosa di sbagliato nel restare incinte? Non perchè allora qui non è un problema di religione, è proprio un problema di sopravvivenza della specie

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        1. Sai, vero, che esistono (per dirne una delle tante) rapporti sessuali nei quali “lei” non è consenziente? (io ci provo, ma confesso che ho paura della risposta)

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        2. C’è qualcosa di sbagliato nel restare incinte senza desiderarlo ed in condizioni per le quali una gravidanza rappresenta un evento insopportabile per la donna. Quando ci sarà un problema di sopravvivenza della specie forse, e dico forse, l’uomo creerà un contesto in cui per le donne sarà possibiel fare scelte diverse

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        3. (rispondo qui perchè non mi fa annidare i commenti)

          Certo che lo so che esistono rapporti non consenzienti, e so pure che esistono gravidanze che mettono a rischio la vita della madre… sono casi limite, andrebbero valutati caso per caso: io personalmente non me la prenderei con una donna che non se la sente di mettere a rischio la propria vita per una gravidanza… usare questi casi (come quello del feto malato, ad esempio) per giustificare l’aborto in toto è come nascondersi dietro ad un dito

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        4. Marco, valutati da chi? chi decide che un caso è limite e l’altro no? Un giudice? Alla fine chi decide se un caso è limite è la donna. Lo fa ogni volta che sceglie di ricorrere alla IVG

          Se poi vuoi dire che la 194 è una legge di comodo perchè serve a rimediare all’incapacità dello stato di eliminare le cause che portano una donna a fare questa scelta, direi piuttosto che la legge 194 serve ad affrontare un problema frutto di tante concause, che certo lo stato potrebbe ridurre (ma non annullare). Il perchè lo stato non lo fa (o non lo fa abbastanza) bè … direi che esula da questo thread

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        5. @Nino”Il perchè lo stato non lo fa (o non lo fa abbastanza) bè … direi che esula da questo thread”
          beh, in realtà mi sembra che il thread nascesse per la rabbia di vedere gli ossequi e i salamelecchi per il pastore tedesco a Milano, quindi forse questo argomento è più in tema che non il discutere la liceità delle IVG (parziale mea culpa)

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        6. @topometallo: solo in parte. Certo, esiste una resistenza epica da parte della scuola, per sempio, ad affrontare i temi dell’educazione sessuale, e questo è anche conseguenza delle pressioni della Chiesa. Ma esistono anche una serie di azioni che si potrebbero fare a prescindere, per fare in modo che una donna incinta non si senta spesso sola ed abbandonata (e non parlo solo del periodo della gravidanza, ma anche e soprattutto del dopo). Lo stato (che poi dovremmo essere noi) evidentemente ha altre priorità.

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  5. Dovresti dissociarti dalla tua presidente Rosy Bindi, che era seduta in prima fila ad applaudire. Dovresti dissociarti da tante di quelle cose… Ma si sa il blog serve a questo: a mantenersi una coscienza ‘pulita’.

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    1. mah…non credo sai. Serve a dire ciò che si pensa e di solito ciò che si pensa in politica discrimina te dagli altri. Chi la pensa come me certo non viene messo nelle liste di cooptati perché “inaffidabile” rispetto alla linea del pensiero unico. I disobbedienti in politica devono guadagnarsi tutto. Riflettere magari prima di cedere alla moda di accusare tutti di tutto.

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  6. “che Pisapia disertasse la “convention” milanese di estremisti”: ma perche’ mai? Ma Pisapia quello che ha messo Tabacci, un vecchio arnese democristiano al Bilancio?
    Pura utopia….

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  7. Mi trovo un po’ in imbarazzo ma su un singolo punto Marco ha ragione. Un embrione di due mesi è già un essere capace di provare dolore e paura.

    Tutto il contorno, è una merda. Voglio dire: la Chiesa e le amministrazioni ad essa legate fanno di tutto per ostacolare i consultori, la prevenzione delle gravidanze, l’educazione sessuale, perfino l’appoggio economico alla genitorialità (si sa che sono le amministrazioni di destra le prime a tagliare le spese sociali, gli asili, le mense, i trasporti pubblici etc).

    Però questo singolo punto è duro e difficilmente affrontabile per quanto mi riguarda.

    Poi una mia ex, cattolica, diceva: “non abortirei mai, ma le donne lo hanno sempre fatto e sempre lo faranno per cui meglio in ospedale che dalle mammane”. Questo però è un argomento molto diverso dal considerare l’aborto un diritto soggettivo valido in qualsiasi caso. Per esempio: se l’aborto è un diritto “per qualsiasi motivo io ritenga” (formulazione usata una volta da una compagna con cui ne stavo parlando, il discorso resta valido anche nel caso dell’India e della Cina, dove si abortiscono in particolare i feti femminili? (non mi si venga a parlare delle donne costrette dai maschi a farlo, non ci crede nessuno. Il maschilismo femminile è un fenomeno ben noto e ben studiato…)

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    1. Difatti India e Cina sono Paesi noti per essere affatto maschilisti e all’avanguardia nel riconoscimento dei diritti delle donne, a partire dal livello medio di istruzione femminile!
      Ma che c’entra questo parallelo con la legge 194??
      Credevo che certi salti logici ad usum delphini fossero prerogativa di Giuliano Ferrar e invece.

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    2. A parte il discorso sull’embrione che prova emozioni, che mi pare una sparata degna di CL, ma non conoscendo la materia mi astengo, ma chi ha mai parlato di “qualsiasi motivo io ritenga”???
      Ma possibile che ci sia gente che crede ancora a certe imbecillaggini, quelle sì di propaganda credina e cattolica, che descrivono le donne come delle puttane che vanno ad abortire come andassero dal parrucchiere?

