A me fate solo schifo.

La cosa tragica è che quella di Monti (sparare sulla questione gay per esempio) è un strategia (magari persino condivisa con noi): prendere i voti di Berlusconi, dire cose di destra per poi allearsi con noi.

Ma questo non venga fatto sulla pelle dei gay, adesso basta.

Parlate di precari, di economia, di questione morale, di cosa fare per creare lavoro. Se inseguite la destra sulla pelle dei gay a me fate solo schifo (quando ci vuole ci vuole).

Noi non siamo a vostra disposizione e veniamo prima di ogni altra cosa. Prima. Non dopo.

Cucù: è la DC

Con l’endorsement del Vaticano è ufficialmente rinata la DC che, come alla nascita, conteneva tutto: dagli imprenditori ai postfascisti.

Se Berlusconi vi sembrava un salto di 20 anni indietro, Monti è un salto di 60 anni indietro con tutti i pro e contro ma una crisi gigantesca peggiore di quella del dopo guerra perché non c’è alcun business della ricostruzione su cui puntare, nessun boom economico in vista. Teniamo duro e pensiamo al futuro. Che siamo noi, con tutti i nostri difetti, con tutte le cose da cambiare, migliorare e riscrivere.

p.s. come dice qualcuno la foto de Il Post di qualche giorno fa, da sola valeva un editoriale.

p.s.2 per quelli del “partito dei giudici”: anche quello è un salto indietro al 1994. Grazie no. non trovo alcuna superiorità antropologica nell’essere stato giudice. Trovo che ci sia quando si resta giudici.

p.s.3 per quelli che con Monti ci sono tantissime brave persone (lo so bene alcuni sono miei amici fraterni): sì ma c’è anche Fini del G8 e Casini dell’UDC di Cuffaro. Non c’è sviluppo così. Il resto sono foglie di fico che dobbiamo riportare a casa. La colpa è sempre nostra.

Riforma del Lavoro: quel solco in cui la sinistra non cammina.

Sono più pessimista di Ivan Scalfarotto e penso che si è reso più flessibile chi era già tutelato e non cambierà nulla per chi oggi non ha alcuna tutela. Ma molte cose che Ivan scrive qui, sono vere fin da questo passaggio:

“Continuo a pensare tuttavia che le proposte di Pietro Ichino sarebbero state più tutelanti sia per i lavoratori stabili (la flexsecurity ichiniana si sarebbe applicata solo ai nuovi ingressi) che per i neoassunti (che avrebbero trovato protezioni molto più efficaci contro il precariato con un contratto unico). E’ stata una superba idiozia quella di aver tacciato per anni Ichino e chi la pensava come lui di essere “di destra”, senza capire che la destra vera è quella – l’abbiamo vista in questi giorni all’opera – che vuole continuare ad avere forme di precariato che consentano alle imprese di usare il lavoro come carne da cannone. Viene dunque oggi da chiedersi se sia stato “di sinistra”, non avendo autonomamente messo mano alla riforma, essersi resi complici di quella stessa destra o se non fosse invece “di sinistra” il tentativo di Ichino, Boeri, Garibaldi & c., che hanno cercato di trovare modalità che realisticamente e concretamente si materializzassero in diritti e dignità per chi lavora.”

Ora io penso che la Riforma andava fatta tutta e a 360° altrimenti non funziona. Per ora vedo: più paura in chi ha un contratto a tempo indeterminato (paura nel senso di preoccupazione, magari anche “positiva” che si trasforma in più efficienza perché se prendi lo stipendio devi lavorare, non te lo danno gratis) ma non vedo alcun cambiamento per i tanti precari che conosco. Lo dico ancora meglio in modo comprensibile a tutti: se il “pepe al culo” su noi assunti fosse compensato anche dall’assunzione e della messa in regola dei precari a me starebbe bene. Altrimenti no.

Una riforma che regoli e faciliti l’uscita in casi assolutamente NON discriminatori,  e che non sia netta e chiara sull’entrata è una jattura, esattamente come quando da sinistra ci inventammo il lavoro a tempo e lo gettammo nella jungla delle agenzie interinali, senza inventarci il resto.

