REGIONALI, ALICATA (PD): “ NON ADERISCO ALLA PIATTAFORMA DI ARCIGAYROMA”

Chiedo a PD e tutta la coalizione di adottare quella più completa ed inclusiva denominata “TESTIMONI DI CIVILTA’ (che potete trovare qui: http://lampidipensiero.wordpress.com/2010/03/05/sel-testimoni-di-civilta/) , proposta dal tavolo Queer di SeL. Sono certa che anche Emma Bonino, per sua vocazione, vorrà aderire a tale piattaforma, dimostrando che la regione Lazio, con lei e con noi sarà una Regione in cui la diversità sia un valore e l’uguaglianza totale un diritto. La politica deve ricominciare a spiegare – conclude Alicata lesbica e candidata con il PD – che parlare di omosessualità e transessualità è parlare di accessibilità, nello stesso modo in cui stiamo conducendo la battaglia per gli asili nido, vera frontiera della parità di genere.”

La Polverini, gli amici gay e che cosa è la serenità.

La Polverini non sa bene come affrontare il tema delle coppie di fatto. Certo…non è la sola.

E cade nell’eterna gaffe omofoba: ha tanti amici gay che, sostiene, vogliono vivere serenamente e non ritengono che il matrimonio sia una priorità. Poi però aggiunge che le coppie di fatto vanno regolamentate.

Potete leggere qui:

Ora io dico…è mai possibile che non si riesca ad essere sinceri con i cittadini? Il matrimonio non è andare a comprare un vestito bianco o lanciare un bouquet. Matrimonio è prendersi delle responsabilità, assumersi dei doveri. Avere il diritto sacrosanto di lasciare l’eredità al compagno o di assisterlo in ospedale. O di avere la reversibilità della pensione. Se la politica lo raccontasse così all’Italia, il matrimonio (cioè come è davvero), sono certa che i sondaggi dei favorevoli schizzerebbero alle stelle.

Ma non c’è interesse. Di certo non è solo un difetto della destra. Certo NON è un difetto di Emma Bonino come non lo è del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino che sabato sposerà virtualmente una coppia di donne che sta insieme da una vita, testimoniando l’impegno di tanti dirigenti del nostro partito per una vera laicità.

In attesa del 23 marzo…giorno in cui la Corte Costituzionale si dichiarerà sull’argomento.

Sono giorni.

Sono giorni abbastanza convulsi (come alcuni di voi sanno o possono immaginare). Mi sento un po’ in colpa per il silenzio in questo luogo dove più o meno ogni giorno per 4 anni ho avuto qualcosa da dire. Di solito è il contrario…uno apre un blog alle soglie di una competizione elettorale. Ma a volte il silenzio, il raccoglimento delle forze e delle energie e delle idee è la cosa migliore.

In realtà non abbiamo mai prodotto (o semplicemente riorganizzato) tanto materiale in così poco tempo. Trasformare le sensazioni di ogni giorno, in proposta, in credibilità affinché non siano solo chiacchiere.

Organizzare, fare rete, andare a pesca. Imparare. Ascoltare. Vedrete che saranno 39 giorni convulsi e pregni e non sentirete certo la mancanza di comunicazione.

Intanto vi abbraccio tutti e se avete qualche suggerimento la mia mail è sempre là, oppure come sempre dibattiamo qui.

Lazio. Una Regione Normale.

Come è noto (e ben descritto da Elfo, qui)  ai cittadini laziali, Renata Polverini si è spolverata quel poco di laicità dimostrata di recente (vedi partecipazione alla fiaccolata del 5 settembre contro l’omofobia accanto a noi) e ha subito tranquillizzato i compagni di merende dell’UDC e Cardinal Ruini sceso in campo preoccupato e ha subito chiarito a noi tutti, e purtroppo, che la campagna elettorale sarà, per parte sua, ideologica. Si accanirà sulle vicende personali dell’ex presidente Marrazzo non in termini di correttezza istituzionale (vedi accettare il ricatto), ma in termini di prurito perbenista (avere avuto rapporti sessuali con alcune transessuali) ed ovviamente tenderà a relegare Emma Bonino nell’ angolo delle questioni eticamente sensibili (che etiche e sensibili sappiamo non essere).

