Il giornalismo e la politica.


Vengo via dalla Festa democratica di Roma dopo avere ascoltato un comizio sul palco. Era il comizio di uno con i baffi che parlava in piedi e teneva dietro di se delle persone sedute e zitte, come fossero la scenografia del suo show.

Le copriva con il corpo durante il suo monologo con la folla.

Un monologo che batteva i grandi temi del nostro tempo (lievissima ironia tra le parole, sentitela nella sua leggerezza): i gay, la Fiom.

E le sue dinamiche: il PD, Marchionne.

E qui mi fermo che ho un palese conflitto di interessi ovunque io provi a pormi. Chiedo sempre e solo a tutti: studiate, maledizione studiate, andate oltre ai pregiudizi. La verità non quella roba masticata e digeribile per i cervelli atrofizzati italiani. E’ sempre molto più dannatamente complessa.

Insomma Telese fa quasi 50 minuti di monologo e tralasciamo che sfotte anche molto il PD da un palco del PD, in fondo stiamo dimostrando che i nostri luoghi sono accessibili a tutti e va bene così. Certo, fossimo più democratici negli organi di partito dove si decide e meno nelle feste sarebbe una gran bella roba per tutti, in primis per la politica. Il comizio, comunque, è una roba che non concediamo più nemmeno a D’Alema e Veltroni costretti a confrontarsi con le domande di giornalisti che ogni anno dobbiamo scegliere sempre più “coraggiosi” altrimenti il pubblico contesta sia il politico che il giornalista asservito (come accaduto l’anno scorso al povero Giannini che intervista D’Alema)

Insomma c’è tanta voglia di partecipare. Di spezzare il rapporto di sudditanza tra chi parla e chi ascolta. Mi sembrava anche la premessa della nascita del giornale Pubblico, di Luca Telese.

Un Luca Telese che stasera nella posa sembrava esattamente il modello politico e imprenditoriale che lui stesso contesta. Istrionico, solitario, divino. Altro che Pubblico, nome del suo giornale, direi Privato. Almeno in quel tempo che l’ho sentito (mi piace cambiare idea).

La narrazione vendoliana incarnata nel giornalismo, trasformata in comizio politico monocorde.

Luca Telese è una star TV, si è recentemente separato dal Fatto Quotidiano, giornale nato dalla diaspora dell’Unità del dopo Concita De Gregorio e che io continuo a rimpiangere.

Quel giornale, il Fatto Quotidiano, costruito sull’anti tutto. Anti Berlusconi. Anti Pd. Ad ogni costo. Leggendolo mi è sempre sembrato filo Grillo e Di Pietro. Ora non so chi ha scelto, comunque un po’ di destra, populista, giustizialista.

Giornale (il Fatto Quotidiano) che – per chiudere il discorso “giornalismo e politica” – qualche giorno fa ha sbattuto su carta la foto di Bersani con una bella ragazza vestita molto femminile. Una foto fatta alla Festa Democratica di Roma, sempre lì, perché tutto gira intorno a Roma. Le notizie si raccolgono a Roma, sotto l’ufficio. Foto, notizia e via, aperitivo in terrazza.

La didascalia diceva: Forza Gnocca. Dopo Berlusconi e la Minetti anche Bersani si accompagna con le belle donne. O giù di lì, appena la trovo ve la faccio vedere.

Quella donna è la responsabile dell’organizzazione del PD Roma, Micaela Campana. Ha un nome e un cognome oltre che due tette e bastava andare oltre il pregiudizio (degno de Il Giornale o di Libero), fare una telefonata, una seplice misera giornalistica telefonata, per sapere chi era quella bella ragazza che nel suo ruolo accompagnava Bersani. Micaela è così. Con grande scandalo del mondo politico molto maschile si veste da femmina anche quando deve gestire casse d’acqua, pacchi di pasta o montare una festa come quella del PD Roma o partecipare ad una direzione di partito. Un brutto vizio il suo, imperdonabile: se sei bella e femminile sei subito zoccola.  Micaela oggi ha chiesto 500 mila euro di danni al Fatto Quotidiano che, se vince, darà ai terremotati emiliani. Così come un’altra dirigente del PD Roma che è cresciuta con me è considerata da alcuni la mia segreta fidanzata. No, non ho mai avuto una relazione con Estella Marino. Lei non è lesbica anche se passa molto tempo con me. E’ come se fosse mia sorella, anzi lo è.

