La democrazia, un sentiero di montagna.

Non si combatte la politica stantia e dell’inciucio con la violenza o le offese. La democrazia (per fortuna e purtroppo) ha delle regole ed è in quell’ambito che va conquistato (non il potere) ma la possibilità temporanea di governare. So bene che Grillo è figlio dell’ incapacità, della lentezza e della corruzione di una classe dirigente. E’ così. Ma era così anche ai tempi del giolittismo e del fascismo, Mussolini si innestò in quel contesto, non in una meravigliosa democrazia. Il terreno fertile del totalitarismo è la corruzione di una classe politica, l’ingiustiza sociale che da quella corruzione discende. Sempre e ovunque nel mondo. Siamo sempre lì. Osserviamo quella terza via scomoda e inagibile che è la democrazia, un sentiero di montagna che nessuno vuole percorrere di buon passo. Io, molti di noi, non ci muoviamo da quel sentiero. La via del distruggere tutto, del fate tutti schifo è la via facile per fondare dittature, noi non la percorreremo. Siamo nel PD per essere voce critica, non per esserci a prescindere. E vediamo nel PD l’unico strumento democratico per poter governare. Con tutti i suoi limiti che non abbiamo mai negato.

Dite al M5S di rileggersi l’Apologia di Socrate

Si puo’ avere un’opinione sulle istituzioni italiane.Critica e conflittuale,ma la cultura democratica ricorda la lezione socratica (Socrate pur di rispettare le leggi che lo condannavano a morte, il cui rispetto veniva prima della propria individualita’, bevve la cicuta). Lo abbiamo ricordato a Berlusconi per ventanni quando attaccava la magistratura oggi lo ricordiamo al M5S.

L’esistenza delle istituzioni anche quando sbagliano e’ la tutela stessa della democrazia. Napolitano e’ Presidente legittimo del nostro Paese, piaccia o no (a me non piace che si sia prorogato un mandato).

Il resto e’ sovversione, che partorisce dittature (da non confondere con rivoluzione)

Ricordare tutti. E ricordare tutto.

424306_10150562558227838_1625720075_n27 gennaio 2014. Giornata della Memoria. Oggi vorrei che ricordassimo tutti. E che, soprattutto, ricordassimo tutto. Anche le nostre colpe di popolo, un aspetto che come italiani abbiamo dimenticato subito, separando immediatamente i buoni e i cattivi. Ci siamo assolti immediatamente, abbiamo minimizzato e forse non abbiamo ancora imparato. Lo dico provenendo da una famiglia di partigiani, lo dico pensando al mia nonna che si chiamava Genova di cognome e, ben consigliata, fece sparire il proprio cognome durante la guerra per la paura di essere portata via. Lo dico dopo aver trovato la lista di persone salite su una nave che portava via negli USA qualcuno che portava uno strano cognome bavarese, certamente ebreo, un cognome che portava anche un mio bisnonno. Lo dico perché la cosa che mi ha colpito della Germania è l’elaborazione e la cosa che mi colpisce del nostro Paese è la totale mancanza di elaborazione.

Ricordiamo tutti. E soprattutto ricordiamo. Tutto.

Esercizio: se voi foste il segretario del PD…(sulle preferenze, sul cavallo a simmetria sferica e altri ammenicoli)

Davvero non capisco.

Stiamo assistendo da anni ad una serie di scandali che travolgono le regioni e i gruppi delle regioni causato (come ho detto nel mio intervento in Direzione) proprio da una legge elettorale che “personalizza” le campagne elettorali e fa spendere dai 100mila euro ai 200mila euro ai candidati che poi passano. Candidati che poi devono restituire quei soldi, a meno che non vogliamo dire che li raccolgono tra i sostenitori (e allora fateci vedere le rendicontazioni). Che devono restituire quel favore a quel finanziatore. E allora Comuni e Regioni ed persino il Parlamento si sono dotati di quelle cose che si chiamano “marchette”, quei soldi senza controllo che gli eletti possono destinare al proprio territorio, alla propria associazione, al progetto di pincopallo che nessuno va a verificare se faccia bene alla collettività.

Qualcuno mi cita Danimarca, Finlandia, Belgio, Austria (scusate se la Grecia non la considero) come Paesi che hanno le preferenze. Perdonatemi se mi viene da sorridere. In Danimarca e Finlandia (e anche in Belgio ed Austria) non c’è il tasso di corruzione che c’è nel nostro Paese e la democrazia è un pochino più matura della nostra. Vogliamo non tenerne conto? E allora non vogliamo il bene del Paese, stiamo facendo l’esercizio del fisico teorico con il cavallo a simmetria sferica.

