Renzi si e’ fermato ad Acquapendente: ovvero perche’ il congresso del PD romano non dovrebbe annoiarvi e chi votero’.

I congressi locali del PD (vorrei dire dei partiti, ma, ehm…il PD resta l’unico a farli in questo modo “aperto”) di solito finiscono nella mortale noia di dibattiti autoreferenziali e nella quarta pagina delle cronache locali dei giornali che si alimentano di dinamiche che di solito riescono ad appassionare ben pochi.

Eppure la definizione degli organi locali, soprattutto sotto elezioni e’ fondamentale perche’ il segretario “provinciale” e’ quello che fara’ le liste per entrare alla Camera e al Senato, oltre che ad avere la missione di guidare il partito locale a costruire una linea di opposizione o di governo coerente e a fare da collegamento (cinghia di trasmissione!!!) tra gli eletti e gli iscritti ed elettori.

A Roma, perche’ di Roma stiamo parlando, c’e’ (ci sarebbe) da fare una rivoluzione.

Qualche considerazione:

  1. Il PD a Roma ha sbagliato tutto. Su Marino ha fatto un pastrocchio indicibile, mettendo in difficolta’ il proprio sindaco (Marino) e la propria giunta ancora prima dello scoppio di Mafia Capitale (ricordiamoci la Panda rossa). Poi lo scoppio di Mafia Capitale e un po’ di pace (dal fuoco amico), mentre parte del consiglio veniva travolto dalle inchieste (ancora da chiudersi) e mentre in molti si aspettavano che l’inchiesta si allargasse molto di piu’ di dove e’ arrivata andando a toccare anche altri “compagni ed amici” che all’epoca sedevano in altre istituzioni. Poi il fuoco amico e’ ricominciato (complice una situazione romana drammatica e la totale mancanza di gioco di squadra tra vari livelli) e siamo arrivati al pastrocchio delle dimissioni di Marino (che non avrebbe dovuto darle anche se la pressione era enorme), alle dimissioni ritirate (una volta date, e’ stato stupido ritirarle, sarebbe stato meglio come gli avevo consigliato anche io salvare la sua squadra che andava dalla giunta ai presidenti di municipio), alle firme dal notaio.  Uno dei motivi per cui non votero’ Casu e’ che e’ appoggiato da tutti quelli che hanno fatto il pastrocchio suddetto e faccio parte di quelli che ancora aspettano una semplice frase da tutta quella classe politica (che ad onore del vero passa per buona parte del notabilato romano e finisce all’attuale segretario nazionale a cui voglio un bene dell’anima, ma su Roma non andiamo proprio d’accordo per usare un eufemismo edulcorato): ” Scusate abbiamo sbagliato. Abbiamo sbagliato a non aiutare Marino (e si’ con tutti i difetti che aveva), ma sopratutto a NON sostenere i nostri assessori e i nostri presidenti di municipio (il PD li aveva tutti!). Scusate, abbiamo sbagliato a rottamare un’intera classe dirigente (che oltretutto era quasi completamente nuova). Scusate abbiamo sbagliato: ci voleva piu’ pazienza e sopratutto un grande aiuto nel comunicare con la citta’ (invece di infiammare le veline giornalistiche fino al NYT).
  2. Dei 4 candidati, tutti e 4 hanno votato Renzi al congresso nazionale (quindi NON esiste un candidato ufficiale, forse esiste un candidato appoggiato dal notabilato, bene per lui e il fatto di spacciarlo per candidato ufficiale e’ cosi’ antirenziano, su…eravamo quelli che si candidavano senza permesso e che rompevano le palle…)
  3. Due di quei candidati sono espressione di governo nell’epoca Marino ed entrambi hanno fatto bene: Valeria Baglio ed Andrea Santoro. Una consigliera comunale e poi presidente dell’Asemblea in uno dei momenti piu’ difficili e l’altro presidente di Municipio. Ricciardelli e’ un giovanissimo ed agguerrito renziano, tra i giovani dem e’ uno dei piu’ intelligenti e lucidi, ma non so se saprebbe reggere il peso delle dinamiche interne e avere la leadership per fare la tabula rasa che serve. Di sicuro serve gente come Livio, anzi Livio e’ gia’ servito perche’ con la sua candidatura ha smosso il commissario dormiente (Orfini, per i non addentro) ad accelerare la questione (il che ha comportato che l’accordo unanime sovietico (nascere della Margherita e morire stalinisti e’ il nuovo proverbio romano?) su un unico candidato NON si e’ trovato, quindi bene cosi’, se no sai che noia.
  4. Vogliamo un segretario che controlli il tema delle liste a Camera e Senato (da qui la corsa ad avere un candidato ufficiale e a concentrarvi quasi tutto il notabilato) o un candidato che ricostruisca un partito che faccia politica? Veniamo al dunque. Serve un segretario che rimetta in piedi il partito. Il partito e’ come la cultura: con il partito si mangia. Non nel senso che pensate voi, ma nel senso che bisogna restituire, utilizzando tutto quello che il XXI secolo ci mette a disposizione) un partito che dialoghi con le persone, che raccolga idee e lamentele, le trasformi in programma e visione, costringa gli eletti a seguire quelle indicazioni come traccia di elaborazione. Va bene la sto facendo troppo difficile: a Roma, Orfini, ha commissariato il partito praticamente quasi chiudendolo. Bloccandolo (non mi citate convegni e magliette gialle, per favore, grazie). Io non conosco quale e’ la linea del mio partito (l’ultima volta che il PD romano ha avuto una linea era segretario Miccoli e Alemanno faceva il sindaco e non a caso da quel partito e’ nata una classe dirigente che aveva poca esperienza di governo, ma almeno una parvenza di visione di citta’ su molti temi) a Roma. E questo comporta che la gente ci vota per le nostre facce e non per le nostre idee. E su questo perdiamo (sono rimasta basita dai festeggiamenti di questi giorni perche’ il PD Roma ha superato il M5S…si’, ma con uno dei minimi storici, quindi cosa c’e’ da festeggiare? A Roma siamo ridotti al lumicino). Insomma per me serve un segretario che abbia un minimo di esperienza di gioco di squadra e per lo meno di governo della citta’ (che sa di cosa parliamo sul serio perche’ si e’ beccato\a le urle della citta’). Queste due caratteristiche (secondo me) le hanno solo Valeria e Andrea (che io avrei voluto insieme, ma non si puo’ sempre avere tutto e a Roma questa cosa e’ una dannazione).

