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Ci vuole scienza, ci vuol coscienza a non abbottonarsi mai i polsini della camicia, nemmeno sotto il gessato, nemmeno ad un matrimonio.

Un mio amico filosofo direbbe che è incontinenza della vita. O ingordigia di aria e di tutto il resto.

Scrivo sul libro#2:

[…] mi piacciono le cose larghe, che abbracciano: i piedi la terra e le mani l’aria e altre mani.

p.s. Stasera prima riunione del tavolo GLBT del PD dopo le elezioni. Al Loft. Vi aggiorno.

Il mio intervento al tavolo GLBT del PD

Ve lo posto in diretta…mentre ascolto gli interventi degli altri.

Il tavolo GLBT del Partito Democratico:

 

 

1)     deve esistere perchè, anche alla luce della situazione politica attuale, è una frontiera di visibilità irrinunciabile che ci pone davanti ad enormi responsabilità a causa della nostra solitudine nella rappresentanza. Sarebbe una pessima mossa nei confronti della comunità liquefarci in un altro soggetto più ampio e che perda la sua connotazione. Nessuno di noi vuole e desidera un ghetto all’interno del partito. Ma non possiamo privare il Paese di questa visibilità. Perché la visibilità è l’essenza stessa della politica GLBT.

 

2)     Deve crescere internamente (in termini qualitativi e quantitativi) per diventare riferimento autorevole di Paola e comunque di tutto il partito. Deve creare visibilità e consenso nei confronti dell’azione politica di Paola e del partito su certi temi. Per fare questo è necessario che ci siano persone che ci lavorano in modo dedicato.

 

 

3)     Deve radicarsi all’interno del partito come una realtà irrinunciabile e indiscutibile e deve essere riconosciuto. Deve creare le condizioni di dibattito interno al partito. La questione GLBT non deve essere solo nostro appannaggio, ma deve essere una battaglia del partito. Zapatero non è gay, ma è in questi anni il nostro miglior combattente.

 

4)     Deve avere una piattaforma che, come avevamo già concordato, dica pari diritti, pari dignità. Perché anche noi, gay del PD dobbiamo avere chiaro quale sia l’obj, seppure con i distinguo che l’agenda politica ci imporrà. Appoggeremo certamente qualsiasi norma migliorativa sapendo che finché non avremo ciò che ci spetta di diritto non saremo mai contenti. Questo deve apparire nella nostra azione politica. Non possiamo e non potremo mai apparire come collaborazionisti di compromessi al ribasso sulla pelle della nostra comunità.

 

 

5)     Deve fare una politica trasparente e visibile. La comunità deve avere sotto gli occhi le nostre battaglie in modo chiaro, anche quando le perderemo. Questo crea consenso intorno a noi, ci darà forza, ci farà avere l’appoggio esterno per essere ancora più forti internamente. E’ fuori dal partito che dobbiamo ottenere consenso, e questo farà bene anche al partito. 

 

PROPOSTA.

 

Organizzare un incontro pubblico prima delle fine di luglio in cui invitare tutte le persone interne al partito o vicine al partito, che vogliono essere coinvolte in questo progetto. Aprire le consultazioni sui candidati al ruolo di portavoce ed anche ad altre funzioni (es. ufficio stampa, comunicazione, organizzazione eventi, portavoce regionali, webmaster di un sito dedicato).

Entro settembre eleggere i due portavoce.

 

VARIE.

 

Patrocino Gay Pride da parte del PD. Costringere una risposta (una politica?) chiara, adesso. Non siamo in campagna elettorale, abbiamo davanti 5 anni di destra e dobbiamo fare capire subito al partito qual è la musica che vogliamo sentire tra 5 anni. Chiudersi ora, internamente, significherebbe ancora una volta non capire il Paese, in questo caso la nostra comunità.