La lobby delle tessere e non delle idee


Ho sempre pensato che la lobby gay non dovesse essere la lobby dei tesserati ad Arcigay. Scopro in questi giorni, in cui il lavoro mi ha particolarmente risucchiato, che Arcigay continua a fare l’errore di rivendicare su di se la velleità della battaglia dei diritti GLBT invece di creare convergenze…

Non c’è niente di più errato e di più lontano da quello che mi era sembrato di scorgere in Aurelio Mancuso in questi mesi: la volontà vera di andare verso una federazione nazionale che superasse i personalismi associativi, le isterie primedonnesche di cui, ahimé, molti supposti leader del movimento GLBT sembrano essere affetti: dall’invio di comunicati stampa che nessuno si fila, ai silenzi scandalosi sulla candidatura di Rutelli, alle manifestazioni fallimentari di quattro froci al bar, alle posizioni anti-PD che però sono pro Sinistra Arcobaleno, la stessa che a Roma accetta Rutelli senza chiedere nulla, la stessa che pensa di fare i nostri interessi candidando qualche bandierina.

Essere preoccupati della mancanza della rappresentanza di Arcigay, senza chiedersi se in realtà non manchino le idee, mi sembra un ragionamento vetero-sessantottino.

Non vedere che un Cuperlo e uno Scalfarotto e chissà quanti altri che ora non mi vengono in mente, forse sono meglio di un Luxuria, è essere ciechi. Di parte. Inutili alla causa.

Ivan Scalfarotto si batte per il matrimonio omosessuale da anni, come principio naturale, non come materia di scambio. Un giorno, quando la battaglia era sui PACS,  qualcuno gli disse: stai zitto, tu non rappresenti il movimento. Il Movimento non sei tu. Eccola la lobby gay, il gruppetto di 4 froci che vuole essere sotto i riflettori con la faccia e non con le idee. Magari per un posto in Parlamento.

Per quanto mi riguarda non mi importa che tessera avete. Non mi importa che storia avete. Non mi importa nemmeno se siete omosessuali, davvero poco per considerarvi simile a me.

Non mi importa da che gruppo uscite e nemmeno quante volte siete stati in TV e quanti iscritti ha la vostra associazione. Mi importano solo le vostre idee.

Ma facciamoci il piacere.

20 pensieri riguardo “La lobby delle tessere e non delle idee

  1. Le mie idee?

    Sulla questione GLBT – e per ora ti parlo solo di questa – ne ho tre, una correlata all’altra.

    1. legge contro le violenze e le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere;

    2. riconoscimento pubblico da parte dello Stato allo status di coppia di fatto e piena parificazione tra coppie sposate e coppie non sposate, a prescindere dal sesso dei conviventi, in materia fiscale, assistenziale, pensionistica e inerentemente all’affidamento, adozione e tutela dei bambini all’interno della coppia;

    3. apertura al matrimonio civile alle coppie omosessuali.

    Adesso, cara Cristiana, facciamo un gioco. Immaginiamo che io, col mio partito che non c’è ma per come lo vorrei, e tu, col tuo pd, ci presentiamo alle elezioni.

    Indovina chi dei due, se eletto premier, ci darebbe queste tre leggi?

    Concludo dicendo che Scalfarotto non è molto diverso da quei gay da poltrona ai quali appartengono Concia & Co.; lodevole, per altro, il tentativo di estendere all’amica della Binetti il grado di esponente del movimento, quando la Concia sta al movimento quanto io sto al WWF per il semplice fatto di dar da mangiare ai gatti sotto casa.

    E che il tuo attacco alla Sinistra Arcobaleno è ridicolo e inutile, perché attacchi quel partito appiccicando ad esso i difetti del partito in cui militi tu.

    Una critica del genere la può fare un esterno alle due formazioni, non chi, come te, milita nel partito della Binetti e di Rutelli.

