Napoli 7/03/2015


C’è qualcosa di così maledettamente spagnolo in questo riversarsi in strada, in questa perenne estate che non conosce stagioni. Tutto esiste per uscire all’aperto, per spalancarsi. La stessa sguaiatezza, le grida, la lingua sfrontata, non sono altro che un uscire da sè. Come il gesto di spalancare finestre al sole. Così. 

5 pensieri riguardo “Napoli 7/03/2015

  1. Cara Alicata,
    Fai attenzione a quel “maledettamente spagnolo” quando parli di “napoletanita”!

    Souad Sbai, ex deputata e presidente dell’Associazione delle Donne Marocchine in Italia, quando la rossa Ilda Boccazzini (la magistrata puritana assatanata che ha dedicato la sua esistenza per scoprire attraverso il buco della serratura e milioni di intrusioni telefoniche quanti peccati sessuali si siano commessi a casa di Berlusconi “pedofilo e puttaniere”) defini’ il comportamento di Ruby, la marocchina Rubacuori, come espressione di “furbizia tipicamente orientale”, la prese male e disse:
    “… una semplificazione così grossolana e così lontana dalla nostra cultura e’ offensiva e inaccettabile”.

    Non vorrei che qualche diplomatico spagnolo scrivesse a Mattarella esprimendo il suo disappunto per aver letto su un blog italiano di una certa “maledetta” affinita’ tra l’essere spagnoli e l’essere napoletani.

    Aperte le virgolette:

    “A parte il fatto – scriverebbe l’ambasciatore spagnolo a Roma – che anche in Inghlterra, quando esce un raggio di sole, e’ tutto uno ‘spalancare di finestre”, un denudarsi nei parchi per ricevere modeste iniezioni di vitamina A (la vitamina del sole), una scusa per uscire all’aperto e godersi qualche lattina di birra in piu’ per aprire la bocca e vomitare “sguaiatezza, grida e lingua sfrontata”, noi Spagnoli, caro Presidente Mattarella, il sole ce l’abbiamo quasi sempre, ma a differenza dei Napoletani, non passiamo il tempo a imprecare contro il Governo che non ci aiuta urlando sguaiatamente e lasciando libera la lingua di articolarsi in insolenze e sfrontatezze: una “tradizione” che i nostri amici napoletani praticano quando c’e’ il sole, quando piove, quando fa un freddo cane e quando il Vesuvio si ammanta di neve. Cioe’ sempre.

    E’ vero: a noi Spagnoli piace la tauromachia e la sanguinosa corrida ci eccita come in un derby calcistico, ma la battaglia tra uomo e il toro e’ cosa antica, apprezzata da Greci, Etruschi e Romani. L’uccisione del toro – che in antichita’ era un animale sacro – simboleggiava e simboleggia la forza dell’uomo sulla natura.
    Noi Spagnoli pero’ non produciamo tifosi del tipo “Genny’ a carogna” che decidono se il toro deve morire oppure no e alla corrida andiamo con la moglie e i bambini, mangiucchiando pop-corn all’americana e sorbendo gelati. Tra l’altro, visto che i tempi sono cambiati, stiamo anche cercando di abolirla questa fottutissima corrida perche’ l’uomo, a forza di confrontarsi con la Natura, la battaglia e’ riuscito finalmente a vincerla e la Natura, come sappiamo, combatte ormai per la sua stessa sopravvivenza e a vincere la battaglia con l’uomo ha rinunciato da tempo.

    Ecco, caro Presidente Mattarella, che a Napoli ci sia qualcosa di “maledettamente spagnolo” ci offende. E’ rimasta la tradizione del malgoverno spagnolo, ma sono passati ormai due secoli dall’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno Sabaudo; sono rimasti i Quartieri Spagnoli, ma cosa aspettate, dopo due secoli, a renderli luoghi vivibili?; e’ rimasta un po’ di architettura, ma non sembra che sia particolarmente valorizzata come tesoro del passato.
    Insomma: di “spagnolo”, a Napoli, non c’e’ proprio un cacchio!.

    Noi Spagnoli non abbiamo la Camorra “che ci protegge”, non abbiamo il voto di scambio, non abbiamo Comunisti al governo delle nostre citta’ e non abbiamo neanche San Gennari Protettori con i quali incazzarci sfrontatamente e sguaiatamente se ritardano a fare ‘u miraculo del sangue. E non dimentichiamo che noi Spagnoli nel sangue abbiamo tanta, tantissima Arabia Maomettana, ma da tempo abbiamo neutralizzati i suoi nefasti effetti “culturali”.

    Come disse Souad Sbai, ex deputata e presidente dell’Associazione delle Donne Marocchine in Italia, anche noi Spagnoli diciamo:

    “Andiamoci piano con le semplificazioni così grossolana e così lontane dalla nostra cultura! Napoli e’ un unicum e mi creda, Presidente Mattarella, a nessuno al mondo piace essere associato con la “Napoletanita’”. A parte, naturalmente, i nostri cari amici Napoletani…”

    Chiuse le virgolette.

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  2. Cara Cristiana,

    Ma secondo te e’ plausibile evere tra i tuoi lettori un’analfabeta di nome Antonella che crede che i “puritani” siano puttani e le “puritane” siano puttane?

    Glielo dici tu o glielo dico io all’Antonella che oggi, se proprio uno vuol farsi una “cultura” ce l’ha a portata di clic e deve solo digitare “puritanesimo” facenso pero’ attenzione a non scrivere “puttanesimo”?

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