Lettera a due giovani che si combattono sotto il palco della Festa dell’Unità.

E’ successo qualcosa il giorno che D’Alema è venuto alla Festa dell’Unità. Qualcosa che nessun giornalista di alto bordo racconterà, troppo preso dall’ultima versione del suo IPad, ma che va raccontata e che nella sua semplicità narra un pezzo di storia dell’Italia di oggi.

Prima i fatti di cronaca.

Durante l’intervista di Massimo D’Alema una persona anziana si sente male. La folla ed il palco restano in rigoroso silenzio fino all’arrivo dei soccorsi. Io stessa (lato sinistro del palco) riprendo un vecchio signore, insieme al servizio d’ordine, che durante il silenzio tenta di sbraitare la sua rabbia.

Dall’altra parte del palco (lato destro) si sentono delle voci dare dello zerbino a Massimo Giannini per come sta conducendo l’intervista. Scopro in seguito essere lo stesso gruppo che inseguì D’Alema dopo un dibattito con Flores D’Arcais e che io ripresi con rabbia per il metodo che usarono nella contestazione (evento che fu filmato dal video di Exit, qui).

Non vedo cosa accade e non so nemmeno chi siano. So che, malgrado la mia totale dissidenza, su cosa sta dicendo D’Alema, mi infastidiscono. Trovo questo metodo totalmente antidemocratico.

Ad onore della cronaca e prima di dire ciò che penso, io sono la stessa persona per la quale un componente della direzione nazionale (pagato dal partito) ha dichiarato che posso parlare per colpa della legge Basaglia. E questo per avere fatto la cronaca su FB dell’intervista di Giannini, debitamente corredata delle mie riflessioni (politiche) su alleanza con l’UDC, questione morale, conflitto di interessi, abolizione delle province. E che potete leggere qui. 

Ecco. E’ notte. Domani devo timbrare entro le nove e dovrei dormire. Ma ho i fatti di Valle Giulia che mi passano nella testa…eppure non li ho vissuti. E tutto vorrei tranne che ricordarli. Tranne che rievocarli.

Ciccio. Ciccio si alza all’alba ed è uno di quelli che lavora duro. E’ nato nel 1987.  Fa il macellaio e credo stia provando a studiare. Non fa il burocrate. E nemmeno il mantenuto. Non è nemmeno figlio di qualcuno che lo sistemerà. Dedica il tempo libero al partito. Fa il servizio d’ordine…nel PD non paghiamo un service privato, non abbiamo i soldi (certo se tutti gli eletti pagassero la loro quota…). Sono i Giovani Democratici che fanno servizio d’ordine…su base volontaria. Non lo sa nessuno questo, ma va saputo. E’ anche questo, nella sua crudità, un pezzetto di democrazia, una roba che non ha a che fare con la casta. Tra dieci anni Ciccio sarà ancora lì. Non farà carriera politica, ve lo dico io. E non sarà livido di rabbia per non averla fatta. Credetemi.

Matteo. Matteo (che è il ragazzo con cui discuto nel video di Exit) si è diplomato quest’anno, quindi credo sia nato negli anni 90. E’ poco più giovane di Ciccio. Forse non ha ancora mai votato. Matteo fa il blogger, immagino vada all’università. Gestisce wilditaly, un giornale di informazione indipendente.

Ciccio e Matteo non c’entrano niente con D’Alema e in teoria dovrebbero essere alleati per costruire un Paese diverso.

Matteo e Ciccio oggi sono sulle barricate. Ognuno di loro pensa che l’altro è nel torto più marcio.  Sono lontani tra loro come lo erano allora uno studente di architettura e un poliziotto.

Eppure voglio dirvi una cosa.

Caro Ciccio,

il tuo abnegato servizio non può essere acritico. Io penso che tu debba subordinare il tuo generoso volontariato alla politica del PD. A quella sul lavoro per prima cosa. Quando D’Alema parla di UDC sei sicuro che fa il bene della tua generazione? Pensiamoci a questo. Quando mi viene detto che devo avere senso di responsabilità mi viene da ridere, sai, a me? Perché a me, che faccio parte della direzione regionale, nessuno mi ha chiesto se ero d’accordo con la strategia elettorale nel Lazio (poi dimostratasi fallimentare). Nessuno mi vuole nemmeno dare i nomi dei consiglieri regionali che non danno i soldi al partito. Pensa te. Questo partito non la merita così tanto la tua abnegazione. Si meriterebbe di averti ogni tanto dissidente. Ti daranno del matto. Lo fanno anche con me. E’ la via più semplice per liquidare il dissenso. Eppure il bene del partito, nel senso del bene del Paese (l’unico vero bene primario in politica) si persegue anche con il dissenso. Le sedi preposte? Quando le convocheranno e ci daranno voce e forza le useremo. Fin quando non esistono o vengono evitate, io mi sento libera di dissentire pubblicamente.

