Primarie del PD, diario di viaggio. #2

Ieri Fabio Chiusi (che vede in Renzi una specie di Bonolis-conduttore) ed oggi Gotor (biografo di Bersani sparato democraticamente in prima pagina di Repubblica) sono intervenuti sul modello comunicativo di Matteo Renzi.

A parte che secondo me Gotor ha letto Fabio Chiusi (almeno sulla parte della comunicazione e grazie ad Arianna Ciccone per avermi invitato ad aggiungere un “secondo me”), in ogni caso ci sono delle cose giuste nelle critiche che vengono sollevate a Renzi: troppo show rischia di distogliere l’attenzione dai contenuti e rischia di berlusconizzare così tanto la forma da infettare anche la sostanza.

Gotor ha ragione sul fatto che Renzi appare troppo anti-PD.

Ma non si domanda perché il PD è da sempre anti-Renzi.

Peccato, inoltre, non riuscire a vedere la trave nel modello comunicativo bersaniano, modello che io trovo totalmente fallimentare da sempre. Oppure diamo per scontato che non sappia comunicare? E troviamo giusto il non sapere comunicare? Attenzione: comunicare non è fare una bella e costosa campagna pubblicitaria. Comunicare è riuscire a raccontare cosa siamo davvero, cosa vogliamo, con maniacale coerenza e testardaggine. E’ riuscire a valorizzare tutto il PD e non solo i pezzi comodi. La comunicazione è una roba legata al prodotto. Il marketing, per chi non lo sapesse, è anche “costruire” il prodotto e fare in modo che la comunicazione abbia il giusto e corretto mandato per comunicare il prodotto. Applicato in politica: se abbiamo delle idee giuste dobbiamo comunicarle in modo coerente. Per dirne una a me cara: è inutile parlare di rifiuti e fare manifesti abusivi. E’ una forma di menzogna politica.

In ogni caso, alcune cose divengono chiare.

1) Bersani dovrà comunque rispondere ad una richiesta di rinnovamento e già pare che le deroghe al secondo mandato saranno solo 30 (che già sono troppe)

2) che lo scontro sarà durissimo e speriamo che il PD sopravviva (sempre pensando che se il PD non sopravvive il Paese ne avrebbe da soffrire, secondo me)

3) che Renzi fa paura e persino Gotor perde di lucidità quando dice che Renzi sta aspettando per capire se le regole possono farlo vincere. Più che altro sta aspettando di capire se può partecipare alle primarie senza essere espulso dal PD.

4) che Franceschini non ha ancora deciso con chi schierarsi

5) che una cosa importante nella scelta sarà anche chi andrà con chi. Nel senso che non è solo Renzi vs Bersani, ma sarà quelli con Bersani vs quelli con Renzi. Uno dei motivi per cui molti di noi sono in attesa, è questo.

Come dico da sempre le differenze le vedremo prevalentemente sulla questione lavoro e sulla questione diritti (ci saranno anche altre differenze ma è su questi due temi che ci giocheremo l’enfasi, la passione, la rabbia, il desiderio di vittoria).  Sperando che non diventi uno scontro tra gay e famiglia tradizionale o tra Fiom e Marchionne. Il PD era quello che doveva stare al di sopra e rappresentare tutti, facendo lo sforzo sovrumano di non cascare nelle vecchie logiche. Il Paese ha bisogno della Fiat? Forse no. Forse la politica potrebbe trasformarla e andare oltre. Il Paese deve restare schiavo della Chiesa? Forse ne può rielaborare il rapporto. L’importante è non inseguire il tesserato Fiom o l’imprenditore in cerca di mercati selvaggi. Oggi una giovane architetta a 300€ al mese era felice per avere avuto una proposta di contratto a tempo determinato ad 800€ al mese per due anni. Meno di quanto guadagna un operaio Fiat. Quanti sono gli operai della Fiat di cui parliamo da mesi? Quanti sono i giovani come Elisa (il nome è di fantasia)? A questo dobbiamo rispondere.