50 anni di Pride

50 anni di Pride.

50 anni di battaglie, di dolore, di lotta, di pianti, di vittorie e di sconfitte. In tanti paesi la legge ha determinato la piena parità…ma se guardiamo al mondo ci sono luoghi dove non solo la piena parità ancora non c’è, ma omosessuale fa rima con tortura e di pena di morte.

La strada è ancora lunga, non dobbiamo guardare solo a noi, ma all’intera comunità.

Se una cosa ci hanno insegnato le trans che quel giugno del 1969 a Stonewall, New York, si ribellarono alla violenza della polizia è che questa lotta è una lotta di resistenza, di ribellione e di colore.
La nostra lotta è stata anche ribaltamento dello status quo, rivoluzione dei costumi per dimostrare che la felicità non passa quasi mai per l’educazione e per il conformismo. Ricordatevelo: mai. Disobbedite.
L’ho pensato anche io per tanto tempo che la strada giusta fosse il conformismo, il conformarsi, ma ogni libertà, ogni diritto, ogni avanzamento è sempre passato per uno scandalo (lo sapete che anche il caffè e la forchetta quando vennero introdotti vennero considerati elementi malefici e demoniaci??). Lo scandalo è quando qualcuno storce la bocca. Oggi anche dire “mia moglie” è uno scandalo (io ogni volta inciampo ancora sulla parola, io che non ho mai paura del mio coming out).
Anche dire “amo Dino” è uno scandalo.

Fate scandalo, siate voi stessi, siate felici. Che siate gay, etero, bisessuali, trans…siate voi stessi fino in fondo e siate felici. Siamo una delle poche minoranze che ha ottenuto diritti senza bombe, senza violenza, senza sangue. Siamo orgogliosi anche di questo: di essere sempre quelli che spiegano, testimoniano con il corpo, sorridono anche quando è complicato.

Buon Pride a tutti e tutte e tutt*.

Perchè il 5 io sarò in piazza.

Sarò in piazza perchè le associazioni non hanno convocato una manifestazione contro la legge approvata al Senato, ma una manifestazione che ricorda a tutti che poteva andare meglio e che non ci accontenteremo fino alla piena uguaglianza. Come ho sempre detto io voglio il matrimonio e sarò pienamente felice solo quando saremo tutti uguali davanti alla legge. Sarò in piazza come vado ai Pride, in mezzo alla gente.

Abbiamo fatto fare al Paese un salto mortale carpiato. Portato l’Italia a parlare di noi ovunque, ad interrogarsi sulla nostra capacità di essere genitori.Ho sentito persone esprimere dubbi sulla Gestazione per Altri e dire nello stesso tempo: “però io ho cambiato idea sulle adozioni, io a voi adesso un figlio ve lo darei, prima di tutta questa discussione no.” Ho sentito persone capire cosa è la GPA e sapere che è cosa diversa dall’utero in affitto. Ho visto persone capire quanto questa battaglia era importante anche per loro, per un’Italia migliore. Ho sentito giornalisti dirmi che non avevano mai ricevuto così tanti commenti per una trasmissione, alla faccia del “non importa a nessuno”.

Ho visto senatori nelle nostre case, ho visto in questi giorni dopo l’approvazione della legge genitori gay e cosiddetti cattodem scriversi su facebook, perchè comunque si sono generati dei legami, e non lo dico per democristianitudine (che Dio mi fulmini), ma perchè tutti questi mesi sono patrimonio culturale e di crescita a prescindere dalla legge e tutto questo servirà. Tutto questo è stato arare la terra. Tirare via i sassi dalla vigna.

So perfettamente che il 5 ci sarà qualcuno che sarà arrabbiato con questo Governo e con Renzi. Pazienza, ci sta.

