Dopo la Polverini a chi tocca

L’intervento che oggi non ho letto in direzione PD Lazio per le sopravvenute dimissioni della Polverini. Aggiungo che a questo punto dobbiamo chiedere la NON ricandidabilita’ di tutti consiglieri come atto simbolico e l’uscita del PD da tutti i consigli di amministrazione delle aziende regionali.

Eccolo.

Care democratiche e cari democratici, oggi avrei voluto che discutessimo della vita di Mario, Agnese, Roberta e Francesco. Di come aiutare Mario che fa il grafico precario e non viene pagato. Non viene pagato dall’azienda per cui ha lavorato perché questa, a sua volta, non viene pagata dall’azienda regionale mandataria. Di Agnese che ha un figlio diversamente abile e le hanno tagliato i fondi per l’assistenza. O di Roberta che non ha più l’ospedale vicino casa. O di Francesco che pur avendone diritto non avrà la borsa di studio per i tagli della Polverini. Invece ci toccherà discutere non soltanto del fotografo personale della Polverini, il cui stipendio, regionale, valeva da solo una dozzina di queste borse di studio, ma anche se e quanto i nostri hanno contrastato nelle sedi istituzionali e denunciato in pubblico questo scempio. Come mai prima del patatrac si sentivano solo le grida dei due consiglieri radicali? Noi, il PD, partito popolare che primo fra tutti dovrebbe difendere il bene comune, ci siamo svegliati solo dopo lo scoperchiamento delle magagne? Ma non sono qui per fare la morale agli altri. Siamo nello stesso partito, un partito che per primo considero un Bene Comune e che vorrei, come la maggior parte di noi, perno della rinascita di un Paese martoriato dalla crisi di cui la questione morale è parte aggravante incredibile. Vorrei che qui trovassimo una via d’uscita, un sistema per fare divenire l’operato del nostro partito e dei nostri eletti una scatola di vetro, trasparente, accessibile e discutibile. Almeno per il futuro.Per raccontarvi che cosa accade fuori di qui mi sono permessa di appuntarmi alcune osservazioni dei nostri militanti che voglio ripetervi per dar loro voce in questa sede, anche solo simbolicamente. ” cercherei di mettere l’accento sul fatto che la trasparenza non può che fare bene al PD; darei un certo peso al fatto che, per giunta, alcuni di essi non versano (è ancora così?) quanto dovuto al PD Lazio pur sapendo la criticità della sua situazione finanziaria.” “…chiederei piuttosto che non si ripresentasse, che la maggior parte del gruppo regionale non si ripresentasse, questo si, per scarsa capacità e scarsa produttività””chiederei conto dello scarso rendimento, e/o connivenza con la maggioranza.” “Il rilievo da fare è quello di non aver sentito l’esigenza di opporsi ad uno stanziamento di fondi spropositato e non in linea con il clima di austerità che pervade il Lazio come il resto dell’Italia. L’osservazione è quella di non aver sentito prima l’esigenza di rendere pubblico il bilancio (anche se quasi tutti i gruppi non l’hanno ancora fatto).” “Dove stavate quando l’ufficio di presidenza, in cui siete rappresentati, approvava quel meccanismo nefasto di moltiplicazione dei fondi. Era difficile capire che distribuire 12 milioni di euro in un anno ai gruppi consiliari, per giunta senza alcun meccanismo di controllo, senza nessuna regola, era una cosa scandalosa? Dove stavate quando il Pdl presentava i suoi bilanci al Comitato regionale di controllo contabile, nel quale pure siete rappresentati?” Ben vengano le vostre dimissioni, ma sono tardive. Ve lo dico chiaramente: non avete fatto tutti e in modo coordinato la giusta opposizione. Non vi siete opposti abbastanza. Avete accettato la moltiplicazione delle commissioni. Avete accettato la moltiplicazione dei fondi. Avreste potuto anche accettarli e poi in un’operazione altamente simbolica destinarli in modo pubblico ad opere di bene comune. Pensate quanto avrebbe fatto fatto bene al Lazio ed anche al Partito. E che dire dell’astensione sullo statuto regionale di Storace nell’agosto 2004? Si astennero Giulia RODANO, oggi IdV, D’ANNIBALE, PARRONCINI e LUCHERINI, tuttora consiglieri, CARELLA oggi deputato, META, allora capogruppo e oggi deputato; Francesco DE ANGELIS, oggi parlamentare europeo, votò addirittura a favore. Di quelli che oggi sono nel PD solo Alessio D’AMATO, allora nel PdCI, aveva votato contro…assecondando anche nel passato statuti e regolamenti inefficienti e mangerecci della destra laziale siete corresponsabili della campagna denigratoria di oggi che partendo dagli sprechi e gli imbrogli mette in discussione le stesse autonomie regionali volute dal centrosinistra e colpisce buoni e cattivi, danneggiando le regioni che abbiamo governato bene: come usciamo da tutto questo? Chiediamo per tanto al segretario di stabilire una