Unioni Civili: i pareri dei Capo di Stato Stranieri.

Trovo poco rispettoso dell’Italia che un Capo di Stato straniero intervenga sulle nostre questioni interne, non mi pare poi di averlo sentito intervenire sul referendum Irlandese o sulla decisione della Corte negli USA. O sbaglio? Aggiungo per i cultori della materia (religiosa) che il matrimonio civile non c’entra nulla con il matrimonio religioso, nessuno vuole toccare l’istituto religioso che tutti rispettiamo e nessuno vuole accedervi. Siamo cittadini italiani e vogliamo accedere ad un istituto civile di uno Stato che fino a prova contraria non è uno stato teocratico. Mi meraviglio che Sua Santità sia caduto in un così banale errore diplomatico. Abbiamo un ambasciatore che può farglielo notare?

Altrimenti perchè non intervistiamo anche tutti gli altri Capi di Stato stranieri su cosa pensano delle unioni civili in Italia? Magari Obama può darci un contributo.

Unioni civili: avevo scritto una letterina al direttore di Avvenire, ma…

…non l’hanno pubblicata. Non voglio pensare male, in questi giorni hanno molto di cui occuparsi e chissà quante lettere ricevono. Quindi non me la prendo a male e la pubblico qui.

Caro Direttore,

Ho letto oggi lo scambio avvenuto tra lei e l’amico Senatore Chiti. Provo a rompere il muro che tradizionalmente porta persone come lei e me a cercare confronti in zone di maggiore comfort. E le scrivo.

Provo a scriverle perché continuo a sperare che le sue posizioni e quelle del suo giornale siano posizioni in buona fede e ho deciso tempo fa che il tempo speso per parlare con chi non è d’accordo con me, ma è in buona fede non sarebbe mai stato tempo perso. 

Facciamo parte entrambi di una comunità vasta, quella italiana, dove Guelfi e Ghibellini hanno smesso da tempo di farsi la guerra e l’Italia non può prescindere dalla sua storia e la sua storia è anche la storia della Chiesa Cattolica, io questo non lo nego anche se faccio parte di quelli che abolirebbero il concordato. Non lo nego perché provengo da una famiglia profondamente cattolica e non posso prescindere dalle mie origini anche se spesso e volentieri le contesto. L’esercizio che faccio da quando discussi con il mio catechista è quello di separare le due cose. Il mio essere cittadina in relazione con altri cittadini da quello che provo spiritualmente. Mi definirei qualcuno che ogni tanto ci crede. Che spesso vorrebbe crederci di più e altrettanto spesso mi arrabbio per quanto si dipana il potere della Chiesa attraverso vie che non mi fanno scorgere la finalità spirituale. Sono cresciuta tra i francescani e confesso che tifo per il lavoro di questo Papa: riportare la Chiesa alla sua pietra iniziale, allo spirito del cammino comune, dove le guide non hanno ruoli gerarchici, ma solo più responsabilità. I pastori vivono con le pecore. Non altrove (potremmo anche discutere per ore se davvero la relazione tra credenti e Chiesa debba essere ancora considerata quella tra pastore e pecore, ma non è per questo che Le sto scrivendo) 

Ci sono però alcune cose che non comprendo nel dibattito sulle unioni civili. Non comprendo perché la Chiesa si sia opposta negli anni al riconoscimento civile (e non religioso, anche se nei paesi del Nord Europa il dibattito è così avanzato che la discussione è arrivata anche a quel livello) da parte dei Governi di consentire a due persone dello stesso sesso di potere avere lo stesso riconoscimento giuridico civile (attenzione: civile) di una coppia sposata civilmente.

Non lo comprendo. Non sto discutendo del matrimonio religioso, né del fatto che la Chiesa oggi voglia (ancora) attribuire alla procreazione un motivo per benedire di più e meglio una relazione d’amore. Come si può dire che io e la mia compagna non ci amiamo come le tante coppie eterosessuali di nostri amici? O che non abbiamo le stesse difficoltà? O che non compiamo lo stesso cammino di crescita insieme? 

In questo passaggio che vorrei chiarire con lei non sto toccando il tema dei figli, lo farò più sotto, a parte. Mi spieghi, la prego, con parole semplici perché la mia famiglia è meno famiglia di quella dei nostri amici che non hanno figli e magari non li faranno?