Come fare una ciambella ma facendo solo il buco, senza la pasta intorno. Sono molto preoccupata. Ed è qui esattamente in questo solco poco camminato dalla sinistra che una sinistra moderna deve risorgere. Invece vedo una riforma uscita fuori dal braccio di ferro tra CGIL e Confindustria incarnate da PD e PDL senza passare per il resto del Paese che pesa più dell’80% quello delle piccole imprese e del precariato diffuso, passando per il lavoro femminile.

Questa riforma parla ai giovani?

Vi consiglio di leggere cosa dice il mio amico Emanuele Toscano tra i fondatori del movimento  dei precari “Il nostro tempo è adesso”.

E’ una lettura interessante sulla natura della Riforma. E’ evidente che i precari non erano seduti al tavolo della trattativa con lo stesso potere. E’ altrettando evidente che obnubilati dalla questione articolo 18 stiamo sacrificando di nuovo un’intera generazione di giovani.

Leggete qui.

Una moratoria sulle alleanze per favore.

Scalfari dice che il PD deve allearsi con il Terzo Polo e candidare Monti.

Gilioli dice che il centrosinistra deve sbrigarsi a produrre un premier perché il centro destra è al lumicino e la nostra lentezza ha il sapore dell’ennesimo suicidio.

I fatti:

Casini spalmato su Monti tenta di cavalcare il consenso popolare che sta premiando Monti in tutti i sondaggi, da bravo opportunista anche perché sa che essendo la maggioranza parlamentare di centro destra difficilmente Monti riuscirà a fare la parte sinistrorsa delle riforme (welfare e patrimoniale e liberalizzazione delle caste e castucce).Mi perdoni il vecchio Scalfari ma io lo ripeto; mai con l’UDC forza estremista clericale e a livello locale degna spesso del peggiore PDL. Io capisco che Scalfari forse non esce più di casa, ma la realtà è ben diversa dai sorrisetti di Pierferdi.

Bersani non credo sia così felice di vedere quei sondaggi che dicono che il popolo del PD per quasi il 70% vuole Monti premier (che secondo me nella nostra testa è il Prodi che avete sempre desiderato). SeL ed IDV cavalcano in modo cannibalesco e parassitario il fatto che il PD appoggia Monti e cercano di accumulare consenso tra gli scontenti per poi battere cassa al PD. Spiace dirlo ma Vendola e Di Pietro non stanno onorando la foto di Vasto: vogliono stare con il PD ma nel frattempo gli scavano la terra da sotto i piedi. E lo dice qualcuno che quell’alleanza l’ha sempre voluta.

Berlusconi deve correre in aiuto ad Alfano con il cerone che ormai cola con evidenza dai solchi della sua plastica facciale.

Bossi è tornato a fare il capetto fascista e a declamare violenze e strafalcioni democratici.

Rutelli, scomparso tranne che a Ballarò.

Fini, non pervenuto.

Grillo, ha appena ucciso il suo movimento perché lo trova troppo partito.

Mi dispiace dirlo ma continuo a pensare che la soluzione risieda nel costringere la politica ad un’unione coatta. Una legge elettorale con alto sbarramento e a vocazione maggioritaria è l’unico sistema per fare crescere la nostra democrazia. Attenzione. Non sto dicendo che voglio fare fuori Vendola e Di Pietro. Voglio dire che li voglio dentro un progetto, fin da subito, in cui ci si prende oneri ed onori delle scelte politiche collettive. Si definisce una benedetta strategia dai pensieri lunghi, un programma e ci si presenta con quello. Ma oggi a parte appoggiare tutti insieme Rita Borsellino alle primarie di Palermo, cosa ci unisce? Quale idea di lavoro, quale di diritti civili, quale di sviluppo industriale o fiscale?

Scalfari ha ragione quando individua in Monti qualcuno che sta dicendo chiaramente al Paese qual’è la sua idea di Paese. Ma da qui a dedurre che allora deve essere il premier di PD ed UDC ci passa l’incapacità di leggere cosa accade fuori dai salotti.