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  2. Mah, questo è un tema difficile, Cristiana. E’ chiaro che nessuna associazione Lgbt possiede l’esclusiva della rappresentanza Lgbt. Ma questa realtà è patologica. Nei paesi occidentali esiste almeno UNA grande associazione Lgbt federata e nazionale, che possiede un potere politico, di rappresentanza e di contrattazione di tutto rispetto. Un peso politico, potremmo dire, ambito da diversi partiti.

    Per dire, quando nel 1982 la polizia canadese si mise a fare delle retate nelle saune di Toronto, arrestando qualche decina o centinaio di persone, il giorno dopo l’associazione Lgbt di Toronto e del resto del Canada organizzò un’assemblea alla quale andarono oltre 4000 persone che decisero di manifestare in piazza in modo assai duro e determinato e minaccioso. Alla fine i poliziotti responsabili dell’ordine della retata finirono a processo e furono degradati. Non solo, ma una volta che compresero ciò che avevano fatto si scusarono pure. Ora, è chiaro che un fatto del genere succede solo se dall’altra parte la polizia e le istituzioni si trovano una forza di movimento politico di tutto rispetto. Se alla manifestazione di protesta per la retata si fossero presentate 30 persone, non sarebbe accaduto nulla, con tutto che il Canada è un Paese da anni molto garantista di tutte le minoranze.

    A Roma, dopo l’incendio del Coming Out, né Veltroni né Rutelli hanno ritenuto di fare un sopralluogo o di esprimere solidarietà per l’attentato. Fatto che in sè io trovo tanto grave quanto l’attentato stesso. (Per altro: tu hai parlato contro Rutelli, e io sono d’accordo con te. Ma non hai detto nulla circa l’atteggiamento di Veltroni su quell’attentato. Come mai?)

    Questo per dire che una delle cose che mancano in Italia è proprio un movimento Lgbt forte, unitario e organizzato, in grado di fare politica bene. E in quel “fare politica bene” dovrebbe starci anche la capacità di contrattare il peso del voto Lgbt.

    Chiaro che se dei gay o delle lesbiche decidono di candidarsi singolarmente in un partito tolgono automaticamente rappresentatività a quello stesso movimento. Questo è sufficiente per chiedere a chi è Lgbt di non candidarsi nei partiti in modo autonomo? Probabilmente no, ma allo stesso tempo è proprio uno dei maggiori motivi che porteranno l’Italia a essere l’ultimo paese ad arrivare a qualche diritto riconosciuto.

    Su Scalfarotto poi non voglio pronunciarmi. E’ stata una delle maggiori delusioni personali e politiche di sempre, e potrei spiegartene i motivi a fondo, ma se lo facessi finirei col pronunciarmi. 🙂

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  3. Criticare i metodi di Arcigay usando gli stessi parametri usati dall’Arcigay stessa mi sembra quantomeno ingenuo ed inutile!
    Proprio ieri sera sono andato a farmi del male ad ascoltare un dibattito tra cattolici in cui erano presenti la Binetti e la Santolini (moderava Cantelmi, ho detto tutto). Alla fine della discussione la sintesi era: “E’ opportuno che noi cattolici siamo rappresentati in tutti gli schieramenti e partiti perchè siamo portatori di valori non negoziabili e possiamo avere una rete trasversale ai partiti su tali principi”.
    Per chi fosse meno avvezzo è la definizione di Lobby, quella di cui parla a sproposito Mancuso e di cui parli male tu Cristiana!
    Quando anche noi riusciremo a capire che c’è bisogno di una rappresentanza e di una gruppo forte trasversali ai partitti?
    Quando sapremo fare come i cattolici arriveranno i diritti e le lotte serie, fino ad allora rimarranno solo le lotte campanilistiche volte più a dare rappresentanza di se stessi che del “movimento”.
    Nel tuo discorso leggo gli stessi difetti che leggo in quello di Mancuso!
    Mi dispiace ma se non riusciremo a far nascere un vero movimento GLBT in Italia non andremo avanti, vista anche la presenza massiccia di altre lobby ben strutturate, e il tuo atteggiamento, così come quello degli altri GLBT del PD o della Sinistra, e quello di Mancuso, del Mario Mieli e di tanti, troppi, altri non va certo in questa direzione.

