Buon Primo Maggio. E studiate l’inglese.

Non e’ bello lasciare il proprio Paese ma e’ fuor di dubbio che basta farsi un giro sui siti specializzati (per esempio Linkedin) per vedere il tipo di opportunita’ che vengono offerte in Italia o all’estero. Ed e’ anche evidente che un italiano che parla inglese puo’ trovare (accetto scommesse) il lavoro che vuole per l’alto livello di educazione pubblica che ha avuto. Quindi se da una parte e’ vero che esiste ancora una sorta di provincialismo lavorativo nelle piccole e medie aziende italiane: si cercano tantissimi agenti di vendita o stagisti amministrativi, in ogni caso posizioni in cui e’ difficile vedere una crescita a breve o un vero sviluppo professionale e’ anche vero che fuori dall’Italia le aziende stanno vivendo un grandissimo cambiamento (per esempio posizioni legate alle nuove tecnologie, analisti, digital marketing, le posizioni piu’ impensate e incredibili) ma che i ragazzi italiani al contrario dei ragazzi di altri Paesi non stanno cogliendo perche’….non parlano l’inglese. Ora voi non avete idea di quanto mi manchi il nostro Paese e di quanti pregiudizi positivi abbiamo sui Paesi esteri (e non parlo di cibo ovviamente, ma anche di sistema sanitario per esempio), ma in questi mesi mi sono resa conto quante opportunita’ i nostri giovani italiani si stanno perdendo cercando il lavoro in “casa” non per non volere lasciare l’Italia ma perche’ non ci pensano nemmeno a cercare un mestiere altrove a causa della lingua. Ecco se avessi un figlio vorrei che cominciasse a studiare l’inglese fin dall’asilo. Vorrei che avesse esami di inglese fin dal liceo e fino all’universita’ e vorrei che la tv pubblica cominciasse a mandare i film in lingua originale (senza offesa per la scuola di doppiaggio italiana, siamo quasi unici al mondo per questa specialita’). E poi, dopo un’esperienza all’estero, si puo’ tornare a casa magari (se ci si riesce) e portare altra eccellenza. Non sapete quante cose sto imparando qui…delle cose che mi piacciono ovviamente: per esempio come gestiscono il trasporto pubblico o rifiuti e come hanno fatto ciclabili ovunque anche dove non ci sarebbe lo spazio. Questo non e’ un post polemico su nulla. E’ solo una riflessione. Buon Primo Maggio. E studiate l’inglese.

p.s. dei dati sull’occupazione giovanile mi stupisce sempre il numero degli inoccupati. Cioe’ il numero di giovani che non sta nemmeno cercando lavoro.

Con questa busta vi dichiaro abitanti di Amsterdam.

Quindi siamo cosiddetti Expat. Siamo andate in questo posto super fico dove i cani non potevano entrare (l’expat center), ma sono entrati lo stesso (c’e’ un po’ di Napoli anche ad Amsterdam) e abbiamo avuto il nostro BSN (Burger Number che a dirlo cosi’ e’ molto buffo) che e’ il nostro codice fiscale. In meno di 24 ore tutto fatto. Ci hanno dato una “bag” dove dentro c’era la mappa della citta’, un copri sella di bicicletta per ciascuna e due schede sim con 15 euro di traffico pagato, cose da leggere sulla citta’ e un portachiavi (che serve anche da moneta per i carrelli del supermercato) con scritto sopra in inglese che tutti sorridiamo in the same language. Insomma benvenuti ad Amsterdam, con questa busta vi dichiaro abitanti. #amsterdam

Qui Amsterdam. Un po’ di pioggia, ma lei e’ arrivata.

Quindi la famiglia si e’ ricongiunta, Oggi e’ arrivata anche lei con il cane. Li ho attesi all’aeroporto, ho riso con un olandese dalle scarpe pitonate blu mentre aspettavamo incantati (stare alla porta degli arrivi di uno scalo internazionale per chi ama l’umanit’ e’ come stare davanti al camino in una serata d’inverno) agli arrivi e guardavamo uscire tutta l’umanita’ del mondo dai manager tutti presi dal loro mobile alle famiglie Adams, ai rientri di lungo periodo, ai baci lunghissimi, ai bimbi che si gettavano nelle braccia dei nonni. Insomma poi lei e’ arrivata, ma il volo della KLM era tardi e cosi’ abbiamo mangiato in un ristorante italiano dove la cucina chiudeva alle 23 (informazione importante qui) e dove abbiamo conosciuto Ferdinando che sembra Scorsese e si veste esatto come una foto che ha appesa nel ristorante e parla siciliano stretto (da camurria a amuni’) e poi Mario che sta qui dal 1960 e ha fatto l’imbianchino e’ di Cagliari, ha 80 anni e mentre mi parlava mi accarezzava con il dorso della mano sulle guance e quando ha capito che io e lei stavamo insieme ci ha chiesto se eravamo felici e gli ho risposto di si’ e mi ha detto (con quella pelle di rughe di contadino cotto dal sole anche se quel sole non lo ha visto e allora pensi che quelle sono le rughe dell’Italia e non del suo sole…) che la cosa importante e’ la felicita’. E poi una donna argentina che si frequenta con Ferdinando da una settimana che sta qui dagli anni settanta, e’ scappata dalla dittatura e si ricorda quanto e’ stato bello essere accolti qui e che ora non e’ piu’ cosi’ e che lei e’ socialista e le ho detto anche io lo sono. Insomma qui Amsterdam. Un po’ di pioggia, lei e’ arrivata. tutto bene.