Veniamo ai figli. E’ un argomento di cui si parla da pochi anni perché le coppie omosessuali così come le tantissime coppie eterosessuali moderne possono accedere a tecniche di riproduzione assistita. Prima dei figli non se ne parlava, ma la Chiesa si opponeva comunque al riconoscimento delle coppie omosessuali. Ora mi spiega perché non vi arrabbiate con i governi che non mettono le famiglie in condizioni di fare figli? Io più che combattere la teoria gender (che non esiste perché nessuno sostiene che non ci siano differenze tra maschi e femmine, ma tutti sosteniamo che anche le bambine devono essere felici e pensare di potere arrivare ovunque come i maschietti) farei manifestazioni perché a Roma le famiglie non trovano gli asili pubblici. Organizzerei imponenti manifestazioni in ogni città dove il sindaco dorme e non mette in condizione le donne di poter fare figli senza dovere temere di perdere il lavoro che è la vera, macroscopica causa del calo demografico italiano.

 

Oppure convertirei tante strutture religiose in asili per consentire alle donne di fare figli e di essere aiutate a crescerli. Io non capisco perché la Chiesa sia entrata in questo cortocircuito per cui si oppone al fatto che due adulti vogliano comporre una famiglia. Insomma nell’immaginario collettivo le persone omosessuali erano persone disordinate e promiscue. Per questo venivano additate come perverse, pericolose. Questa era la narrazione che degli omosessuali veniva fatta quando io ero bambina. Nel frattempo magari a molestare i bambini erano il vicino di casa padre di famiglia, il parente, il parroco (non si arrabbi, non voglio polemizzare).

Poi gli omosessuali sono diventati visibili si è scoperto che si amano come tutti (perché l’amore è dell’umano e non proprio del solo umano eterosessuale). Lo avevano sempre fatto, ma non si vedevano.

Poi gli omosessuali hanno dato voce al loro desiderio di genitorialità che in realtà avevano sempre avuto perché quel desiderio è un istinto anch’esso così naturalmente proprio dell’essere umani. Perché negarlo? Ovviamente io non sto negando che per fare figli non ci voglia la combinazione di uno spermatozoo e di un ovulo. Non lo nego affatto, sarei stupida a negarlo.

Ma quanti di coloro che sono in grado di procreare sono anche bravi genitori? E quante persone sterili o religiosi sono stati ottimi genitori? Perché chiamiamo i parroci, “padre”? O le suore “madre”? Non è perché riconosciamo della genitorialità nella loro scelta di farsi pastori di anime?

Posso comprendere profondamente il dibattito sulla questione figli se questa diviene una questione etica che ci riguarda tutti. Omosessuali ed eterosessuali. Discutiamone senza brandirla come arma anti gay, vi prego, vi imploro. Il dibattito sulla procreazione assistita non riguarda i gay. Ci riguarda tutti. So che sul tema (anche quando riguarda coppie eterosessuali) io e lei non potremo mai andare d’accordo, ma proviamo a portare il dibattito ad un livello più giusto, più onesto. Almeno voi, che sono certa siete in buona fede. Vi prego. 

La pluridivorziata del Kentucky e la parabola del buon Samaritano.

[Luca 10:25-37]
“Ed ecco, un certo dottor della legge si levò per metterlo alla prova, e gli disse: Maestro, che dovrò fare per eredar la vita eterna?
Ed egli gli disse: Nella legge che sta scritto? Come leggi?
E colui, rispondendo, disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso.
E Gesù gli disse: Tu hai risposto rettamente; fa, questo, e vivrai.
Ma colui, volendo giustificarsi, disse a Gesù: E chi è il mio prossimo?
Gesù, replicando, disse: Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté in ladroni i quali, spogliatolo e feritolo, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Or, per caso, un sacerdote scendeva per quella stessa via; e veduto colui, passò oltre dal lato opposto. Così pure un levita, giunto a quel luogo e vedutolo, passò oltre dal lato opposto.
Ma un Samaritano che era in viaggio giunse presso a lui; e vedutolo, n’ebbe pietà; e accostatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra dell’olio e del vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo menò ad un albergo e si prese cura di lui.
E il giorno dopo, tratti fuori due denari, li diede all’oste e gli disse: Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, quando tornerò in su, te lo renderò.
Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s’imbatté ne’ ladroni?
E quello rispose: Colui che gli usò misericordia. E Gesù gli disse: Va’, e fa’ tu il simigliante.”
 
Se dovessimo dare un’interpretazione evangelica a questa mancata accoglienza, questa mancata comprensione siamo come il poveraccio sulla via di Gerico e il Papa non è il samaritano.

Momenti in cui mi ricordo di essere anticlericale.

Quando leggo dell’assoluzione per le donne che hanno abortito mi ricordo perché sono profondamente anticlericale e rimpiango profondamente che anche l’Italia non sia stata travolta da quella sanissima cosa che è stata la Riforma Protestante che ha restituito centralità all’uomo anche nel suo rapporto con il divino. Purtroppo noi ci dobbiamo tenere l’impalcatura dell’Impero romano, quella cosa antichissima che vincolava il divino al potere temporale e al governo degli uomini. Dei loro corpi prima ancora che delle loro anime.

