L’assessore ossessionato dai gay.


Ecco la qualità degli assessori romani.
Questo è Gianluigi De Palo assessore alla famiglia e alle politiche sociali che quasi ogni giorno si alza e chiede a Nicola Zingaretti cosa pensa del registro delle Coppie di Fatto (e sarebbe finalmente il caso di dirgli che la nostra Roma avrà quel Registro e chiudere la questione).
Ecco come risponde a me e a Salvatore Marra, della CGIL, che lo interroghiamo se una famiglia di due donne con 3 figli non è anche lei famiglia e quindi degna di essere politicamente considerata.
In sostanza non risponde e la butta sul sesso andando completamente fuori tema come se essere lesbica significasse essere solo un oggetto sessuale e non un possibile attore sociale con o senza figli.


14 pensieri riguardo “L’assessore ossessionato dai gay.

  1. Il problema è tuo, Cristiana, se ancora ti illudi di poter far ragionare un cattolico osservante. Sono quelli che invocano la razionalità giustapponendo la loro credenza (in sintesi: “la mia etica deriva da un dio falegname figlio di se stesso partorito da una vergine”). Chiedi onestà di ragionamento a chi fa della disonestà intellettuale la propria condotta e la propria bandiera? Essù.

    Hai due ‘pecche’ che spingono i cattolici marmorei a non prenderti per niente sul serio come interlocutore: sei donna e sei gay (e nemmeno ti confessi!).

    Evita di discuterci, al massimo, se sei spinta da una qualche tenera compassione, rimboccagli le coperte e nel caso, come speriamo, questa giunta clericoFASCISTA venga spazzata via, digli dolcemente “è un segno di dio, accettalo”.

    Tanto basta per sollevarli dalle loro responsabilità. Basta da sempre, tra l’altro.

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  2. per curiosità ho digitato il nome di questo soggetto. ha un suo sito personale, dal contenuto che reputo agghiacciante; la peggiore retorica cattolica, viscida, ipocrita, destrorsa, invasata e cinica insieme; il nostro, del resto, è collaboratore fisso di avvenire e altre testate della stessa levatura; un’altro link di google ci spiega che alemanno l’ha preso in giunta per “dare un segnale all’udc”. il problema secondo me è anche più grave: perchè persone che fanno, dicono e si presentano come fa, dice e pensa questo signore assessore alla famiglia nel comune di roma, ce ne sono parecchie anche nel pd, quanto meno ai piani alti. e bisognerebbe liberarsene, senza mezzi termini; non c’è, non può esserci, un’altra soluzione…

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  3. Carissimi, intervengo qui perché Twitter si presta – come ha mostrato Cristiana – ad interpretazioni assolutamente faziose di 140 caratteri…
    Mi piacerebbe, ma forse sono un illuso, che si mostrasse tutta la storia dei messaggi tra me, Marra e la Alicata. Ma se venissero mostrati tutti, cadrebbe la tesi di questo “commento”.
    Giustamente qualcuno parla di ISEE e si domanda giustamente come mai un simile argomento: stavo solo spiegando, paragonandolo al registro sulle coppie di Milano, che a Roma sono stati messi 27 milioni di euro per il quoziente familiare. Una scelta politica chiara che va a migliorare la vita delle persone che in questo modo, in base ad alcuni parametri, non pagheranno la TIA (la tassa dei rifiuti).
    Purtroppo anche qui il voler per forza portare avanti una tesi senza conoscere lo strumento dell’ISEE fa fare brutte figure a chi cerca di trovare il negativo in qualcosa di oggettivamente positivo.
    Un sindacalista e un dirigente politico del PD, infatti, non dovrebbero ignorare il fatto che l’ISEE si rivolge all’aspetto anagrafico delle persone e che, quindi, non entra nel merito della tipologia della coppia. Ma pur di denigrare il quoziente…

    Tengo a precisare di non aver mai fatto parte dell’UDC e di nessun altro partito. Anche ora non ho alcuna tessera. Provengo dalle Acli e dal Forum delle Famiglie. Sicuramente ho idee differenti dalle vostre, ma non per questo non merito rispetto.

