I fascisti sul web? del web? nel web?


Aggiornamento.

Bersani (potete sentire tutto qui) non pronuncia mai la frase “fascisti del web”.  Bersani dice: “nelle crisi ci può sempre essere la tentazione di vedere chi abbaia è più forte. e anche con forme che possono nascere da tutti i lati, ma finiscono sempre a destra.” “usano linguaggi fascisti. fascisti.” “via dalla rete. venite qua.” e ancora “si sta creando un linguaggio. chi sottovaluta questi dati di linguaggio deve leggersi un po’ di storia. andare a un certo anno: era il 1919. ok?”

Condivido da anni la sua seconda frase come è noto a tutti (e come scrivevo anche qui sotto), non capisco però perché accostarla alla rete come in effetti fa, pur non pronunciando quella frase. E continuo a non capire come mai non ci rendiamo conto che i fascismi sono SEMPRE figli delle democrazie incomplete, dei partiti insani. Il nostro compreso.

Concordo con Civati, io la frase sui “fascisti del web” che danno degli zombie al PD non l’avrei detta. Nel senso che non avrei accostato le due parole. Il web e’ oggi l’unica fonte democratica e accessibile per informarsi e fare molta politica, e’ il nuovo territorio che stiamo abdicando ancora, ciecamente. Che non significa abbandonare i mercati o i bar sport di paese (dove in ognuno manderei un democratico in missione) ma significa che c’e’ un luogo in più.
Il web e’ pericoloso per i partiti abituate alla Pravda, lo so. Contiene tutte le opinioni, si puo’ commentare, persino insultare. Insomma come al bar, ma in un bar dove oltre alle Pravde arriva anche qualcun altro a raccontare. Senza filtri, editori, direttori, segretari. Un bell’affare.

Detto questo sul web ci sono dei fascisti. Come ci sono al bar e al mercato. E la matrice populista di stampo fascista in Italia e’ sempre incinta, sempre vigile, sempre sveglia. Fa tantissime vittime anche nelle menti intelligenti che nella disperazione a volte non possono che augurarsi che tutto venga distrutto senza lasciare nulla. Lo diceva il Duce del sistema partiti di allora.

Come si disinnesca il fascismo?

Lo possono fare i partiti attuando il ricambio. Senza caminetti che preparano la grande coalizione, senza leggi elettorali che sono solo assicurazioni di poltrone e non garantiscono nessun governo. Perche’ noi con UDC e PDL possiamo svendere due palazzi di stato, tagliare statali, togliere persino autoblu e scorte, ma certo non possiamo governare, perche’ abbiamo un’idea di Paese totalmente diversa da loro (dico bene, vero?).

Perche’ pure a me ogni tanto, in questi giorni, mi sale una rabbia che mi fa pensare che forse e’ meglio fare piazza pulita di tutto visto che nulla sembra avere voglia di cambiare. Nemmeno un po’.

9 pensieri riguardo “I fascisti sul web? del web? nel web?

  1. Bersani dice: “nelle crisi ci può sempre essere la tentazione di vedere chi abbaia è più forte. e anche con forme che possono nascere da tutti i lati, ma finiscono sempre a destra.” “usano linguaggi fascisti. fascisti.” “via dalla rete. venite qua.” e ancora “si sta creando un linguaggio. chi sottovaluta questi dati di linguaggio deve leggersi un po’ di storia. andare a un certo anno: era il 1919. ok?” Condivido da anni la sua seconda frase, non capisco però perché accostarla alla rete come in effetti va, pur non pronunciando quella frase.

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  2. Infatti Bersani non ha parlato di “fascisti del web”. C’è qualcuno che può onestamente dire di non avere letto in rete ( e dove altrimenti, io in faccia non me lo sono mai sentito dire) “siete degli zombi, siete dei cadaveri ambulanti, vi sepelliremo vivi.”? Quindi come doveva dire Bersani “sento in giro?” no, lo si legge proprio in rete. E i linguaggio è fascista. mettila come vuoi. Secondo me Bersani ha fatto non bene, ma benissimo a dirlo.
    In quanto al “i fascismi sono SEMPRE figli delle democrazie incomplete, dei partiti insani” forse non ti farebbe male leggere Gramsci, perchè detta come la scrivi tu mi fa venire in mente quelli che dicono che se un ragazzo è tossicomane la colpa è di sua mamma

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    1. beh è un po’ diverso…e mi fa sorridere questa impostazione familista della politica e quindi gerarchica. Molto marxista, sì. Forse ti farebbe bene leggere Gramsci o Marx e applicarlo all’attualità. Non ci sono più le masse contadine e operaie da guidare con slogan, marce e la Pravda, ma ci sono cittadini consapevoli, oggi scippati di una cosa che vogliono sopra ogni cosa: la libertà di scegliere. La legge elettorale oggi verrà costruita per limitare al massimo quel diritto…perché su sa…il popolo-figlio non a scegliere.

