Il mio amico albanese che vota PDL…

dice che noi “di sinistra” pensiamo che chi vota a destra non sia bene informato e sia anche un pò stupido ed egoista. Oggi a pranzo mi ha lasciato ammutolita. Va bene che sto facendo tanta autoanalisi, forse più di molti altri, ma il maccherone al pomodoro mi è rimasto a metà tra l’essere divorato e il cadere di nuovo nel piatto, anch’esso metafora del ma_anchismo che pervade il Partito.

Sul tavolo giace con un segno a buona metà un libro di Biagi che sta leggendo la sua compagna. La sua compagna ha votato PD.

Lui è cresciuto al confino sui monti dell’Albania, perchè il padre italo-albanese era considerato un oppositore del regime. Una sua foto in groppa ad un asino potrebbe essere quella di qualche nostro bisnonno, almeno mio, tra le campagne di Alcamo. Certo non della mia infanzia.

Proviamo, siamo in tre a dirglielo, a dire che in Italia c’è scarsità di informazione. Risponde che non si può avere la perfezione, che ci sono paesi che stanno peggio di noi. Provo a dirgli, elencandoli, tutti i reati prescritti al futuro prossimo ennesimo premier, Berlusconi. Dice che sono questioni di principio e mi cita le leggi per non fare pagare le tasse alle coop. Mi ricorda che il primo governo Prodi la legge sul conflitto di interessi poteva farla. Sto zitta un’altra volta.

Mi dice che a sinistra siamo arroccati sui privilegi, che apprezza Veltroni per il coraggio, ma si fida più del PDL. Berlusconi non gli piace, lui è finiano. Sì, se ne è accorto che è un eterno secondo e che per l’ennesima volta sembrava volesse farsi avanti e poi si è nascosto di nuovo dietro qualcun altro. Si fida più della PDL perchè pensa che possa fare una politica più incisiva sulle cose che gli stanno a cuore: flessibilità del lavoro – mi fa notare che siamo i meno flessibili, gli faccio notare che qui flessibilità, spesso significa disoccupazione o impossibilità di fare figli, comprarsi casa, insomma, le solite argomentazioni – sicurezza. Qui cerco di colpirlo e gli faccio notare che oggi tocca ai rumeni, ma non si ricorda quando toccava agli albanesi? Se fossi mussulmano, saresti contento delle cose che dice Calderoli? Ridacchia. Dice che sono tutte frasi per tenere buoni i suoi, quelli più estremisti, ma poi la politica della Lega è molto più moderata. Così finisco per ricordare che il consulente di Maroni, si chiamava Marco Biagi, cresciuto a codice del lavoro e falce e martello.

La sua vita italiana, scuole medie e superiori e università l’ha passata a Bologna, ironia della sorte, per uno vissuto in una famiglia accusata di essere anti-comunista.

Vado via con le orecchie basse. Un’altra lezione, anche oggi. L’Italia vuole risposte e non principi. Passa sopra le battute, le corna di Berlusconi, le sue battute sulle donne. Va oltre. Non gliene importa, quelle sono cose per noi che sembriamo quelli di “tutti da Fulvia il sabato sera” (metafora infinita del salottismo di sinistra, leggere qui per credere e vomitare) e con la panza piena possiamo pensare anche ad un pò di formalità, signora mia.

La verità che uno così, spontaneo, così mediamente italiano, così difettoso (un pò di evasione, una bustarella lì, una spintarella là)  è più affidabile di chi cena con George Clooney e si scrive con Obama. Che fa tanto figo, ma fa tanto Maria Antonietta e le sue brioche.

E oggi me lo doveva ricordare un albanese che la fame l’ha sofferta da bimbo (e mi torna in mente la teoria dei bisogni primari) e oggi vorrebbe solo vivere in paese dove sia facile mettere su un’impresa, dove funzionino gli uffici pubblici, dove ci sia sicurezza. Solo questo e quando buttò lì la questione gay, lui fa un gesto con la mano, sembra un vecchino del sud. Ridacchia e dice: “Vedi che Fini si comporta meglio lui con i gay che i tuoi amici di sinistra. Pensaci.” E come dargli torto.

Alla fine ho fatto il bis di maccheroni e ho guardato le partite con lui. La Roma ha vinto, l’Inter ha perso. Almeno oggi una buona notizia normale.