25 aprile: io non lo rivendico, lo festeggio


E no: i ribelli di allora non sono i ribelli di oggi (vedi la lista Tsipras che si appropria di una festa di tutti con arditi paralleli). Nessuno può rivendicare questa festa come propria, lasciando fuori qualcuno, questo è il gioco per cui abbiamo mantenuto il Paese diviso per decenni. Questo Paese è stato fascista per venti anni ed è stato partigiano dopo il 1943. Sì, alcuni sono stati antifascisti sempre (e io lo so bene), anche durante il fascismo. Ma questa, nel 2014, non è la festa di una parte di Paese. Deve essere la festa di tutto il Paese, la festa della repubblica, della democrazia. Io non la rivendico, la festeggio, la festeggio perché il fascismo cambia veste, cambia allocazione, ma è sempre in agguato non in una parte, ma nella natura dell’esssere umano. Non mettiamogli il cappello. Mai più.

3 pensieri riguardo “25 aprile: io non lo rivendico, lo festeggio

  1. tranquilla Cristiana (oops uso un modo di dire caro al tuo leader)… E’ proprio vero che il fascismo non ha cappelli. Certe vole nasce dentro casa propria, e viene talmente nutrito da quella casa, che vuole perfino supportarla quando è diventato adulto (sebbene rivendichi la mamma):
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/25/voglio-la-mamma-nascono-i-circoli-di-adinolfi-contro-aborto-eutanasia-e-matrimonio-gay/963721/
    …Ecco, forse vi aiuterà Adinolfi contro i cattivi della lista Tsipras, che vi escludono…

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