Ho scritto troppo, lo so. E’ che mi fa rabbia sapere che di questo congresso non freghera’ nulla a nessuno e invece e’ uno dei congressi piu’ importanti del Paese perche’ a Roma la rottamazione non e’ mai arrivata.

Renzi si e’ fermato ad Acquapendente e qualcuno deve pur dire qualcosa (anche se per tutti questo e’ il momento di tacere o per lo meno non fare troppo casino).

In estrema sintesi: votero’ per Valeria Baglio. Perche’ sa fare squadra, sapra’ tenere insieme il positivo che c’e’ da tutte le parti (ce ne e’ anche con Casu, come accade sempre), perche’ sa cosa significa tenere insieme parti distanti. Serve la politica. Non servono slogan, non servono candidati ufficiali, serve ripartire dalla classe dirigente vasta che stava nascendo, continuare il lavoro di dialogo con la citta’ che e’ in ginocchio per capire quale direzione prendere sui grandi temi: sui rifiuti, sui trasporti, sul turismo, sul commercio, sugli asili! So che stanno nascendo (e uno di questi e’ Spazio x Roma a cui da lontano partecipo) think tank sulla citta’ che stanno finalmente ricominciando a congiungere idee e politica ed esigenze della citta’. IL futuro del PD (e quindi di Roma) puo’ essere migliore. E lo sara’.

Andiamo a votare Valeria (ogni municipio ha la sua data, quindi andate su pdroma.it per trovare quando andare a votare nel vostro municipio).

 

Non mischiamo Alemanno con Marino.

Da Amsterdam non riusciamo a seguire Rai 3 ma stiamo seguendo la diretta twitter. Mi sembra che Giachetti se la stia cavando bene. Qualche suggerimento ai pasdaran (deputati o hooligan di altro genere): a Roma abbiamo fatto una cazzata con Marino. Una di quella cose di cui possiamo serenamente (e’ il mio caso) vergognarci e per quanto mi riguarda ho fatto di tutto perche’ si trovasse un’altra soluzione che non fosse tornare a votare.