road map che entro 30 giorni, per quanto riguarda l’attività sia del Gruppo che del Partito. A mio avviso ne usciamo:1. Facendo quel che diciamo, anzitutto. Dimettendoci davvero, subito, non replicando i teatrini della Polverini.2. Dandoci regole certe, con tempi di attuazione non interpretabili.3. Vagliando con attenzione la ricandidabilità di ciascuno a qualsiasi altra carica elettiva sulla base dell’attività svolta, delle scelte fatte, del grado di responsabilità rivestita.4. Costruendo per il futuro liste competitive e aperte al rinnovamento, non recinti atti ad assicurare la rielezione di chi è già dentro. Se queste cose non le facciamo noi per primi ci dovremo intestare l’aggravarsi del fenomeno dell’antipolitica. Noi crediamo al sistema partiti, ma dobbiamo anche risanarlo, altrimenti saremo tutti travolti.5. Nominando una commissione che redige un regolamento interno per la destinazione, il controllo e la trasparenza dei fondi gestiti dal PD Lazio (comprendendo anche la valutazione di come quantificare gli stipendi delle risorse e la valutazione delle assunzioni), regolamento cui si dovranno ispirare gli analoghi regolamenti interni che urgentemente il PD Lazio esigerà anche dal gruppo PD alla Regione e dai gruppi PD delle province. [Signori consiglieri come facciamo a sapere se le spese nei ristoranti sono state e saranno normale attività politica o un modo di finanziare i sodali o se stessi? Come facciamo a sapere se la quantità straordinaria di manifesti che avete finanziato sono state e saranno per promuovere il rapporti dell’intero gruppo PD regionale con il territorio o invece per eventi di corrente relativi a singoli consiglieri o candidati alle primarie? Se erano legali o abusivi? Definiamo tetti di spesa, criteri di opportunità, linee guida per i nostri incontri e le nostre campagne di comunicazione. Facciamolo subito. La certificazione è importante, ma è un’operazione tecnica (segnalo che per il PD Lazio è cominciata nel 2011 mentre per i bilanci delle province non c’è ancora); qui cè bisogno di politica.]6. Maggiore coordinazione tra partito e attività politica degli eletti. Che sia più coerente, più condivisa, meno personale, meno geografica (se facciamo incontri solo nei feudi elettorali, cari consiglieri, chi si occupa degli altri cittadini?7. Rispettando una promessa elettorale delle primarie non ancora realizzata dal Segretario: la pubblicazione dei redditi personali di tutti gli eletti del Lazio8. Rispettando l’obbligo statutario di rendere pubblici i contributi ricevuti (speriamo non dal gruppo consiliare regionale) e le spese elettorali sostenute dai singoli candidati (incluse quelle delle primarie appena passate e immediatamente future) — cioè definendo subito adeguate sanzioni, senza le quali resterà sempre un optional: le spese di Bachelet per le primarie 2012 sono su web, e quelle degli altri?9. Nominando una commissione che affronta per l’oggi e per il domani il tema delle aziende partecipate, dove si nasconde una parte importante del costo della politica, dei finanziamenti impropri, delle tangenti: o anche su questo vogliamo aspettare che la tegola ci cada sulla testa, e la nostra indignazione ex post, come quella di oggi, risulterà poco credibile?E’ a disposizione di questa Direzione un ODG già redatto da mesi che regolarizza la questione dei pagamenti al partito. Un termine definito per il versamento o l’indicazione del RID bancario. Se dopo 60 giorni dall’elezione non si ha dato seguito, espulsione dal partito. Chiederei di darne lettura e metterlo ai voti o di assumerlo.C’è un ODG Bilancio presentato da Roberta Inguscio alla scorsa direzione l’11 giugno che il segretario non ha messo ai voti dichiarando che lo faceva proprio; è ora che gli venga data attuazione.Queste due cose sono fattibili immediatamente. Le altre nove elencate prima richiedono un’iniziativa urgente e incisiva di questa direzione e del segretario. Abbiamo di fronte, vicinissime, tre e forse quattro elezioni (comune di Roma, provincia di Roma, Camera e Senato e probabilmente anche Regione). Per evitare che le gravi colpe della destra ricadano anche su di noi e tutto si risolva nel “sono tutti uguali” dell’antipolitica non basta (anche se è giusto farlo) sottolineare le differenze fra noi e loro che pure ci sono, per fortuna; se non voltiamo subito pagina attraverso scelte visibili, coraggiose e dolorose che partendo dalle dimissioni in massa dal consiglio svolgano un percorso credibile di rinnovamento, non riusciremo piú a parlare di programmi e di bene comune perché in tutte e quattro le campagne elettorali saremo costretti, invece, a rispondere sui bambini all’enoteca. Non possiamo permettercelo e non può permetterselo Roma, il Lazio, l’Italia.