Continuo a fare notare a tutti che in Sicilia il PD prende pochi voti ma l’84% degli elettori esprime una preferenza (il M5S siciliano solo il 56%). In Piemonte nemmeno il 40%, ma il PD è un po’ meglio del PD siciliano. Qualcuno si offende? Io no.

Da leggere su preferenze, collegi uninominali, collegi plurinominali: Corrado Truffi e il costituzionalista Aldo Giannulli del M5S che sul tema dice cose sacrosante.

Aggiungo: certo che in ogni sistema la capacità dei partiti di selezionare individui è alla base di tutto. Se avessimo un sistema sano di partiti (se avessimo un Paese sano, perché la classe politica è lo specchio del Paese: nn è arrivata da Marte perché per uno che fa favori ce ne sono 100mila che li chiedono!) andrebbe bene qualsiasi sistema. Se tutti i partiti avessero a cuore il bene comune le larghe intese sarebbero una cosa bellissima. Come si fa a negare il contesto politico e di crisi democratica (cit.) in cui versa l’Italia? Come si fa a negare che serve uno sforzo collettivo per uscire dalla palude?

Sull’Italicum l’unica perplessità che ho è sulle candidature plurime (che non erano previste nella bozza votata in direzione, su questo dobbiamo batterci, qui potete firmare la petizione) e sulla distribuzione dei resti. Sul rapporto cittadini elettori saranno i collegi piccoli a determinare quella relazione che ha comunque dei limiti (rimando a Giannulli sul blog di Grillo che sul tema NON dice affatto fesserie)

Ma il premio di maggioranza è congruo (c’è il doppio turno, si andrà a votare due volte se nessuno arriva al 35%, gli italiani potranno determinare tra i primi due partiti, non avremo un secondo Partito Fascista che va al potere come accaduto quando il premio di maggioranza era al 25%) e può consentire ai 3 grandi partiti di poter governare senza inciuci. Vorrà dire che SeL invece di fischiare Bonaccini, costringerà Renzi ad un accordo prima del voto. Vorrà dire che Scelta Civica dovrà fare una scelta. E anche il NCD. Ed anche la Lega. Insomma la soglia di sbarramento semplicemente costringerà alla maturità politica il sistema di partiti italiano. 

Tutto questo improvviso sbraitare, anche di Scalfari o di altri notabili ex PCI da sempre contrari alla preferenze, da dove proviene? Qual’è il problema? Che qualcuno sta cercando di uscire dalla palude? Certo che non è la riforma elettorale perfetta. E certo che andrà cambiata se avremo la maggioranza. Ma non l’abbiamo. Santa pazienza: abbiamo perso le elezioni. Siamo in una crisi economico-sociale profonda e che non accenna a migliorare. Disoccupazione giovanile, esodati che non ritrovano un posto di lavoro, pensionati ed invalidi che non arrivano alla fine del mese. Vogliamo per favore “fare presto”? Che non significa “lasciare fare a Matteo”.

Anzi. Come vedete se ho da dire qualcosa la dico, non me la tengo in tasca in silenzio. Anzi.

Ora facciamo un esercizio. Se voi voste il segretario del PD cosa fareste per “fare presto” e per dare al Paese governabilità e assetto istituzionale che consenta di “agire” senza annegare nella burocrazia? Devono sussistere entrambe le condizioni, attenzione. E dovete farlo con questa configurazione parlamentare. Vediamo che sapete fare.

Il Corriere della Sera parla di Roma, ma non aggiorna il pezzo.

Ho letto fino in fondo un pezzo di Conti e Rizzo su Roma che su molti aspetti racconta in modo corretto la situazione (ci sarebbe da farne un bel reportage).

L’impressione però è che il pezzo sia stato scritto molto tempo fa perché non registra la chiusura di Malagrotta avvenuta l’anno scorso per opera della nuova consiliatura.

Scrivono Rizzo e Conti:

“I rifiuti, per esempio. Roma da anni è pericolosamente sull’orlo di una colossale emergenza ambientale, con la discarica più grande d’Europa che periodicamente viene considerata esaurita per essere di nuovo prorogata. La produzione di spazzatura è mastodontica: 660 chili l’anno ad abitante. Per capirci, 113 chili più di Napoli, 127 più di Milano, 155 più di Messina, 200 più di Trieste.”

