I referendum PD


Perché chiedere i referendum?

Per lo stesso motivo per cui chiediamo che i nostri elettori possano votare alle primarie per i candidati alla premiership e al Parlamento: perché in una situazione di grave crisi del Paese, crediamo sia utile che il Partito Democratico usi tutti gli strumenti della partecipazione, coinvolgendo la sua base e precisando la sua proposta, oltre che i suoi interpreti, facendola uscire dalle sole logiche politiciste.

Siamo partiti e qui trovate tutte le istruzioni e qui di seguito la sintesi dei quesiti che potete leggere per intero e nella loro formulazione sul sito.

I sei referendum:

Riforma fiscale (primo quesito)

In Italia la pressione fiscale è più alta di quella di tutti i principali paesi europei, e a questo primato corrisponde una distribuzione del carico fiscale sfavorevole ai fattori di produzione e in particolare al lavoro. Il Partito Democratico deve impegnarsi a calare le tasse sui lavoratori e i ceti produttivi partendo da una riduzione dell’Irpef. Il finanziamento di questa riforma fiscale deve avvenire attraverso una riduzione della spesa pubblica e l’introdurre di una tassazione sui patrimoni finanziari delle famiglie più abbienti.

Reddito minimo (secondo quesito)

Ricondurre il diritto al welfare, nel senso proprio di benessere, tra i diritti fondamentali del cittadino, indipendentemente dalla sua condizione lavorativa, è un passaggio fondamentale per l’evoluzione della società italiana verso gli standard europei. Bisogna ripensare la struttura degli ammortizzatori sociali, per trasformarli in strumenti di inclusione sociale delle categorie che oggi ne sono ancora esclusi, in particolare i giovani e le donne.

Incandidabilità (terzo quesito)

Il sospetto sull’integrità e l’onestà di chi governa, ad ogni livello, la cosa pubblica mina alla radice l’efficacia di ogni politica di contrasto all’illegalità, e spesso – a monte – ne inibisce anche semplicemente l’adozione. Per ripristinare quella che riteniamo la precondizione per una seria azione di legislazione e di governo contro ogni forma di illegalità è imprescindibile vietare la candidatura e introdurre l’immediata decadenza da funzioni di rappresentanza e governo di tutti i condannati anche con sentenza non definitiva per gravi delitti non colposi.

Consumo di suolo (quarto quesito)

Il suolo libero, agricolo o coperto da vegetazione è una risorsa limitata e non rinnovabile del Paese e dei suoi cittadini. Con esso si produce cibo, si controlla il ciclo delle acque evitando disastri, si cattura anidride carbonica contribuendo a non peggiorare i cambiamenti climatici, si sostiene la biodiversità. Per questo, chiediamo che il Partito Democratico promuova una legge che tuteli gli spazi non urbanizzati, introduca il monitoraggio degli usi del suolo, incentivi il recupero degli immobili non utilizzati o sottoutilizzati e cancelli la legge che consente l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti dei comuni.

Il quesito sul matrimonio gay ve lo riporto per intero e ne approfitto per ringraziare Francesco Bilotta della rete Lenford per la stesura cristallina, sintetica e appassionata.

Matrimonio gay (quinto quesito)

Un referendum sul matrimonio per ricordare che il matrimonio civile è un istituto a cui ogni cittadino deve poter accedere – se vuole – e quindi sentirsi uguale a tutti gli altri cittadini, avere accesso al diritto alla felicità e contribuire a rendere il Paese un luogo migliore, perché un Paese dove i diritti sono accessibili è un Paese migliore per tutti.

I sottoscritti, tesserati del Partito Democratico, considerato che: la Costituzione italiana impone alla Repubblica di riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui svolge la sua personalità; la famiglia è una di queste formazioni sociali e il diritto di formare una famiglia appartiene ad ogni cittadino e cittadina; la Corte costituzionale italiana ha definito il diritto al matrimonio, un diritto che spetta a ognuno come essere umano; la Convenzione europea dei diritti umani e la Carta di Nizza dichiarano fondamentale il diritto di sposarsi; la Corte europea dei diritti umani e la Suprema Corte di Cassazione italiana ritengono giuridicamente configurabile un matrimonio anche tra due persone dello stesso sesso;

chiedono, come previsto dallo Statuto all’articolo 27, che venga indetto un referendum deliberativo, aperto a tutti gli elettori del Partito Democratico, sul seguente

QUESITO

Volete voi che, nella prossima legislatura, il Partito Democratico promuova e sostenga fino ad approvazione in entrambi i rami del Parlamento una legge che consenta anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio, riconoscendo loro tutti i diritti e tutti i doveri connessi allo stato coniugale?

Alleanze (sesto quesito)

Alle prossime elezioni politiche il Partito Democratico dovrà essere il perno di un patto tra le forze progressiste e democratiche del Paese, a partire da quelle con cui già amministra in molti territori, accogliendo al suo interno il contributo della società civile. Uno schema aperto, che rifiuta le logiche politiciste e che non cerchi sponde – incomprensibili per i nostri elettori – in quelle forze politiche che non solo hanno lungamente condiviso la stagione del berlusconismo, ma che con il suo partito ancora oggi governano comuni, provincie e regioni.

3 pensieri riguardo “I referendum PD

  1. “e introdurre l’immediata decadenza da funzioni di rappresentanza e governo di tutti i condannati anche con sentenza non definitiva per gravi delitti non colposi.”
    ahahahahhah quindi per voi Berlusconi e´candadabile.

    rincorrete Grillo mi pare un ottima mossa continuate cosi

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