Ancora, di nuovo, testardamente, due parole su Roma.


Voglio esprimere di nuovo tutta la vicinanza al sindaco di Roma Ignazio Marino​ e dire una cosa da cittadina. E’ vero, ci sono molte cose che ancora non si vedono, ma in questi anni sono state poste le basi perché Roma finalmente possa essere amministrata come una Capitale vera e non con l’assegnazione di incarichi senza gare d’appalto, senza assunzioni di parenti o amici o sodali di partito. Riportare Roma alla normalità significa essere giusti nei confronti dei romani significa garantire equità nelle assunzioni, merito nelle selezioni e quindi quello che manca a questa città: l’efficienza (quello che fa una città pulita, apre gli asili, non fa mettere macchine in doppia fila, fa girare i bus, e via dicendo), un parametro che non può essere espresso da un singolo, ma da un collettivo: da una giunta pulita, da un consiglio comunale responsabile, dalle municipalizzate ripulite e rimesse in condizione di essere non un peso sulle casse della città, ma delle utilities snelle (se oggi fossi un lavoratore del comune onesto lavorerei ancora di più per dare il mio contributo, per l’orgoglio di dimostrare il valore immenso del servizio pubblico!), operative e con responsabilità visibili (e quindi premiabili e contestabili) ed infine da cittadini educati. Mi addolora tantissimo che nessuno stia raccontando del buco di conti trovato a Roma, dei leasing di milioni di euro sui cassonetti, delle pressioni ricevute da tutti gli assessori onesti per favorire questo o quello in qualsiasi campo. Mi addolora che non si possa, a prescindere dal colore politico e dalla sete di potere, attraversare questa fase così delicata, così critica e che ha manifestato l’incapacità anche delle gestioni precedenti tutti insieme in modo responsabile. Sì, è vero le cose non si vedono ancora, cambiare Roma non è cambiare una città qualsiasi, non stiamo parlando di una piccola città. E’ una sfida mastodontica, ma Roma è in questo stato da anni solo che prima avevamo tanta stampa che ci raccontava il contrario e ci illudevamo di avere una specie di pellicola protettiva. Roma è nuda adesso. Ma interrompere adesso l’azione di questo sindaco significa fare un favore a chi in questi due anni si è trovato escluso dai giochi. E mi meraviglio di tutti coloro i quali hanno a cuore Roma di questo accerchiamento. e mi auguro che chi lascia ora incarichi lo faccia per ritirarsi a vita privata e che non ci sia per chi fugge dalla nave in difficoltà nessun premio ad attenderlo. Me lo auguro da cittadina, perché prima di essere qualsiasi altra cosa, di avere qualsiasi colore politico o connotazione correntizia, io mi sento questo: una cittadina di Roma che vuole vedere funzionare le cose.

4 pensieri riguardo “Ancora, di nuovo, testardamente, due parole su Roma.

  1. Perché non lo dici a Renzi, al quale sei devota e devi tanto, cara cristiana? Chi meglio di te potrebbe farlo, anziché passare il tempo a tempestare di like i commenti di gente solita a insultare i giornalisti che – con immensa fatica, ti assicuro – tentano di raccontare le cose come stanno? La verità è che ci vorrebbe un po’ di onestà intellettuale in più e molta ipocrisia in meno. Pensaci

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    1. Giovanna la devozione non rientra nel mio vocabolario. Quanto al racconto di Roma e Lazio degli ultimi anni perdonami ma mi sono spesso trovata disarmata tra ciò che vivevo e ciò che vedevo raccontato. Quanto a dire le cose, mi conosci, non ho paura di dirle a nessuno. Nemmeno al premier.m

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