Vi dico anche un’altra cosa: che in questa battaglia è servito tutto. E’ servito chi ha lavorato per anni per trascinare il Partito Democratico e se volete possiamo discutere se siamo stati bravi o no, se potevamo arrivarci prima, se abbiamo sbagliato qualcosa (certo non lo abbiamo fatto per avere qualcosa in cambio, potete non crederci, c’è solo una persona che può testimoniare quanto a volte ci siamo incazzati, abbiamo protestato che non si facevano visibili passi avanti, quanti toni duri sono stati usati ogni volta che rimandavamo il momento di discutere in aula). E’ servito chi ha protestato fino all’ultimo perchè invece della Cirinnà voleva il matrimonio, chi ha pestato i piedi per lo stralcio della stepchild. Le critiche e gli insulti anche se dolorosi, sono serviti e serviranno ancora: per aiutarmi a sostenere il nostro asintoto, per ricordarmi ogni giorno dove dobbiamo arrivare, per ricordarmi che finché non saremo lì non saremo contenti e romperemo le palle ogni giorno, senza mai cedere perchè si continui a camminare e a fare passi avanti. Ora dobbiamo lavorare per una legge sulle adozioni in questa legislatura e per fare una battaglia programmatica affinché il PD il prima possibile contenga nel suo programma il matrimonio egualitario, questa legge  e il dibattito nel Paese ci aiuteranno perchè renderanno passare alla forma più facile una volta avuta la sostanza.

Qualche giorno fa ho lanciato l’idea di un comitato che ci tenga tutti insieme e che divenga il luogo di una piattaforma comune e semplicissima: l’estensione del matrimonio egualitario. Secondo me dobbiamo farlo e tutti insieme. Litigheremo ancora. Discuteremo ancora di come arrivarci, lo so. Ma so che adesso è più facile stare tutti insieme.

Unioni civili: cosa contiene il maxi-emendamento, alcune riflessioni e una proposta.

Cosa contiene (e cosa non) lo spiega benissimo Marco Gattuso -giurista – su Articolo 29, mettendo in rilievo sia i pieni che i vuoti.

Interessante questo passaggio che cito per intero (fatto salvo quello che manca sulla filiazione i distinguo dal matrimonio che Gattuso spiega in fondo al pezzo che vi chiedo di leggere per intero:

[…] Per il resto, vengono riconosciuti tutti -ma proprio tutti- i diritti del matrimonio, nessuno escluso.
Dai diritti patrimoniali all’eredità compresa la legittima, dal diritto al mantenimento ed agli alimenti al diritto alla pensione di reversibilità, dal ricongiungimento familiare alla cittadinanza italiana per lo straniero unito civilmente, dal congedo matrimoniale a tutte le prerogative in materia di lavoro, dagli assegni familiari a tutte le disposizioni fiscali, dalla disciplina sui carichi di famiglia alle imposte di successione e donazione, dall’impresa familiare alle numerose norme del codice civile in materia di contratti, prescrizione ed altro, dalle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari ai punteggi per i concorsi e i trasferimenti, dai trattamenti pensionistici, assicurativi e previdenziali al diritto di ricevere informazioni sullo stato di salute e le opportunità terapeutiche, dalle decisioni sulla salute in caso di incapacità, alle decisioni in caso di decesso sulla donazione di organi, sul trattamento del corpo e sui funerali, dal trattamento dei dati personali all’amministrazione di sostegno ed alla 104, dai diritti in materia penitenziaria alle numerose norme in materia di diritto e di procedura penale. E così via.
Insomma tutti, tutti i diritti conseguenti al matrimonio sono previsti anche per le coppie unite civilmente.
Non c’è molto da aggiungere sotto questo profilo: fatta salva la -assai dolente- materia della filiazione, la legge elimina in un sol colpo qualsiasi discriminazione fra coppie eterosessuali e coppie omosessuali.
Per quanto concerne i diritti conseguenti all’unione, uguaglianza è fatta. […]

Alcune riflessioni:

  1. Una legge non si commenta sulla base delle dichiarazioni di Alfano o della Compagnia degli Omofobi. Cosa avrebbero dovuto dire? NCD sta votando il matrimonio? Si è portato a casa due elementi: mancanza di obbligo di fedeltà e separazione lampo, entrambe cose che andrebbero inserite nel matrimonio. Ovviamente la stepchild che però ottiene una postilla e lascia il via libera ai giudici.
  2. La legge lascia aperta la strada ai giudici sulla stepchild che già oggi senza unioni civili veniva riconosciuta sulla base del principio della continuità affettiva, ora lo sarà ancora di più. Certo, obietta qualcuno: pagando avvocati. Sì, infatti non siamo contenti e va fatta una legge sulle adozioni che il PD si è impegnato a fare.
  3. Questa non è la legge che io avrei voluto, avrei voluto di più. Voglio il matrimonio da sempre (e lo avremo), abbiamo tentato politicamente la strada di un istituto equivalente con stepchild. Non abbiamo perso la guerra. Abbiamo conquistato una città distruggendo un quartiere, uno dei più belli, per usare una metafora bellica. Ma siamo entrati. Questo, anche questo, è il cavallo di Troia, adesso nessuno potrà più fermarci e la rabbia di questi giorni è il segno che non ci accontentiamo, quindi continueremo a lottare tutti insieme. Loro invece, hanno perso perché l’Italia sta equiparando le coppie gay alle coppie sposate. Ora dobbiamo portarci a casa i nostri figli, in senso letterale (ricostruire il quartiere andando distrutto per conquistare la città)
  4. Io non riesco ad essere felice, su questo ho molto discusso, però se mi fermo un momento a pensare a quello che poteva succedere dopo i due voltafaccia del m5S penso che il PD abbia fatto la cosa giusta. Il rischio era giorni di votazioni e l’incertezza dei numeri. Io so con precisione che M5S si era impegnato a votare il canguro, anche spacchettato. Poi ha cambiato idea. Anche io non mi fidavo più di loro, tantomeno nel voto segreto. Tanto poi la colpa sarebbe stata del PD, quindi ha fatto bene il PD a trovare un’altra strada che impedisse l’ennesimo rinvio, credetemi che la fiducia su una legge che sostanzialmente estende il matrimonio (con le eccezioni formali suddette che sì, sono discriminatorie, ma non cambiano la sostanza) era una cosa che una settimana fa non era nemmeno pensabile. per questo voglio ringraziare chi ci ha lavorato duramente e non ha mollato fino all’ultimo.
  5. Un minuto dopo l’approvazione della legge così com’è – a mio avviso – dobbiamo costituire un comitato nazionale, così come esistono i comitati per il referendum con l’obiettivo del matrimonio egualitario.

 

Unioni civili: la legge si farà, ma ora difendere il testo.

Che il cammino della legge sulle unioni civili non sarebbe stato facile anche dopo essere state incardinate al Senato lo sapevamo e l’ho scritto ieri. Di sicuro le parole di Di Maio sulle adozioni non aiutano (per me era molto importante che il M5S si dimostrasse compatto per costringere il PD a non tentare altre strade come quello dell’emendamento sull’affido rafforzato). Una cosa è certa: la legge sarà una buona legge solo se la votano PD, M5S e SeL. Se M5S si sfila o non conduce una battaglia aperta sul testo presentato in aula, il testo è in pericolo perchè il PD da solo i numeri su quel testo non lik ha. Questo è lo stato dei fatti ad oggi. Vedo in giro omofobi che gioiscono perché la Boschi parla di gennaio 2016 (la promessa era di votarle entro l’anno). Non sanno proprio su cosa gioire: la legge si farà. Mettetevi l’anima in pace. A questo punto la cosa importante è difendere il testo, se dobbiamo votare una porcata il 31 dicembre preferisco votare a gennaio. Penso che su questo chiunque di buon senso possa essere d’accordo. Comunque la strada è ancora in salita.

Questi che combattono contro le unioni civili sono pazzi.

“Faccio una proposta: separiamoci tutti. Se lo Stato dovesse dare una valenza pubblica alle unioni di persone dello stesso sesso, se addirittura dovesse passare il ddl Cirinnà, che non solo dà un riconoscimento alle convivenze di persone indipendentemente dal sesso, ma le equipara in tutto tranne che nel nome al matrimonio, ritengo che noi che investiamo nella famiglia ci dovremmo separare civilmente.”
(non ve lo dico chi lo ha scritto perché da mesi faccio questo esercizio: non li cito e non li nomino. E dovreste farlo anche voi così non vendono libri, non vendono giornaletti, non vanno in TV, Non dovete citarli. La più grande battaglia contro l’omofobia:; farli scomparire intellettualmente.)
Io invece propongo una santa alleanza tra famiglie per un welfare più a misura di genitori e di figli. MI pare più normale. Non so a voi.
p.s. Ha ragione Michela Murgia, chi si oppone alle Unioni Civili capisce solo le parole “immorale” e “contronatura”. Aggiungo io: semanticamente lavorano per negazione. Una sorta di soluzione finale verbale. Deve essere una patologia. Vanno indubbiamente curati.

