Perchè oggi saro al Campidoglio


Vado al Campidoglio oggi. Non ci vado per chiedere a Marino di restare perchè purtroppo (purtroppo) vedo chiaro che non ci sono le condizioni. Ci vado perchè quello è anche il mio posto. Ci vado perchè non ne posso più di leggere cazzate sui giornali. Ci vado perchè se avessimo usato la stessa linea dura a Roma e nel Lazio sui rimborsi regionali mezzo parlamento sarebbe diverso. Ci vado perchè gli ex sindaci di Roma avrebbero meritato lo stesso accanimento, forse avremmo fatto meglio a Roma dagli anni 90. Ci vado perchè in un Paese in cui astensione e antipolitica aumentano, una manifestazione totalmente autoconvocata è un fatto straordinariamente e meravigliosamente politico con la P. Ci vado perchè amo la mia città e siamo arrivati ad un punto così complicato che non so come se ne esce, ma di certo il punto di partenza è la gente che ci sarà oggi. Gente di Roma che ha capito cosa stava facendo la giunta, forse in questi mesi ne ha visto anche i limiti e gli errori, ma ne ha visto la buona fede. È la Roma fuori dai salotti, fuori dal cinema, fuori dalle recensioni di libri tra amici, fuori dalla cappa stantia del potere che si autorigenera da se stesso. Ci vado anche da semplice militante del PD perchè il PD per fortuna non è un monolite, nel bene e nel male. Il PD, un pezzo di PD oggi sarà in Campidoglio. Dobbiamo ripartire da qui.

13 pensieri riguardo “Perchè oggi saro al Campidoglio

  1. Anche io sono in campidoglio adesso e ho due domande per te:

    Da dove vuoi ripartire? Dal PD romano che sta cacciando marino consegnando Roma alla destra o al m5s?

    Seconda domanda, hai notato la assenza del mieli? Come e’ facile dimenticare l’unico sindaco di Roma che ha partecipato in firma ufficiale al pride, che ha trascritto i matrimoni omosessuale e istituito il registro delle unioni civili. Ma forse il mieli e’ solo la foglia di fico di muccassassina .

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      1. No cristiana ti sbagli … c’era Maccarone e’ vero come c’erano altri del mieli … ma non c’era il mieli. Immagino che la differenza sia chiara. Una assenza vistosa e non casuale

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  2. Io abito a Venezia, quindi prendi i miei commenti al netto dell’inesperienza.
    Tutti a parlare di “errori di Marino”: ma dargli una mano no? La gestione della cosa pubblica richiede competenza, che ovviamente lui (ma non solo lui) non ha.
    Secondo me il “fallimento Marino” è anche un fallimento del PD.

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    1. Marino secondo me qualcosa ha provato a fare … molto poco forse gli e’ riuscito, ma questo non giustifica il comportamento del PD … ed e’ la cosa più criticabile e che rende poco credibile quel ripartire con le stesse persone che affossano marino ma che dei molti mali di Roma sono più responsabili di lui.

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  3. Sostenere Marino restando all’interno del PD che lo ha cacciato equivale a parlare di diritti umani e integrazione razziale pur restando fieri sostenitori del Ku Klux Klan, continuando a giustificarne azioni e comportamenti.
    Dopo tutto quello che hai scritto e continui a scrivere su questa come su altre tematiche, diritti civili in testa, l’azione conseguente di ogni tua critica alla situazione attuale dovrebbe portarti a concludere che il Pd non è e non può essere in alcun modo la soluzione, ma è parte integrante del problema. E’ irriformabile, in alcun modo, e non andrà mai nella direzione che auspichi, oltre qualche slogan e azione di facciata buona giusto per catturare il voto dei più sprovveduti. Non so di quante prove tu abbia ancora bisogno.

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      1. “Renziano” e “sostenitore di Marino” sono cose che assieme non vanno per niente: un po’ come definirsi carnivori vegetariani.
        Che si possa continuare a sostenere un partito che sta facendo di tutto per far fuori il sindaco e chi continua ancora ad appoggiarlo (vedi gli stracci che stanno volando nei confronti di Miccoli sullo stato finanziario del Pd capitolino) è cosa totalmente priva di senso.
        Davvero, non so di quali altre prove ci sia bisogno: è stata messa un asse fuori bordo, sotto girano gli squali, e il segretario, armato di sciabola, ci sta spingendo Marino legato, imbavagliato e con una palla di cannone legata alla caviglia.
        Non si possono appoggiare entrambi.

