Anatomia di un dibattito (quando i gay si arrabbiano e la destra risponde)


C’è un bellissimo pezzo del film “I ragazzi stanno bene” dove la figlia guarda una delle madri e in piena crisi adolescienziale le dice (più o meno): “Così hai la tua bella famiglia lesbica in cui siamo tutti perfetti.” Mi colpisce quella frase perché ho vissuti su di me la sindrome della perfezione della “rappresentanza” e sono certa che molti di noi la vivono e l’hanno vissuta allo stesso modo. Nel dibattito che si è scatenato dopo la sentenza del tribunale di Roma che in sostanza autorizza una stepchildadoption arrivando prima del legislatore e semplicemente rispettando il principio (già nella consuetudine giudiziaria) della continuità affettiva a favore del benesse del minore (e solo del benessere del minore) ho sentito dire di tutto. Ho visto citare studi contro l’omogenitorialità in cui alla fine gli “scienziati” sono dei noti psichiatri ciarlatani che teorizzano la “guarigione” dall’omosessualità citati come fonti autorevoli. Ho anche ricevuto un link in cui un figlio di due lesbiche separate è indagato negli Stati Uniti per atti di pedofilia come se questo bastasse ad inficiare ogni teoria sull’omogenitorialità. Ci sta che davanti a tanta violenza, tanto odio, tanta – ehm – omofobia, qualcuno di noi perda la pazienza. E’ successo a Vladimir Luxuria che interrogata sul manifesto omofobo, violento e rubato (Toscani li ha denunciati per furto) ha risposto a caldo così: “Spero che nessun bambino venga abbandonato da un padre all’età di 12 anni come è successo alla vostra Giorgia Meloni”.

Ovviamente questa frase è stata usata per ribaltare il ruolo vittima-carnice (a proposito accade sempre più spesso: dici che i gay fanno schifo, non devono avere nulla, sono una lobby, pedofili, inabili a crescere un figlio ecc, qualcuno si incazza, lo scrive e immediatamente dopo viene accusato di linciaggio….è una dinamica che sta imperversando sui social, molto chiara tra l’altro).

In realtà Vladimir voleva dimostrare che non basta essere etero per essere un buon genitore, ma capisco che se ti tocca personalmente possa essere “pesante”. Il fatto è, non riusciamo forse a farvelo capire, che i vostri manifesti, le vostre frasi, il vostro opportunismo politico “contro i gay” fa male uguale. E’ pesante uguale. Impatta su adolescenti che si tolgono la vita, sui nostri figli che crescono nel vostro mondo malato di omofobia. Non ci credete? Leggete i commenti in calce allo stato di Ignazio La Russa, uno che ha fatto il ministro della Repubblica insomma, mica uno chiunque. A voi non vi preoccupano quei commenti? A me sì. E, pur cercando di dare l’idea di essere una lesbica gentile, moderata e sempre disposta al dialogo (con chi se lo merita) comincio ad arrabbiarmi sul serio. Mi aspetterei da parte di chi fa politica più responsabilità. Mi parlate dell’ISIS poi gli somigliate molto. Mi scuso io con Giorgia Meloni da parte di Vladimir, anche se lei non sarà d’accordo forse. Ora aspetto le vostre scuse e che proviate a far ragionare queste bestie qui sotto, i vostri elettori.

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2 pensieri riguardo “Anatomia di un dibattito (quando i gay si arrabbiano e la destra risponde)

  1. Da Avvenire alle affermazioni della CEI, il mondo cattolico politico è in subbuglio. La missione è distruggere la campagna pro-diritti alle coppie glbt prima che sia troppo tardi. Come farlo? Minando la credibilità della comunità omosessuale. E ci stanno riuscendo grazie a politici complici: i gay sono i cattivi che complottano per frantumare la famiglia tradizionale, fondamento della società. I cattofascisti (questo sono, fascisti con la croce al collo) hanno inventato l’ideologia gender, che non vuol dire nulla, perché non esiste, ma dicono che le lobby gay vogliono diffondere sto gender in italia come hanno già fatto in europa. Stronzate, ma gli ignoranti, i chiesaroli, i destrorsi ci credono. E ci odiano.
    Dobbiamo reagire, organizzare una campagna nazionale, spiegare chi siamo e cosa vogliamo, far capire che riconoscere diritti alle persone glbt tutela tutti e non danneggia nessuno.
    Sbrighiamoci, e facciamolo noi. Se aspettiamo questo Governo rimarremo con un pugno di mosche in mano.

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