Riconosciute gravi le frasi omofobe di Mario Adinolfi dalla Commissione di Garanzia del PD. Adesso Mario chieda scusa.


Dopo mesi di trafila paziente, anche il ricorso presentato alla commissione di garanzia contro le frasi pesantissime di Mario Adinolfi è arrivato a conclusione. Le frasi erano queste:

“Me fa ‘na p… a due mani quel fr…etto” 

“Ho anche dialogato amichevolmente con i servetti gay su maculati, leopardati e affini”

La considero una vittoria, piccola, ma in ogni caso una vittoria, anche se la commissione prende uno strafalcione ricordando che Adinolfi si sarebbe battuto per il matrimonio gay, in realtà Mario aveva proposto il referendum tra gli iscritti per dimostrare che non era materia di interesse.

Mario verrà richiamato e verrà chiarito che certe frasi non sono consentite dal nostro statuto. Non solo. Sarà chiarito che un’altra eventualità simile, comporterà altri provvedimenti. E’ un richiamo, non è un’espulsione, ma con questa iniziativa il PD senza volerlo  si rende conto che il reato di opinione è grave e che l’omofobia non è solo violenza fisica come questa destra sta culturalmente cercando di dimostrare e conferisce gravità ad offese rivolte ad un pezzo di società discriminata con particolare attenzione ai soggetti più deboli e soli della comunità omosessuale, come i giovani dove il tasso di suicidio è elevatissimo.

Sembra una cosa piccola e comunque poco grave per chi ha commesso il “reato” eppure sancisce una regola interna e mette dei paletti, soprattutto posiziona il partito democratico romano, a questo punto davvero all’avanguardia, più su posizione simili alla Legge Mancino che a quelle dell’aggravante sui reati penali, battaglia giusta e doverosa che appare però quasi superata dagli eventi, compreso quanto sta accadendo a New York dove è stato approvato il matrimonio gay.

Dirò la verità.

Considero la battaglia parlamentare da sostenere perché ha il pregio di tenere alto il dibattito. Questo non possiamo negarlo e sbaglia chi non fa sua questa battaglia e la lascia nelle mani del PD. Questa è la sola ed unica cosa ottenibile. IL caso delle pregiudiziali di incostituzionalità non mi spaventano. Stiamo approvando una legge nel 2011 parlando con gente che ha la testa nel medioevo.

Ho perplessità persino sull’estensione della Legge Mancino, lo dirò senza timore. Preferisco un Paese dove tutti possono dire ciò che vogliono (nel Paese, non in un Partito che invece deve avere un pensiero identitario su alcune questione, questa compresa), ma dove lo Stato si fa in quattro per “guidare” il paese verso una svolta culturale che percepisca le differenze come ricchezze. Ovviamente questo è l’asintoto. E’ come le quote rosa. Nessuno le vorrebbe, ma oggi servono. Consideriamo però “il reato di opinione” come un passaggio transitorio, diciamo educativo. Ed a tempo.

Il lavoro culturale è molto più impervio. Ci costringe a discutere, a confrontarci e non solo a punire. Con Mario ci ho provato spesso. Forse Mario è un pò guascone, forse non è cattivo, ma a volte bisogna mettere dei punti fermi.

Oggi abbiamo un punto fermo. Nel PD non è consentito offendere le persone omosessuali e usare un linguaggio omofobo.

Abbiamo pesso un mattoncino. Ora dobbiamo dare la definizione di “cosa significa offendere un omosessuale”.

Per me, per noi, è anche dirgli che non può essergli consentito il matrimonio o crescere dei figli. E questa è la battaglia che ci apprestiamo a fare nei prossimi anni. Per vincerla, ovviamente.

p.s. Mario spero che questa conclusione ti faccia pensare e non che ti agiti e ti faccia ricadere nella provocazione. Proviamo a parlarne in un recinto più definito per tutti. Fa bene a me, a te, al Partito ed anche al Paese.

Un ringraziamento alla Commissione di Garanzia. Dalla lettura dei verbali ho potuto rilevare uno sforzo laico e giusto nell’affrontare il tema, a dimostrazione che se usiamo bene gli strumenti del partito (le regole!!!!) facciamo bene.

Questa piccola vittoria è dedicata ad una persona che non c’è più.

16 pensieri riguardo “Riconosciute gravi le frasi omofobe di Mario Adinolfi dalla Commissione di Garanzia del PD. Adesso Mario chieda scusa.

  1. Ottimo! Sono molto felice.

    Due domande “tecniche”:

    1) perché dici “il Pd, SENZA RENDERSENE CONTO”? Lo deduci dalle carte che tu hai letto e noi no? Dal post non si capisce (a proposito, ma l’esito è pubblico? dove?)

    2) parli di Pd romano. Nel senso che è la commissione provinciale che si è espressa? E se si, come mai avevi fatto ricorso lì e non a quella nazionale?

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  2. 1) senza rendersene conto nel senso che la Commissione di garanzia afferma qualcosa a cui dovevamo arrivare politicamente. Diciamo che il PD funziona un po’ come lo Stato Italiano dove a volte si arriva alle cose per sentenza della Corte Costituzionale.

