Roma. Mi avete fatto incazzare.

Non ne posso più. Lo confesso. Sarà che non abito a Roma da più di un anno e che giro l’Italia da sempre, ma non è tollerabile questo bombardamento ipocrita. Una specie di moda. Come un Moncler. Spara Gassman (a dire il vero l’unico che almeno ha mostrato un po’ di senso civico) arrivano Verdone, Muccino (che pare abbia postato foto del 2009 e del 2013 e sarebbe da chiedergli i danni)  e Proietti (anche lui propositivo va detto). Tutti romani. Tutti der cinema, tutti der salotto buono della Roma passata. E qui mi fermo non voglio infierire sulla Grande Bellezza. La grande Cultura del modello Roma consumata come una cicca di sigaretta evidentemente (io se fossi un intellettuale romano di quella generazione un po’ di autocritica indivanata me la farei)

Si sono svegliati con il New York Times? Si sono svegliati perché sui giornali non si parla di altro? O forse ad un certo punto è scattato l’effetto bullismo da branco? Come con il compagno di scuola brufoloso preso in giro dal bullo della classe, tutti cominciano a tirargli i cartoccetti per non sentirsi meno sfigati del bullo della classe.

Possibile che Muccino non si fosse accorto degli abusivi di cincaglierie a Fontana di Trevi ai tempi di Veltroni? Li vede solo ora?

Allora ho fatto un esercizio. Ho aperto google e ho cominciato a scrivere il nome di una città qualsiasi, fregandomene di che colore sia il sindaco, con la parola degrado accanto. Come filtro ovviamente ho messo gli ultimi 12 mesi. Non le troverete in prima pagina sui giornali nazionali e internazionali, ma questo vi dovrebbe fare pensare. Come se l’Italia fosse un buco nero inghiottito da Roma e non ci fosse niente altro. Che non significa che a Roma non ci sia un problema, ma non sarà che forse andrebbe fatto un bel discorso serio sul patto di stabilità, sul governo delle municipalizzate, sulle politiche di accoglienza e di contenimento (o gestione) del degrado sociale di TUTTE le città? Non sarà che abbiamo un problema in tutta Italia e vada fatto semplicemente un bel ragionamento politico complesso e collettivo invece di fare la sassaiola contro uno per non guardare il resto?

Ecco cosa viene fuori.

Cagliari.

Torino.

Padova.

Brescia.

Palermo.

Milano.

Napoli

Firenze.

Parma

Ah, dimenticavo Roma. Prima di Marino. E prima di Alemanno, giusto per non apparire di parte.

Potete continuare. Io ora ho sonno e vado a dormire.

La minchiata di Palermo.

La cosa assurda è che a Palermo hanno perso tutti:

Ferrandelli e la linea Lombardo (minoritaria) vincono ma non sfondano e visto che gli altri 3 candidati sono anti-lombardo il tema è evidente: alle primarie del centrosinistra se vogliamo leggerle come voto a Lombardo, quest’ultimo pesa solo il 30%…a meno che Ferrandelli non divenga il sindaco di un altro asse buono solo per il laboratorio sicilia.

Faraone (che ha comunque fatto un gran risultato) appoggiato da Renzi, non ce la fa a superare la Borsellino che era la vera avversaria per il rilievo nazionale della sfida. E forse come a Genova i due litiganti in cui si giocano altre questioni che non hanno a che fare con la città finiscono per elidersi a vicenda.

La Borsellino e il trio di Vasto (Bersani, Vendola e Di Pietro) che a Palermo con un nome famoso e un centrodestra allo sbando pensava di fare una passeggiata di salute per rinvigorire il famoso scatto e fare fuori il giovane rottamatore.

Ma soprattutto ha perso Palermo.

Ricordarsi che al sud ci si sta e non ci si scende quando serve. Palermo è allergica a Roma più di quanto lo sia Bergamo. E non a caso i Mille erano bergamaschi e a Palermo si aspettano ancora la distribuzione della terra promessa secoli fa.

Ed è allergica anche a chi da quella terra se ne va e torna solo ad imporre scelte.

L’errore il PD lo ha fatto tanto tempo fa quando ha concesso alla Finocchiaro di tornare a Roma dopo avere perso le regionali. Bastava girare per le strade del centro sinistra per sapere che quel tradimento non sarebbe mai stato perdonato. Siamo siculi, altro che celodurismo. Ma Sciascia lo avete letto? Il verbali di Buscetta? Noi siamo così.

Non mafiosi, badate bene. I siciliani hanno una caratteristica che gli altri italiani non hanno. I siciliani ricordano, anche quando non sembra.

Bersani e Vendola e Di Pietro sono stranieri a Palermo e la Borsellino se ne è andata in Europa, bella sistematina.