Un vero peccato questo atteggiamento della Polverini che ne impoverisce la caratura politica (perlomeno mediatica) che si era guadagnata sul campo (o a Ballarò) in questi ultimi tempi. Peccato perché sarebbe stato bello vedere un sano scontro politico tra due donne in gamba e con una lunga storia reciproca e non provenienti da lettoni russi o da calendari post craxiani.

Mi sarebbe piaciuto misurare la superiorità femminile su taluni argomenti (è notorio che le donne sono meno omofobe, malgrado le ultime dichiarazioni di Sabrina Ferilli, discusse da da Fabio qui), ma più di tutto mi sarebbe piaciuto che di omosessualità, famiglie normali non si parlasse affatto, dando per scontato che il Lazio (come per esempio Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna) è una regione già normale, dove normale, per me è europea (e non becera e clericale).

Mi sarebbe piaciuto osservare Bonino e Polverini alle prese con due culture differenti di affrontare la sanità o il precariato del terzo settore che afflige la nostra regione. Sarebbe stato interessante analizzare le soluzioni di una sindacalista di destra e di una liberale schierata a sinistra. Mi sarebbe piaciuto parlare di squadra di governo. Di viabilità. Di nucleare. Non in forma di spot, ma in modo approfondito. Ci avevo sperato.

Invece come al solito la massima priorità dei nostro politici è mettere bene in chiaro il loro concetto di famiglia e di normalità.

Mi piacerebbe che Emma andasse avanti per la sua strada e sono certa che lo farà. Mi aspetto da lei che non sia di un millimetro diversa da ciò che è stata fino ad oggi (malgrado le sicure pressioni che qualcuno del mio partito le farà) e su certi temi non ha bisogno di dimostrarci più nulla, piuttosto parliamo di asili pubblici, di sanità, di scuola o di controllo qualità delle strutture convenzionate con l’erogazione del pubblico, secondo me una delle chiavi di volta di questa battaglia elettorale. Abbiamo bisogno di dire ai cittadini del Lazio che la Regione Lazio, con Emma Bonino, sarà una regione più fruibile ed efficiente. E secondo me la Bonino, se glielo lasciamo fare, è più credibile della Polverini nel saper gestire questo processo.

La vittoria di Emma Bonino sarebbe la dimostrazione che certi argomenti non sono così importanti per i cittadini, ma sono normalmente parte di un programma più vasto che comprende tutto e non esclude niente.

P.S. come potete vedere dall’etimologia della parola c’è un legame strettissimo tra norma e conoscenza.

Considerazioni sulla regione Lazio: perché no alle primarie e cose da fare subito.

Tempo fa, esercitando l’arte del cinismo e dimenticandomi delle regole della legge elettorale regionale, avevo visto nella candidatura di Emma Bonino l’argine alla fuga di voti da sinistra verso la Polverini e, pur pensando personalmente di votarla, ritenevo che il PD dovesse trovare un candidato da 35-40 punti % che poi al ballottaggio potesse allearsi con la Bonino.

Posto che la legge regionale NON prevede ballottaggio, anche un solo candidato in più rispetto alla Bonino significa consegnare la regione Lazio alla Polverini la cui foto, a braccetto con Gasparri, mi ha messo definitivamente paura più della disquisizione sul rigonfiamento di tessere dell’UGL.

Alcune considerazioni:

1)      le primarie hanno senso quando sono vere. Cioè quando c’è in campo una vera competizione (vedi Vendola-Boccia di 5 anni fa, vedi Obama-Clinton, vedi il congresso del PD). Hanno senso quando c’è una vera competizione, non quando si chiama palesemente a ratificare ciò che anche le pietre gridano.

