Il Congresso del PD: dalla lotta nel fango al torneo di bocce.


Il congresso PD sembra (almeno sulla carta, ma anche nelle chat) la riproposizione (con solo maggiore frammentazione) delle stesse dinamiche degli ultimi 12 anni e, come ripeto in modalità Cassandra, i delegati li decideranno i potentati locali, debitamente divisi dove fa più comodo circolo per circolo a meno che il/la candidata/o segretario/a non faccia un lavoro di mappatura serio e profondo (che equivale a fare un partito davvero, ahem).
Serve una discontinuità totale e per avere discontinuità ci deve essere aggressività sia politica che interna. Mi spiace doverlo dire ma l’unico vero congresso del PD, ad oggi, sembra essere stato quello dell’inverno 2012 in cui volavano coltelli, colpi bassi, insulti, diversità totale di vedute e che poi nel 2013 prese il 40% alle Europee (anche se dopo un altro laconico congresso in cui chi aveva fatto eleggere Bersani nel 2012, fece eleggere Renzi nel 2013).

Ma era un partito vivo dove ci si scornava a tutti i livelli. (poi ucciso brutalmente dallo stesso che lo aveva rivitalizzato per eccessiva, diciamo, fretta)

Oggi mi sembra più un torneo di bocce.

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