Faraone è stata una sorpresa visto che aveva solo Renzi, niente partiti nazionali e poco apparato. Ma non è bastato, non a Palermo.

Ferrandelli è un caso particolare forse più complesso di ciò che pensiamo. Perché accanto a Lumia e Cracolici c’era anche Sonia Alfano e Rosario Crocetta, la prima vicinissima a De Magistris notoriamente “l’altro IDV” rispetto a Di Pietro ed il secondo  eurodeputato PD. Da solo non può vincere, cerchiamo di capire se questo ragazzo di 31 anni, magari anche usato dall’apparato PD filo-lombardo per dare un segnale a Roma, può rappresentare il capofila di una grande squadra che comprenda l’offeso Orlando (che aveva minacciato di candidarsi, ma dovrebbe rassegnarsi per non fare la fine di Rutelli e Bassolino) fino alla bravissima e coraggiosa Antonella Monastra e ai movimenti a cui ha dato voce.

Astenersi analisi nazionali. Palermo non è considerabile laboratorio Italia visto che è solo terra di conquista e saccheggi. L’unico laboratorio Italia è l’Italia che comprende Torino e Palermo insieme passando per Napoli,Cagliari, Milano e…cucù….Roma. Bersani deve avere più coraggio e si deve imporre di più…l’errore di Palermo lo ha fatto Orlando che ha peccato di presunzione e ha trascinato tutti in questo harakiri al brodetto di Vasto. A volte dire no, sarebbe una gran cosa.

E’ tutta in questa sintesi che mi scaturisce dai globuli rossi siculi la minchiata che abbiamo combinato a Palermo.

Una moratoria sulle alleanze per favore.

Scalfari dice che il PD deve allearsi con il Terzo Polo e candidare Monti.

Gilioli dice che il centrosinistra deve sbrigarsi a produrre un premier perché il centro destra è al lumicino e la nostra lentezza ha il sapore dell’ennesimo suicidio.

I fatti:

Casini spalmato su Monti tenta di cavalcare il consenso popolare che sta premiando Monti in tutti i sondaggi, da bravo opportunista anche perché sa che essendo la maggioranza parlamentare di centro destra difficilmente Monti riuscirà a fare la parte sinistrorsa delle riforme (welfare e patrimoniale e liberalizzazione delle caste e castucce).Mi perdoni il vecchio Scalfari ma io lo ripeto; mai con l’UDC forza estremista clericale e a livello locale degna spesso del peggiore PDL. Io capisco che Scalfari forse non esce più di casa, ma la realtà è ben diversa dai sorrisetti di Pierferdi.

Bersani non credo sia così felice di vedere quei sondaggi che dicono che il popolo del PD per quasi il 70% vuole Monti premier (che secondo me nella nostra testa è il Prodi che avete sempre desiderato). SeL ed IDV cavalcano in modo cannibalesco e parassitario il fatto che il PD appoggia Monti e cercano di accumulare consenso tra gli scontenti per poi battere cassa al PD. Spiace dirlo ma Vendola e Di Pietro non stanno onorando la foto di Vasto: vogliono stare con il PD ma nel frattempo gli scavano la terra da sotto i piedi. E lo dice qualcuno che quell’alleanza l’ha sempre voluta.

Berlusconi deve correre in aiuto ad Alfano con il cerone che ormai cola con evidenza dai solchi della sua plastica facciale.

Bossi è tornato a fare il capetto fascista e a declamare violenze e strafalcioni democratici.

Rutelli, scomparso tranne che a Ballarò.

Fini, non pervenuto.

Grillo, ha appena ucciso il suo movimento perché lo trova troppo partito.

Mi dispiace dirlo ma continuo a pensare che la soluzione risieda nel costringere la politica ad un’unione coatta. Una legge elettorale con alto sbarramento e a vocazione maggioritaria è l’unico sistema per fare crescere la nostra democrazia. Attenzione. Non sto dicendo che voglio fare fuori Vendola e Di Pietro. Voglio dire che li voglio dentro un progetto, fin da subito, in cui ci si prende oneri ed onori delle scelte politiche collettive. Si definisce una benedetta strategia dai pensieri lunghi, un programma e ci si presenta con quello. Ma oggi a parte appoggiare tutti insieme Rita Borsellino alle primarie di Palermo, cosa ci unisce? Quale idea di lavoro, quale di diritti civili, quale di sviluppo industriale o fiscale?

Scalfari ha ragione quando individua in Monti qualcuno che sta dicendo chiaramente al Paese qual’è la sua idea di Paese. Ma da qui a dedurre che allora deve essere il premier di PD ed UDC ci passa l’incapacità di leggere cosa accade fuori dai salotti.