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  4. La verità è che non ne posso più di vedere Aurelio che litiga con Rossana che litiga con Aurelio. Imma che sbraita. La Concia snobbata, Marazzo che apostrofa la folla che non c’è…e potrei andare avanti.
    La verità è che siamo immaturi e provinciali e per questo deboli.
    E finchè non ho posti nel partito mi sento come una semplice cittadina che come vedete non le risparmia a nessuno. Ho solo deciso di stare in una delle parti, di fare lobby da qui ed è chiaro che appoggio chiunque e dovunque. Sono sempre convinta che dobbiamo stare ovunque e mi aspetto da ArciGay che chieda pure ad AN di candidare dei gay!
    Come sottoscrivo fin d’ora che voterei Grillini a Roma, fregandomene che faccia parte di un altro partito.
    Mi piacerebbe sapere dove sono faziosa e mi piacerebbe sapere perché le persone e i loro indirizzi sessuali sono più importanti delle idee. Non rischiamo di farci male da soli con questo razzismo tesserale?

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  5. Cristiana, sono disposto ad ascoltarti se parli di promuovere la cooperazione tra le associazioni LGBT, che è ciò di cui abbiamo bisogno come il pane.
    Con i piddini, o gli aennini, o membri di altri partiti da me comunque distanti, purché costoro smettano di fare solo gli interessi dei loro partiti e comincino a fare quelli della comunità.
    Tu in questi mesi a volte hai dato il buon esempio, e ti riconosco di aver ammesso a volte che alcune scelte del PD erano indifendibili o almeno criticabili.
    Cominciamo, come dice Sciltian, dall’atteggiamento dei partiti sull’attentato di Roma. Sarebbe facile rimpallare, dicendo che tutti i partiti hanno condiviso un silenzio colpevole o espresso solidarietà di facciata.
    E’ più difficile (e paga meno) far notare che nessun partito non totalitario può fare così poco di fronte ad un atto così grave d intolleranza, ed è faticoso organizzare una manifestazione tutt* insieme contro la violenza, mettendo insieme socialisti, piddini, pricini, e persino pdlini (se se ne trovano).
    Cristiana, vorrei tanto che voi piddini capiste che siamo tutt* (grosso modo) dalla stessa parte: vogliamo tutt* dignità, rispetto, una vita sicura e qualche forma di riconoscimento dei nostri affetti.
    Ma anche voi dovete dimostrare di essere dalla nostra stessa parte. Certo, tu a volte l’hai fatto, e ogni tanto anche Benedino, mediando tra la dura realtà e le vostre illusioni sul futuro del PD.
    Chiaramente il partito non vi ha premiato, una scelta miope e conservatrice che gli costerà tanti voti.
    Però io credo che sarebbe bello, soprattutto in campagna elettorale, che persone LGBT di diversi schieramenti potessero discutere di una strategia comune. Senza nascondere le differenze, ma senza neanche drammatizzarle. In un simile quadro, personalmente sarei disposto ad ascoltare persino i gay cattolici, purché anche le idee della parte atea e agnostica del movimento LGBT siano rappresentate e non umiliate, come spesso avviene.
    Si può fare?

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  6. Solo due commenti:
    1) Che bella foto! Lo so che è molto che l’hai cambiata, ma per i complimenti meglio tardi che mai!
    2) E’ vero, Arcigay dice che vuole creare convergenza, ma lo fa rivendicando un ruolo che non può certo giustificare con le sue fantomatiche tessere. A questo punto ti chiedo: fai proposte.
    Immagina, sforzati, osa e poni un punto. Dì cosa possiamo fare.
    Perché se c’è qualcuno che può dire “yes we can” non è Veltroni. Siamo noi gay, soprattutto quando ragioniamo per loobie, a destra e a sinistra, senza partiti.

    La mia opinione è che Arcigay così come è sbagliata. Tanto quanto il Mario Mieli e DGayProject. Roma non mi fa una bella impressione, siete quasi tutti poltronizzati.

