Se il PD facesse come Kyenge

Credo che Kyenge sia l’unica che sta interpretando al meglio il suo ruolo al Governo.

Lei fa politica perché crede in alcune cose, non per occupare un posto: per cui da ministro lotterà per portare a casa le cose che lei (ed io con lei) crede giuste, altrimenti che ci sta a fare?

Ecco vorrei che tutti i ministri del PD (già che ci sono, anche se è nota la mia contrarietà a questo stillicidio) facessero come lei anche per riconquistare credibilità.

Se il governo cade su provvedimenti giusti (che magari come Ius Soli e altri diritti civili hanno la maggioranza parlamentare) chi lo fa cadere se ne assumerà le responsabilità davanti al Paese, ma nessuno potrà mai dire che il PD non ci ha provato (non so se è chiaro, ma bisogna lavorare anche un po’ in vista della prossima magari imminente campagna elettorale, no?)

Ovviamente il mio è un auspicio che sbuca nel pessimismo a voi noto che ho nei confronti di questo governo e le reazioni alla battaglia di Kyenge ne sono la prova quotidiana. E mi accodo a Civati che dice che video come questi in cui solo un mese fa il viceministro Fassina vedeva come una iattura l’alleanza con Berlusconi, fanno male. Fanno male alla credibilità, fanno pensare che si parla tanto per parlare e che le parole possono essere distrutte da altre parole, così, come se niente fosse.

p.s. sì lo so che sabato c’è un’assemblea nazionale. Lo so. Io farei un comitato di saggi di cui nessuno dei vecchi dirigenti e lancerei le primarie apertissime ad ottobre in cui si sfidino un candidato premier/segretario con la sua idea di Paese e di Partito insieme, perché quell’idea non può essere diversa per l’uno e per l’altro. E’ la stessa idea. Punto. Andiamo oltre, direi anche: adesso…

Non raccogliere quel Biancofiore!

Un abbraccio a tutte le Famiglie Arcobaleno che oggi nei parchi italiani contaminano con la loro gioia il Paese, con coraggio e semplicita’. Con l’augurio che anche l’Italia possa essere un Paese acccogliente soprattutto per tutti quei bimbi senza diritti.

Alla faccia della Biancofiore che ancora oggi definisce i gay “una casta”, dimostrandosi non all’altezza per nessun incarico di governo, Pubblica Amministrazione compresa. Come si fa a definire una casta una categoria di persone informe, che afferisce ad ogni classe sociale e ad ogni idea politica e a non capire che una frase cosi’ gronda omofobia da tutti i pori.