La Lega, un partito fascista. Federalista, ma fascista.

“Non era giusto aumentare le pene per quelli che si sentono un po’ disturbati da certe manifestazioni. Persone normali che a volte si lasciano scappare qualche parola, anche in senso bonaro.” Cosi’ Bossi sulla legge contro l’omofobia. Nell’Italia che voglio la Lega con la sua esistenza, viola la Costituzione. Fascismo. Federalista. Ma Fascismo.

Io ricordo bene gli editti contro i terroni degli anni ottanta. Trovavo i volantini fuori da scuola, a Dalmine. Noi terroni dovevamo tornare tutti in Terronia. Questo il primo punto del programma. Come abbiamo potuto non accorgerci che una formazione cosi’ squadrista, violenta e fascista ci nasceva nelle pieghe del nord, si radicava con le stesse parole, gli stessi gesti, gli stessi riti, persino gli stessi passaggi nei confronti del cattolicesimo, prima nemico e poi terzo valore primario cristallizato nella terna folle che ha afflitto il secolo scorso. Dio, Patria, Famiglia.

A che serve quella norma sul divieto di ricostituire il partito fascista se non siamo ancora immuni da quella perversione.

Il Partito di Renzi.

E’ di sicuro una bufala di proporzioni immani.

Un Partito uscito dal PD “più cattolico” è l’API ed è a Roma che conta le sue misere forze.

Inoltre le persone che si sono avvicinate a Renzi al massimo vogliono un vero PD che, se non somiglia al PD, di oggi certo non somiglia all’API.

Ricordo che a Prossima Fermata Italia dell’anno scorso Renzi si rese conto di quanto le persone che erano corse a Firenze avevano a cuore l’aspetto laico del PD. Nessuno degli esponenti di Prossima Fermata Italia sarebbe disponibile a barattare quell’aspetto politico e definitivamente elemento di modernità per le nuove generazioni.

Una roba così sarebbe isolata e perdente.

Al massimo qualcuno vuole portarsi Renzi nell’Api, io glielo sconsiglio vivamente nel caso. Primo perché è un progetto nato perdente e al solo uso e consumo di una miserrima classe politica capitolina che non ha respiro fuori da Roma. Secondo perché sarebbe politicamente un suicidio.

L’omofobia che tolleriamo e il razzismo, il maschilismo, l’antisemitismo.

Quello che più salta agli occhi, oggi, in Italia, anche da parte di alcuni che omofobi non si dichiarano, è la discreta tolleranza che si attribuisce a chi ha idee palesemente omofobe (vedere alla voce UDC e alle pregiudiziali della prima votazione in cui si paragonavano omosessuali a pedofili, zoofili, necrofili).

Molti trovano la richiesta di espulsione nei confronti di Mario Adinolfi, esagerata. Stalinista. Alcuni l’hanno addirittura definita isterica. Ribadisco, pacatamente, che si tratta di segnare un confine dentro il PD non di limitare la libertà di opinione.

Spersonalizziamo per un momento il dibattito, perché la questione non è affatto personale, ma tutta politica.

Un po’ di memoria sulle “fobie” occorse in altri tempi, che a sentirle oggi si sorride, ma all’epoca in cui sono state dette a molti parevano cose normali.

SULLE DONNE, discussione parlamentare per l’accesso ai pubblici uffici. Italia, XX secolo.

CAPPI dichiara di astenersi, perché – come ha già sostenuto nella sezione apposita che si è occupata del potere giudiziario – è contrario all’accesso delle donne agli uffici della Magistratura.
MANNIRONI si associa alla dichiarazione dell’onorevole CAPPI.
NOBILE dichiara che non voterà l’emendamento,  perché riconosce che vi sono delle cariche pubbliche alle quali le donne non possono accedere, ad esempio cariche militari, di pubblica sicurezza, ecc.

Accetteremmo nel Partito Democratico l’opinione di un nostro dirigente o iscritto fortemente mediatico che affermi che le donne non devono avere accesso agli uffici pubblici?