Questo non significa che Marino non avesse limiti o che oggi sia guidato molto solo dal livore. Ma questo non c’entra nulla con Giachetti. Non mischiamo Alemanno con Marino. Non fatelo. Anche perche’ il 95% della squadra di Marino e’ candidata ai ballottaggi nei municipi. Abbiamo fatto una cazzata, lo ripeto non sia mai non sia chiaro, ora dobbiamo pensare al futuro e per quanto mi riguarda Giachetti puo’ restituire a Roma dignita’ e visione anche continuando molte delle cose messe in pista dalla squadra di Marino. La Raggi no. Ma non perche’ e’ del M5S, semplicemente perche’ non ha le idee chiare e in 3 anni da consigliere ha solo lavorato contro il PD e Marino e non per la citta’. Quindi fara’ lo stesso. Trasformera’ il suo mandato in una rivendicazione continua contro Regione e Governo. Roma adesso ha bisogno di una rivoluzione in termini di serenita’, i romani sono incazzati (piu’ dei napoletani se volete saperlo) e non lo sono per colpa di Marino o di Renzi lo sono per anni di abbandono e di promesse e di superficialita’ e di trucco pesante sui veri guai della citta’. Questo e’ quello che penso. E mi auguro che Giachetti vinca e possa riappacificare il nostro popolo a Roma. My two cents.

3 cose dalla piazza del Campidoglio di oggi.

Ho scritto 3 cose su FB sulla piazza di oggi in Campidoglio, mano a mano che vedevo foto e video e commenti.

Una.

La Roma da cui ripartire sono i volti di chi in questo momento sta riempiendo piazza del Campidoglio. Che sono venti volte di più di grillini, Casa Pound, Fratelli d’Italia messi insieme. Un abbraccio a quella parte bella della città.

Due.

Bellissimo l’abbraccio con cui centinaia di persone hanno salutato il sindaco. Riflettiamo. C’è chi ha finito la propria carriera sotto una pioggia di monetine. Ignazio se ne va tra gli applausi di una piazza autoconvocata. La Curia romana invece oggi ha perso un’occasione per tacere o dobbiamo ricordare che a Roma è parte dei poteri forti visto che se ne è accorto pure il Papa? Alla nuova generazione di Roma ci pensiamo noi. Già c’è. Voi pensate a fare pulizia nella Chiesa.

Tre.

Ve lo devo confessare. Sono ammirata dell’autoconvocazione a favore di Marino da tante persone per bene senza alcun fine se non quello di difndere un sindaco che ritengono abbia fatto del suo meglio per abbattere il mal affare. Lo sono perché nessun partito di Roma o pseudo movimento ha guidato quella convocazione (come accaduto spesso in città sotto il falso nome della “società civile”). So bene che lo spontaneismo spesso si logora per mancanca di organizzazione (il bene non si sa organizzare, il male è banale e si organizza benissimo), ma quella piazza è uno spazio politico che nemmeno i 5 Stelle hanno saputo occupare (e per questo perderanno le elezioni o se la vedranno tra loro e Meloni-Salvini-Casa Pound). Quello spazio aveva una sola casa. La nostra e dobbiamo ricostruirla. Grazie per avermi emozionato “civilmente” comunque andrà a finire. Voi siete la prova che le cose a Roma possono cambiare. Malgrado tutto.

Roma, l’inglese e le redazioni locali dei giornali.

11737947_10153062386603435_8739430589793161899_nScrive giustamente Guido Allegrezza:

Il titolo originale è “A virtuous mayor vs. Roms’s vice”.

Significa “Un sindaco virtuoso contro il vizio di Roma”.

Come gli viene in mente di affermare che il titolo dell’articolo è “Il sindaco è onesto, ma lo è abbastanza per fermare il declino della città Eterna?”. Nell’immagine la pagina del New York Times fotografata questa mattina da Antonio Pavolini.” Ometto i commenti di Guido. 

 

Unioni Civili a Roma: ora tocca al governo.

10405234_10205131120632111_6578836863677194348_nRoma ha un registro per le Unioni Civili. Grazie Ignazio Marino a chi l’ha votata e a tutta la giunta di Roma. Speriamo che questo atto fortemente simbolico nella Capitale del Paese sia l’ultimo dei tanti simboli e che sia il tempo di atti concreti che tutelino davvero le nostre famiglie. Adesso tocca al governo non ci sono più scuse dopo l’approvazione della legge elettorale.