La giornata della Memoria: lettera al PD romano


Caro Pino Battaglia,  ti scrivo nella tua veste di capogruppo del gruppo del PD del comune di Roma, perché, come tu sai bene, il 27 gennaio sarà la giornata memoria dell’olocausto di milioni di persone tra ebrei, popoli di etnia Rom, omosessuali e dissidenti politici. L’attenzione e la sensibilità del comune di Roma è indiscutibile, ma ti chiedo, quest’anno, di farti portatore di una memoria dimenticata: quella dell’olocausto degli omosessuali che erano identificati con il triangolo rosa, identificazione dedicata che la dice lunga sul fatto che il loro olocausto era pianificato e non casuale.. Non ha importanza quanti ne siano morti, non lo sapremo mai, perché l’omosessualità, al tempo, se era visibile, ti rendeva invisibile agli affetti. Chissà quanti di loro sono stati dimenticati anche dai loro cari. Come se qualcuno potesse meritare la morte per qualche motivo.  Degli ebrei e dei Rom, qualcuno ricorda il legame. Degli omosessuali morti, nessuno può ricordare nulla. Con pochi mezzi e nessun legame affettivo come può essere quello di familiari sopravvissuti, ogni anno le associazioni GLBT romane, “curano” la memoria di questa tragedia, accanto alla comunità ebrea e a quella Rom. In questi ultimi mesi in tutta Italia sono aumentati gli atti di violenza omofoba e le dichiarazioni offensive. Molti di noi vivono ancora nell’ombra, nascosti alla famiglia o sui posti di lavoro. Come se oggi, non si potesse dire di essere ebrei. Oggi non tutti possono dire di essere omosessuali. Oggi, in Italia, siamo esposti al ludibrio, alle dichiarazioni deliranti sulla nostra presunta malattia, alle dichiarazioni sull’inferiorità delle nostre famiglie, dei nostri affetti, delle nostre responsabilità. Il dibattito sul riconoscimento delle famiglie omosessuali in Italia e a Roma con il registro delle Unioni Civili, ha allontanato il Comune di Roma, dalla comunità omosessuale, non possiamo negarlo e per questo voglio invitare te, il sindaco e il gruppo del mio partito, ad accompagnarmi domenica 27 gennaio alle ore 18:00, a visitare la mostra dal titolo “la Cura della Memoria”  in via degli Zingari n°39. Spero che tu possa diffondere questa mia, essere accanto a me, a noi, in quella giornata e ricominciare con la comunità il dialogo dei giusti, degno di un partito che si definisca democratico e che lo sia davvero. Cristiana Alicata   

16 pensieri riguardo “La giornata della Memoria: lettera al PD romano

  1. quando questo tuo ennesimo appello sarà rimasto inascoltato, noi ti aspettiamo qui fuori, Cristiana. Qui, dove ribolle un mondo che il papa e gli altri politici ignorano, ma che non per questo è meno vivo e reale. Quando ti sarai stufata di servire inutilmente il potere, tornerai dal tuo popolo che ti aspetta a braccia aperte. Cari saluti.

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  2. Non penso che riuscirai a far sì che il PD si occupi della memoria dei gay morti nei campi di concentramento, ma in caso che io mi sbagli, sarebbe meglio se si occupasse prima del presente dei Glbt che sono ancora vivi in Italia oggi, eh.

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  3. Oltre ai segaioli e ai maanchisti, Cristiana, troverai sempre anche i benaltristi. Ma non preoccuparti. E’ una fauna comune, oggi in Italia. Ma, appunto, e’ solo fauna. Pittoresca.
    Scusa l’OT, ma intanto la petizione di supporto ai 67 docenti della Sapienza sta marciando. Ieri a mezzanotte le firme erano 1600, poco fa hanno superato le 2000.

