Gli studenti sbagliano, però hanno ragione.


Ho pensato questa cosa (leggete fino in fondo please, argomentazioni complesse e non riconducibili alla categoria “tifo”)

Penso che gli studenti stiano sbagliando a prendersela con l’alternanza scuola-lavoro nel caso specifico della morte di Lorenzo Parelli. Ho insegnato due anni in un Istituto Tecnico che aveva i laboratori con l’amianto e come insegnante di Macchine avrei dato oro per far visitare un’azienda con macchinari moderni ai ragazzi e magari per dare loro l’opportunità di imparare ad usare quelle macchine e la tecnologia a loro collegata.

Direte: il problema sono i pochi fondi dati alle scuole. Non ci piove, ma nessuna scuola avrebbe potuto dotarsi di una tecnologia avanzata con i salti che ha fatto l’industria (robotica, controllo numerico, etc), quindi se me lo chiedete vi dirò sempre che per specifici corsi di studio la permeabilità tra studenti e aziende non solo è una cosa buona, ma è una cosa giusta.

Ai tempi in cui mio padre era un giovane ingegnere i periti tecnici dal punto di vista pratico davano le piste ai giovani usciti dall’università. Ora non è più così.

Quella mastodontica perdita di professionalità è una delle maggiori cause di disoccupazione, di salari bassi e anche, consentitemelo, di sicurezza sul lavoro. E se me lo chiedete vi dico che lo Stato per primo abdica alla formazione in quelle scuole mandandovi spesso gli scarti (tanto l’italiano non serve, etc…come non serve??? non dobbiamo costruire lavoratori, ma formare cittadini consapevoli professionalmente, ma anche culturalmente)

Va ritrovata la forma affinché la formazione tecnica (parlo solo di quella perché quella conosco) sia aggiornata, di altissimo livello, affiancata dalle materie meno professionali nel modo corretto e ovviamente protetta.

Ecco veniamo alla protezione. Quello che ha ucciso Lorenzo Parelli (fermo restando che a deciderlo deve essere la magistratura e speriamo in tempo brevi) non è l’alternanza scuola lavoro, ma forse (il forse è d’obbligo perché ho quasi 46 anni e non 18) la sicurezza sul lavoro.

Ecco: se le manifestazioni dei ragazzi, prima ancora che superare le distorsioni dell’alternanza scuola-lavoro (che ci sono e negarlo sarebbe da idioti) riuscissero a sollevare l’attenzione sull’enorme strage di morti sul lavoro per mancanza di controllo delle norme di sicurezza, ben vengano con tutta la forza che serve.

La sicurezza costa. Costa ovunque. Costa in edilizia, costa in carpenteria pesante, costa in un ristorante. Questo però (dico sempre) ricordiamocelo sempre quando paghiamo, quando pensiamo di stare pagando troppo e soprattutto quando paghiamo troppo poco.

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