E noi, che vogliamo parlare agli italiani e non alle sigle, sembriamo dei folli. Lo so.

A Palermo sfilarsi da Vasto (o dall’anti Vasto)

A Palermo, nella città di mio padre, io voterei Antonella Monastra ginecologa dei consultori di periferia,vera outsider di queste primarie.

Sbagliano Bersani e Renzi a farne una guerra di risalto nazionale, sbagliano Vendola e Di Pietro a vedere Vasto dentro Palermo. Tutto questo non fa bene e non farà bene a Palermo. La Sicilia va vissuta nel tempo, senza calate temporanee. La verità è che nessuno la coscienza pulita a Palermo.

Anche la Borsellino che si sta prestando ad una battaglia che nulla ha a che fare con Palermo. Ho paura che non ci sarà una vittoria schiacciante e che questo avrà ripercussioni sul voto vero…certo è che la destra è scomparsa e questo forse può giovare anche alla nostra debolezza. Chissà. Forse Borsellino vince con meno del 50% ma poi riesce a vincere le elezioni vista la situazione dall’altra parte. Vedremo.

Io penso molto umilmente che la Finocchiaro dovesse restare a costruire una classe dirigente nuova.

Cose da sapere sull’aborto.

“Nell’autunno del 1957 il corpo di una ragazza di diciassette anni veniva adagiato su un tavolo anatomico, nella penombra di una stanza dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Palermo. La giovane, in fin di vita, era stata trasportata dal suo piccolo paese nell’interno siciliano in un disperato tentativo di salvarla, ma era morta lungo la strada provinciale.”

E poi

A Palermo, per le primarie…

….voterei Antonella Monastra di cui mi raccontano da mesi, se non da anni e che credo sia il vero elemento di novità in una città dilaniata dal malaffare e dal malgoverno. Mi piace che si sia data un tetto di spesa e che stia pubblicando le spese della sua campagna. Ma non è solo questo e ve lo racconterò meglio.

Non voterei per l’asse Borsellino-Orlando sostenuto da Di Pietro, Vendola e Bersani perchè è un asse vecchio che ha già dato, che mi sembra più il tentayivo di tenere in piedi un’alleanza che non riguarda Palermo che per fare qualcosa per la città. Annovero Orlando nel gruppo dei grandissimi sindaci degli anni 90 come Rutelli e Bassolino che poi, dopo, non hanno saputo fermare la propria ambizione politica. Se è vero che il PD Nazionale sta pagando la sua campagna elettorale  aprirei una riflessione molto seria sulla nostra capacità, come PD, di determinare la crescita di nuove e sane classi dirigenti. In ogni caso non si può non rilevare che con questa operazione il PD Nazionale sconfessa tutto il PD siciliano. Potevamo farlo prima, no? Ora non abbiamo più la dovuta credibilità.

Non voterei per Faraone perchè è un deputato regionale che fino ad ora ha appoggiato Lombardo pur con i dovuti distinguo. Purtroppo anche se e’ stata spesso una voce di opposizione (come mi fanno giustamente notare) finisce nel mucchio “piddino”. Quello che vorrei far capire a tutti e’ che a volte le “rotture” forti sono momenti di crescita e il PD Sicilia andava spezzato in modo chiaro. Lo spirito unitario danneggia i migliori, non il contrario. So bene che Davide e’ all’opposizione dentro il PD che appoggia Lombardo, ma l’impressione che ho e’ che non se ne abbia avuta la giusta percezione.

Intravedo nella sua candidatura anche i risvolti del duello Renzi-Bersani e voglio pensare a Palermo e solo a Palermo. So che intorno a Faraone si raccoglieranno molti democratici palermitani che stimo e Faraone sarebbe stata la mia scelta se non ci fosse stata Antonella. In ogni caso se dovesse vincere ne sarei contenta.

E nemmeno Ferrandelli messo in campo da altri notabili locali storici per tenere il punto con il partito romano.

In ultimo. A Palermo si vuole fare un registro per gli stranieri. Ho già detto come la penso qui e la trovo una follia.

Intanto per le primarie di Palermo….

….pare che vogliano chiedere agli stranieri di pre-registrarsi per poter votare alle primarie.

Ho riflettuto a lungo sulla questione del voto agli stranieri. Chiedere loro di preregistrarsi equivale non solo a razzismo, ma a classismo e razzismo insieme…nel senso che stiamo discriminando gli stranieri perché temiamo che in quanto potenzialmente più poveri possano essere corrotti…allora dovremmo togliere il voto anche agli italiani non abbienti o senza reddito. Insomma invece di toglierci dalle palle i corruttori ce la prendiamo con una categoria potenzialmente corruttibile. Una follia.

p.s. allora facciamo un benedetto albo degli elettori del PD e pre-registriamo tutti. Oppure nessuno. Parliamone, ma non creiamo diseguaglianze.

