Ma che ci fai ancora nel PD?


“Ma che ci fai ancora nel PD?” Suona così il commento di Stefano, il primo a questo post di Civati.

Hanno suonato così per mesi gli sms dei nostri amici, i commenti ai nostri post.

Noi avevamo “sentito” questo distacco.

Ma ieri si è proprio staccato un pezzo, altro che distacco. Una deriva epica. Sui cellulari per tutto il giorno arrivavano insulti o foto di cartelli fuori dei circoli occupati “Occupy PD” e “Not in my name”. Gente che chiedeva: “ma perché almeno non ci provate?” o del tipo “Ma perché Renzi ha detto sì a Napolitano?”. Altri si liberavano dalla sindrome della FGCI e si dichiaravano finalmente: liberi dal corpaccione, liberi di non seguire più la “linea del segretario” se porta alla morte.

E mentre accadeva tutto questo mi risuonano le vergognose parole della Finocchiaro “Che vogliono questi signori?” oppure il tweet di David Sassoli ” Elezione Napolitano due sconfitti Grillo e SeL”.

Insomma decine di Maria Antonietta arroccate sul proprio scranno. I due non sono due qualunque. Sono una ex capogruppo al Senato e l’altro è attuale capogruppo in Europa. Certo non due qualunque. 

A chi mi chiede cosa faccio ancora nel PD dico: ma che cosa ci fanno loro ancora nel PD (loro i due di cui sopra).

Però, ora, l’operazione “Tutti a casa” ha un tempo limitato. Non possiamo continuare a dire che li vogliamo mandare via, poi non ci riusciamo e restiamo a guardare lo sfracello che fanno. La questione è immediata ed urgente e serve che i buoni stavolta si organizzino in fretta. 

Serve: dire no al Governissimo a meno di condizioni chiare e certe sul ritorno al voto, in caso contrario staccarsi. Nomi cognomi e facce che non si pieghino a questo. Che chiedano poche cose giuste che poi in parte sono le cose che diciamo da anni…ma che ha presentato il M5S.

Mettere la sigla al pezzo sano di PD attraverso  le facce dei parlamentari sani non è irresponsabilità.

Non vedo come si possa costruire un governo con PDL e Scelta Civica che non sia di “poltronaggio” : o dura pochissimo e fa le riforme per tornare al voto o noi dobbiamo andarcene. Non abbiamo scelta e i prossimi passi devono essere chiari, netti e facilmente comprensibili.

Io ho il terrore del congresso, ve lo dico. So come funzionano so come si portano i voti: non tutti, ma quelli che fanno la differenza. Preferisco un confronto elettorale se serve, almeno una volta. Sarebbe più “vero”.

So che loro vincerebbero di nuovo  o salterebbero sul carro di chi gli garantisce futuro. Preferisco fare un altro soggetto e accogliere chi vuole venire via con noi. Un soggetto che non è la cosa dell’8 maggio di Vendola (caro Vendola: è anche colpa tua se siamo in questa situazione perché Bersani contro Renzi lo hai voluto fortissimamente anche tu!) che ricostruisce la sinistra del secolo scorso. Noi dobbiamo tenere la barra dritta nel solco post ideologico che ha sognato un partito socialdemocratico e laico, contemporaneo e dai metodi assolutamente anglosassoni e non dai metodi stalinisti come oggi si usa nel PD nella peggiore eredità del PCI. Insomma noi vogliamo ancora fortissimamente il PD. 

Insomma noi fuori o dentro siamo il PD. Ma non possiamo farci ingabbiare da dinamiche autoreferenziali.

p.s. Ve la butto lì. Ieri mattina dovevamo provare ad eleggere Rodotà. Ma Napolitano è meglio (eh, sì) di mille D’Alema o Amato e forse la sua rielezione ha evitato il peggio e Grillo deve sapere che non cedere posizioni è bello, ma la politica è anche questo. Ora non abbiamo Rodotà, ma per fortuna non abbiamo D’Alema. Ora vediamo lunedì cosa dice Napolitano, vediamo quanto dura e che missione ha il prossimo governo e soprattutto costruiamo l’alternativa. Tempo scaduto.

p.s.2 Continuo a pensare che serva un unico soggetto politico come il labour inglese dove trotskisti e liberali convivono, con un’idea equilibrata di socialdemocrazia e una netta diversità nel concepire il welfare. Perché è il welfare la vera differenza tra destra e sinistra oggi, molto più della posizione in economia.

