Con un piede dentro e un piede fuori.


Sulle bacheche di alcuni di noi il dissenso è più evidente. E’ perchè siamo stati, siamo, quelli border line. Quelli con un piede dentro e un piede fuori (amo il piede fuori, il piede che sente la temperatura dell’acqua e amo il piede dentro perchè credo nella missione che abbiamo di cambiare il Paese).
 
Questo significa che per vincere i ballottaggi bisogna parlare a quelli come noi, a quelli che vengono a discutere con noi. Io sono orgogliosa di questa cosa, adoro questo dissenso, è quello che mi tiene ogni giorno coi piedi per terra, mi ricorda ogni giorno la nostra missione, il bene comune e il convincere che siamo davvero per il bene comune, mi ricorda ogni dannato giorno che il consenso per governare è fragile, necessita come l’amore una continua discussione. Ritengo che i più realisti del re (i più renziani di Renzi) siano il più grosso problema di questo tempo, penso che si possa vincere la prossima sfida non arroccandosi, ma aprendosi, ammettendo errori, cercando strade diverse.
 
Noi non abbiamo sempre ragione e non facciamo sempre tutto giusto. Se non partiamo da qui abbiamo perso.
 
My two cents from Amsterdam.

6 pensieri riguardo “Con un piede dentro e un piede fuori.

  1. Ciao cristiana,ho fatto il rappresentante di lista come da molti anni,il mio spaccato e’stato che i nostri stessi che hanno sostenuto marino hanno votato in maniera disgiunta M5S il sindaco e la lista con candidati PD.
    E comunque la realta’e’che due generazioni di giovani tentano la loro rivoluzione perche’non gli abbiamo dato priorita’e spazio,questo lo dobbiamo ammettere,abbiamo una generazione piu’competente e preparata ma orribilmente precaria che viene pagata poco e non riesce a costruire il proprio futuro ,e’obbligata a vivere con altri in case comuni come nei vecchi regimi comunisti,non ha prestiti,la scelta dell’estero e’obbligata e non una scelta.Ancora privilegiamo la maggioranza spi che sono al 80%garantiti con livelli anche alti.L’impoverimento del ceto medio e’reale abbiamo perso potere d’acquisto da 16 anni a questa parte,negli anni 90 eravamo ricchi ora contiamo le nostre risorse finanziarie disponibili mensilmente rinunciando il piu’delle volte al superfluo che non e’superfluo ma aggrgazione,svago ,cultura.E’ora di occuparci della maggioranza senza urlare sempre e solo delle fragilita’.
    Scegliamo il futuro andiamo avanti nella sostenibilita’,nella qualita’,in battaglie che non buttino via risorse disponibili facendoci indebitare .
    nell’efficienza,in battaglie apparentemente disuguali ma a lunga giuste.
    Viva le quote rosa,siamo ancora troppo indietro,e ‘sempre questioni di numeri ,l’eccezione non e’ regola.
    Ingegnere mi dispiace che tu non sia piu’in Italia,ancora una volta rinunciamo a una leaderschip pregiata ,preziosa ed indispensabile.
    E’un po’come la Calabria che sprofonda sempre di piu’perche’a 19 anni vanno via e rimangono da 60 anni in su con la mentalita’ e i comportamenti bacati e stantii che li hanno fatti sopravvivere finora,massoni,lobbisti e mafiosi.
    Si’ non dobbiamo arroccarci , dobbiamo aprirci ma alle novita’,scegliamo la generazione dei nostri figli non quella dei nostri genitori.
    Apprezzo molto cio’che state facendo sull’autostrada Reggio -Salerno,e’coraggioso buttare giu’i piloni costruiti con un falso rapporto acqua cemento dalla ‘ndrangheta e ricostruirli correttamente perche’e’ la dimostrazione evidente che la legalita’esiste ed a favore della sicurezza di tutti.
    Ciao Chiara Mastrantonio ingegnere sessantenne
    Io non ho vinto spero che lo facciate voi e mia figlia Eugenia ventenne.

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  2. senza offesa eh per carità.
    ma tu cristiana non sei certamente fra quelli “border line” o “con un piede dentro e uno fuori”: fai parte invece dei renziani osservanti, i fedelissimi, quelli che danno sempre ragione al capo (e lo si è visto nel caso della legge sulle presunte unioni civili, come in tante altre situazioni).
    e sa di presa in giro atteggiarsi a battitori liberi quando in realtà ogni volta che viene l’ora di distribuire torti e ragioni la ragione ce l’ha sempre renzi, il torto sempre gli altri, quelli che escono, quelli che cercano di provare di tentare di dire che forse hanno qualche dubbio, la minoranza, effettivamente tristissima, sfigatissima, inconcludentissima, forse persino inutile, e però i componenti della quale, oggi come oggi stanno effettivamente, loro sì, con un piede dentro e uno fuori.

    tu, voi, no.
    voi state dentro con tutte le scarpe…

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  3. Ammiro davvero la tua tenacia. Ma ritengo che in questo momento “Pd” e “bene comune” siano due cose che insieme non riescono proprio a stare. E questo Pd me lo ricorda ogni giorno, soprattutto nella Capitale, con la composizione delle sue liste, con i suoi candidati e programmi, con il suo cercare di riproporsi ogni volta come “nuovo” ripresentando il “vecchio”, con la sua inamovibile e distratta dirigenza di sempre, con le sue scelte, passate e presenti.
    Nel momento in cui a Roma un terzo degli elettori che pure lo avevano votato alle europee sono andati verso lidi altri lidi, parlare di un loro recupero al ballottaggio sa molto di patetico: il tempo c’è stato per parlare alla città, ma non lo si è voluto fare.

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  4. Temo abbiano già detto tutto i commentatori che mi hanno preceduta. Tu Cristiana border line non lo sei, fattene una ragione. Non so come andrà a finire a Roma, non so quali alleanze sotterranee si stanno stipulando, tra un Giachetti che se vince condannerà Roma a 5 anni di politica piatta e soggiogata alle volontà del Leader Maximo ed una Raggi che non durerà 18 mesi non saprei cosa scegliere, e forse non scegliero. Ma forse meglio 18 mesi di sofferenze che 5 anni.

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  5. Ah, leggo che Renzi è passato dall’uso dell’asfalto a quello del lanciafiamme per risolvere i problemi causati da chi all’interno del partito non la pensa come lui. Come se gli elettori lo stessero abbandonando per le metafore di Bersani, non per le sue politiche.
    Alla faccia de “…ritengo che i più realisti del re (i più renziani di Renzi) siano il più grosso problema di questo tempo…”: il problema è proprio la testa del partito.

    Credo davvero che questo nuovo Pd si meriti un sonoro vaffanculo. Senza possibilità di appello.

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  6. Ah, leggo che Renzi è passato dall’uso dell’asfalto a quello del lanciafiamme per risolvere i problemi causati da chi all’interno del partito non la pensa come lui ( ce ne è davvero rimasto qualcuno?). Come se gli elettori lo stessero abbandonando per le metafore di Bersani, non per le sue politiche.
    Alla faccia de “…ritengo che i più realisti del re (i più renziani di Renzi) siano il più grosso problema di questo tempo…”: il problema è proprio la testa del partito.

    Credo davvero che questo nuovo Pd si meriti di andare in quel posto. Senza possibilità di appello.

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