Quando la morte non conta perché non “fa notizia”


Sto pensando al perché questi 300 morti somali ed eritrei ed etiopi non fanno lo stesso effetto di 300 morti italiani o francesi o tedeschi (non lo fanno credetemi: ora fate l’esercizio di contare per quanto tempo questa notizia resterà in prima pagina, se reggerà fino a domani sera).

Sapete perché? Perché non ci sono  parenti da invitare in tv, interviste da fare al parroco del Paese, alla maestra di scuola, al vicino di casa, alla moglie vedova, al padre distrutto. Non fanno spettacolo se non fosse per essere allineati per mezza giornata sulla banchina di un piccolo porto del mediterraneo che dovrebbe essere porto d’Europa e invece è il porto di una piccola comunità di mare solo per caso italiana. Solo mezzagiornata, prima della putrefazione.

Non è una morte televisiva, non c’è alcun racconto da ricostruire in plastica in prima serata.

Per quei pochi che conoscono cosa passa un eritreo in Eritrea e cosa attraversa prima di arrivare al mare e cosa accade all’imbarco e cosa accade in mare e cosa accade in vista sulla costa, non c’è reality show che possa competere con un’avventura così, di cui noi vediamo solo l’ultimo istante. Io l’ho sentito l’odore di quel viaggio, è un odore che non ha niente a che vedere con la sporcizia, sa solo di piscio e terrore e adrenalina.

Vediamo solo l’ultimo istante: l’arrivo. Vivi o morti. Spesso morti. Spesso vivi e da rispedire a casa dopo tutto quel viaggio. E’ che non lo vediamo. E se non lo vediamo non esiste. E basta, 300 morti eritrei non valgono 300 morti televisivi.

15 pensieri riguardo “Quando la morte non conta perché non “fa notizia”

  1. se si smettesse di fare le prostitute davanti ad una qualsiasi telecamera che assicuri 5 secondi di notorietà forse ritornerebbe quel senso dell’esistenza che ci getta tutti nell’anonimato, senza distinzione

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    1. il problema è che non ci accorgiamo nemmeno più di quando facciamo le prostitute/i siamo così assuefatti! E’ questo sgomenta. Quante volte in una giornata viene fuori la nostra inadeguatezza… siamo parte di un mondo che urla senza ascoltare, abbiamo perso il contatto con la nostra stessa coscienza.
      Facciamo SILENZIO, il silenzio come preghiera e pietà per questi poveri morti e….. per noi

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  2. La tristezza che spesso ci “torna su” a noi occidentali come un rigurgito vuoto,e che non capiamo da che sia causata…quella sensazione di sgomento che smarrisce il senso dei ragionamenti intellettualmente logici,e ci fa ritrovare avviliti dall’inutilità…è tutto nella mancanza di compassione per l’altro,effetto di egoismo e di egocentrismo,che in questa epoca dove possiamo vedere cose remote come se vi assistessimo direttamente…un testimone che non prova empatia,partecipazione,per i fatti,non può avere coscienza per le persone. Per me so che oggi ho provato davvero vergogna del mio pianto dirotto per la paura riferita al destino delle mie nipoti. Ho avvertito la mia vigliaccheria sovrastrutturata di ipocrisia.Questo è quanto:i morti non si dovrebbero contare,si dovrebbe avere il coraggio di riflettere sul come la morte abbia raggiunto bambini uomini donne che volevano vivere!

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  3. Quei morti sono uomini morti, non salme imbellettate come usa in Occidente, dove tutte le brutture e le atrocità si imbellettano e diventano prodotti da esibire ed offrire. PIETRO MUGGIANU SOTGIU -Cagliari

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  4. come si può fermare chi ha fame di vita? Non ci sono barriere o leggi o paura della morte che possano fermare la speranza di vita. Come si può essere tanto stupidi o tanto vili (per un pugno di voti in più) a pensare che leggi, restrizioni, barriere possano impedire ai popoli di aspirare alla vita a tal punto da rischiare la vita stessa.

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    1. Siamo tuttti d’accordo che non si dovrebbe morire così, ma come non soffriamo a lungo per questi morti che non fanno notizia, è anche vero che in Africa, per esempio, ci sono centinaia di morti ogni giorno a causa di guerre ed altro e gli organi di informazione puntano i riflettori solo sulle tragedie che in qualche modo “interessano” gli occidentali, per cui le persone si sono assuefatte anche alla morte. Per quanto riguarda l’indignazione, la vergogna, le polemiche strumentali, sono termini e sentimenti che in un paese come l’Italia hanno perso anche loro di significato, parliamo troppo, parlano troppo, ripetendo la stessa litania che alla fine è un lamento senza via d’uscita e senza soluzioni.

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  5. uhm…l’argomento è abbastanza delicato e questa terribile tragedia ha scosso tutti, però non mi sembra proprio che questa notizia non stia avendo eco…mi sembra che stia avendo un risalto importante come è giusto che sia, oggi la camera dei deputati ha dedicato ampio spazio a quanto successo a Lampedusa e il ministro dell’interno ha riferito cosa dirà domani in lussemburgo alla plenaria europea dei ministeri dell’interno…poi cosa va o cosa non va in tv mi sembra un dettaglio di poco conto davanti a questa immane tragedia e io francamente cuccuzza o giletti che fanno la puntata strappacuore sui migranti…no grazie…preferisco proprio di no!!
    scusa se mi permetto…ma il tuo articolo mi sembra proprio lontano dal vero, magari vero per altre circostanze ma non in questa.
    Amen!

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    1. Tu parli degli effetti di una notizia forte, non dell’essere o no notizia forte. E’ vero oggi c’e’ attenzione, ma credimi domani o dopo tornera’ in secondo piano e cosi’ non sarebbe se si trattasse di altre morti. Di sicuro non si vuole andare a fondo, a monte, all’inizio di quel viaggio per capire. Non tutti almeno.

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      1. Forse qualcuno, tipo me, ha trovato fastidioso questo ‘attivismo’ di Marino a tragedia avvenuta, qualcosa che costa poco e rende in ritorno d’immagine. Come l’accoglienza promessa ai sopravvissuti: forse sarebbe meglio piantare un casino politico, visto che Marino è un politico istituzionale, sul fatto che quelle persone ora sono accusate di immigrazione clandestina grazie a una legge vergognosa. E io, lavorando a Termini, vedo che il numero dei ‘profughi metropolitani’ cresce ogni notte di più e trovo poco credibile chi offre accoglienza amministrando una città in cui il disagio aumenta, come se bastassero le parole a sistemare le cose. Insomma, questo mettersi in prima fila a dire ‘ci penso io’ personalmente lo farei solo se avessi dimostrato di esserne capace (cosa che finora non è stata minimamente dimostrata)

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  6. una ragazza oggi mi ha detto di essere contro il lutto nazionale per la tragedia di lampedusa. Ho chiesto il perché e mi ha detto; non l’abbiamo fatto per l isola del Giglio dove ci stavano gli italiani e dobbiamo farla adesso che sono tutti africani (attenzione!non stranieri) e pure clandestini ? E poi mi rimproverano di avere poca fiducia nel genere umano. La politica è il nostro specchio..e a guardarci bene…vedo un mostro !!

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