38 pensieri riguardo “Ma che ci fai ancora nel PD?

  1. penso che di deve aver il coraggio con il nuovo congresso di fare una dirigenza nuova che guarda al futuro e che sia in grado di tenere il partito unito e non spaccato in quattro. chi non ci sta puo benissimo andarsene.

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  2. Siamo davvero sicuri che essere post-ideologici sia necessariamente un bene? Mi sembra che il discorso ‘post-ideologia’ sia stata un’etichetta che, da una parte, ha salvato gran parte del PD dal fare una riflessione intellettuale sul proprio passato, decidendo cosa criticare e cosa fosse, invece, ancora valido, dall’altro sia stata la bandiera sotto cui legittimare giochi di potere e poltrone.
    Vivendo in UK, non mi sembra proprio che la ‘sinistra’ inglese (se ancora se ne può parlare, dato che da qualche anno è in stato di sfacelo) sia un modello di efficenza o abbia saputo tenere il contatto col proprio elettorato.

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  3. Cristiana, anche se non mi piaceva l’ipotesi Rodotà (troppo SEL, troppo sinistra del ‘900), concordo su tutto il resto di ciò che dici. Dobbiamo avere il coraggio di lasciare la bad-company agli altri, e creare il nuovo di cui il paese ha assoluto bisogno.

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  4. ma proprio questo doveva essere io PD.. un partito democratico che raccolga tuttte le istanze dic ambiamento… nel LAbour ci stanno i post-blairiani, come il blue labour, come la fabian society… si discute, soi litiga (i sindacati hanno per statuto alcuni grandi elettori) e POI DOPO tutti insieme.. tocca crescere… sono 150 che dobbiamo crescere…

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  5. Ma che ci fai ancora nel PD stavo per scrivertelo anch’io. No al Governissimo e basta, perchè qualunque accordo facciate non vi potetete fidare. Non solo della controparte ma, quel che è peggio, anche di una parte consistente dei vostri. Quello che dici del congresso dimostra che il PD non è riformabile. Già scegliere Prodi era uno schiaffo alla base che voleva Rodotà e poi a 101 Giuda non basta ancora: si esibiscono in un tradimento doppio carpiato. In questo caso non è restando uniti che si vince. Qualunque sgarbo vi abbia fatto Vendola, per lo meno fa quello che dice di fare e non deve sempre scendere a compromessi. Credo che diciture come “senza D’Alema” o “100% Finocchiaro free” sul simbolo del nuovo partito vi avvantaggerebbero. Mi viene addirittura il sospetto che questa porcheria abbia il preciso scopo di far desiderare l’elezione diretta del presidente anche a chi è sempre stato contrario. L’unico aspetto positivo di Napolitano è che ha buone probabilità di non concludere il settennato. Ciao, torno a vomitare.

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  6. Ed eccolo lo stesso post di ogni disfatta. Spolverato ed appena appena ricucito sull’attuale contingenza. Cosa ci fai nel Pd, Alicata? E’ casa tua.
    Tentenni, fingi indignazione, prometti cambiamento, gridi allo scandalo ma rimani sempre al sicuro da una presa di posizione certa. Misà che Bersani è più coerente di te. Perché cambiare quando si può semplicemente promettere di farlo? Napolitano è meglio di Amato? E se i renziani, come si legge, appoggeranno Amato premier cosa ti inventerai per giustificarli? Pensi di essere una giovane rottamatrice ma stai invecchiando. E, a guardare indietro, hai chiesto agli altri la coerenza e il coraggio che ti sono sempre mancati.

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    1. Postilla: Se pensate di avere una sola opportunità di vincere le prossime elezioni non siete ingenui, siete imbecilli allo stadio terminale. Saluta Scalfarotto se lo senti, digli che la sua trasformazione in Capezzone è stata fenomenale. Arturo Brachetti sta tremando.