Scusate lo sfogo notturno. Faccio politica e accetto qualsiasi cosa arrivi dai giornali. Mai, mi vedrete pronunciare parole di censura. L’informazione è il perno fondante della democrazia sana. Quello che distingue una democrazia sudditale da una democrazia partecipata. La satira è sacra. La libertà di opinione anche.

Ma teniamo gli ambiti distinti. Fai il giornalista? Fallo bene. Racconta le cose bene. Non fare comizi. Non fare un mestiere che non è tuo. Vai a fondo. Ascolta e racconta.

Fai politica? Fai il tuo dovere. Ascolta e trasforma.

E ai giornalisti dico: massacrate le donne sulla loro onestà, sulla loro coerenza. E non sulle nostre tette, tanto per dire.

La verità è che in questo Paese manca la professionalità e l’orgoglio del mestiere. E non solo in questi due campi.

42 pensieri riguardo “Il giornalismo e la politica.

  1. Sarò banale ma voglio dire che sono d’accordissimo dalla prima all’ultima parola. Perchè ne ho le scatole piene di sentire soloni e giudici improvvisati che puntano il dito qua e là senza mai guardarsi allo specchio. A Roma, dove vivo, tutti si riempiono la bocca de ‘o stipendio dei politiSci ma nessuno dice come è arrivato nel posto che occupa e dove ha preso le cose che ha. Tonnellate di persone che fanno la stessa professione dei loro padri o delle loro madri, vedo gente ottenere questo o quel posto di lavoro a più di quarant’anni (ben stipendiato ovviamente) giornalisti, operai, grafici, gestori di locali, attori, tassisti, operatori ecologici….. tutti accomunati dall’essere più o meno inadeguati al loro mestiere e dall’essersi ritrovati dove sono grazie a mamma, papà, zio, vescovo, generale, professore, amico.
    Tutti di sinistra però e tutti con la bocca piena di giudizi su i politiSci e la casta, da sputare fuori alla prima occasione.
    Tutti bravi a parlare degli altri. Il nostro paese merita di andare a scatafascio, non per la “crisi” dell’euro e tutta quella roba là però. Merita di andare a ramengo perchè dopo secoli di familismi, magna te che magno io, voti comprati, voti venduti, licenze comprate e vendute, nessun rispetto per la cosa pubblica e ladrocinio sistematico di tutto ciò che sarebbe di tutti, prostituzione fisica e mentale e quant’altro sarebbe finalmente giunta l’ora di uscire di scena, togliere il disturbo e stare finalmente al nostro posto: fuori dall’Europa.

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    1. Ma fatti baciare! (no malizia)
      Stiamo come stiamo anche per colpa di tanti, troppi giornalisti che non hanno mai fatto il loro mestiere con un po’ di dignità e professionalità, ma solo con un ego enorme e con conseguente sciatteria ( si sa che la manutenzione dell’ego sottrae molta energia, quella che appunto servirebbe a far bene)

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  2. Cmq se l’organizzazione del PD lo invita da solo senza intervistatore e senza contraddittorio non è che ve la potete prendere con lui se fa un monologo. Certo siete strani voi del PD…

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  3. Certo manca la professionalità dei giornalisti. Poi per ironia del destino i giornalisti volendo o per caso vanno a catturare esempi umani che temo con la professionalità/serietà abbiano veramente poca familiarità. Comunque anche a me quella didascalia non è piaciuta. L’aspetto delle persone non dovrebbe essere il punto su cui valutarle. Si può essere molto più impietosi scandagliando aspetti più sostanziali

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  4. “La verità è che in questo Paese manca la professionalità e l’orgoglio del mestiere. E non solo in questi due campi.”
    Verissimo!!! E se sei giovane e cerchi di farti spazio in modo onesto e dignitoso vieni pure additato! Neanche io apprezzo la “tipologia” di giornalismo raccontata nel tuo post perché non rappresenta il vero modo di fare informazione!!!

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  5. Mai visto un post che, in maniera così lapidaria, mette in luce l’antiprofessionalità che caratterizza l’operato di troppi giornalisti italiani, complimenti. 😉

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  6. Reblogged this on The Writesystem and commented:
    Da tempo ero tentato nello scrivere un articolo che mettesse in evidenza l’antiprofessionalità di gran parte dei giornalisti nostrani…fin quando mi sono imbattuto in questo post che, senza troppe schermaglie di tipo dialettico, esprime ciò che avevo in mente di sottolineare.