SUI NERI D’AMERICA, USA, anni 50.

Nell’immediato dopoguerra uno dei problemi più scottanti negli Stati Uniti era quello della segregazione razziale. Bianchi e neri erano divisi in ogni attività quotidiana della società civile: si acquistava in supermercati e negozi diversi, si mangiava in ristoranti separati, si soggiornava in hotel distinti, le scuole erano diverse: “Bianchi e neri sono diversi, pertanto non possono stare insieme o, se stanno insieme, i neri devono comunque essere riverenti, portare rispetto ai bianchi e seguire certe regole.”

L’atto rivoluzionario avviene il 1 dicembre 1955 quando la signora Rosa Parks di Montgomery, Alabama, si rifiuta di cedere il posto da lei occupato, su di un autobus extraurbano, ad un uomo bianco. Rosa Parks viene arrestata e accusata di aver violato una delle ordinanze sulla segregazione della città.

Accetteremmo nel Partito Democratico l’opinione di un nostro dirigente o iscritto fortemente mediatico che affermi che i neri devono stare in scuole separate?

EBREI. Italia, ventennio fascista.

La legislazione antisemita comprendeva: il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana, il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni e per le società private di carattere pubblicistico – come banche e assicurazioni – di avere alle proprie dipendenze ebrei, il divieto di trasferirsi in Italia ad ebrei stranieri, la revoca della cittadinanza italiana concessa a ebrei stranieri in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere la professione di notaio e di giornalista e forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni intellettuali, il divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei – che non fossero convertiti al cattolicesimo e che non vivessero in zone in cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istituire scuole ebraiche – nelle scuole pubbliche, il divieto per le scuole medie di assumere come libri di testo opere alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo. Fu inoltre disposta la creazione di scuole – a cura delle comunità ebraiche – specifiche per ragazzi ebrei . Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole.

Accetteremmo nel Partito Democratico l’opinione di un nostro dirigente o iscritto fortemente mediatico che affermi che gli ebrei non possano fare i giornalisti o i notai?

Sarebbe opportuno, da parte di tutti, una profonda riflessione sul significato che l’omofobia ha dentro ognuno di noi. Ci sono stati giorni in cui, in fondo, la maggior parte delle persone:

1) non si definivano maschiliste, però in effetti le donne come fanno a fare i magistrati ed è in fondo normale che si pensi comunemente così e non si può “aggredire” chi la pensa in questo modo.

2) non si definivano razziste, però in effetti mia figlia non la vorrei mai vedere sposata ad un nero ed è meglio stare separati e non si può certo “aggredire” chi la pensa in questo modo.

3) non si definivano antisemiti, però in effetti, questi ebrei sono proprio diversi, non si integrano e non si può certo “aggredire” chi la pensa in questo modo.

La questione omofobica gira tutta intorno ad una paura interiore. All’ incapacità di affrontare la diversità, il pregiudizio.

La paura più grande è la possibilità per gli omosessuali di essere genitori. Ovvero di un individuo di essere genitore, perché l’omosessualità, checché se ne dica non ha nulla a che vedere né con la procreazione, né con la genitorialità.

Per secoli gli omosessuali si sono sposati, hanno fatto figli e nello stesso tempo sono stati genitori. Oggi si vorrebbe che fosse ancora così.

Oggi invece si vuole vivere con la persona che si ama. E si può, anche, pensare di potere essere genitori perché la genitorialità non è necessariamente vincolata alla procreazione, figuriamoci all’indirizzo sessuale.

Ricordo che in Italia vivono 100 mila bambini in famiglie con genitori omosessuali. In Italia. XXI secolo.

E ricordo che in Italia è in vigore la Legge Mancino  che prevede (giustamente) in sintesi:

L’art. 1 (“Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”) dispone quanto segue: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, […] è punito: a) con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni.”