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  7. No Meursault caro…stavolta siamo al bivio….e la cosa che vorrei ricordarti è che io non ho e non ho mai avuto incarichi elettivi quindi questo mi mette la posizione di chi non ha nulla da “conservare”. sei intelligente ma a volte sbagli i tempi.

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    1. No, cara.
      I tuoi distinguo non sono accettabili.
      Tu hai fatto campagna pro Pd. Tu hai sempre spinto affinché si facesse un atto di fiducia. Tu hai sempre, e continui, a blaterare sul partito inclusivo che va dai comunisti oltranzisti ai cattolici in odor di appalto (mostrando nessunissima capacità di analisi). L’intelligenza risiede nella capacità di dire “ho sbagliato, scusate, do pessimi consigli”. L’intelligenza consiste nel non continuare ad illudersi e ad illudere gli altri sulle buone intenzioni di un carrozzone antistorico mai partito e che non opererà mai le epurazioni che gridi come una novella Robespierre. Non c’è solo D’Alema ma ci sono i dalemiani, ci sono i dorotei, ci sono gli xpc che tramano vendetta, e poi gli yuppies cresciuti a firenze guardando drive-in. Dopo l’indegna figura che il TUO partito ha fatto, dopo il suicidio al rallenty, dopo l’umiliazione del padre fondatore stai davvero dicendo che stavolta (la duecentesima) arriverà il congresso che sanerà tutto? Mi ripeto: quanto ci credi sciocchi, Alicata?
      Fai ordine tra i tuoi pensieri e cerca di distinguere la lotta politica da quella personale. Probabilmente l’entusiasmo politico senza logica e senza ragione che insegui serve a te come motivazione esistenziale. Perché l’aderenza alla realtà che non vedi negli altri è tramontata anche in te. Cerchi una quadra impossibile, lo fai solo a parole. Ti calmi poi, quando gli altri decidono, e fai la lista del menopeggismo. Quando le cose si mettono male ti arrocchi sulla difesa individuale. Hai lo stesso atteggiamento che Fellini imputava ai romani che si vantano della bellezza e della grandezza della capitale: al primo turista che faceva notare loro la sporcizia e la maleducazione facevano spallucce dicendo: “che me frega mica Roma è mia.” Quindi che te frega mica ner Pd hai mai comandato? Non funziona così. Per quanto poco seguita, se non ultimamente e in modo strumentale(questo va detto),sei stata l’ennesima ideologa del Pd, e come tale ti devi accollare il fallimento ideologico dell’intera operazione. Qui non ti si chiedono le dimissioni, ti si chiede onestà. Torna in te e sciogli le riserve. Fai un bagno di umiltà e riconosci che non sai dare buoni consigli né a te stessa né agli altri. Puoi riprovarci, poi, in punta di piedi. Ma lascia stare le intemerate sul governo del paese, le larghe convergenze, le aspirazioni maggioritarie, e la benedizione del cielo. Evita di usare sempre gli stessi slogan. Smettila di citarti. Finiscila con i mille blog, le riunioni di artisti urbanisti nelle solite associazioni, le fighetterie di chi ha a cuore il popolo solo perché lo cita di tanto in tanto. Torna alla realtà Alicata e smettila con il Risiko politico. Perché d’ora in avanti la tua ingenuità ha sopra una tara, basta una piuma per tramutarla in mala fede.

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  8. La sindrome del corpaccione, altrimenti detta sindrome de PCI, c’è e tanti di noi ce l’hanno avuta.
    Fino a ieri.
    Ieri, in 24 ore, è stato ammazzato il corpaccione. Si è rotto l’incantesimo della Fata Dispettosa: ci siamo finalmente liberati da questa patologia psicosociale. Restano macerie, orfani che vagano piangendo sulle rovine. Case distrutte, sofferenza, rabbia.
    Adesso può succedere di tutto: predoni che piombano per rubare gli ultimi beni, confusione, paura. Solitudine. Frammentazione identitaria: ognuno rinchiuso nella sua casamatta pronto ad espellere chi non è proprio consanguineo. Auto cannibalismo, figli che uccidono i padri anche quando sono innocenti. Perche ce ne sono di padri innocenti, cosi come ci sono figli colpevoli. http://www.ildacurti.it/wordpress/documenti/1162/la-storia-eravamo-noi-noi-padri-e-figli-lomicidio-del-corpaccione-e-la-rinascita-della-politica-forse/