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  4. Ciao. Ti ho scritto privatamente per informarti dell’iniziativa che sto curando insieme all’ANPI e al Comune di Genzano, dove sono coinvolto con il Roma Rainbow Choir e Dì gay project. Sarà una giornata impegnativa fra scuole e attività artistiche, ma spero che riusciremo a lasciare una traccia importante nel cuore dei ragazzi e degli adulti che vivono a Genzano, nella vicinissima provincia di Roma. Proprio lì dove è più difficile fare certi discorsi e affrontare tematiche che sembrano lontane mille miglia. L’iniziativa è patrocinata dal Comune (a maggioranza centro sinistra) attraverso l’assessore alle politiche sociali Ileana Piazzoni di Sinistra Democratica e (salvo conferme) l’assessore alla cultura Melandri di Rifondazione Comunista.
    Noi ci proviamo comunque…

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  5. C’è anche chi esprime solidarietà agli studenti …

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    FUORI L’OSCURANTISMO DALLE NOSTRE UNIVERSITA’
    Giovedi mattina, nell’aula magna dell’università della Sapienza di Roma, doveva esserci una festosa e accogliente passerella per il papa, che avrebbe dovuto dare il buon anno accademico alla più importante università di Roma. Studenti, professori e ricercatori hanno manifestato l’intenzione di contestare fortemente una figura che da sempre, ma soprattutto dopo le ultime dichiarazioni, è un nemico del libero sapere, della sua libera circolazione, e dell’autodeterminazione di corpi e menti. Altro che “defensor rationis”, come lui si definisce: la sua ragione è comunque subordinata a provvidenza divina, dogmi e misteri della fede si è arrivato persino a dichiarare che l’operato della chiesa contro Galileo fu giustificato. Ma questa è solo la punta dell’iceberg: mentre respinge nelle tenebre gli omosessuali e lancia anatemi contro aborto e fecondazione assistita, interviene prepotentemente in ogni ambito della vita delle persone, spalleggiato in questo da tutti i media e dai politici di destra e sinistra. Perciò siamo con gli studenti della Sapienza, che con la loro protesta hanno impedito al papa inquisitore di mettere piede in un luogo in cui il sapere dovrebbe essere libero da ogni oscurantismo. Ma la chiesa non è certo l’unica istituzione che attacca il sapere libero: anche il sistema baronale e l’ingresso delle aziende nella didattica subordinano ricerca e formazione culturale alle esigenze della produzione e del mercato. Accogliamo con soddisfazione l’occupazione di un’aula all’Accademia di Brera, all’interno di una protesta per ottenere un titolo di studio equivalente alla laurea. Riteniamo che anche questa situazione sia partedella stessa condizione di precarietà che coinvolge università, luoghi di lavoro e metropoli.

    Studenti Universitari Milanesi

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  6. E’ morto a 92 anni a Ravenna Arrigo Boldrini. Comandante partigiano col nome di battaglia Bulow, padre costituente, presidente dell’ANPI, deputato per molte legislature col PCI e col PDS. Per molti giovani un nome poco conosciuto, nella migliore delle ipotesi. Per me e quelli della mia generazione, l’emblema del coraggio delle idee e della coerenza.
    Tenne l’orazione funebre di Benigno Zaccagnini, partigiano come lui e segretario della DC. C’era anche il rispetto delle idee altrui, a quei tempi.

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  7. Sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo: negare l’adozione a una coppia lesbo è discriminazione.
    Ruini è indeciso: scomunica della Corte da far firmare a Ratzinger o convocare l’Angelus a Strasburgo?.

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  8. Hai perfettamente ragione, Anellidifumo.
    Non ce ne sarebbe stato bisogno, perchè c’erano ben altre tensioni morali, c’era il bene supremo dell’Italia da difendere, c’era – sopratutto e prima di tutto – la consapevolezza che le proprie idee erano cosa secondaria di fronte all’obbiettivo comune. Seppero superare le divisioni, i sottili e filosofici distinguo, le sfumature evanescenti ma di principio.
    Un pò come dovrebbe essere ora, se intendi cosa voglio dire.

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