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  7. Come si fa ad avere orgoglio del mestiere in un paese che non ha rispetto per il mestiere? Un paese dove la dignità del lavoro e del lavoratore non esistono? Faccio il (la) giornalista e vorrei farlo bene, ma mi piacerebbe che il mio impegno e il mio lavoro fossero riconosciuti, anche in termini economici, adeguatamente. Non c’è e non può esserci professionalità né qualità dove non c’è dignità. E chiedere a quei colleghi che scrivono per 3 euro a pezzo di farlo pure bene, beh.. che ve lo dico a fare??

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  8. la verità la verità, che cos’è la verità? condivido quello che dici ma l’argomento non è da blog. decisamente più complesso di cosi. e permettimi cristiana, sei una politica anche tu

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      1. si non ti nascondi di sicuro! quello che intendevo dire è che se è chiaro che i giornalisti parlano dei politici per mestiere e secondo un codice deontologico imposto dalla professione (in questo caso platealmente violato), quando i politici parlano dei giornalisti drizzo subito le antenne, perchè la vostra guida è volenti o nolenti la creazione del consenso (e mi aspetto una levata di scudi, ma cosi è).

        nel caso specifico di Micaela, se ci addentriamo sul terreno scivoloso della “verità” è difficile per un semplice lettore trovare dei punti fermi: la scelta è se fidarsi di te oppure no, ammesso che la notizia abbia un minimo di fondamento. la stampa serve proprio per garantire la verifica delle informazioni, ma qui il meccanismo è saltato al limite della diffamazione e probabilmente oltre.

        ora ragiono per assurdo, giusto per farmi capire, perchè certamente questa persona avrà grandi capacità: avendo un briciolo di conoscenza del mondo, non mi sentirei di escludere a priori che Bersani con lei ci vada a letto davvero, oppure qualche altro maggiorente del PD. cosi’ come non mi sentirei di escludere che Micaela grazie alla sua avvenenza sia passata davanti ad altre donne altrettanto brave ma meno belle. son cose che possono succedere.

        insomma, fermo restando che questa notizia è una non-notizia e che Micaela ha fatto bene a querelare secondo me, mi sembra chiaro che il circuito dell’informazione sia completamente in panne in un caso del genere, per ragioni che probabilmente vanno molto aldilà della notizia in sé.

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        1. Uh mammina. Credimi Micaela ha iniziato in legaambiente…e’ sposata con uno dei nostri consiglieri comunali ma credo che abbia preferenze personali quanto lui. Si fa un mazzo come una capanna. Pensare che sta li’ per averla data a qualcuno e’ quanto di più folle si possa pensare conoscendola. E..come sai…certe cose si saprebbero come di altre si sanno. Ah…e politicamente io e lei siamo spesso su fronti opposti dentro il PD.

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  9. Sai cosa Cristiana? Che, se invece di tornare a casa e passare due ore a scrivere questo post, restavi alla festa a sentire il resto della presentazione di Pubblico (www.pubblicogiornale.it), interrotta in anticipo per le rimostranze di alcuni dirigenti del Pd (che non ci aveva invitato: l’invito era partito dalla libreria Rinascita), ti saresti fatta un’idea diversa. Avresti sentito parlare prima me e poi Vladimiro Giacchè (leggete il suo Titanic Europa!) e avresti sentito Luca Telese chiedere al pubblico di fare le domande come sempre facciamo dopo che abbiamo finito di raccontare come e perchè ci è venuta voglia di licenziarci e dare vita a un nuovo giornale (che le domande ha senso farle dopo aver ascoltato, mica prima, giusto?). Ti sarebbe bastato restare per accorgerti che non eravamo la scenografia di nessuno (sì, è vero, stavamo zitti mentre parlava Luca, il quale poi è stato un’ora zitto mentre parlavamo noi. Siamo mica ospiti di Porta a Porta). Ti sarebbe bastato restare per sentirmi raccontare che Pubblico sarà il giornale che, senza essere un giornale di partito, senza prendere finanziamenti pubblici, vuole difendere la buona politica e combattere la propaganda che insinua che la politica coincida con la casta, la spesa pubblica con lo spreco. È per questo oltre che a Melfi, come ha raccontato Luca, siamo stati a Capannori, come ho raccontato io, comune guidato da un sindaco del Pd, che ricicla l’85 per cento dei rifiuti. È per questo formeremo una squadra di volontari di Capannori che grazie a Pubblico andranno in giro a spiegare agli amministratori degli altri comuni come si fa. ti sarebbe bastato restare ma dovevi andare a casa a raccontare quello che non avevi visto fino in fondo. Facciamo che la prossima volta a studiare e ad approfondire bisogna essere in due? Un bacio