La democrazia misurata dallo stato di salute dei suoi strumenti: i partiti.

Dice su facebook l’onorevole Morassut, autorevole esponente del PD laziale ieri su FB:

Quando un eletto, come accaduto a Roma nei giorni scorsi, che rappresenta l’intero Partito organizza manifestazioni pubbliche autonome con grande dispendio di mezzi per pesare nel partito non con le idee ma con una presunta potenza, in un partito come il PD deve porsi un problema. Soprattutto quando questo diventa un costume diffuso e non un caso isolato. Un partito che vuole aprirsi alla società deve bandire queste iniziative.”

E’ di oggi la notizia che il senatore Lusi, oggi PD, ed ex tesoriere della Margherita avrebbe confessato di essersi appropriato in qualità di tesoriere di rimborsi elettorali per scopi personali. Sembra che Lusi abbia confessato. Io dico che secondo me dobbiamo smettere di fare i finti tonti che cascano dall’albero quando arriva la magistratura. Ville, case, manifesti ovunque e per tutto l’anno, anche per fare auguri di Natale, bella vita.

La politica sarà anche casta, ma si vede anche dalle scarpe chi usa quei soldi per battere i territori o per fare altro. Ci sono consiglieri regionali e deputati con le suole usurate, che fanno la fila alla posta, che pagano i loro collaboratori con un contratto in regola, che i soldi li usano per fare politica, per viaggiare, per dare una mano ai circoli o per supportare iniziative sane di associazioni e società civile.

A Palermo il PD ha passato i mesi ad appoggiare la giunta Lombardo e molti (non tutti e voglio ricordare Mila Spicola e Giuseppe Ciraolo che in tempi non sospetti ci hanno trascinato a combattere quella follia, lotta sempre caduta nel totale silenzio malgrado la pioggia di avvisi di garanzia) per salvaguardare l’unità del partito non si sono opposti.

Così oggi a Palermo non si riesce a mettere in campo un’alternativa credibile al disastro di Cammarata.

Nemmeno le primarie si riescono ad organizzare. I nomi che si leggono, oggi, sono quelli di Orlando (grandissimo sindaco dell’era in cui lo erano anche Bassolino e Rutelli) e quelli di Rita Borsellino che rappresentano gli ultimi venti anni di centro sinistra siciliano. Così persino la battaglia di Davide Faraone, sembra essere assolutamente illegittima, perché in un partito immobile per restare uniti, chi fa la voce fuori dal coro è sempre un guastafeste. Su Faraone non ho un’opinione e probabilmente questo è un problema, perché un partito che non funziona non consente a nessuno di farsi un’opinione corretta sui suoi esponenti. E quindi genera astensione. Genera odio. Genera sfiducia. Genera l’appiattimento del “sono tutti uguali” che poi finisce per favorire solo chi il voto se lo costruisce a livello clientelare.

Perché se i partiti stanno male, la democrazia sta malissimo. E se volete sapere come sta il PD del Lazio ve lo racconto qui. E ve lo racconto perché se ne parliamo le cose poi cambiano.

Cambiano perché tutti lo sanno e soprattutto perché chi vorrebbe che certe cose non si sapessero, invece di nasconderle, semplicemente dovrà smettere di farle. Alziamo questa benedetta asticella.

19 luglio 1992 – 19 luglio 2011 (in morte di un magistrato e la sua scorta)

Ne ho parlato spesso, ero a Palermo quel giorno. Ho visto via D’Amelio come Beirut, ho sentito Caponetto dire che si arrendeva. Ho visto sgretolarsi le facce dei ragazzi di ventanni sotto il sole caldo e secco della Sicilia ferita a morte.

Poi più niente, ricordate? La Mafia ha ucciso chi sapeva tutto, chi poteva annientare il sistema con la complicità di altri poteri. Il potere politico per prima. Poi più niente.

Niente più morti che non fossero di guerra interna.

Niente più bombe.

Eppure la Mafia oggi è più forte ancora. Si è trasformata, mimetizzata. E’ persino divenuta modo di comportarsi collettivo. E’ un virus.

Oggi ricordo questa frase: ‎”Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.” Paolo Borsellino.

E dico:  la politica ricordi di essere il primo luogo fertile delle mafie. I partiti facciano piazza pulita del marcio. Tutti sanno tutto. Tutti sanno chi paga per avere voti. Tutti sanno chi è votato perché poi si comporterà in un certo modo o lascerà fare.

La politica abbia il coraggio di trasformare parole e fiaccolate in fatti visibili.