L’ art. 2 (“Disposizioni di prevenzione”) stabilisce che “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” come sopra definiti “è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da lire duecentomila a lire cinquecentomila.” Inoltre lo stesso articolo vieta la propaganda fascista e razzista negli stadi, disponendo che “è vietato l’accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche alle persone che vi si recano con emblemi o simboli” di cui sopra. “Il contravventore è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno.”

L’art. 4 punisce con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000 “chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni.”

Sempre sul Lazio.

Andrea Managò, sull’Espresso, ci racconta quando ci costano, nella regione amministrata da Renata Polverini: commissioni, sottocommissioni e formazione di gruppetti consiliari.

E soprattutto che fanno poco o niente, quindi: lo spreco nello spreco.

p.s. e ci aggiunge anche la nostra corresponsabilità a dimostrazione che l’assenza di un Partito ben gestito e libero dai potentati è necessario ed urgente per il bene di tutti. Anche delle tasche dei cittadini.

il dolore in un Paese civile.

“Vi prego, non fatemi leggere messaggi pieni di rancore, di sostegno alla pena di morte, o qualcosa di simile. Se qualcuno crede che qualcosa migliorerà uccidendo questa piccola persona triste, ha profondamente torto.”

Tore Sinding Bekkedal, 23 anni, sopravvissuto di Utøya, Norvegia.

Grazie a Sergio Rovasio per la segnalazione.

Aggiornamenti sul PD Lazio ovvero dal Lazio, regione in via di meridionalizzazione.

Mentre si convocano le direzioni del PD Lazio di 1 di agosto ed alle due del pomeriggio e, lasciatemelo dire a scanso di equivoci, non per negligenza del Commissario Chiti, ma forse per sua impotenza da “balacanizzazione”, qualcuno provvede alle nomine delle aziende regionali. (attendiamo smentita con ansia).

Faremo la spunta nome per nome delle nomine nelle aziende regionali. Soprattutto di quelle fatte da non si sa chi e con quale mandato “imputabili” al PD. Ecco perché serve un partito.

E lunedì in direzione presenteremo un lungo elenco di cose che vanno fatte subito per ridare dignità ad un partito e prima che il Lazio diventi regione definitivamente del sud e resti prigioniero delle stesse dinamiche. Nessuno al sud si offenda. Da siciliana, posso dirlo.

E forse più che Migliavacca, lunedì, occorrerebbe che venisse Bersani che nel Lazio ci giochiamo la partita nazionale….non so se è chiaro a tutti, questo.

p.s. il nostro senso di responsabilità è tutto dedicato ai cittadini del Lazio che è la stessa premura che dovrebbe avere chiunque.

A proposito di discriminazione (sull’accesso ai pubblici uffici da parte dei cittadini di ambo i sessi)

Da Schegge di Cotone.

A proposito di discriminazione (sull’accesso ai pubblici uffici da parte dei cittadini di ambo i sessi):

CAPPI dichiara di astenersi, perché – come ha già sostenuto nella sezione apposita che si è occupata del potere giudiziario – è contrario all’accesso delle donne agli uffici della Magistratura.
MANNIRONI si associa alla dichiarazione dell’onorevole CAPPI.
NOBILE dichiara che non voterà l’emendamento,  perché riconosce che vi sono delle cariche pubbliche alle quali le donne non possono accedere, ad esempio cariche militari, di pubblica sicurezza, ecc.

COLITTO è d’accordo con l’onorevole MOLÈ che la donna non abbia la capacità di svolgere le funzioni giudiziarie, ma fa rilevare che sostituire “idoneità” a “capacità” non chiarisce il concetto.