Unioni Civili: adesso difendere il testo (e la data).

Adesso dobbiamo difendere questo testo. Tutti insieme. basta vedere quanto si stanno incazzando a destra per capire che il testo è buono e deve reggere.

Lo abbiamo sempre detto, non è il matrimonio, è un macroscopico compromesso, ma meno di questo non si può accettare.

E sopratutto dobbiamo spiegare anche urlando che la step-child adption e soprattutto l’omosessualità NON c’entrano nulla con l’utero in affitto. E’ un argomento usato ad arte come un’arma da chi ha perso argomenti.

Il testo va difeso dagli emendamenti che sicuramente ci saranno anche in aula (soprattutto chi vuole tentare di trasformare adozione in affido che determinerebbe solo problemi di continuità affettiva al minore (per non parlare della discriminazione macroscopica a parità di impegno e responsabilità da parte dei genitori) in caso di problemi tra i genitori) e la data va difesa a gran voce, almeno per incardinare la discussione entro il 15. La cosa più importante adesso è il testo.

Il paradosso dell’aborto e della surrogata.

Gli stessi che dicono che NON è possibile che una donna possa volontariamente (lo spiego bene qui che la surrogata non è l’utero in affitto) sono gli stessi che sostengono che le donne non dovrebbero abortire e, se non vogliono tenere il bambino, dovrebbero portare avanti la gravidanza e dare il bambino in adozione. E’ un cortocircuito, se ne rendono conto? Delle due l’una: o una donna non riesce a staccarsi dal figlio. O sì.

Elton John vs Dolce&Gabbana: dibattito tra gay che non riguarda i gay.

253627_10150220679502838_3510388_nCerchiamo di fare ordine.

Dolce&Gabbana (anche se in realtà l’intervista è del solo Domenico Dolce) cambiano idea sulla “famiglia” rispetto a qualche anno fa (forse erano piu’ giovani e magari anche innamorati, in ogni caso fatti loro) e in un’intervista recente affermano di essere contrari all’omogenitorialità, o meglio considerano i bambini dei gay dei bambini sintetici. Frase forte.

Sul tema fanno tanta confusione e non sono i soli.

1) Dolce parla solo di omogenitorialità maschile per raggiungere la quale è necessario un aiuto esterno “importante” quale la maternità surrogata. L’inseminazione artificiale omologa o eterologa (assimilabile alla surrogata in termini “scientifici”), pratica comunemente usata ormai da migliaia di coppie etero NON viene citata.

2) Impropriamente (lo avevamo già rilevato durante una puntata di Ballarò condotta sul tema – malamente – da Giannini) il giornalismo italiano, ed evidentemente anche Domenico Dolce, confonde la maternita’ surrogata con l’utero in affitto. La maggior parte delle coppie gay che conosco, per esempio, NON hanno mai pagato la donna che ha portato avanti la gravidanza (l’ovulo proviene sempre da una donatrice diversa).

Ora entrambe le cose (sia la maternità surrogata che l’utero in affitto) non sono un affare gay come per esempio non lo e’ l’AIDS, malattia di cui continuano a parlare solo i gay o di cui se ne parla sempre pensando ai gay e che invece riguarda tutti, sacra famiglia compresa via corna, tradimenti e prostitute.

L’utero in affitto o la maternità surrogata o la fecondazione assistita, cioè tutte quelle pratiche che consentono di procreare senza passare per il tradizionale rapporto sessuale, sono questioni su cui dobbiamo dibattere tutti in modo laico sapendo che non stiamo parlando di una questione gay, ma di una questione che riguarda l’umanità del XX secolo.

Io per esempio NON sono d’accordo sull’utero in affitto come non sono d’accordo alla donazione di organi da persone in vita ad altre a pagamento.

