Adinolfi se ne va.

Caro PD….forse dovresti dare più retta agli omosessuali del partito….prima la Binetti, poi Rutelli, ora Adinolfi….tutti omofobi che prima difendi e poi ci pigli gli schiaffi.

A parte le facili e tristi ironie…in ogni caso Adinolfi se ne va dicendo alcune cose condivisibili sullo stato del partito.

Peccato che giunga alla conclusione che l’unica speranza siano i cattolici. Ma i cattolici quali? Certificati da chi? Ne conosco molti e sono tutti diversi. Non esiste il “cattolico” in politica, come non esiste il “gay” in politica. Siamo diversi, con idee diverse sul lavoro, sui diritti civili.

Persone insomma, prima delle etichette.

La speranza, caro Mario (che non rimpiangerò) era rimboccarsi le maniche. Non ti ho mai visto accanto a noi sulle barricate. Ti ho visto solo fare operazioni mediatiche. Come molti d’altronde e mai usare le sedi preposte del partito.

Andare via, ti dico inoltre, la dà vinta a chi (e qui dici il giusto) sta nel PD per fedeltà e cooptazione, a chi viene nominato negli enti pubblici, piazzato nei CDA senza merito. La nostra generazione merita di più soprattutto da noi stessi, dalla nostra capacità di fare squadra e di aiutarci l’un l’altro.

Perché ho presentato ricorso in Commissione di Garanzia contro i consiglieri regionali del PD del Lazio.

Carissimi consiglieri regionali,

due righe per spiegare il mio gesto di presentare un ricorso personalizzato nei vostri confronti.

Da mesi un gruppo di iscritti molto consistente ha chiesto trasparenza in merito ai pagamenti al Partito e per parte mia, in questi mesi, in particolare dalla periferia della città e dalle provincie ho ricevuto tantissime segnalazioni da parte di circoli che non ricevono sostentamento e che mi dichiaravano per certo che tizio o caio non versava al partito.

So che il gesto può sembrare estremo, ma è l’ultima ratio a cui siamo giunti dopo:

1) avere chiesto al Commissario Chiti di pubblicare l’anagrafica degli eletti sul sito del Partito del Lazio rendendo pubblica la situazione patrimoniale e dei loro pagamenti. La risposta è stata che per motivi di privacy non era possibile saperlo e che vi avrebbe inviato un telegramma di cui sappiamo per certo non ci è stato esito.

2) avere chiesto nell’ultima direzione regionale che i pagamenti venissero regolarizzati, riprendendo l’accorato appello del segretario romano che si diceva contrario alle primarie nel Lazio per motivi economici. Mi sono permessa di ricordare che i soldi per le primarie, se il PD Lazio ricevesse soldi dai suoi eletti, ci sarebbero. In ogni caso il partito deve essere messo in condizioni di fare politica sui territori, di promuovere il ricambio generazionale (cioé di quelli che non possono spendere 200 mila euro per una campagna elettorale), di affrontare la prossima campagna elettorale.

Se siete in regola con i pagamenti non avete nulla da temere (ieri ho anche avvertito qualcuno di voi che paga con certezza e ho trovato totale appoggio), anzi vi chiedo di dichiarare pubblicamente la vostra situazione per rendere più trasparente il rapporto tra gli iscritti e i propri eletti, cosa che mi aspetta d’ora in poi accada senza che nessuno di noi debba chiederlo in modo così brutale.

Purtroppo per evitare risposte generiche non ho potuto presentare un ricorso generico. In questo modo avremo una risposta su ognuno di voi e spero che la presidente Cipriani convochi la commissione al più presto per dirimere questo dubbio che riguarda ormai tutti gli iscritti del Lazio.

Mi auguro che chi non è in regola si metta a posto (magari, guarda caso, prima della riunione della commissione di garanzia!!!!) e che tutto si concluda felicemente.

Resta l’amarezza di stare dentro un partito in cui ci sono delle regole che tutti dovremmo rispettare e che nessuno le faccia rispettare se non in caso di denuncia.

Concludo ricordando che chi non è in regola con i pagamenti non può essere ricandidato né accedere a cariche di partito.

Sarà mia cura presentare un ricorso simile ogni 6 mesi e in ogni caso allargandolo a tutti i livelli degli eletti. In ogni caso questi sono gli strumenti che ci mette a disposizione il Partito per garantire il proprio funzionamento.

Colgo l’occasione per ricordare che i parlamentari usano il RID bancario.