L’esilio del sud.


Oggi mi sfilava un pezzo di sud intorno.

Il sole, il mare a destra dal che capirete che si trattava di Tirreno. Non sempre. A volte la strada attraversava boschi e filari di villette e fossi come la strada che unisce Padova a Treviso, profondo nord-est. Era un film, a tratti, già visto.  Già perché altrove, in altri tempi, era sempre Tirreno ma lo tenevo sulla sinistra. O altrove, in altri tempi, mandando sms guidando rischiavo di finire in un fosso e di sentirmi raccattare in veneto stretto.

Il faccione di Fazzone, vincitore indiscusso delle elezioni regionali pontine, mi sorrideva sornione ad ogni rotatoria costruita per fare assomigliare questo sud a quel nord.

Ma questo luogo che assomiglia apparentemente così tanto al nord, abitato dai migranti veneti scampati alla migrazione verso le americhe in realtà è già profondo sud. Profondissimo sud.

Non è profondo sud soltanto per ciò che si racconta di Fondi, comune commissariato per Mafia, dove la destra ha vinto di nuova indisturbata e che ospita il MOF. Il più grande mercato ortofrutticolo d’Italia. Così si dice.

E non è nemmeno profondo sud per quelle cabine del telefono abbandonate nel deserto o per i campi con le micro serre per crescerci i cocomeri che frotte di extracomunitari raccoglieranno come se fosse Puglia, tra qualche settimana.

Non è nemmeno sud perché sui muretti dove passavo con la mia mountain bike, quando ero piccola, si contavano i giorni di riformatorio e si distingueva il tipo di hashish.

Nemmeno perché ad una curva rischiavo di investire un treno di zingare e passeggini sul ciglio di un burrone e accanto, nel campo, uomini all’ombra di un ulivo, un piccolo vecchio trattore.

E il mio deglutire di sollievo.

E nemmeno per le fabbriche abbandonate, le case cantoniere o di bonifica. Diroccate. O riabitate. O scheletri di un altro tempo che ricorda l’infanzia e afferra le viscere.

E’ sud perché ciò che succede a sud di Roma non si afferra. Non si definisce con poche parole. Non può farlo Saviano. Nemmeno Provenzano. Nemmeno Claudia e Fabio che tornano da Palermo e ti raccontano che fuori dalle strade battute, la mia Palermo, è divorata dai rifiuti. Sporca. Nemmeno la vittoria di Vendola.

Per chi ha girato in lungo ed in largo lo stivale, con nelle vene il sangue di sud, ma con 11 anni di permanenza nel cuore lombardo-bergamasco della nascita della Lega, la questione settentrionale appare molto più semplice. Non che basti comprenderlo il nord, per risolverlo. Ma dare risposte ad un ordinato settore produttivo, ad un sistema urbano e circo-urbano è più semplice che andare a capire il sud.

Stringetevi le meningi e cancellate per un secondo l’esistenza di Vendola. Che anche se non la cancellate, la Puglia non fa il sud.

Chiedetevi come mai riuscite a pensare a Civati, a Serracchiani, a Puppato, a Chiamparino e riuscite a capire che liberando energie il nord può essere tenuto e compreso. Riuscite a capire che c’è una dirigenza del PD che sta ponendo con forza, la questione settentrionale e dove si infila la comprende fino a vincerla.

Ora pensate al sud. Pensate ad un nome in Calabria. Pensate alla Sicilia. Pensate alla Campania. Pensate persino al Lazio del sud.

L’ultimo ricordo che ho è la Primavera Siciliana, in morte di Falcone e Borsellino. Magistrati. Il colpo di reni di un popolo ed una Palermo dove non funzionavano nemmeno gli autobus. Ricordo quella Palermo. Ne porta ancora addosso i segni. Mi chiedo perché, al sud, esistano esperimenti a tempo. Come se il sistema tendesse, poi, con forza di nuovo a se stesso. Ecco. Ecco è questo il pensiero che mi turba del sud. Al nord, ci sono casi di inversione sulle cose conquistate? Lasciate perdere le sparate di Cota e Zaia, pensate a reazioni collettive.

La Napoli di Bassolino, ve la ricordare? Quanto ne eravamo orgogliosi? E della Palermo di Orlando? Ora lo siamo della Puglia di Vendola.

E’ come se il sud, dai tempi della distribuzione agricola dopo le guerre puniche fosse mille e mille volte cambiato per non cambiare mai.

Chi va via non torna più. Anche questo è un fatto grave. Sembra che da Roma in giù esista un sistema elastico, non respingente, ma naturalmente sempre uguale a se stesso e che se la ride di Vendola, Bassolino ed Orlando, anzi poi ritrasforma tutto secondo se stesso.

Se mi chiedete del nord ho delle risposte sulla lingua. Sulla burocrazia. Sulla pressione fiscale. Sugli ammortizzatori sociali. Sulla formazione e la riconversione.

Se mi chiedete del sud resto con il naso in aria. Esattamente come stavo stamane sullo strapiombo di Sperlonga.

Prima o poi dovremo andare a sud. Perché prendere il nord non ci basterà.

5 pensieri riguardo “L’esilio del sud.

  1. Il sud è Fazzone …. lui (nel bene … e soprattutto nel male) ci vive, se ne preoccupa, si costruisce un seguito. Il comune di Fondi è stato commissariato ma non mi sembra che il PD abbia fatto barricate quando il consiglio comunale non è stato sciolto. Ed ora è stato eletto un ex assessore moooolto vicino al precedente sindaco (e anche lui indagato per alcune decisioni). A Gaeta dopo un quinquennio disastroso con un sindaco di destra, uno sconosciuto con una lista civica ha preso più voti del centrosnistra, è andato al ballottaggio ed ha vinto. A formia la guerra elettorale) non è tra centrodestra e centrosinistra ma tra famiglie di notabili che si dividono il potere da decenni. A sperlonga …. lasciamo perdere. E potremmo continuare. Parafrasando Levi, Il PD si è fermato a Frascati!

    "Mi piace"

  2. Gli “esperimenti a tempo” del Sud hanno sicuramente qualcosa a che fare con l’emigrazione definitiva dei migliori fra i giovani meridionali, come dicevi tu. Vedasi qui nel Check up Mezzogiorno di Ipi e Confindustria (pag. 49:
    http://www.ipi.it/allegati/check0110.pdf )

    La mancanza di “accumulazione” delle esperienze, il ricominciare sempre da zero, fa parte della sindrome depressiva (e deresponsabilizzante) che colpisce molta parte della società meridionale. Molta parte, ma non tutta: ci sono importanti esperienze su cui bisogna accendere i riflettori.

    Nel frattempo, non è male studiare. Segnalo questo seminario della Fondazione Basso e di altri istituti culturali il 16 pomeriggio
    http://www.fondazionebasso.it/site/it-IT/Menu_Principale/Agenda/Agenda/progettonazione.html
    Mara Gasbarrone

    "Mi piace"

  3. In Prov. di Latina 4 gatti da decenni bloccano le candidature nella sinistra, stavolta c’hanno rimesso pure se stessi…ma non scollano. Il ricambio lo fanno con i loro figliocci che si son tirati su…e sono giovani solo nella carta d’identità. Una domanda: sai chi per anni, da poliziotto, era autista e scorta dell’ex Min. Mancino, attuale capo del CSM….?

    "Mi piace"

Commenta se hai qualcosa da dire.