2)      Le primarie devono essere fatte nei tempi richiesti dalla politica. NON due mesi dopo che l’avversario è già in campo

3)      Per questi suddetti motivi, pur trovando alcune dichiarazioni di Pannella fuori luogo (ma ognuno ha il suo D’Alema-padrone ingombrante) ritengo che Emma, all’alba delle elezioni abbia fatto bene a candidarsi

4)      La responsabilità della mancanza di primarie è da imputare tutta alla nostra incapacità di essere leader di una coalizione. Nostro compito d’ora in poi condurre la coalizione a livello nazionale ad accettare alcune regole di reciproca convivenza e soprattutto, un programma ben definito che non sia “vincere contro Berlusconi”.

5)      L’UDC ci ha menato per il naso. Glielo abbiamo lasciato fare. Ricordarselo cortesemente.

Alcune proposte:

1)     una conferenza programmatica immediata in cui Emma Bonino possa confrontarsi con tutte le parti sociali. Penso ad un teatro enorme, un’intera giornata. Emma è una perfetta candidata laica, ma ha dei punti delicatissimi da risolvere (o da chiarire o da evolvere, comunque da discutere) sulla questione “welfare”.

2)     Una squadra da metterle attorno che rappresenti il buono che in Regione è stato fatto fino ad oggi e un’evidente ricambio generazionale e di genere pescando in tutti i partiti nuova “forza”, quella piantata nel 2010, consapevole dei problemi sociali di oggi. Giovani e donne alle prese con la precarietà e con l’impossibilità di mettere su famiglia.

3)     Una task force dedicata alle maggiori fragilità della Regione, in primis la Sanità. Pochi definitivi punti: cosa fare per i piccoli ospedali. Cosa per le prestazioni convenzionate: in che forma, in che misura, con quale controllo qualitativo?

Noi (PD) conosciamo meglio di tutti i problemi e i punti di forza di questa regione. Mettiamoci al servizio di Emma, guidiamo la comunicazione di questa campagna, facciamo capire che Emma rappresenta il giusto “cambio” dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi, ma anche la giusta valorizzazione per ciò che di buono è stato fatto.

Secondo me…vinciamo e può essere una vittoria che cambia gli assetti: cioè che può vincere una candidata laica se preparata perché gli elettori quello vogliono e che si può vincere anche senza l’UDC.

Lazio. Se proprio vogliamo parlare di strategie.

La candidatura di Emma Bonino, ufficializzata nella notte è di quelle notizie che ti mettono il buon umore ed i miglior regalo che la Befana potesse farmi trovare appesa al…caminetto.

Emma Bonino si candiderà da “sola” visto che a quanto pare la sua candidatura dal nostro partito non deve essere mai stata nemmeno presa in considerazione (già…perché dopo lo scandalo Marrazzo contrapporre ad una donna preparata, un’altra donna preparata?).

Ma questa candidatura ha il sapore, finalmente, di una strategia (non so se concordata perché non credo che baffino sia così fino). Sentite qui:

1) la candidatura della Polverini è fortissima dal punto di vista “emotivo”. Inoltre la nostra titubanza razionale, comprensibile solo agli addetti ai lavori e ai fedelissimi al brand “centro-sinistra”, sta allontanando, di già, gran parte dell’elettorato. Elettorato che poteva essere catalizzato solo da uno come Nicola Zingaretti.

2) l’UDC, nel Lazio strettamente collegato a Caltagirone, e quindi molto ben finanziato, appare essere importante per decidere gli equilibri.

3) la candidatura della Bonino fa sorridere i democratici laici ma lascia perplessi, certamente, i duri e puri di sinistra e i cattolici, ma può catalizzare quella parte di elettorato “laico e liberale” che, incazzato per l’andamento delle scelte nel centro sinistra potrebbe astenersi (vedere caso Rutelli) o addirittura votarla.

A questo punto se fossi Bersani NON appoggerei la candidatura della Bonino (comunque esprimendole tutta la mia stima) ed individuerei un buon candidato/a che raccolta il 42% (e far su una bella squadra giovane e nuova e femmina). La Bonino può raccogliere, secondo me, un buon 10/12% e fare l’ago della bilancia. Per assurdo questa candidatura potrebbe spaccare il voto cattolico in due e quindi “disperdere” il ricatto bianco (il mio sogno).

Che dite voi?