Cosa dir(ei) domani in Direzione.

È noto che non condivido le larghe intese fin dal loro primo giorno e che avrei lanciato, all’epoca, un governo a tempo minimo dedicato alle riforme,un pò quello che stiamo chiedendo in queste settimane, con quasi un anno di ritardo.

Il governo non ha avuto alcun effetto sulle nostre vite e nemmeno sull’economia. E non ha costruito nulla di strategico da vedersi svilupparsi nel tempo. Ha fallito, ma era scritto nelle anie che lo componevano. Una colpa aver fatto finta di non vederlo.

Negli ultimi mesi si è aggiunta un’aggravante non trascurabile. L’uscita di Berlusconi dal governo, che ha comportato la totale intestazione al PD degli esiti del governo Letta.

Questo ha determinato uno squilibrio politico rilevante che aveva davanti un unico scenario: sbrigarsi a fare le riforme e tornare al voto. Evidentemente Letta non ha colto fino in fondo questo passaggio critico. Non ha capito e non comprende che continuare su questa strada porta alla rovina solo il PD e mette a repentaglio l’unica ed ultima occasione che abbiamo di poterci salvare dalla destra di Berlusconi e dalla demagogia distruttiva (ma radicata nelle ragioni della rabbia del Paese) di Grillo.

Il tema era molto semplice. E si radica nel famoso paradosso di cui su questo blog abbiamo già ampiamente discusso: il PD in parlamento non è il PD fuori dal parlamento. Mi pare evidente che o Letta seguiva il percorso breve delle riforme o lasciarlo continuare in un’attività di governo inutile avrebbe comportato un fallimento imputabile al solo PD.
Alfano è pronto a tornare da Berlusconi, il vero volto di questa destra. Alfano è irrilevante. Non conta nulla. sta al governo ma già si prepara a correre con Berlusconi. Quindi la colpa dell’inutilità del governo Letta sarebbe stata tutta nostra. E giustamente.

È evidente che non possiamo pemettere a Letta di affondarci.

Ma. Perchè c’è un ma.

Premeso quanto sopra e l’assurdità di tornare al voto con la legge elettorale vigente, l’azione di un eventuale prossimo governo (Renzi o altro) deve avere un tempo chiaro e un impegno di maggioranza sulle riforme. Altrimenti il Paese non capirebbe. Prima torniamo a votare, prima si restituisce la parola al Paese, prima potremo uscire da questa palude con una maggiorana chiara che si occupi, finalmente, non di tirare a campare ma di governare pianificando.

Mi sono presenti tutti i problemi connessi con l’impopolarità della scelta di Renzi. Li vedo. E sono anche moltospaventata che un lungo avoro di anni venga bruciato da un parlamento avverso.

Ma vedo solo una possibilità: o Letta capisce che con Alfano non farà mai il bene del Paese tranne (forse) levriforme o è meglio che lasci posto a qualcuno che abbia ben chiaro il contesto di maggioranza parlamentare e soprattutto che senta tutta la fretta di dare al Paese la riforma elettorale che cosenta di tornare al voto. Attenzione : anche un governo Renzi che non abbia quel punto come unico punto di azione, rischia di naufragare rovinosamente.

Dir(ei) questo domani, se non fosse che alle 15 sarò in una riunione di budget al lavoro, quindi non potrò partecipare alla Direzione Nazionale.