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      2. Cristiana, chiediti quanti di quei dem voteranno PD alle prossime elezioni. A volte mi sembra proprio che tu ti rifiuti di ragionare: è il PD che sta cacciando Marino (questo, almeno questo, spero che tu lo ammetterai), quindi i PDini che sono scesi in piazza per sostenere Marino non condividono l’atteggiamento del loro partito.

        Ergo, singoli appartenenti al PD, in aperto contrasto con quanto deciso nelle solite stanze dei bottoni, sostengono Marino, ma il PD lo vuole morto per motivi assolutamente politici anche se non lo ammette

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  4. Io non c’ero, ma dalle immagini televisive ho visto per lo piu’ vecchi militanti del Partito Comunista Italiano. Ho visto tante bandiere rosse del PCI.

    Il PD, fatta eccezione per i 5 anni di Alemanno, si sta occupando di Roma da piu’ di un ventennio.
    Alemanno,aggravandoli, ha ereditato i fallimenti delle amministrazioni precedenti esattamente com’e’ successo a Marino il quale, a sua volta, ha ereditato la mala-amministrazione di Alemanno sommata alle male-amministrazioni post-comuniste precedenti. E con lui le cose sono andate sempre peggio.

    Decenni di fallimenti amministrativi! Questa e’ la realta’ di Roma Capitale!

    Roma, dunque, e’ diventata una citta’ mafiosa e il PD deve assumersi le sue storiche responsabilita’: sulla mafiosizzazione della citta’ ha enormi responsabilita’ che, tutte sommate, sono piu’ gravi della sciagurata gestione Alemanno. E’ innegabile!

    Ecco perche’ a governarla si candidano i Grillini che, per loro fortuna, non avendo un passato politico mafioso godono di ampio consenso tra i giovani romani: giovani che nella manifestazione in sostegno di Marino non si sono visti.

    Marino aveva di fronte un lavoro difficile, ma non si e’ mostrato all’altezza. Questo dovrebbe essere ammesso da tutti. Anche da te, Alicata.
    Chi arrrivera’ al suo posto si trovera’ nella stessa situazione.
    De-mafiosizzare Roma richiedera’ anni e non e’ affatto detto che alla fine Roma diventera’ una citta’ “normale”.
    Come Napoli e Palermo, Roma e’ affondata in una cultura tipicamente mafiosa. Sappiamo che i cambiamenti culturali sono lenti. A Napoli e a Palermo non si vedono ancora. Una volta radicata, la Mafia non la s-radichi piu’: la storia del Meridione italiano lo insegna.

    Roma si prepara oggi ad affrontare lo stesso processo di rigenerazione in atto nel nostro Meridione: finora senza risultati. Anche per Roma sara’ un’impresa disperata.
    E non credo che il PD sara’ parte di questo processo. La reputazione, quando la perdi, non la recuperi facilmente: ci vogliono anni. Il PD, con Roma, ha chiuso.

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      1. Non lo metto in dubbio: vecchi piddini nostalgici del PCI ce ne sono ancora e si sono ritrovati quasi tutti sotto il Campidoglio ad applaudire un sindachetto personaggetto che si e’ rivelato anche un nostalgico di Che Guevara, sorvolando sul fatto che a Cuba, casa dell’amico del “Che”, Fidel Castro, i primi frigoriferi stanno arrivando adesso dopo le aperture di Obama.

        Mezzo secolo senza frigorifero dev’essere stata dura!

        Sembra paradossale, ma stanno infinitamente meglio i Siciliani governati dalla Mafia dei Cubani governati dal Comunismo Castrista /Guevarista.

        Pero’ a Cuba ci sono tanti medici: questo e’ verissimo, e i denti te li curano gratis; ma da mezzo secolo i medici cubani aspettano di emigrare in Florida per guadagnare uno stipendio decente e comprarsi finalmente un bel “frigidaire”.
        Il sogno si sta avverando!

        Perche’ dico questo?
        Perche’ Marino, rispolverando il “Che”, ha rivelato ancora una volta tutta la sua grossolana inadeguatezza a governare la Mafia di Roma.

        A sostenere Marino, dunque, c’erano solo i piddini nostalgici del PCI: tutti gli altri piddini, travestiti da Nuovi Democristiani Morotei, sono saliti sul carrozzone di Renzi, erede di Berlusconi che governa con Alfano e con Verdini.

        La verita’ fa male, ma va detta.

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