[Beh…essere linkati da repubblica.it (qui) anche quando ci vado di sentimenti…E perchè non vi ho postato una cosa che ho scritto ieri sera, altrimenti eravate già tutti in lacrime. ;o)]
Le foto del GayPride di Bologna 2008 le trovate qui.
Dal GayPride Bologna vi porto le solite foto di volti e di due, di volti, in particolare, incontrati in uno squallido bar di fronte alla stazione mentre attendevamo un appuntamento, mentre la città fiumava verso un appuntamento collettivo.
Noi siamo tre donne, loro due uomini. Avranno tra i 40 e i 45 anni. Brizzolati uguali, coetanei. Uno di loro è più scosso fisicamente, più sciupato, si vede. Attacchiamo bottone, si vede che andiamo nello stesso posto e alla fine G1. e G2. ci raccontano la loro storia, ovviamente perchè io gliela chiedo. G1 è ingegnere e G2 operaio saldatore specializzato.
Guardo G2, anzi gli guardo il braccio destro, gli chiedo: “Come va il polso?”
Fa un risatina e mi chiede:”Come fai a saperlo?”
Non esiste un ingegnere che ha lavorato in una fabbrica di carpenteria pesante in mezzo agli operai che non conosca la tortura della saldatura, quel dolore che dopo pochi anni, quindi quando non ne hai nemmeno 30, ti attanaglia il braccio, ti accavalla i nervi, ti toglie il sonno e la giovinezza. La sera massacri una pallina nelle mani, se sei poco grave e il dolore fa appena in tempo a passare che la mattina dopo sei di nuovo con l’attrezzo in mano. Dovrebbe essere un lavoro usurante. G2, è allo stremo. Ha meno di 45 anni, gliene mancano 7 per la pensione, ne ha già lavorati 27. Sai che cazzo gliene dovrebbe fregare dei PACS. Eppure è qui. Stanco, ma felice di esserci. Si sono conosciuti che G1 abitava a Milano e lui sempre a Brescia. Dal primo giorno si è fermato a dormire da lui e stanno insieme da quasi nove anni. Ogni giorno G2 si faceva 180km per andare a lavorare e 180km per tornare da G1. Alla fine G1 ha trovato che non era giusto, non era tollerabile e ha fatto anche lui il suo: si sono trasferiti a Bergamo, a metà strada tra i lavori di ognuno.
G2 è l’ipercinetico della coppia, malgrado i dolori, arriva a casa e attacca la siepe, o fa lavori di falegnameria. “Devo vivere un’altra vita oltre alle 10 ore di lavoro. Devo darle un senso”
G1 è quello che può stare rilassato sul divano. Eppure G2 va a dormire prima e quando crolla, crolla.
Hanno un gatto, enorme perchè è malato e imbottito di cortisone. Quando G2 va a dormire e G1 si mette un pò davanti al PC, si dimentica di essere gatto (forse in un’altra vita era un cane da pastore) e comincia a strusciarsi perchè vuole che si vada tutti a dormire. Se G1 non si alza va a svegliare G2. E’ un’ottima tattica per farsi obbedire.
Scusatemi. Oggi non ce la facevo a dirvi sempre le stesse cose. L’assenza di Veltroni al Pride, la folla incredibile, composta, il Pride più morigerato della storia mi è sembrato, questo, la mancanza di bandiere. Il vuoto pneumatico che ho provato questa mattina davanti al trafiletto di repubblica sul Pride: quattro righe in cronaca accanto alla storia di una studentessa di Treviso che si prostituisce o qualcosa di simile. Il vaffanculo che avevo sulle labbra è morto in serata su un treno bestiame contro un giovane italiano che strusciava le sue scarpe da ginnastica sui divani del vagone. Manuela non ha fatto nulla per trattenermi e io ho dovuto dirglielo. Ho dovuto indignarmi e scandalizzarmi per qualcosa in un’Italia in cui tutto scivola, tutto si dimentica, tutto sembra più non avere misura.