Cronaca di un week-end in Emilia Romagna, di altre lettere ad Alemanno e delle solite Riserve Indiane

Il tempo ci ha assistito clementissimo e ancora, pranzando a Ferrara, mi è capitato di ascoltare altri pezzettini di storia. Voi direte…ma non puoi fare a meno di scocciare tutti quelli che incontri con questa storia della politica? No, proprio no. Comunque la punizione divina o le maledizioni (poi vi dico di chi) mi hanno reso totalmente àfona.

Emblematico l’operaio milanese in pensione, di origini siciliane che ha votato Lega. Mi ha detto una roba che mi ha fatto sentire male, ma proprio male: “La sinistra per me è morta. MI ha tolto tutto. MI ha tolto la pensione, mi ha tolto persino i sogni. Perchè non ha risolto il conflitto di interessi quando poteva?” Già, porca miseria, perchè non lo abbiamo fatto, e non lo abbiamo nemmeno ancora spiegato a noi stessi? A questa sinistra serviranno anni di psicanalisi per ripigliarsi!

Il manager milanese che pareva Gerry Calà (solo per come parlava e la definizione è della figlia adorata) invece ad un certo punto, mentre si beveva il suo bianchino mi racconta questo:

“Negli anni ’70 mi giravano al largo quelli dei cortei perchè ad uno un giorno gli ho tirato un libro.” Io storco la bocca, insomma, sono sempre di sinistra, dio santo e ho davanti un ex krumiro.

Continua: “Poi sai cosa è successo?”

“No. Cosa?”

“Che l’azienda dove lavoravo cerca di cacciare quelli.”

“Quelli chi?”

“Mah, quelli di Lotta Continua, Potere Operaio. Erano una maledizione in fabbrica.”

Già, penso io. Magari difendevano gli operai, i loro diritti. No?

“Allora – prosegue – l’azienda gli ha dato 50/70 milioni di lire per levarsi dai coglioni” Non so se avete presente quanti erano 70.000 milioni di lire nel 1977! Mio padre si comprò una 500 con 300 mila lire!

“Ah. E loro?”

“Li hanno presi. Poi un giorno, qualche anno fa, mi sono fermato a mangiare in un ristorante consigliatissimo dalla guida. E incontro uno di questi, che era il proprietario. Così alla fine della cena gli vado vicino, ci beviamo una grappa, lontani dagli anni 70, gli chiedo come vanno gli affari. E sai lui cosa mi dice?”

“Cosa?” Faccio io, la mia faccia sempre che aspetta di poter infierire.

“Che è un gran casino con la storia delle tasse e del personale. Dice che nessuno ha più voglia di lavorare. Mi sono fatto una grassa risata.”

Io non rido per niente. Vabbé, la smetto di tediarvi con questa storia delle interviste a tutti quelli che incontro.

Alle 18 finalmente Casa delle Donne e presentazione del libro, forse la più difficile di tutte e comunque la più “lesbica” in assoluto. La presentatrice mi ha letteralmente massacrato facendomi rileggere tutto il libro in chiave psicanalitica: figure paterne, che fine hanno fatto Francesca e Martina, e quanto di me c’era in questo o quell’altro. Speriamo che alla fine abbiano capito che il romanzo è una roba leggera che si legge anche in spiaggia. Alla fine la presidente di Arcilesbica Ferrara introduce il discorso lettera ad Alemanno, così scopro che:

1) il TG5 ha citato la mia lettera e ha fatto sentire la canzone composta da Fiorello e Baldini.

2) Arcigay Roma, ArciLesbica Roma e DiGayProject hanno scritto una lettera ad Alemanno invitandolo ad un incontro su GayPride e tematiche GLBT. Firmata anche da Aurelio Mancuso.

Ma. Eh, sì, perchè un ma c’è sempre. Ti pare che riusciamo a uscire da questo circolino da riserva indiana dove ci siamo andati a ficcare? Ti pare che possiamo fare arrabbiare i vari Bertinotti & Co, perchè finalmente poniamo il problema GLBT fuori dal recinto politico? Ma voi, poi, lo avete mai sentito il presidente della Camera Bertinotti, che nel suo programma aveva addirittura matrimonio ed adozioni gay, dire mezza parola per voi, come rappresentante delle istituzioni? Io no. Mi manca.

Il ma è che contemporaneamente a quanto sopra succede questo:

1) nella mailing list di Arcilesbica (alla quale ahimé mi scuso non sono iscritta) qualcuno di “importante” mi ha insultato per la lettera dicendo che sono vacua ed ingenua. Già, perchè costringere le forze politiche a competere sulle nostre tematiche è proprio ingenuità. Ma sì, restiamo nella riserva con la bandierina rossa…e ce l’ho pure con il mio partito qui, eh, mica solo con la SA…tanto per intenderci. Davvero qualcuno pensava che pensassi di scrivere ad Alemenno come a Babbo Natale? La scrittura provoca, non c’è bisogno che sia aggressiva. A volte la gentilezza è molto più insinuosa. Studiare Ghandi per credere.

2) Francesca Grossi, presidente di Arcilesbica Roma, è stata destituita dai suoi incarichi all’interno dell’associazione per avere firmato quella lettera ad Alemanno. Potete leggere qui

3) dulcis in fundo, il Circolo Mario Mieli puntualizza qui e prende le distanze dalla lettera delle tre associazioni romane, citando un documento politico che non solo Alemanno non potrà mai condividere (quindi alla ricerca dello scontro), ma che nemmeno Rutelli avrebbe condiviso.

Insomma un bel casino. Io ritengo che la lettera ad Alemanno delle 3 associazioni sia un punto di svolta che può portare la politica, i partiti (esclusi quelli di chiara ispirazione cattolica), a mettersi in competizione sulle questioni GLBT, senza dare per scontato che i nostri temi siano appannaggio di una sola parte. Pensate se Alemanno venisse al Pride. Il Pd che fa, si fa superare dalla destra sulle politiche di integrazione? Sarebbe una burla colossale. Anzi, come si è dimostrato nel 2007, e come ampiamente descrive “Improvvisamente l’Inverno scorso” in questi giorni di nuovo a Roma, dobbiamo imparare che le cose chiediamo sono semplicemente giuste e le dobbiamo chiedere a tutti, visto che chi ce le aveva tanto promesse, alla fine ci ha sacrificato per altre cose, tra cui la sopravvivenza suicida di un governo.

Questo l’unico modo di averle. Altrimenti la sinistra continuerà a dare il nostro voto per scontato e non farà passi avanti.