Separare i sassi dalle lenticchie.


Ho scritto poco questi giorni, lavorato tanto e il poco tempo libero l’ho dedicato alla fase finale di editing del prossimo romanzo che uscirà nei primi mesi del 2014.

Ho letto tutto come sempre, nel mio ruolo strano di chi partecipa alla vita politica pur non lavorando in politica. Così so le cose leggendo i giornali, come tutti d’altronde. Parlo del Milleproroghe o delle Millemarchette. Insomma sono tra quelli che a tutti i livelli amministrativi detesta questa pratica di destinare fondi per attività di vario tipo che come è noto, a meno di eccezioni, vanno ad ingrassare le relazioni personali tra eletti e elettori, senza nessun controllo di cosa si faccia poi effettivamente con i soldi, i nostri soldi e di questi tempi per chi paga le tasse e si suda lo stipendio (per chi ce l’ha) comincia ad essere davvero fastidioso il pensiero che quei soldi non subiscano alcun controllo. Quindi io quella rabbia la capisco, è figlia di questo tempo, non appartiene a Grillo o qualche altro populista di passaggio si chiami Bossi o Berlusconi ruolo che anche loro, in modi diversi, hanno ricoperto in egual modo.

E’ da qualche giorno che voglio dire una cosa semplice su Grillo e il M5S. Non ammettere che la presenza del M5S sia una presenza di controllo e vigilanza sarebbe da idioti. E’ la loro prima volta, la loro missione di “cittadini inviati in parlamento” è alla prima prova, sono freschi del mandato che si sono autoimposti. Non sappiamo quanto durerà questa luna di miele tutta autoreferenziale, è umano che quel legame con il loro principio si annacqui prima poi. Ma oggi sono utili in un contesto dove per troppo tempo si è inciuciato, pur facendo finta di stare l’un contro l’altro armati.

Poi il M5S ci dovrà dimostrare di sapere anche distinguere. E costruire. Ecco il fatto è che continuo a percepire segnali che non mi piacciono, quei semi totalitari che spuntano nel campo della disperazione: irridere tutto, squassare tutto. Non c’è distinzione. Non c’è critica. Non c’è discernimento. E’ come trovare un sasso in una busta di lenticchie e buttare via tutte le lenticchie, senza quel lavoro faticoso e paziente che è la discriminazione, lenticchia per lenticchia. Isolare i sassi. Sono come uno sciame sismico che poi si tramuta in terremoto. Non accadrà forse. Speriamo. Però mai sottovalutare la storia.

Un episodio lo racconta bene Andrea Romano, qui.

Poi il cortocircuito di questo post, in cui Grillo decide che l’uomo dell’anno è il finto interprete del funerale di Mandela (che poi forse non era finto, ma non esattamente un professionista e in ogni caso una persona con dei problemi). Chiaro l’intento provocatorio e dissacratorio, Grillo e Casaleggio demoliscono ogni mito popolare affinché non resti nulla se non la speranza nel loro progetto di salvezza. E’ un progetto culturale lucidissimo, quasi più chiaro di quello della P2 di Licio Gelli. I miti sono l’oppio dei popoli e Grillo e Casaleggio li buttano giù, fanno spazio sui basamenti delle statue. Per erigerne altre.

Ecco cosa mi fa paura per il 2014. Non riuscire a separare i sassi dalle lenticchie, non avere la forza politica e sociale di raccontare al Paese le cose come stanno, ridare a tutti noi la cultura della complessità. Questo è un passaggio politico e sociale sostanziale delle dinamiche organizzate.

La democrazia è un esercizio difficile e faticoso che chi comanda tra troppo tempo e quando non accade il necessario ricambio (non generazionale, proprio il ricambio bipolare tra maggioranza e opposizione) tende ad usare per confondere le idee, per non spiegare meriti e responsabilità. Guardate che le larghe intese sono un abuso palese in questo senso: determinano una zona politica neutra, in cui non è possibile individuare la visione. Si procede a tentoni, si liquefà ogni idea di parte. Il totalitarismo taglia tutto con l’accetta, scaturisce quando la democrazia viene usata come una clava per non far funzionare le cose. Ecco noi dobbiamo tirare fuori dalla democrazia il meglio per evitare che il totalitarismo – come forma di pensiero che poi può divenire anche altro, come il secolo passato ci sbatte in faccia ogni giorno – divenga l’unica strada possibile.

10 pensieri riguardo “Separare i sassi dalle lenticchie.

  1. Forse direi: ma per fortuna che c’è Grillo, a captare, gestire, portare in Parlamento, cioè dentro il meccanismo democratico, l’enorme quantità di disagio sociale, che allo stato attuale delle cose non può che crescere. Ci piaccia o no, ora la diga è lui.

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    1. Questa e’ una fase. Come il fascismo iniziale fu una fase di catalizzazione di disagio post prima guerra mondiale. Non a caso Mussolini era il campione dei veterani di guerra. Mi preoccupano i segnali di quello che puo’ diventare. Anche i fascisti e i nazisti si presentarono alle elezioni. Senza vincere subito. Quello accadde dopo. Per incapacita’ della classe dirigente di allora di leggere quei segnali.

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  2. Purtroppo ormai non basta nemmeno il ricambio nei ruoli di maggioranza e opposizione per garantire una discontinuità nella gestione della cosa pubblica, come ad esempio sanno i cittadini romani che nella transizione tra giunta Alemanno e giunta Marino non percepiscono miglioramenti o cambiamenti significativi e si trovano in una città sempre più abbrutita e imbruttita.
    Il cambiamento dovrebbe essere radicale in tutta la classe dirigente italiana (non solo quella politica) : radicale per cultura, etica, progettualità e preparazione.