Non lo sono pensando a chiunque etero o gay che sia, mentre sono MOLTO d’accordo sulla maternita’ surrogata come sulla donazione di organi come scelta gratuita e autonoma. Sono d’accordo sul fatto che una donna possa, se vuole, portare avanti una gravidanza per dare alla luce un bambino (l’ovulo come detto più su solitamente proviene d un’altra donatrice) e regalare il dono della genitorialità ad una coppia gay o etero che non hanno questa opportunità. Una coppia con donna sterile o che non può concludere una gravidanza per me è equiparabile in tutto e per tutto ad una coppia gay e quindi il nostro giudizio sul loro desiderio di genitorialita’ deve essere identico nel bene e nel male. 

Nessun bambino e’ sintetico. A meno che sperma e ovulo non siano “costruiti” in laboratorio e potremmo discutere per mesi (accadrà probabilmente) anche di questo.

Secondo Dolce sono sintetici perchè la scienza ci mette lo zampino? Come la mette nelle plastiche al naso o nel curare i tumori con la chemio. Siamo tutti un po’ sintetici dopo il XX secolo. Motivo per il quale viviamo più a lungo per esempio. E quindi?

La nascita, per molti di noi, continua a mantenere (giustamente) quella dimensione di mistero ancestrale per la quale per un periodo si è creduto che provenisse solo da una donna e quindi la donna era adorata come una dea (vedi per esempio la civilta’ etrusca). Ora sappiamo che la nascita non è un mistero come non lo è la digestione o non lo sono le carie dei denti o il battito del cuore. Non c’è nessun mistero. I figli nascono per amore, per una botta e via, a causa di uno stupro, per errore o a volte senza amore semplicemente (e potremmo dibattere sull’amore per secoli senza trovarci d’accordo, potremmo dire che solo chi si ama deve fare figli, ma chi lo deciderebbe?) e anche grazie ad inseminazione.

E così. Ci piaccia o no. E’ una notizia deludente come scoprire che Babbo Natale non esiste e forse nemmeno il Paradiso, ma è così.

E sì, ecco qual è il punto. La parte religiosa che l’uomo mette nella nascita, così come quando discutiamo di aborto o di eutanasia quando discutiamo di morte. Per questo un cattolico (e lo capisco) si sente in dovere di difendere la nascita, la vita e la morte, come se fosse una missione umanitaria. Perché per loro lo è. Questo è importante per capire chi abbiamo di fronte quando discutiamo di questi temi ed è altresì importante che lo Stato determini gli spazi che governano la libertà dei cittadini. Per me la libertà è anche potermi sposare ed è anche poter fare un figlio accedendo a tecniche di procreazione assistita. Non c’è nulla di egoista. O meglio: c’è lo stesso egoismo contenuto in qualsiasi donna che desidera un figlio e insegue questo desiderio ad ogni costo, magari prescindendo dall’amore per il marito.

I figli nascono se in qualche modo uno spermatozoo incontra un ovulo e la gravidanza va a termine. Punto. Questo e’ quello che si definisce “generare”. Poi c’e’ il “crescere”, l’ “allevare”. Chi e’ capace di allevare un figlio e farne un animale sociale e politico? Tutti potenzialmente. Di questo lo Stato dovrebbe occuparsi: del fatto che la parte difficile non e’ generarli. Viene dopo, comincia nel momento esatto in cui vengono al mondo. E’ un riferimento culturale ritenere che questo sia prerogativa di un maschio e di una femmina insieme. Una società adulta, uno Stato sano, risiede nella consapevolezza che la nascita di un essere umano riguarda la società nel suo complesso. Molto spesso, al di là di queste chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, crescere un figlio è una questione individuale, molto spesso della sola donna nella famiglia tradizionale. Se usassimo forze ed energie per discutere di come migliorare la vita dei nostri cittadini non avremmo tempo di chiederci come nascono i bambini e da chi.

L’85% del PD….

Oggi il parlamento europeo ha votato la relazione sui diritti umani e le democrazia nel mondo in cui fra le altre cose si stabilisce che le nozze gay e le unioni civili sono un diritto umano.

Su 31 parlamentari PD in Europa 2 no (Morgano e Zoffoli) , 1 NON voto (Silvia Costa) e 2 astenuti (Toia e Chinnici). L’85% dei deputati PD in Europa ha votato sì. Bene, i reazionari si stanno estinguendo. Lentamente, molto lentamente, ma stanno scomparendo.