    2) si fa ricorso alla federazione di competenza, in questo caso dove è iscritto chi viene diciamo “imputato”. In effetti visto che non è un reato territoriale avrei potuto anche fare ricorso alla commissione nazionale. Ma la commissione romana certo non è l’ultima commissione…anzi. Diciamo che è un TAR. 🙂

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  3. scusa, ma non ne avevi chiesto l’espulsione? O ricordo male?
    Che tristezza questo scritto; trasmette quasi una giustificazione perché credo che tu sia la prima a capire quanto sia ridicolo ‘il richiamo’, ed il chiarire che ‘certe frasi non sono consentite dal nostro statuto’. Tutto si è ridotto ad un problema di forma; nella sostanza non si dice nulla, assolutamente nulla. Mario, come lo chiami quasi affettuosamente, non dovrebbe proprio far parte del PD. Quel PD che avete tutto nella testa e che raramente si vede nei fatti. I fatti, quelli sostanziali sono ben altri. Ma capisco che è gratificante continuare a foderarsi gli occhi di prosciutto.

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  4. Vero. Era meglio fosse espulso. Ma leggendo i verbali (ed e’ il primo caso) si evince che non puo’ più ripetersi. Pena l’espulsione. Abbiamo sancito che chi si comporta come lui o tace o se ne va….e vedrai che se vanno poi se certe cose non possono più dirle…a me pare una bella barricata deposta ufficialmente.

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  5. Cristiana, io spero davvero (per la tua buona fede, che secondo me hai) che il pensiero dei tuoi colleghi e amici di partito sia ‘all’altezza’ dei verbali di cui ci parli. Un conto è sancire le cose con i verbali, un conto è che le cose siano ‘sentite’ dalle persone. Non voglio barricate per il simpatico ciccione che dà in escandescenze se lo definiscono tale, voglio separazione. Voglio una posizione reale. E questo ancora non c’è.

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  6. ok, provvedimento concluso ma si è pensato di chiedere (ovvero pretendere) ad Adinolfi una memoria in cui esplicitare chiaramente i suoi valori, il suo sistema etico, la sua visione di convivenza? Francamente la domanda che si dovrebbe porre è: perché si fa parte di un partito o di una qualche comunità? Le risposte possono coprire uno spetto di possibilità molto ampio e gli estremi possono anche opporsi come quando legittimamente si sostiene di far parte di un gruppo perchè se ne condividono i valori e quando altrettanto legittimamente quei valori si vogliono cambiare (fatto salvo, in quest’ultimo caso un nucleo di valori che si condividono). Ecco, sarebbe interessante chiedere questo ad Adinolfi e a chiunque altro. Francamente le commissioni che danno del birichino possono anche lasciare soddisfatti ma io la trovo robetta se non si addentrano nel nocciolo della questione.

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  7. Sul suo profilo di Facebook Mario Adinolfi ha risposto a lungo alla lettera aperta che gli ho scritto http://www.vogliosposaretizianoferro.it/lettera-adinolfi/ sul mio blog, ribadendo che secondo lui le coppie omosessuali sono contro natura, avere un bambino o adottarlo da parte loro sarebbe una violenza contro i bambini e molto altro, che ho trovato offensivo e violento. Detto questo ha tenuto a sottolineare che il suo pensiero è quello del PD, solo che lui è l’unico che ha il coraggio di dirlo apertamente.
    Naturalmente io credo che questa sua ultima affermazione (come tutto quello che dice) sia falso. Io ho il massimo rispetto per lei, Cristiana Alicata, sto seguendo quello che fa e le sono vicino. Quello che ha ottenuto è sicuramente un successo e la ringrazio.
    Ma sia chiaro che in ogni caso io per nessun motivo, né oggi né in futuro, voterò un partito che ha al suo interno una persona come Mario Adinolfi.

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  8. Mi viene in mente una colorita espressione con cui quell’aribiter elegantiarium di Signorini, ribadiva, nel programma sugli chef che meritatamente conduce, visto la sua competenza in materia, una roba tipo di “ed io di salsicce me ne intendo”. Adesso non per difendere Adinolfi e la sua discutibile, da tanti punti di vista, infelice uscita ma stiamo parlando di un livello scadente in entrambi i casi.

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    1. sì, laurapetra, il livello di Signorini è scadente e volgare,
      ma è su questo che un politico intelligente avrebbe dovuto discutere, e non richiamare la sua sessualità. Se poi è lo stesso Signorini ad esibirla, attraverso le allusioni alle ‘salsicce’, questo è un problema tutto suo, particolare, che non c’entra nulla col fatto che sia gay. Mario Adinolfi non solo è scadente e volgare,ma è soprattutto inammissibile, poiché fa parte di un partito: il PD nel caso specifico. Converrà con me che si può essere gay in mille modi,no? E soprattutto insultare qualcuno richiamandone una caratteristica fisica, sessuale o altro è modo proprio degli stolti. Di certo non di un politico PD. Ovviamente non voterò mai PD in vita mia, con tutta la stima per Cristiana.

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  9. Alle battute omofobe risponderei con lo stesso tono, almeno io ho sempre fatto così. Che poi spesso e volentieri esce fuori il ridicolo ed è talente ridicolo da rendere persino il richiamo di partito una punizione minore.
    Stesso disprezzo per le battute di Signorini a cui aggiungerei un disprezzo intellettuale ancora più pesante. Quest’uomo è e sarà ricordato come l’opportunista architetto della peggiore retorica e falsità di immagine di questa specie di regime.
    Detto questo detesto il pd dovrebbe essere un partito aperto e basta. L’idea di “far parte” e di chi ci “fa parte”, la trovo vecchia e sbagliata.

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    1. concordo con Signorini emblema di falsità, opportunismo, e peggior retorica.
      concordo col pd ‘partito aperto e basta’.
      Concordo meno con il non valutare chi c’è dentro, soprattutto quando è qualcuno che si atteggia a demiurgo ed ha una certa visibilità. Per essere partito aperto bisogna accogliere, o in altre parole fare proprie delle idee, dei pensieri, ecc. Insomma il PD con Adinolfi non è credibile, e non la facciamo troppo lunga.
      un saluto

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