Di piscio e di baci saffici.

Bisognera’ spiegare a Giovanardi che il rito arcaico del “marcare” il territorio pisciando in strada, molto maschile e tribale, e’ l’opposto morale di un dolcissimo bacio tra donne. Ma sarebbe inutile: lo troveremo braghe alle caviglie, di spalle al mondo a schizzarsi tra le cosce di piscio che rimbalza dal muro che gli ottenebra la mente.

(Per chi non lo sapesse quel povero decerebrato di Giovanardi, ha paragonato il bacio tra donne in strada a chi piscia per strada…io sempre me la prendo con le trasmissioni che lo invitano. Lo fanno apposta. Quando perdono audience invitano Giovanardi e gli fanno una domanda sui gay)

Poltrone da contendere.

Quelli di luoghi come Platì, abbandonati dai partiti.

Un grande partito popolare dovrebbe spedirci il suo capitale umano migliore.  Pare una follia, ma una volta si faceva così. Si mandavano i migliori a ricostruire le relazioni tra la politica e i territori. Era formazione, ci si faceva le ossa. Oggi i confini vengono abbandonati. E’ tutto così centripetamente convulso che sono tutti dentro il raccordo a farsi la guerra. Non è mica un caso che la guerra tra correnti raggiunga a Roma e nel Lazio la sua versione più fratricida. Per guarire centrifugare. Uno a Platì, l’altro a Palermo, uno nei luoghi della Tav e l’altro a cavalcioni tra la Basilicata e Reggio Calabria. E mica ci farebbe male.