E noi, che vogliamo parlare agli italiani e non alle sigle, sembriamo dei folli. Lo so.

Condivido il no alle Olimpiadi.

Sono d’accordo con il no alle Olimpiadi.

Non è solo una questione di soldi, ma di capacità politica di resistere ad interessi troppo grandi, che sono il vero lievito delle spese. Quando avremo imparato che prima Roma poi i palazzinari, che prima la competenza ed il merito e poi gli amici, forse, potremmo ancora concorrere per eventi come questo. E vale per tutta la classe dirigente. Inutile negarcelo infantilmente.

La Metro C, quartieri (vedi alla voce Muratella) dove i servizi accessori non sono mai arrivati…ecco queste cose sono il monumento al NO alle Olimpiadi.

La monotonia del posto fisso.

Uhm…pur guardando a questo governo con favore e speranza nella frase di Monti sulla monotonia del posto fisso si denota tutto il divario generazionale tra lui e i suoi interlocutori. Oggi, in Italia,la monotonia sono: i no all’accesso al credito, il non poter fare figli, non arrivare alla fine del mese, non sapere cosa ci aspetta. So cosa voleva dire Monti, ma l’ha detto male. Le parole sono pietre,soprattutto in tempo di crisi e sacrifici.

Il sinonimo di festa non è Bunga Bunga

Calderoli deve avere pensato che le feste di Monti assomigliano a quelle di Berlusconi, da qui il lapsus.

Perché in questi 20 anni ci siamo dimenticati che festa non sta per “Bunga Bunga” ma spesso sta per: passo del tempo con i miei cari.

Non sta per “Caviale e Champagne” ma spesso sta per: un tacchino ripieno – magari fatto in casa – e del buon vino.

#cresciutiavelineebillionaire

E adesso?

Riemergo da Berlino…ultimo giorno.

E vi dico una cosa.

Che con la caduta di Berlusconi mi auguro la fine:

1) dell’antiberlusconismo di professione vedere alla voce Di Pietro. Uno che non fa altro che rincorrere l’altro consenso, proprio come Berlusconi. Uno che oggi, infatti oltre ad offendere i gay dice di no al governo tecnico perché pensa che la gente gli dica:”bravo” e chissenefrega del Paese.

2) del nordismo nazista di Bossi perché io ci sono cresciuta con i suoi volantini che sono gli stessi esposti al museo ebraico a Berlino, solo che invece degli ebrei c’erano i terroni e invece della svastica hanno il sole della alpi e invece del nero usano il verde. Possiamo solo ringraziare che contano poco, non hanno sfondato, il novecento è finito. La Lega…l’ultimo partito del novecento.

3) del compromesso allo stremo di D’Alema, quello per cui non è mail il momento giusto, le primarie non governate fanno male al Paese perché la gente non capisce, quello che sul referendum all’ultimo minuto, quello che ha provato a non fare il conflitto di interessi sperando di riuscire a governarlo e ci è finito sotto, ma ancora tutti i suoi, pensano che sia uno statista vincente.

Mi auguro un Paese civile dove si fa politica per proporre e non ci si costruisce sull’anti-qualcosa, un federalismo giusto fondato sul bene comune di tutto il Paese che ritrovi le istanze del nord ma le converga nel disegno nazionale e una politica coraggiosa da parte di chi governa e di chi sta nei partiti. Quella dell’ascolto subito e non dopo, quella che rinuncia al destino delle persone per un collettivo.

Insomma crolla il berlusconismo, ma io non mollo la presa, non mi cala la tensione. E adesso?

E il governo tecnico Monti prima di dire “che figo” voglio vederlo. Chi saranno questi tecnici? Quanto dureranno? Chi saranno? Ci saranno tutte le forze politiche? Non ha senso che Lega e IDV, l’incarnazione del populismo si tirino indietro.

Voto dal 1994.

E ancora non ho avuto alcuna soddisfazione.