Peccato che come tutti sappiamo le proroghe di Malagrotta sono finite e la discarica ha chiuso. Sarebbe molto bello che sul tema Rizzo e Conti facessero un bel pezzo per capire dopo l’arresto di Cerroni quali sono i poter forti che vogliono mettere le mani sui rifiuti.

No alle candidature plurime

Concordo con Gilioli, anche io sono estremamente contraria alle candidature plurime, cioè lo stesso nome in più collegi: acuisce gli schemi padronali nei partiti (e che Dio ce ne scampi) e scardinerebbe il concetto di territorialità.

Ribadisco il mio no alle preferenze (nella manera più assoluta favoriscono corruzione e clientelusmo e chi le propone è in ala fede) e suggerisco di cercare il compromesso nel metodo australiano o irlandese come ho detto in Direzione.

Il comune di Roma e la propaganda gay

Da qualche giorno un paio di consiglieri comunali e qualche testata clericale sta attaccando il progetto del comune di Roma costruito dopo l’appello di molti noi, alcuni giorni dopo il suicidio di Simone. L’appello chiedeva al sindaco di trovare un modo di parlare ai nostri giovani per raccontargli che la diversità è un valore, non è una cosa per cui togliersi la vita. Le parole del Papa sulle nuove sfide educative che lanciano alla Chiesa le famiglie gay con figli, sono tra l’altro parole rivoluzionarie, per lo meno si interrogano senza aggressività su come può stare insieme una comunità.

Il progetto, che sarà erogato nelle scuole aderenti e nelle modalità che le scuole preferiscono, non ha avuto alcun costo per il comune (quindi inutile dire che le scuole cadono a pezzi e il sindaco pensa all’omofobia, tra l’altro sappiamo tutti che la scuola. pubblica è in ginocchio anche grazie ai tanti soldi erogati alle scuole private, molte delle quali cattoliche) e tutti noi abbiamo lavorato volontariamente per poter aiutare la città a combattere l’omofobia.

Leggo (su Avvenire, Libero e sul Secolo e nei comunicati di alcuni consiglieri di identità Cristiana) frasi degne della Russia di Putin sul tema: “propaganda gender nelle scuole”, “indottrinamento gay nelle scuole”.

Ma come si fa?

Intanto si parte dal presupposto che si possa convincere qualcuno a diventare gay, il che è figlio della concezione che si può diventare etero e quindi guarire, idea priva di qualsivoglia fondamento scientifico. Poi queste attività si fanno da sempre nelle scuole anche con progetti finanziati da Comune e Regione. L’intento è solo quello di offrire a un ragazzo o una ragazza che si trova solo o sola in questa condizione o ai suoi compagni che non hanno strumenti per organizzare l’accoglienza, una sponda. Dirgli: “non sei solo”. Fuori di qui ci sono tanti gay che sono felici come tanti altri etero. Punto. È tutto qui. Nessuno di noi andrà a dire che “gay è meglio”, perChè non lo pensiamo. Forse lo teme chi pensa che “etero è meglio”? Attenzione perchè il tessuto omofobo dentro cui ci si lancia dal decimo piano, si basa proprio su questo, che “etero è meglio”.

Senza contare che gli stessi giornali, ahimè con a connivenza di un pezzo di partito romano hanno rimandato a data da destinarsi l’approvazione delle unioni civili con parole irripetibili che non fanno onore al Paese, ma nemmeno al nuovo corso di Papa Francesco che fa bene a combattere la Curia romana, sempre più concentrata su diamiche tempirali ed ideologiche piuttosto che sui temi di accoglienza che pure questa città offre a bizzeffe. Sono certa che se il Papa avesse tempo verrebbe con noi a parlare coi ragazzi, a suo modo lo sta già facendo e meglio di chi si professa cristiano, ma ha un’idea un pò distorta dell’accoglienza.

P.s. Se siete insegnanti, studenti o presidi, fate aderire la vostra scuola. Inutile dire quanto sia difficile cominciare questo percorso, il che, davvero, racconta molto più di qualsiasi suicidio.

Berlusconi conosce bene gli antiberlusconiani

Spero sia chiaro a tutti che quando Berlusconi dice di Renzi :”finalmente uno con cui si può parlare nel PD”, conta moltissimo sull’antiberlusconismo del Paese che guarda il dito anzichè la Luna.

