Ma non avevamo detto il lavoro, il lavoro, il lavoro?

“Il governo ha assecondato ancora una volta le pulsioni peggiori del paese, congelandone i difetti più comuni. Un paese che non crede sia possibile remunerare il merito del lavoro, spaventato a tal punto da vedere nella protezione della prima casa l’unica ancora di salvezza e, infine, assolutamente incapace di pensare ad un modello di risparmio che non sia basato sulla proprietà immobiliare. Con tutto questo in mente c’è solo una domanda a cui rimane impossibile dare risposta: il Pd, il partito della società mobile e dei lavoratori, che cosa ha guadagnato? Qual è la contropartita dell’abolizione dell’Imu? Molti pagherebbero per saperlo.”

Se lo domanda Filippo Taddei  su Europa e leggetevi le considerazioni sull’Irpef, la vera “piccola” cosa che andava rimodulata se fossimo un partito che ha a cuore il lavoro e non fossimo prigionieri della solfa che “purtroppo” siamo al governo con loro. Delle due l’una: o questo governo serve al Paese e fa le riforme giuste, altrimenti se la parola “purtroppo” anticipa tutte le scelte, andiamocene a casa dopo avere varato la legge elettorale. Lapalissiano.

Io la risposta per Filippo, comunque, ce l’ho: il PD, nel senso del PD che vogliamo cambiare, con l’IMU guadagna tempo per capire come non dovere cedere potere, ovviamente potere interno. Di vincere le elezioni nemmeno a parlarne.

Agenda D: cose che cambiano la vita di un Paese

Sono queste le cose che vorrei vedere fare ad un governo, sono queste le riforme che cambiano volto al Paese.

[…] Il caso tedesco ci fornisce la più recente (e per noi forse più istruttiva) lezione sulle dinamiche politiche capaci di far concretamente avanzare l’«agenda donne». Proprio in questo mese di agosto in Germania entra in vigore una legge che garantisce a ogni bambino fra uno e tre anni un posto all’asilo, oppure altre forme di assistenza a casa sostenute dai sussidi dallo Stato. Lo schema è meno generoso di quelli vigenti nei Paesi nordici, ma è molto avanzato per gli standard europeo-continentali. Il sistema politico tedesco è riuscito a varare questa riforma grazie a una felice combinazione di fattori. Innanzitutto, da almeno tre legislature la quota di donne in seno al Bundesrat supera il 30%. Secondo gli studiosi, si tratta della soglia minima per dar voce e forza all’«agenda donne». In secondo luogo, nella sua battaglia per la riforma la ministra del Lavoro, Ursula von der Leyen (cristiano democratica) ha trovato una sponda efficacissima nelle colleghe socialdemocratiche e in particolare in Renate Schmidt, che aveva occupato la sua stessa posizione nel governo Schröder dei primi anni 2000. […]

 

Alle poste un sabato di agosto

Insomma sono andata alla posta. C’era in effetti poca gente. Ho preso il numeretto ed era esattamente quello sopra lo sportello. Proprio quello. Ho allargato le braccia ed anche l’impiegato delle poste. Ci siamo abbracciati io di stupore lui di accoglienza. “Posso ritirare anche i pacchi che ancora non sono arrivati? Quelli di tutti i prossimi inverni? E le multe che ancora non ho preso?” Gli ho chiesto allora.

O lui o noi.

Insomma queste larghe intese si fondano sull’interesse privato di un singolo cittadino. E la questione è o lui o il resto del Paese. Mi sta anche bene un’intera coalizione asservita al loro capo. Sono di destra, cosa vi aspettate? La ribellione? Ma che noi gli andiamo appresso è pura follia.

Alla faccia dei professionisti del conflitto.

Il segretario del PD…e anche del PDL.

“Il Pd deciderà in Commissione, le decisioni che assumerà per quanto mi riguarda saranno le decisioni giuste.” e anche “il partito di Berlusconi prenderà le sue decisioni e si assumerà le responsabilità delle sue decisioni”. Insomma Letta si candida a fare il segretario. Sia del PD che del PDL.

I professionisti del conflitto?

Letta dice basta con i professionisti del conflitto, io direi basta con i toni grigi, con le mezze misure, con le riformine che non scontentano nessuno e non servono a nulla, con una platea che applaude Formigoni e anche Letta e anche un sacco di altra gente, che Veltroni gli fa un baffo a questi maanche.

Non sono un’estremista, ma tra il nulla cosmico che tira a campare vorrei una politica di parte, con le idee chiare, che sa distinguere le larghe intese da un governo insieme ad un condannato, al carnefice degli ultimi ventianni (sì, certo con la attenta collaborazione dello spirito della bicamerale di cui questo governo è solo la cuspide)

Non ci sto a questo giochino che chi è contro questo governo è un irresponsabile. Chi è contro questo governo sa benissimo che non farà nulla che serve realmente al paese. Non cambierà nessuna vita normale.

Non mi accontento di un Paese in cui il premier si porta via il calore di un meeting di un potere forte, fortissimo. Che inquina finanza e sanità, che – questo sì – incide su tante vite che non accedono ad una sanità pubblica e soprattutto laica. Scusate, ma io non ci sto. 

Possibile che non si riesca a tenere la barra dritta, a sinistra che siamo sempre divisi tra un’estremismo immobile che sa di novecento e questa deriva centrista dove tutto si mischia, tutto si perde, non si distingue cosa è giusto e cosa è sbagliato? Possibile che non si riesca a costruire la cosa forte, la terza via tra questi due pali che, dal dopoguerra, impediscono sempre e continuamente alla nave di salpare?

Possibile che la maggior parte di noi non trovi casa?