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  9. Mi dispiace Alicata, ma non ci siamo proprio.
    Il problema non sono le facce. Il problema è che il Pd è di destra.
    Il problema è quello che dice Serra. Che c’è “una sinistra che odia la sinistra”.
    E Renzi è il primo della lista.
    E pensare che oggi siamo in questa situazione perché non ha vinto lui, e prendersela con Vendola per questo, vuol dire non aver capito un cazzo.
    E basta, basta con questa storia del labour dove convivono trotzkisti e liberali.
    Il labour è diecimila volte più a sinistra del Pd, nel suo complesso.
    Tanto per essere chiari: se il nuovo partito lo farete lei, Civati e Scalfarotto saremo da capo a dodici. Perché la pensate diversamente.
    E’ ora che chi è di sinistra vada da una parte. E chi è di destra (pardon, post-ideologico, sostenitore del “welfare riparatore”, che vuol dire che prima ti bastono e poi ti do un po’ di pomata lenitiva) da un’altra. Senza rancore. Con chiarezza.

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  10. No al Governissimo e Napolitano è sempre meglio di D’Alema. La responsabilità è anche di Vendola che ha aiutato Bersani contro Renzi. Benissimo.

    Poi però ancora non ho sentito nessuno dei “renziani” che la pensano così commentare le dichiarazioni della senatrice Di Giorgi (renziana) da Lerner l’altra sera: http://www.youtube.com/watch?v=Gk7aUnJdjg8&feature=player_embedded

    In sintesi dice che Renzi è stato il primo a volere l’accordo con il centrodestra (cioè quello che ci troviamo ora) e che se al posto di Marini si fosse proposto D’Alema (proprio lui) loro lo avrebbero votato.

    Allora mi domando: di chi fidarsi? Chi fa parte di quest’anima buona e pura che dovrebbero far nascere un nuovo partito sano? Lo chiedo sinceramente da elettore che ha sostenuto Renzi alle primarie…

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    1. Appunto.
      L’ho letta spesso, a partire dalla “questione Ichino” e il problema è che quella non è sinistra.
      Guardi, non le dico nemmeno se le soluzioni che lei propone sono giuste o sbagliate. E’ che non sono, tecnicamente, di sinistra.
      Faccio un esempio esagerato così spero di spiegarmi. Se io voglio privatizzare la sanità, posso aver ragione o torto, ma non posso dire di essere di sinistra. Perché la sinistra privilegia il pubblico.
      Davvero, tutto qua. E mi scusi il tono degli interventi, ho esagerato.

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        1. Cristiana, per favore, non fare la furba e ogni tanto scendi dal piedistallo “oh ma quanta confusione” sul quale ti sei messa per dare non-risposte degne della Finocchiaro. Hai capito benissimo la critica che ti è stata mossa (“Faccio un esempio esagerato”, ti hanno detto, non “Tu hai parlato di sanità”) La tua replica è disgustosa. Sei irriconoscibile. Tristezza.

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        2. Dico sul serio….non ho capito. In piu’ io sono una cittadina come voi senza alcun incarico elettivo, quindi posso permettermi di maltrattarvi 🙂

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        3. E che c’entra l’incarico elettivo adesso? Che c’entra il “maltrattare”, liberissima. Non è la forma, son proprio le cose che dici. E non so cosa sia peggio, che tu “faccia finta” di non capire o che tu non capisca davvero.
          Probabilmente sei meglio di come vuoi apparire su questo blog, Cristiana. Lo spero ancora. Ma la tua fede politica ti ha ormai resa cieca e sorda. E di una presunzione degna di un dirigente piddino (e prima che tu riattacchi la cantilena lo so, lo so, non sei un dirigente ecc,. ecc. ) E questo è quello che fa maggiore tristezza.