Conto sull’intelligenza collettiva e sull’esperienza di venti anni di sconfitte e spero tutti abbiate chiaro a che gioco sta giocando. E che non ci caschiate.

La paura di Grillo.

Cosa scrivevo a luglio del 2012 (in un pezzo intitolato “La legge elettorale che ammazza Grillo e lascia tutto così”) sulla legge elettorale. Lo riporto anche per rispondere a Grillo che oggi si sente in pericolo per l’Italicum.

Invece io penso che lui possa “giocarsela”. Ha forse paura di non riuscire a convincere gli italiani della bontà della sua proposta politica? Beh, si chiama democrazia.

“Nello stesso modo non si farebbe una legge elettorale per buttare fuori qualcuno, come quella che si sta prospettando.
È noto a tutti cosa penso del M5S, ma fare una legge elettorale ad hoc per sterilizzarli politicamente è un abominio democratico, non può valere di nuovo il principio che ognuno si costruisce la legge elettorale per vincere o per far perdere qualcun altro. È una roba vergognosa. Sarebbe molto, ma molto più corretto lasciare questa legge e costruire la prossima campagna elettorale anche su questo: almeno le prossime elezioni saranno anche un referendum sulla qualità della nostra democrazia dal punto di vista della rappresentatività e della governabilità.”

Roma risponde all’omofobia

Un’indagine sulla percezione dei diversi orientamenti sessuali, incontri formativi, un concorso per le scuole che aderiscono e una giornata finale: il tutto per intervenire su un fenomeno che – spiega l’Assessorato – “può provocare effetti anche gravi e a lungo termine sullo sviluppo degli adolescenti” e “può contribuire alla dispersione scolastica”

Bravi Alessandra Cattoi e Ignazio Marino che rispondono così all’appello che avevamo scritto al sindaco dopo il suicidio questa estate di Simone, con un progetto complesso che speriamo avrà vita lunga: una mappa dell’omofobia (per ora nelle scuole che aderiranno) e delle attività (a cui parteciperemo in molti tra i firmatari dell’appello) per coinvolgere i ragazzi e le scuole, per scardinare il pregiudizio.

L’omofobia si combatte soprattutto così: a scuola.

Se siete insegnanti delle scuole di Roma fate aderire la vostra scuola!

Mi dispiace che Cuperlo si sia dimesso, ma…

Mi dispiace che Cuperlo si sia dimesso e mi dispiace che il dibattito sulle Riforme – che giace sepolto da decenni e che il nuovo corso, in poco più di un mese, ha accelerato come MAI accaduto prima d’ora – sia oscurato da altro che non sia il dibattito politico.

Non penserò mai che si debba seguire un capo come prima non tolleravo i caminetti, le brodaglie politiche per non fare mai nulla. Non mi vergogno di discutere di Riforme con Berlusconi perché altrimenti non usciremo mai dal berlusconismo. Mi vergogno dei ventianni che abbiamo perso. Mi vergogno dei giovani precari, delle madri senza maternità, dello sfacelo del suolo. Dei genitori che portano la carta igienica da casa o dei disabili che chiedono elemosina ai semafori. Mi vergogno di questo.

Matteo poteva risparmiarsi quella battuta è vero. Cuperlo parlava a nome di un’area e condivido ciò che dice Civati: non era un nome adatto per la presidenza, lodevole tentativo, fallito.

Come Cuperlo poteva risparmiarsi la battuta sulla gestione del partito, forse fatta in modo più elegante, ma gravissima (e che continua nel solco della demonizzazione di Matteo Renzi rispetto ad una certa superiore identità degli EX PCI) visto che la direzione è stata convocata due volte proprio per dare modo a tutti di discutere.

Il peso di tutte queste responsabilità cade su tutti noi, nessuno escluso. Non solo sulle spalle di Renzi, ma sul verso che faremo prendere al nostro modo di stare insieme, più schietto di prima e forse per questo più aspro, ma a mio avviso più proficuo per il Paese. Abituiamoci a discutere in modo più duro, ci farà bene.

p.s. sul tema della vergogna ho risposto qui su. Sul tema delle preferenze ho risposto in direzione e nel mio post di riflessione sulla legge elettorale. Sul tema dell’incostituzionalità basta andare a leggersi la sentenza. Le liste corte con collegi piccoli daranno “territorialità”, anche se voglio capire bene la questione resti. Così come il doppio turno dovrebbe legittimare il premio di maggioranza.