Il razzismo: facile declino emotivo. E l’integrazione: difficile crescita civile.

E’ più facile essere razzisti, diciamoci la verità. Metti tutto dentro un calderone: froci, rom, donne, rumeni, neri, viados (vedere quanto accaduto a Roma l’altra notte) e li fai diventare tutti cattivi. A questo punto hai un nemico e tutto diventa lecito. E chi lo combatte, chi non fa distinzioni, chi usa parole dure, le stesse della tua pancia, è il tuo mito. E lo voti.

Non è nemmeno roba da statistici. E’ questione di quello che ti raccontano. Vedere il film di Michael Moore per credere: stessa cosa viene fatta ogni giorno negli USA nei confronti degli afro-americani.

Non è che la maggior parte dei crimini in Italia avviene per mano di Rom, Rumeni e zingari e qualsiasi altra etnia, gruppo, famiglia, potete inventarvi. Non è così. Dobbiamo ripeterlo perchè oggi, vince chi lo dice più volte e non la verità. Cosa facciamo, allora…cacciamo tutti i preti per un prete pedofilo? Cacciamo tutti i padri perchè uno ha stuprato la figlia? Cacciamo tutti i mariti perchè uno di loro ha violentato la moglie? Dio Santo, sveglia!

Paura. E’ tutto figlio della paura. L’abbiamo avuta anche noi quando ci hanno rubato a casa. Quando sono andata nel campo ROM a mettermi in ginocchio davanti al capo di quel campo perchè dentro al computer che mi avevano rubato c’era il libro che stavo scrivendo e non avevo una cazzo di copia di backup. Era una certezza per tutti che fosse stato qualcuno di quel campo. Odore di merda e bambini che picchiavano i cani. Un vecchio autobus, la sera, scaricava i pochi bambini che vanno a scuola. Un posto fermo. Fuori dal tempo. Un non-luogo. Due ragazze volontarie dentro un container mettono le toppe che possono, masticando il loro chewing-gum, dove masticare assume la forma del ripetuto, del non evolversi. Del fatto che ci siamo arresi.

Paura. Perchè noi gay un pò di paura dei mussulmani non ce l’abbiamo? Un pò di paura che un giorno cattolici e mussulmani si accorgano che noi saremmo un fantastico nemico comune su cui sfogare l’ira popolare, su cui concentrare le colpe di secolarizzazione e declino della famiglia.

E’ più facile cacciarli via tutti. E più facile ammazzarli tutti. Bruciare tutto. E’ più facile fare finta che questa destra ci salverà, perchè le sue parole sono forti, senza compromesso, senza pietà. Vogliamo che questa destra ci rassicuri, ci accarezzi la testa e ci faccia la ronda alla porta.

E’ solo un’illusione. E’ come pulire casa e ficcare tutto sotto il tappeto, chiedetelo a Marco Tolli che lavora in periferia, che argina l’incazzatura dei residenti che non si sentono sicuri a scendere da quei cazzo di trenini (lo stesso della Reggiani) e poi si ritrova tra le braccia gli sfollati dei campi, il loro sguardo perso di condannati. Dove è il loro luogo in quest’Europa globalizzata, in questa Europa percorsa dalla paura?

Non sarebbe opportuna una politica europea? Non sarebbe opportuna una conferenza permanente che affronti il problema? Che rispetti le tradizioni, ma conduca all’integrazione? Non sarebbe opportuno stanziare più soldi per rendere i campi legali dei luoghi dignitosi, dei luoghi dove i bambini Rom possano crescere senza pensare che il loro unico luogo possibile è uno schifo e che quindi venire a rubare a casa mia o scippare in metropolitana è sbagliato. Invece diventa solo una vendetta contro il resto del mondo, quello fuori dal campo. Abbiamo davvero la coscienza pulita? Siamo davvero quelli buoni, noi fuori dal campo?

Nello stesso tempo non possiamo abbandonare le periferie delle città ad affrontare un problema serio. La politica deve presidiare i luoghi e meno i loft. La politica deve vivere le cose e non raccontarle. Quello lo faccia la stampa. Questa battaglia deve farla la sinistra. Deve uscire dal salotto bertinottiano, alzare qualche muro nell’open space del Loft, un muro su cui appendere alcune priorità, tra cui i valori che fanno di noi qualcosa di diverso. Orgogliosamente diverso dalla destra.

Tra lasciare tutto così (la via della sinistra fino ad ora) e cacciare tutti (la destra fino ad ora), noi dobbiamo interpretare la terza via anche in questo ed essere fermi in una politica difficile di integrazione e legalità. Questa deve essere una delle nostre battaglie in agenda.

E poi leggetevi questo.

Primo Piano e Parla con te.

Ma non li potremmo avere tutti e due in seconda serata?

Sarà ma a me questa storia puzza di bluff. Sono anni che aspetto la Dandini in orari umani, che spero nel ritorno dei fratelli Guzzanti.

Tutti insieme sono stati in grado di fare i più bei programmi che abbia mai visto. La sera quando c’era Pippo Chennedy o Avanzi o l’Ottavo Nano, non si usciva la sera, ci si ritrovava e lo si guardava insieme mangiando una pizza.

E raddoppiare Report?