L’attacco alla famiglia di Papa Francesco: di generare e di genitori e di teoria gender.

tumblr_nip743grka1ry5q8mo1_1280Ho condiviso il coraggio di Papa Francesco che ha ricordato il genocidio armeno  e non mi sarei mai sognata di dire che è stato inopportuno per gli equilibri tra Turchia ed Europa. Sarebbe come dire che ricordare l’olocausto con il corretto ed enorme senso di colpa collettivo ci mette in difficoltà nella risoluzione del conflitto tra palestinesi ed Israele e nessuno oserebbe.

Così come oggi NON condivido le sue parole sulla teoria gender. Non esiste nessuna teoria gender, non esiste alcuna propaganda di modelli di famiglia rispetto ad altri. Semplicemente esistono più modelli di famiglia.

L’errore che continuano a fare una parte dei conservatori, tra cui la Chiesa, è attribuire alla capacità di generare anche la genitorialità. Sì è vero. In natura fanno figli un maschio e una femmina. E’ sacrosanto, cristallino, nessuno oserebbe metterlo in dubbio mai. Ma sostenere che quell’attitudine naturale alla procreazione determinata dalla natura per il proseguo della specie umana (così come tutte le altre specie) comporti anche l’attitudine alla genitorialità nei confronti di quella prole è quanto mai falso (così come la maggior parte degli animali non crescono in coppia i loro cuccioli). Non è detto che chi è fecondo sia anche un buon genitore come non è detto che chi è sterile non possa essere un buon padre e una buona madre. Persino donne che hanno abortito si sono rilevate ottime madri con altri figli. O coppie che si sono separate erano pessime coppie ma ottimi genitori. E quindi? E la famiglia umana del ‘900 non è quella del ‘400 e nemmeno quella di milioni di anni fa. E quindi? Dio e la Chiesa sono così legati al presente? Ma come il tempo non è un concetto relativo visto dal punto di vista divino? E’ così antropomorfa l’idea di tempo che ha la Chiesa?

E’ evidente che c’è un attacco frontale alla famiglia. A quello che oggi è la famiglia: un luogo complicato dove più componenti finalmente cercano un equilibrio condiviso e non più legato alla sottomissione. I gay non c’entrano nulla. C’entrano soprattutto le donne e la loro maledetta richiesta di parità da coniugare con il desiderio (non di tutte, ma quasi) di essere madri e delle buone madri. Se c’è qualcosa che si sta mischiando non sono i generi, ma le responsabilità. Non esiste alcun transumano come dice Bagnasco. Nessuno di noi vuole distruggere i generi. Il tema è (Dio volendo) la parità di genere.

E’ vero questo secolo si sta rilevando complesso e la sua complessità deriva soprattutto dalla corsa alla parità del genere femminile non ancora raggiunta al 100% ed iniziata all’inizio del novecento nel disprezzo del potere maschile (vedere vignetta). La teoria gender fu tirata fuori dai conservatori anche all’inizio del XX secolo, quando alla donna che voleva votare e lavorare si attribuivano demoniache volontà di assumere caratteristiche maschili. Si vedevano vignette con donne vestire da uomo (appunto…) oppure poveri maschi sottoposti a donne cattivissime che invece di cucinare leggevano libri. Capite? Lçeggevano libri invece di cucinare. La donna non ha perso la sua identità (anche se chi scrive libri del tipo “Sposati e sii sottomessa” lo vorrebbe e guarda caso sono gli stessi che teorizzano l’esistenza della teoria Gender), semplicemente e finalmente e nemmeno sempre ha lo spazio per sviluppare la propria personalità. E’ rimasta femmina. E’ rimasta madre. E va anche nello spazio, che ne dicano e pensino sul Foglio di Cerasa. E il maschio prima procreava, ma raramente sapeva come si faceva il padre (a questo proposito sarebbe molto bello fare un bello studio sulla paternità nella storia della letteratura a partire dal Priamo di Omero fino ai giorni nostri) soprattutto di figlie femmine. E adesso vuole farlo. Finalmente. Evviva. I miei coetanei vogliono essere padri. Vogliono sapere cosa si sente nella pancia mentre prima erano cose da femmine. Assistono ai parti. E questo non toglie nulla alla loro mascolinità, alla loro virilità. Sono maschi. E che bei maschi.

p.s. Sulla teoria gender e sulla sua invenzione ha scritto molto bene nei giorni scorsi Lorenzo Gasparrini su Imille.org, vi prego di leggere con attenzione.