Caro Matteo,

perdonami se Ciccio mi sta più simpatico di te. In realtà io sono più simile a te che a lui e il mio blog è persino più letto del tuo. Ma ho scelto di usarmi per servizio anche io, pur nella mia furibonda passione politica che spesso mi isola nel partito. Le tue domande da sotto il palco non servono a nulla. Non abbiamo bisogno di qualcuno che mette tutto il PD nello stesso calderone…non sei un bravo giornalista. Non vai a caccia di chi nel PD combatte una forma di regime politico interno. Perché non farebbe notizia narcisistica. Invece ti insegno una cosa (scusa la supponenza). Mettiti a fare il giornalista serio al servizio del Paese. Aiuta il Paese ed il PD a trovare le sue forze migliori. Dagli visibilità. Tu dai visibilità alle stesse cose a cui dà visibilità Minzolini. Sempre gli stessi. Parla di Ciccio. Parla di noi. Hai domande da fare a D’Alema? Non gliele urlare da sotto il palco (confesso che anche io ho fatto qualche battuta troppo ad alta voce quella sera, ma poi sono tornata a casa e ho scritto e la mia nota è servita più della tua polemica, perché è entrata nel merito, non nella caciara). Mandamele ste domande, gliele giriamo. E se non ti risponde saremo i primi a protestare. Altrimenti ha ragione chi dice che lo fai solo per farti vedere o per filmare qualcuno che si incazza se lo provochi (che è una reazione normale…quindi pare che te la vai proprio a cercare). Matteo…credimi…oltre alla tua fama personale con questi metodi non ottieni nulla. Credimi. Pensaci. La questione morale non riguarda solo D’Alema…e non riguarda solo il PD. Fai il bravo…vai a vedere tutto lo schifo che l’IDV si è caricato (o fai vedere ANCHE quello). Altrimenti sei come Feltri e BelPietro ed è normale se la gente si incazza. Il giornalismo ha una missione importante. Ma non deve essere di parte. Puoi prendere esempio da Milena Gabanelli, per esempio. Magari ci metti un po’ a fare carriera, ma guadagni in credibilità.

A tutti e due. Vi ho fatto stare per un’intera sera nella stessa stanza tempo fa. Avrei voluto vi ascoltaste davvero. Quella sera della festa, dovevate ascoltare D’Alema insieme e poi discuterne, anche animatamente. Questo muro che avete eretto tra voi è una follia. E’ il miglior favore che state facendo ad unico sistema che vi schiaccerà entrambi (anche se sono più preoccupata per Ciccio…confesso….forse Matteo lo faranno lavorare al Fatto Quotidiano o a Micromega se continua così). La politica è una cosa seria. Sta dentro un contesto democratico. La democrazia ha delle regole. Quelle regole prevedono che si debba convivere con la pluralità di idee. E’ difficile per tutti a volte.  Siamo tutti dei piccoli dittatori pericolosi e finché non governiamo non possiamo sapere quale sarà il nostro rapporto con il potere. Oggi, deponendo D’Alema e Berlusconi (E Veltroni e Fioroni e i Letta e le Finocchiaro) non vi affiderei il Paese. Invece preparatevi. Perché noi che eravamo i giovani siamo già i vecchi. E tocca a voi. E dovete parlare. Non sgomitare sotto i palchi occupati dagli zombie. La Questione Morale che considero priorità nel Paese di combatte con il ricambio, con la non cristallizzazione dei ruoli. Lavorate entrambi in tal senso. Altrimenti siete inutili tutti e due.

Il racconto, nelle due versioni di Matteo e Ciccio lo trovate su FB…cliccando sui nomi potete leggerli o vederli.

E questa è per tutti voi:

È triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. 
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati… Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi 
quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. 
Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati 
(benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. 
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. 
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. 
La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola 
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi  sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi 
caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio 
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, e lo stato psicologico cui sono ridotti  (per una quarantina di mille lire al mese): 
senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); 
umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (essere odiati fa odiare). 
Hanno ventanni, la vostra età, cari e care. Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia. 
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete! I ragazzi poliziotti  che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato,  appartengono all’ altra classe sociale. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici. […]

p.s. i nostalgici di Valle Giulia non facciano commenti che dei giovani di oggi non ne sanno un cazzo.