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    1. Caspita, avessi letto prima.
      Non avrei perso tempo a scrivere, malamente, sul pensiero di Cristiana (che destra e sinistra sono diversi solo nel welfare).
      Ok, adesso il cerchio si chiude. Grazie Luigi

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  11. Serve: dire no al Governissimo a meno di condizioni chiare e certe sul ritorno al voto, in caso contrario staccarsi. Nomi cognomi e facce che non si pieghino a questo. Che chiedano poche cose giuste che poi in parte sono le cose che diciamo da anni…ma che ha presentato il M5S.

    su questo siamo d’accordo , ma come fai ad avere come riferimento uno che ha negato la cittadinanza onoraria a Englaro ( tanto per fare un esempio che riguarda i DIRITTI CIVILI) per non parlare delle sue idee di soluzione alla crisi economica. Non credo che sia tempo di ammucchiate è tempo di chiarezza e di scelte che abbiano delle conseguenze CONCRETE .

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  12. Se veramente credi che la differenza tra sinistra e destra sia solo il welfare fai benissimo a continuare la tua strada con le fette di San Daniele sugli occhi.
    L’economia è quello che moltissimi (dai disoccupati, alle piccole medie imprese, ai dipendenti che hanno il futuro incerto) e basterebbe che uscissi dalla fabbrica del diniego e parlare con la gente dei settori professionali per accorgerti di quanto la gente attenda dei segnali positivi e stabili. Frequenta una fiera del settore, una qualsiasi, e parla con la gente.
    Non parlo di crisi economica mondiale ma di come chi ha soldi preferisca tenerli da parte ed evitare d’investire (nell’industria e nella PMI) in attesa di un periodo di stabilità.
    Il programma di destra (che è uguale a quello di Renzi… per quello ti sembra uguale) prevede il vivere come se non ci fosse un domani, vendendosi anche le mutande, per tentativi, senza alcune garanzie e con il rischio di non risolvere i problemi. Questa non è sinistra. Se ti sembra uguale dovresti farti fare uno stage da Vendola e non da Marchionne

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  13. il pd ha un’infinità di problemi, ormai è superfluo dirlo, ma riassumendo, li possiamo ridurre a due. il primo problema, in realtà, non ha nulla di politico; in realtà si tratta di un problema con un nome e un cognome: massimo d’alema. d’alema non è più in parlamento, ma ormai è chiaro che almeno un centinaio di parlamentari pd continuano a prendere ordini, letteralmente, da lui. sono quelli che hanno impallinato prodi, con mossa scientificamente studiata, cercando di far cadere la colpa su altri (hanno deciso che 40 di loro avrebbero dovuto votare rodotà apposta, per buttare il sospetto sui 40 grandi elettori di sel. sel fortunatamente, accanto a tanti personaggio ottimi, oltre alla boldrini che non votava airaudo, barozzino, natale, ma senza esperienza parlamentare, ha anche qualcuno di più esperto, come giordano, migliore o il bravissimo claudio fava; qualcuno che ha capito subito l’aria che tirava, e ha deciso che i voti di sel per prodi sarebbero stati segnati; bravi per questo e per tutto il resto!). il nutrito gruppo dei d’alemiani, non pensa nè a quel che va bene per il paese, ma neppure al bene del partito: pensa, molto prosaicamente, ai cazzi di d’alema; che appunto ora è fuori ma di fatto continua a essere dentro. finchè nel pd continueranno a operare camarille di questa natura, per il pd non c’è speranza. quindi la prima cosa da fare è: fuori d’alema e tutti i suoi, uno per uno, proscritti, espulsi; è brutta da dire in questi termini, ma non c’è altra soluzione. stesso ragionamento valga per un altro gruppo probabilmente meno numeroso ma comunque dannosissimo: quelli vicini all’area fioroni, che usano gli stessi identici metodi e meritano lo stesso identico trattamento. e fuori la gente come franceschini, con l’idea da mercato delle vacche che ha dimostrato di avere della politica (“noi vi abbiamo votato la VOSTRA boldrini e voi ci dovete votare il NOSTRO marini” ha detto sempre a vendola) il secondo problema che percorre il pd, è però, e qui dissento da cristiana, politico al 100%. i renziani, i turchi, quelli con civati, hanno in comune il grande pregio dell’onestà politica: nessuno di loro ha manovrato dietro le quinte, tutti hanno parlato a viso aperto, detto quel che pensavano, annunciato pubblicamente le loro mosse: c’è chi si è adeguato alla disciplina di partito pur non condividendo (orfini) e chi invece ha reso pubblico, in modo trasparente, il suo voto, anche quando non era quello dettato dalla segreteria. bravi tutti, vi siete comportati bene. la politica si dovrebbe fare così. resta però il fatto che le differenze che separano, per dire un’area come quella di renzi da altre aree come quella di civati e quella di orfini e della moretti (che già sono due aree ben diverse fra loro; il “vecchio pci”, nei metodi e nel linguaggio, i turchi; una sinistra non meno sinistrorsa, ma meno legata a liturgie e “disciplina”, i civatiani) non paiono facilmente conciliabili. da un lato (e qui non do giudizi di valore. cristiana lo sa come la penso) chi guarda a marchionne come un innovatore, dall’altro chi riempie le liste di sindacalisti cgil, poi chi vota in un certo modo ai referendum sull’acqua, chi invece fa le battaglie a favore dell’acqua pubblica; chi vuole il partito leggero, quasi senza strutture, personalistico perchè basato sulle qualità del leader, e chi invece è ancora convinto che un partito debba avere un minimo (ma anche forse qualcosa di più) di radicamento sul territorio (di nuovo, non do giudizi di valore pur essendo d’accordo con un’impostazione e in radicale disaccordo rispetto all’altra). ripeto e chiudo, questi due, o forse tre, tronconi, hanno in comune fra loro solo il fatto di essere composti da persona oneste e che ci hanno messo la faccia; è un minimo comun denominatore imprescindibile, ma forse ancora troppo poco per giustificare il fatto che tutti questi stiano insieme in uno stesso partito (lo giustifica solo in italia, dove nel partito concorrente non ci sono persone oneste, a partire dal proprietario). se, il metodo barbaro che ha portato alla imposizione di marini ha messo d’accordo due aree delle quali una avrebbe votato rodotà e una avrebbe votato chiamparino, cioè due figure molto lontane fra loro, il problema esiste eccome. e si risolve son una separazione. ognuno prenda la sua strada, chi a sinistra, e chi al centro(destra). io credo che lo si debba alla gente che fin qui li ha votati…