    Però Arcigay non è fatta di tutte persone in malafede. Se c’è qualcuno in buona fede e con una buona strategia, quello deve essere aiutato. Formando coesione e proposizione sui progetti sani.

    Per cui ti ripeto: fai un post con una proposta concreta, non polemica, senza critiche (perché ce ne sono già a sufficienza). Facci vedere che anche secondo te, we can. E facci vedere come.

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  7. ma… non si può chiedere candidature gay come si chiedono candidature al femminile… ci mancano le quote gay e siamo apposto! il rischio è che in una politica dove vengono eletti cani e porci la ‘categoria’ venga rappresentata da idioti (come capita tra le donne in parlamento). l’arcigay ha un grande difetto: è prima arci e poi gay (e non è trascurabile) e sull’arci e non sui gay ha costruito il suo piccolo montarozzo di voti. ergo: porto i gay(voto) all’arci (sinistra) mi dai una poltrona? (ragionamento che prima era del pci poi dei ds mo appartiene a qualsivoglia partito di sinistra)
    è così per gli enti, è così per le coop. non credo che cambi. a meno che non si decida a creare circoli indipendenti con tessere che vadano allo stesso circolo invece che ad rimpinguare campagne elettorale ben poco rappresentative per la comunità gltb. al movimento gltb l’arci da solo la possibilità di un circolino chiuso che evita le tasse (pane e circo) e invece il movimento gltb dà l’appoggio a personaggi che si ergono a rappresentanti del movimento attacandosi alla poltrona senza alcun tipo di voce. come si può vedere chi perde in questo discorso è il movimento che viene castrato nella sua essenza di Movimento.

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  8. ciao cristiana.

    1. sono iscritto ad arcigay per motivi pratici: se non hai la tessera non entri nei locali del circuito. non sono mai stato convocato per un’assemblea e per un’elezione. ergo, rappresentanza=0, o almeno limitata ai pochi che partecipano in qualche modo (diciamo non più del 5% del totale dei suoi iscritti?)

    2. sono iscritto al mario mieli e regolarmente vengo convocato per assemblee ed elezioni, per lettera. questo fa una differenza sostanziale. anche se il mario mieli è una realtà solo romana (almeno per il momento). quindi anche qui, rappresentanza pochina.

    3. se fosse per le tessere, staremmo dunque messi maluccio. arriviamo a 4 gatti scarsi e non credo che nessuno possa definirsi un “lobbista”. e questo dipende dai numeri, ma anche dalle posizioni “culturali” presenti nel movimento.

    4. proviamo a porci domande diverse:
    4.1 quante sono le persone glbt consapevoli di subire delle discriminazioni?
    4.2 quante di queste sarebbero disposte ad impegnarsi in qualche modo per combattere queste discriminazioni?
    purtroppo il problema è tutto qui. non tanto di consistenza numerica della comunità, quanto di consistenza numerica della “falange glbt”, ovvero di quelli disposti ad esserci quando occorre fare la voce grossa. e “fare la voce grossa” NON e’ andare al pride.

    allora, mettiamo insieme un manipolo di volenterosi sparsi sul territorio, una grande confusione, una spiccata tendenza al presenzialismo, un coordinamento inesistente ed una scarsa propositività e cosa otteniamo? esattamente la situazione attuale.

    cosa fare per superarla? federare le associazioni in un unico soggetto nazionale, completamente disorganico dai partiti, democratico, capace di lavorare usando internet per annullare le distanze (lavoro condiviso, audioconferenze, votazioni on line, ecc.). organizzato in aree territoriali corrispondenti ai collegi elettorali, dotato di un organo rappresentativo nazionale e di commissioni e gruppi di lavoro in grado di esprime documenti ed opinioni non solo sui temi propriamente glbt, ma anche su quelli correlati.

    lo so, è pura illusione… ma io sono notoriamente un pazzo visionario.
    ma se trovo qualcun altro che ci crede, magari ci si può cominciare a lavorare.