    Un abbraccio

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    1. Ecco il lupo trasformato da agnello. Assessore la domanda era nata dal tuo primo tweet che segnalava questo pezzo http://www.gigidepalo.it/2012/07/26/birkenstop-quoziente-roma-una-pietra-per-costruire-il-futuro/ dove metti in contrapposizione e sterili coppie di fatto la famiglia. Come se non fossero spesso la stessa cosa. Tra l’altro ci sarebbe da approfondire che cosa significa che Roma adesso e’ una citta’ a misura di famiglia. Se questo e’ vero e se questo e’ giusto. La verita’ e’ che continui a non rispondere: una coppia di lesbiche con 3 figli sono una famiglia o no?

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  4. Assessore, sono la metà di una coppia di lesbiche. Siamo sullo stesso stato di famiglia da 10 anni, sposate all’estero da due anni, abbiamo una casa cointestata al 50% con mutuo cointestato al 50%. E abbiamo – orrore orrore! – una figlia di 6 anni e uno di 6 mesi. Siamo una famiglia anagrafica ai sensi dell’art. 4 comma 1 del DPR 223/1989. Per questo motivo i nostri redditi (completamente dichiarati e trasparenti, visto che siamo fortunatamente entrambe dipendenti) si cumulano nell’ISEE (nel quale dichiariamo addirittura la giacenza sul conto corrente, per lo stupore dell’impiegato del CAAF). Per questo motivo paghiamo la retta più alta al nido comunale, a differenza di coppie eterossessuali che allegramente “barano” sui redditi, o sul legame matrimoniale (separazioni disposte ad arte per non stare sullo stesso stato di famiglia) o addirittura sul legame genitori-figli (visto con i nostri occhi padri che non riconoscono i figli per farli ammettere al nido).
    Checché ne pensi lei, noi SIAMO una famiglia, se famiglia è il nucleo su cui si fonda la società, il luogo degli affetti e del sostegno reciproco, della cura, della crescita insieme. Qual è la differenza con una famiglia di quelle che potrebbero, grazie al quoziente familiare, non pagare più la tassa rifiuti? Il sacro vincolo del matrimonio, fosse anche soltanto civile? e se sì, vuole farci credere che non si tratta di un provvedimento di natura puramente ideologica?

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    1. Però Costanza, anche voi, che bisogno c’era di mettervi nella stessa famiglia anagrafica, visto che questo non porta a nessun riconoscimento legale della vostra famiglia? bastava stare su due stati di famiglia diversi e avreste pagato il minimo al nido e, con l’iniziativa di cui si parla, anche meno tassa dei rifiuti …

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  5. Bando alla reticenze.
    Mostri la chiarezza che dice di apprezzare. La domanda è precisa: una coppia di lesbiche con 3 figli sono una famiglia o no?

    Attendiamo fiduciosi.

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  6. Meursault, mi meraviglio di te, è chiaro che non sono una famiglia, ma solo due donne con due figli che vivono nella stessa casa. Che poi, se fossero invece tre donne che vivono con tre figli nella stessa casa, e la definissimo famiglia, sarebbe come ammettere la poligamia.

    E non dimenticare l’art. 29 della costituzione:

    La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

    loro non sono sposate, quindi …

    d’altronde Il matrimonio tra gay è un’idea profondamente incivile, una violenza della natura sulla natura

    (mi spiace ma i luoghi comuni del più becero cattolicesimo li ho finiti …)

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  7. i cattolici hanno questo quid in più: che oltre ad essere intolleranti come pochi, come nessuno, oltre a voler imporre a tutti gli altri quello che è giusto solo per loro, poi trovano anche il coraggio di atteggiarsi a vittime (“io non la penso come voi ma merito rispetto anch’io…”). e più sono intolleranti, più fanno le vittime. mah…

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    1. Vedi Jacopo, il punto è uno solo. Secondo certi cattolici, in uno stato laico (e quindi fatta salva la scelta religiosa personale) due persone che decidono di vivere insieme non hanno gli stessi diritti se sono di sesso diverso o dello stesso sesso. Ma questa non è mica discriminazione! Ricordo un comico di diversi anni fa, che alla fine di scenette sui negri (o sui terroni) concludeva: non sono io che sono razzista, sono loro che sono negri (ovvero, se non ci fossero, il problema non esisterebbe)

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