Caro Papa Francesco (Lettera al Papa sulla Chiesa omofoba)

Caro Francesco,

questa è la seconda volta che ti scrivo, ma la prima non te l’ho spedita perché mentre ti scrivevo è uscita la notizia che avevi chiamato una persona che ti aveva scritto e non volevo intasarti la posta, immaginando in quanti, nel mondo, si sono messi a scriverti dopo quella notizia. Ti do del tu  e anche se oggi non mi definirei cattolica, sono cresciuta tra i giovani francescani e da piccola volevo fare il frate cappuccino, poi mi hanno spiegato che le donne non potevano e ho rinunciato subito all’idea.

Sarò breve.

Il 21 settembre a Verona si svolge un convegno dal seguente titolo: “La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo?”. In generale non mi stupisco che a promuoverlo siano due politici di destra e che a parteciparvi ci siano anche sedicenti associazioni cattoliche (che secondo me non ti stanno molto simpatiche, come lo IOR) che negli anni si sono distinte per un atteggiamento che, se me lo consenti, io chiamo omofobo. Tanto per capirci parlerà un’epidemiologa molto famosa su Radio Maria (a proposito l’ascolti mai? Ti piace o preferisci M2O e Radio Rock come me?) che sostiene che dove l’omosessualità è stata normalizzata ci sono delle emergenze sanitarie. Tutto questo, ripeto, non mi stupisce molto. Mi stupisce che nell’era di papa Francesco, cioè la tua, ci sia anche un vescovo ad aprire i lavori. Insomma io non pretendo che la Chiesa da domani dica che gli omosessuali debbano essere uguali agli eterosessuali anche in Italia – quello me lo aspetto dalla politica che deve smettere di inseguire la Chiesa per consenso e non per spiritualità – e aggiungo (ma lo sai già) che in molti Paesi è già così – c’è l’uguaglianza – e in Olanda o in Danimarca non mi risultano particolari emergenze sanitarie fatta esclusione di una genetica mancanza di sole. A te risulta diversamente?

Mi aspetto però che la Chiesa e i suoi uomini non partecipino ad incontri in cui si afferma che l’omosessualità è una patologia da cui si guarisce (a proposito lo cambiamo quel passaggio odioso del catechismo?) o che i gay sono un sovversivo pericolo per la pace nel mondo o – peggio –  una minaccia per i bambini come a volte qualcuno insinua, mettendo la parola pedofilia accanto alla parola omosessualità. Insomma, possiamo evitare che il vescovo partecipi a quel convegno e che in generale la Chiesa e la sua gerarchia si distingua per un linguaggio e un atteggiamento più delicati (e oserei dire cristiani) nei confronti degli omosessuali? Guarda lo dico pensando soprattutto agli adolescenti gay che sono fragili, non perché la cosa mi tocchi personalmente, e per i quali una parola fuori posto può essere mortale, penso al caso di quel ragazzo romano, volato giù dalla finestra qualche settimana fa. Insomma anche tu puoi darci una mano a rendere il dibattito meno violento e meno pericoloso. Mi sembra questo il messaggio che stai passando al mondo e a me personalmente piace, non ho paura da laica agnostica a dirtelo pubblicamente (detto tra noi il tuo silenzio sul matrimonio francese esteso a tutti, mi ha molto stupito…)

Ah, già che sono qui ti chiedo un’altra cosa. In Uganda l’omosessualità è vietata dalla Costituzione ed è un paese per l’85% cristiano (e forse c’è emergenza sanitaria maggiore che in Olanda e Danimarca, tu che dici?). Puoi metterci una buona parola tu?

Con profondo rispetto per quanto hai fatto e per come lo hai fatto (che anche la dolcezza fa bene al mondo) fin ora.

 Cristiana.

W Papa Francesco.

Io non sono credente, ma se il viaggio di Papa Francesco può servire all’Europa e all’Italia per varare lo Ius Soli e per trovare soluzioni diverse dai Cie (“Dio ci giudica da come trattiamo i migranti”, dice il Papa, io aggiungo: e anche noi uomini dovremmo giudicarci su questo) o dai campi in Libia o dai cadaveri nel deserto di quelli non ce la fanno nemmeno ad arrivare alla costa africana per imbarcarsi, se questo serve alle grandi città per dare dignità a chi oggi vive nei campi abusivi, ai migranti sfruttati e schiavizzati ai semafori, sulle strade e nelle pinete lungo il mare. Beh, W Papa Francesco.

W nel senso di: W un politico autorevole – per me che non credo – a cui riconosco, oggi, un’ottima mossa.

Il Dio Politico di Papa Francesco.

[…] L’esercizio di farsi domande tipico della filosofia ed esaurito in se stesso, diventa nella religione l’esercizio di darsi risposte e quale risposta migliore della fede e di un disegno da seguire come individui e come parte di un corpo sociale? […]

L’enciclica di Papa Francesco (e a quanto pare anche un po’ di Papa Ratzinger) va letta tutta e fino in fondo. L’ho commentata su imille.org.