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  3. sempre continuando sulla scia di questa rievocazione storica che trovo più che pertinente, anche Mussolini fu considerato all’inizio una sorta di baluardo, una “diga” dice qualcuno prima di me per Grillo, per evitare l’avanzata dei pericolosi socialisti e se anche un Croce cascò in quella trappola con tutti i pantaloni non mi stupisce che milioni di appassionati con meno capacità analitiche di Croce si innamorino di Grillo. Il collettivo Wu Ming a proposito del cosiddetto effetto diga di Grillo fa notare come questo decantato effetto abbia rappresentato l’azzeramento di qualsiasi movimento sociale e questo per via della mordacchia che gli aderenti al m5s hanno accettato da parte di Grillo e Casaleggio che forse nel loro disegno hanno più l’obiettivo di ingabbiare i movimenti che quello di dispiegarli. In altre parole il m5s così com’è con Grillo e Casaleggio a muovere i fili si presenta come sintesi dei movimenti ma è la morte dei movimenti e questo lo dico senza disconoscere l’effetto di controllo e stimolo esercitato in politica. E’ con queste scosse che la politica si rinnova… anche se non tutti i rinnovamenti sono forieri di novità, vedi Renzi!

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  4. Come già sai, Cristiana, io trovo ridicoli questi tuoi timori su Grillo, e persino esilarante il commento di Antonio (a parte il finale a sorpresa su Renzi, che condivido).
    Secondo me, presi (o persi) nei vostri incubi ed in una visione un tantino troppo deterministica della storia, avete dimenticato di guardare in faccia Grillo mentre parla, e soprattutto non vi siete presi la briga di aprire YouTube e vedere i tanti video in cui Grillo, da ben più di vent’anni – quando Matteo era ancora indaffarato a costruire ponti di legno su ruscelli e, più tardi, a tentare la fortuna con la ruota –
    fa da solo la più cristallina ed informata azione di denuncia sociale e politica che l’Italia abbia conosciuto da che io me ne interesso.

    Ad ogni modo, visto che si parla di distinguere sassi da lenticchie, io comincerei col ripensare anzitutto il tuo punto di vista sul PD e la sua storia. Hai scritto pochi giorni fa che in questi ultimi 20 anni il PD (nelle sue varie incarnazioni) si è identificato esclusivamente con l’antiberlusconismo ed ha dimenticato di darsi un’identità politica. Questo è un abnorme fraintendimento (non mistificazione, vero?) della realtà. Il PD in questi vent’anni è stato complice intenzionale e proattivo di Berlusconi, e questa è stata la sua patetica e colpevole cifra politica.
    Non saper riconoscere questa banale verità significa fondare la propria azione politica su un errore storico clamoroso.
    E, per inciso, significa anche non riconoscere che il barattolo era in effetti pieno di sassi e c’erano forse un paio lenticchie buone, quindi tutto sommato l’idea di buttare tutto il barattolo e ricominciare da zero non era poi così peregrina.
    Come è ovvio a tanti, un PD che fosse stato veramente anti-berlusconiano (in tanti sensi) e avesse fatto un decimo delle cose che la sua base gli chiedeva, avrebbe automaticamente reso inutile Grillo ed il M5S.
    Ciao e buon anno!

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    1. Sulle complicita’ inciucistiche ho scritto una cosa qui http://www.imille.org/2013/12/il-confrontopd-la-nuova-dialettica/ quindi vedo benissimo il tema. Ma tu la imputi a tutto il PD io ad una classe dirigente. Questo e’ il germe “totalitario” del grillismo, il non separare le lenticchie dai sassi. Grillo che telecomanda i suoi, la sua finta democrazia digitale,la denuncia sociale (anche il duce la faceva, anche hitler) che deve elevare lui e Casalegggio sugli altri. E’ preoccupante che tu non le veda queste cose. La malattia del sistema e’ vera. E’ la cura che e’ nortale e non guarisce. La storia insegna.

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      1. Io lo imputo al PD che conta: le persone che hanno avuto ruoli politici ed amministrativi, dal livello nazionale, che conosciamo bene tutti, a livello locale. Essendo cresciuto in una regione storicamente rossa come l’Umbria, ho avuto davanti agli occhi per tutta la vita, quasi fosse scontanto, il sistema di potere locale imposto dai vari PCI, PDS, DS fino al PD. Non una collezione di estemporanee ed isolate manifestazioni di abuso più o meno legittimo di potere, ma un vero e proprio sistema di clientelaggio, che sei un’illusa se credi di poter eradicare rimpiazzando qualche nome al vertice (e che nomi poi.. ma questo è un altro discorso).

        Il fatto di condividere le premesse, non implica assolutamente una mazza. La denuncia sociale e politica è sana e dà lustro e credibilità politica a chi la porta avanti. Il fatto che anche Mussolini ed Hitler ne abbiano fatta, non ne scalfisce il valore di un grammo.
        Secondo me le cose sono molto più semplici di come vuoi vederle: molto banalmente, Grillo non è né Mussolini né Hitler.
        Tanto per dirne una, Grillo (un comico) mastica molto meglio di me (che sono un ingegnere di formazione) temi quali l’efficienza energetica, il potenziale delle rinnovabili, la gestione dei rifiuti, i cicli produttivi, il traffico globale delle merci. E lo fa da almeno 15 anni. Più ci penso, più mi suona ridicolo e fuori luogo questo parallelo storico.
        Leggerò il post che hai linkato, e ti farò sapere se ho commenti.
        Ciao!

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