MOLÈ […] non intende affermare una inferiorità nella donna; però da studi specifici sulla funzione intellettuale in rapporto alle necessità fisiologiche delle uomo e della donna risultano certe diversità, specialmente in determinati periodi della vita femminile.

sempre sulle discriminazioni (stavolta sulla donna lavoratrice):

MERLIN UMBERTO ritiene che con tutta la buona volontà di essere generosi, approvando una formula che sia la più ampia possibile, non si deve però adottare una formula equivoca come quella “lo stesso trattamento economico.” Le lavoratrici interpreteranno la formula nel senso che essere debbono avere il salario che spetta al lavoratore maschio, mentre questo in pratica non avviene mai.
IOTTI LEONILDE non vede il motivo perché ciò non debba avvenire.

e anche:

MASTROJANNI fa rilevare che l’interpretazione da lui data alla parola “essenziale” non è il risultato di un suo personale apprezzamento. [..] E’ logico che si debba dare alla donna questa funzione preminente, e che si debba ritenere l’attività lavorativa come accessoria di fronte all’attività che deriva dalla sua funzione biologica e fisiologica, dalla quale non si può e non si deve prescindere.

Molte di queste posizioni, dopo  mezzo secolo, ci sembrano ridicole (addirittura una donna giudice! eresia!). Domani ci sembreranno ridicole anche le discussioni di questi giorni. Oggi si tratta solo di scegliere se fra cinquant’anni vorremo essere ricordati come ridicoli oppure no. Decidete voi da che parte stare.

P.S.
Tutti i virgolettati sono tratti dai verbali dell’Assemblea Costituente e delle Sottocommissioni. Come a dire che gente che cercava di nascondersi dietro un dito e di fregarsene delle minoranze e delle discriminazioni c’è sempre stata. La differenza è che allora erano una minoranza anche loro. 

Se gli omofobi si sentono discriminati e ti querelano.

Spero vivamente di essere querelata dal sito Pontifex per diffamazione. Questa la lettera che ricevo:

Categoria : Varie
Oggetto: Diffamazione
Messaggio : In riferimento al vostro articolo:
http://it.paperblog.com/dieci-cento-mille-nazioni-come-la-norvegia-501645/
La redazione di Pontifex.Roma richiede la rimozione dell’ epiteto “la matrice patologica”
riferito esplicitamente ai propri editorialisti e lettori. Riteniamo tale etichetta gravemente
lesiva della nostra e dei nostri lettori onorabilità e reputazione. Ringraziamo per la correzione che,
sicuramente farete, ed inviamo cordiali saluti.
Pontifex.Roma
La Redazione

Questa una delle loro ultime belle frasi omofobe (che io considero istigazione alla violenza ed al suicidio):

I gay se lo mettano in testa: non sono peggio degli altri, ma nemmeno meglio e non possono pretendere che lo Stato avalli una specie di condizione di superiorità per chi comunque porta una cultura del disfacimento, del no alla vita, della immoralità, secondo il punto di vista del buon cristiano.”
ed anche:
“… quei politici seri e coraggiosi che rispettando i valori della tradizione cristiana hanno detto no a questa marea di omosessuali, di persone che sia forse per malattia, che per vizio, pensano di essere superiori agli altri.”
E continuano:

Ma ci faccia il piacere, con tutto rispetto questa frase: 

“I gay se lo mettano in testa: non sono peggio degli altri, ma nemmeno meglio e non possono pretendere che lo Stato avalli una specie di condizione di superiorità per chi comunque porta una cultura del disfacimento, del no alla vita, della immoralità, secondo il punto di vista del buon cristiano.” 

E’ in perfetta aderenza con il Magistero bi millenario della Dottrina Cattolica. Non istiga nessun suicidio, non istiga nessuno a delinquere e non lede alcun diritto. 

E’ una normalissima constatazione cattolica surrogata da citazioni ufficiali di circa 200 / 300 fra Papi, Santi, Martiri, Padri e Dottori della Chiesa. 

La sua frase ” la matrice patologica” riferita ai nostri lettori ed alla nostra redazione, diversamente, è grave offesa e suo singolare punto di vista, di cui dovrà prendersene responsabilità. 

Faccia come crede. 

Domandare è lecito. 

Dio la benedica 

+ PONTIFEX.ROMA +

E insistono:

E ci siamo andati anche leggeri. 

Pensi che la grande Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, stimmatizzata, patrona d’Italia e protettrice delle infermiere disse: 

“Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma ispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato”. 

Saluti 

+ PONTIFEX.ROMA +