Il quadro completo sul bimbo “conteso”.

Tanto per fare chiarezza oltre al video di pochi minuti che non racconta 7 anni di processi e su cui tutto il Paese assetato di sangue si è accanito senza pensare nemmeno un minuto.

I fatti riferiti dal sottosegretario sono questi:

“Dopo la delibera del giudice si è deciso di dare esecuzione, scegliendo “l’area antistante la scuola” come luogo più adatto. Il sottosegretario ha spiegato che già in due occasioni precedenti non si era potuto dare seguito a causa dell’opposizione dei familiari (soprattutto nonno materno e zia). Preliminarmente si è preso contatto con la direttrice della scuola. Il bambino sarebbe stato fatto uscire e parlare con uno psicologo, con il supporto di un assistente sociale e di uno psichiatra. Il bambino, intuito il motivo, si è rifiutato di uscire. A questo punto si è deciso di fare uscire gli altri bambini. Sono entrati lo psicologo e gli altri, e poi il padre; il bambino è uscito, ma qui c’erano la zia e il nonno che hanno cominciato ad urlare e ad opporsi anche fisicamente. Il bambino a quel punto ha cominciato a scappare e ad opporsi. Il padre ha tentato di prenderlo (il bambino si era buttato in terra) chiedendo aiuto ad un agente. Quello che succede dopo è in pratica quello che abbiamo visto nel video.”

Grazie a Carlo Traina per il verbale.