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    1. Mi sembra si cerchi sempre di dare la colpa a qualcun altro.. è il turno di D’Alema. Qualcuno dava colpa ai grillini, altri a Bersani dipingendolo come inadeguato… peccato che il problema è il partito è la sua composizione di “correnti” che non ha mai (proprio mai) funzionato.
      Dalle primarie al governo c’è sempre stato chi ne ha fatto le spese. Anche Prodi, nel 2007, era stato abbandonato dai membri del suo partito e della coalizione perché dovevano far partire il progetto PD.. esticazzi del governo che tentava di mandare avanti. Ovvio che subito dopo vinse il PDL.
      Poi se vogliamo giustificare Renzi inventiamoci tutte le scuse.. ma, dopo le “primarie americane” per scegliere tra Obama e Hillary Clinton, non mi pare che la perdente Clinton abbia fatto, in modo autonomo, incontri con il vertice dei repubblicani e coi senatori americani. Sarebbe stato uno scandalo inaccettabile… mentre qui si plaude alla limpidezza di com’è avvenuto il tutto.
      Insomma, se Bersani è caduto, oltre una certa ottusità del partito in generale, è perché è stato di fatto calpestato e fatto cadere.. perché chi si avvantaggerà di questo lo vedremo tra poco a capo del partito, e non sarà certo D’Alema.. ma probabilmente il suo “giovane” Renzi.
      Ecco come si ribaltano le primarie dentro un partito che si finge democratico.

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  14. Napolitano Meglio di d’alema o amato? Per questo forse Berlusconi esultava in modo onanistico in aula all’elezione di re Giorgio… Ci vuole il microscopio elettronico per capire la differenza… io me lo chiedo davvero che ci fate nel pd? Una risposta me la do: credo non vogliate buttare anni di fatica e duro lavoro politico come li ho buttati io, vi capisco ma davvero è sbagliato , anche se per necessità la complicità è sempre complicità, e tu Cristiana hai sicuramente accesso a tutte le informazioni necessarie per capirlo.

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