      Quello che sto dicendo e che non hai colto è che se un partito non rinnova e non piace è giusto votarne un altro. Purtroppo quell’altro nasce proprio contro il primo che non si rinnova. Per usare una metafora a te cara potrei dire che è come fare le corna alla moglie perché non te la dà, ma tu sempre da lei la vuoi. 🙂

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  3. Concordo perfettamente con “Anonimo in 26 agosto 2012 alle 3:05 pm”
    Risposta debole e impacciata (anche se scritta in rete. Posso dirlo oppure è vilipendio del WEB?).
    Quanto poi alla legge elettorale essa verrà costruita con tutti i limiti che QUESTO PARLAMENTO purtroppo permette.
    Anche il (forse) rimpianto mattarellum (migliore del porcellum di cui avevo (avevamo?) firmato per l’abolizione) aveva pur sempre un 25% di porcata senza diritto di scelta al proporzionale. O no.
    Giusto per parlare dei limiti insiti negli strumenti a disposizione e che prevaricano le migliori volontà.

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  4. secondo me cogli bene il punto in quest’ultima risposta. se un partito non si rinnova, per forza di cose poi vien spontaneo votarne un altro. e senza star lì a specificare che, se insulti ci sono, sicuramente alcuni vengono anche dal pd, per bocca dell’anziana e barbuta pravda umana che delira domeniclamente su repubblica. ma analizziamo bene questo aspetto del rinnovamento. io non credo che debba trattarsi, o debba trattarsi solo, di rinnovamento di uomini; ad esempio, credo che il pur giovane renzi in realtà sia la cosa più vecchia che c’è (non ultimo, ieri, il suo presenziare alla partita della fiorentina in maglia viola; qui si ripesca achille lauro). deve trattarsi, invece, di rinnovamneto di comportamenti e di difesa, coerente e coraggiosa, di una certa idea. è questo che manca nel pd; perchè ad esempio nella festa nazionale di reggio non è stata invitata a un dibattito (non a un comizio, a un dibattito) la fiom? io credo perchè la paura dei dirigenti è che la platea si ritrovi più sulle posizioni fiom che su quelle (ma quali poi?) del loro partito. perchè son stati invitati casini e maroni, ma “non c’erano le condizioni per un’invito a di pietro”, a sentire lino paganelli “responsabile feste” (!!!) del pd? perchè fra i giornalisti ci sono di vico e sallusti? sarebbe questo il rinnovamento? rincorrere e blandire la destra, la più viscida, la più volgare?

    storie di vita vissuta. festa provinciale del pd a suzzara (mantova). i posti di gran lunga più rossi di tutta la lombardia, dove si vince alla grande e si vince sempre; a volte, parecchie volte, la festa regionale l’hanno fatta lì (invece che farla a milano o nella sua “stalingrado”, sesto, che pure è più grande di mantova). il parco è molto grande, ci si arriva per un viale che si chiama viale lenin; la festa è grossa il doppio di quella provinciale di ferrara, che però viene fatta in città, per dire. pieno di volontari, molti dai 40 in su, ma anche quadri del partito si mettono a servire al ristorante o al bar, perfino ex deputati (come raffaldini), e insomma si vede fin troppo bene di quale capillare organizzazione il partito goda ancora su quel territorio. nell’area dibattiti marco follini presenta il suo libro “io voto shakespeare”; e certo, il clima è di alleanza con l’udc e quindi bisogna lanciare un segnale. un volontario risponde in dialetto “i gh’è anca lor, l’è giusta ch’i ciacara anca lor” (ci sono anche loro, è giusto che parlino anche loro), ma si guarda bene da andare a sentire l’imperdibile evento. conto i presenti: sono sette (probabilmente, funzionari mandati lì a far numero, che di malavoglia si sforzano di non sbadigliare), più follini e l’intervistatrice, in un posto ortodosso come suzzara, un posto dove d’alema si potè permettere anni prima di dire “qui possiamo candidare chi ci pare e vinciamo comunque” venendo subissato di applausi invece che di fischi. invece che dei “fascisti” (?!?!) forse è meglio che bersani si occupi di altri problemi; che sono all’interno del suo partito…

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