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      1. Caro topometallo,
        la frase “per qualsiasi motivo io ritenga” è stata utilizzata, parlando con me, da una compagna con cui stavo discutendo di queste questioni. Specifico che la discussione non era affatto animata, trattasi di una persona con la quale mi conosco e faccio attività politica da anni, e non certo in CL. Parlando con altre compagne, in seguito, ho appurato che questa posizione è diffusa se non prevalente.
        Quanto alla possibilità del feto di provare dolore e paura, un embrione all’ottava settimana smette di essere tale e diventa feto proprio in quanto gli organi sono ormai tutti presenti (compreso il sistema nervoso ed i neurotrasmettitori relativi) e si limitano a svilupparsi.

        Prego anche te di non mettermi in bocca parole che non ho scritto. Mai parlato di puttane o affini. Sto solo cercando di capire.

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        1. Ok, allora ti seguo su questa brutta strada: messa come dici tu sembra che l’idea prevalente è che le donne abortiscono per qualsiasi “motivo”: vuoi dire che secondo te c’è pieno di donne che scoprono di essere incinte e pensano, oh, va beh, tanto domani vado in consultorio ad abortire? Oppure, visto che spero che la risposta alla domanda sia no, non sarà che (azzardo, poi mi sbaglierò) hai frainteso, con una confusione che noi maschietti facciamo spesso, l’idea che “l’ultima parola deve spettare alla madre”?

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  8. Non è necessario paragonarmi a Giuliano Ferrara. Ho solo espresso alcuni dubbi.
    L’esempio di Cina e India è semplicemente lì ad indicare che il diritto soggettivo delle donne ad abortire per qualsiasi ragione esse desiderino porta ad almeno un paradosso, ossia una strage di donne da parte di donne (visto che, appunto, io non credo affatto che tutte le 30 milioni di indiane che hanno abortito un feto perchè femminile siano state costrette, ma ritengo che abbiano piuttosto introiettato la cultura maschilista ma, soprattutto, non volessero affrontare i problemi economici che avere una figlia femmina in quelle culture ancora presenta).
    La legge 194 non l’ho neanche nominata. E il fatto che il feto sia in grado di provare paura e dolore per quanto mi riguarda è e resta un fatto problematico che mi disturba. Questione di sensibilità personale: ma posso porre il problema senza essere preso per un iperconservatore cattolico?

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    1. Hai tutto il diritto di porti problemi e ragionare come credi. Però ti faccio notare che il discorso sull’aborto è scaturito dal fatto che Mersault ha definito la legge 194 una ‘legge di civilta’ (per quel che mi riguarda, definizione più che giusta) e Marco di rimando ha scritto che ‘è pura follia’ definirla una legge civile. Quindi la Legge 194 c’entra eccome, c’entra sempre quando si discute di aborto in questo farisaico Paese.

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    2. Porre il problema è inutile, quindi probabilmente la risposta è: no, non puoi porre il problema :-). Perchè è un problema tuo, personale, che devi risolverti da solo, a livello personale. So che sembra un discorso crudo, ma se non vuoi mettere in dubbio la 194 (e mi pare non sia questo il tuo caso) ti resta la libertà di non ricorrervi, e di fare di tutto perchè si creino le condizioni affinche sempre meno donne debbano scegliere di ricorrervi

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  9. @ Topometallo: “qualsiasi motivo” non significa “motivo da poco”, o “senza motivo” o “con leggerezza”. Non ho capito la tua domanda, comunque.

    @ Antonella: Chiaro che la discussione riguarda l’aborto, ma non stavo parlando della 194 nè pensando ad essa. Vorrà dire che la 194 c’entrerà sempre tranne una volta, in questo farisaico paese. A meno che tu non voglia parlare della 194, ma allora mollo io se non ti dispiace.

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    1. Scialuppe, se tu dici che non pensavi alla legge 194 non ho motivo di dubitarne e ti credo. Trovo comunque la domanda finale di Topometallo illuminante e molto interessante. Diciamo che è una cartina di tornasole: il controllo sul corpo delle donne, territorio conteso da tutte le religioni (maschili) e da tutte le strutture di potere (maschili). Sono passati 40 anni da quando on Italia si discuteva di questo e siamo di nuovo qui.

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  10. Scusate ma leggendo i vostri discorsi mi sembra di essere tornato indietro di 50 anni. Fatte le dovute eccezioni (ma i matti ci sono ovunque, quindi non fanno testo) dubito fortemente che una donna scelga di abortire a cuor leggero, ovvero ha sempre dei motivi “soggettivamente” validi per abortire. E sottolineo “soggettivamente” perchè l’aborto è una scelta personale e dolorosa (e mi fa un pò ridere, ridere amaro, Marco che dice: in fondo che ti chiedo, di portare in grembo una creatura per 9 mesi, cosa sarà mai? ecco … tu , come uomo, cosa sarà mai non potrai mai capirlo, neanche se qualcuna te lo spiegasse 1000 volte. Ma non in quanto Marco, ma in quanto uomo).

    E con questo rispondo a scialuppe: si, secondo me la tua amica aveva ragione, nessuno può entrare nel merito di una scelta che è personale, soggettiva, e che può essere assolutamente non condivisibile ma da rispettare. Anche perchè non c’è altra scelta, non si può oggettivare la soggettività.

    La legge 194 è una legge di civiltà. Ed io sogno una italia impossibile in cui la 194 non serva più, anche se mi accontenterei di una italia in cui la 194 venisse applicata correttamente e completamente, e non debba anche curare i danni fatti da una cultura cattolica che impedisce una educazione sessuale consapevole, demonizza l’uso degli anticoncezionali ecc. ecc. ecc.

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