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    1. Francesca Fornario e Luca Sappino continuate a non capire (magari sono io che mi spiego male) quale è il tema del pezzo. So bene che poi voi avreste parlato, eravate lì. E so anche cosa avreste detto perché (e ne sono felice) vi conosco come le mie tasche. So cosa avresti detto tu e cosa avrebbe detto Luca e non avrebbe cambiato quello che avrei scritto, avrei solo perso un’ora di sonno in più. Luca Telese è il direttore è dà la linea: nella postura, nella gestualità, nei tempi del suo intervento. Nella posizione sul palco. Anche scegliere di fare lo show e di non avere qualcuno che si intenda di giornalismo che ti fa domande, per me è un segnale descrittivo della linea editoriale. Giusto o sbagliato: a me non piace, lo trovo individualista. Attenzione: nel metodo. Lo so che parlerete degli ultimi…dipende come lo farete, con quale professionalità nell’andare a scardinare i tanti pregiudizi in un mondo di tifosi. Ecco in un mondo di tifosi, l’altra sera Telese raccontava il mondo come il capo della curva, non come il radiocronista (e allora fai politica, non fai il giornalista, capisci?) Non c’era nessuno là in mezzo (compresi insospettabili grillini) che non dicesse : sta facendo il comizio. Ecco per me la presentazione di Pubblico, cioè di una rivista, dentro il palco di una libreria ospitata dal partito, non doveva essere la promozione gridata di un modello di narrazione. Piuttosto mi sarebbe piaciuto ascoltare in cosa Pubblico sarà diverso dagli altri giornali. Quali saranno le sezioni editoriali, chi le curerà. Come è stata costruita la squadra, con quali criteri. Come saranno strutturati i rapporti di lavoro tra imprenditore giornalisti (magari lo avete anche fatto, ma non era il perno del comizio, per capirci). Insomma doveva essere la presentazione di Pubblico, non il Telesepensiero sul mondo. Le cose che tu dici, poiché io ti conoscono, mi convincono sempre di più che il direttore di un giornale dovresti farlo tu perché in questi anni sei stata l’unica persona che ho incontrato che ha tentato di mettere insieme le cose buone che erano sparse. L’unica con la lucidità di discernere che nessuna sigla bastava e che tutte le sigle contenevano cose buone. Peccato avere mollato quel progetto,per dire.

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  10. Sì, peccato averlo mollato, e peccato che a mollare quel progetto sia stata proprio la direzione del Pd. Ma va bene così Cri, l’Unità oggi è – legittimamente – il giornale della segreteria di un partito che lo finanzia, e non è da un giornale di partito (di un partito la cui dirigenza non è capace di mettere insieme le cose buone che sono sparse) che ci si può aspettare un giornale capace di mettere insieme le cose buone che sono sparse. È il motivo per cui molti giornalisti e molte firme dell’Unità hanno deciso di lasciare il certo per l’incerto e venire a Pubblico, è il motivo per cui la base del Pd ci sta invitando a presentare il giornale in tutta italia (tranne che a Roma dove ci hanno invitato quelli di Rinascita, per poi essere cazziati dal dirigente locale del Pd). Continueremo il lavoro a Pubblico, che sarà diretto da Telese perché io non farò il direttore fino a quando tu non farai il segretario del Pd, sappilo. Bacio

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  11. Sull’Unità sai quanto io sia d’accordo con te. Non ritengo, oggi, che Telese possa avere la lungimiranza (che hai tu) nel costruire quella cosa meravigliosa (ma se mi dimostra il contrario avrò l’onestà di dirlo).

    Baci a te e ti voglio bene, tanto. Lo sai.

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  12. “Quel giornale, il Fatto Quotidiano, costruito sull’anti tutto. Anti Berlusconi. Anti Pd. Ad ogni costo. Leggendolo mi è sempre sembrato filo Grillo e Di Pietro. ”

    Non è che queste due frasette messe lì sono un po’ in contraddizione? Se sono anti-tutto non possono essere a favore di Di Pietro e Grillo, no?

    O non sarà che Berlusconi e il PD sono “tutto” e tutto il resto non è niente?

    Così, giusto per dare un’idea delle proporzioni…mi sembrava un lapsus molto rivelatore, non so come dire.

    Scialuppe (i cui commenti continuano a non essere pubblicati se appena appena sia presente in uno dei tre campi il mio nome, o la scritta “scialuppe”, o la scritta “amicidelcampetto”)

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