I Morti di Acca Larentia…

…sono di tutti.

Non sono dei fasci romani, non sono della Meloni, non sono di Alemanno. Come Paolo Di Nella. O come Walter Rossi che non è un nostro morto. E’ un morto di tutti.

Sbagliato lasciare il ricordo di quell’atto alla destra e consentire che la città, anche oggi, sia stata teatro di una contrapposizione di bande che pensano ancora di stare negli anni settanta. E vale per tutti. Per i fascisti neri che vedono “odio comunista” e non sanno la storia d’Italia, e per chi fa presidi antifascisti in un giorno che ricorda una strage.

Roma non siete voi, Roma non è così. Questa contrapposizione è vuota. E’ come una faida mafiosa, è come una guerra di cui si è dimenticato l’inizio.

Combattiamo il fascismo davvero, dico ai compagni. Andate a chiudere il giardino dei Feti della Belviso. Andate a riaprire i consultori della Tarsia. Dite due parole a chi dice che i gay sono malati. Non alimentate la vostra etichetta con altre etichette. Resta solo la colla, non ci sono più i corpi, non ci sono più cuori. Non le anime.

Roma città aperta.

Un barbone morto carbonizzato, i tassisti che minacciano di occupare le città, la Polverini che si schiera coi commercianti italiani che non vogliono liberalizzare gli orari di apertura.

E vedrete che questa destra si schiererà anche coi tassisti, quegli stessi tassisti a cui erano state promesse tantissime cose dal nostro sindaco e nulla è stato fatto.

Io invece voglio una città aperta sempre, sostenibile, economica, illuminata.

Saranno i fruttivendoli indiani a tenerla aperta? Bene. Lo fanno in tutte le capitali del Mondo.

Voglio andare in centro con il Taxi la notte e non pagare più di 15 euro, magari garantendo anche la corsa di ritorno. Un taxi economico è sicurezza, è ecosostenibile, è servizio pubblico se fatto bene. Aiutiamo i tassisti a lavorare di più su piccole corse, diamo alla città un servizio. Togliamo di mezzo quelli che spolpano i turisti e barano sulle tariffe.

p.s. evitiamo la propaganda sui centri commerciali: sono già aperti fino a tardi. Anche i supermercati tra le Mura (vedi Sma di San Giovanni per fare un piccolo esempio) sono aperti fino a tardi. Il mio alimentari sotto casa sta già aperto fino a tardi da quando ha capito che le donne lavorano, le famiglie cambiano, e la spesa si fa tardi. I bar stanno già aperti dall’alba alla notte senza che nessuno si lamenti. Quelli che si “solleveranno” sulla questione lavoro per coerenza chiedano l’abolizione dei turni di camerieri e barman che sono 10 volte più pesanti, più sottopagati di quelli di qualsiasi fabbrica metalmeccanica. Ma quelli non li consideriamo nemmeno lavoratori, dai salottini di sinistra e quindi che schiattino pure.

Capito il problema? I contratti di lavoro. Non gli orari. Che contratto hanno i camerieri? Ve lo dico io. Per il 50% non ce l’hanno nemmeno un contratto.

E qui un pezzo di Dario Di Vico sul Corriere di oggi.