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  9. Allora, comincio a dirvi cosa succede a Bari: qui l’Arcigay è sparito dopo il Pride del 2003. Semplicemente, i vari coordinatori si sono stufati di farsi picchiare dai fascisti senza che la polizia riuscisse mai a prevenire questi attacchi.
    Esiste, poi, un piccolo gruppo lesbico separatista che vede tutti i maschi come nemici, anche i gay. L’unico locale arcigay è una sauna pulciosa, una specie di fortino.
    Ma se non è garantito l’ordine pubblico, come si fa a fare politica LGBT? Lo sapete che a Bari persino la sede della LILA viene attaccata costantemente dai teppisti?
    In fin dei conti, intorno a Bari gravitano almeno due milioni di persone, tra cittadin* e pendolari, è normale che esista un milieu LGBT ricco e inquieto. Ogni volta che prova a metter fuori la testa, però, si becca una bastonata. Come si risolve una situazione del genere? Sinceramente non ne ho idea.

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  10. Penso che se c’è una associazione che non rappresenta i gay italiani questa è l’arcigay.
    D’altra parte il 99% dei suoi iscritti sono gente che aveva voglia di una ciulata in dark o che voleva entrare in un party (tra cui me).
    Scriverò anche io due righe in proposito.

    Dove non ti seguo è nella tua difesa PDina naturalmente.
    Ti capisco ma assolutamente non condivido.
    Ad esempio la difesa di Scalfarotto.
    Andiamo…
    Ma d’altra parte nel ributtante documento pubblicato sull’Unità c’è anche la sua firma e la tua… (tra molte altre per carità…)

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  11. Cristiana, dammi una risposta a ciò che ti ho detto sopra.

    Aggiungo un altro elemento. A Roma (ma immagino sia una cosa valida in tutta Italia) spesso si sente un politico (poniamo: Rutelli o Veltroni) dire: “Il registro delle unioni civili NO, però voglio dare alle associazioni Lgbt una sede coi controcazzi e centrale”. Succede così che i capi delle associazioni Lgbt, anziché di fare politica per la loro vertenza, ossia i diritti civili delle persone Lgbt, si accontentano di incassare quel che possono in termini di “sede bella e centrale”, “gay village in estate aperto per due mesi in zona facile da raggiungere”, “patrocinio al pride”, “fondi alla tale iniziativa culturale”.

    Guardate che questo è un problema serio, ma TUTTO italiano. Nel mondo occidentale accade che i leader delle associazioni Lgbt incassano il sostegno diciamo così materiale ma prima di tutto guardano alla sostanza politica del risultato.

    In altre parole: se in Canada le coppie dello stesso sesso non si potessero sposare e adottare figli, le associazioni Lgbt canadesi non starebbero sedute al tavolo col governo cittadino, provinciale, e nazionale per discutere ANCHE di fondi al festival del cinema Lgbt, nuova sede centrale eccetera.

    Come risolviamo questo problema fondamentale, cara Cristiana? Io comincio a credere che forse il problema stia proprio nell’avere un interlocutore politico di centro o pavido di centrosinistra che rifiuti di dare qualcosa sui diritti civili, ma in cambio dia un contentino materiale. Forse abbiamo bisogno di un governo di destra e alquanto discriminatore, che sia in grado di far coalizzare il movimento e di far incazzare gli individui. Insomma, abbiamo bisogno, come gli Stati Uniti, di un “NEMICO”. Siamo alla Alien Theory, mia cara Cristiana, non al “tanto peggio, tanto meglio”. In Scienza politica sono due teorie ben distinte.

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  12. Anellidifumo, capisco la tua declinazione teorica del concetto di lobby, ma la applichi dove la lobby non c’è. Ripeto: in una situazione simile la candidatura di Ivan Scalfarotto, che forse molti di voi nemmeno conoscono (te escluso) e non ne conoscono la passione e la trasparenza, è mille volte meglio di quella di un Luxuria. Fa parte di un ‘evoluzione dell’essere GLBT in Italia.

    E ricordiamoci: come ha già detto qualcuno in questi giorni i silenzi del movimento GLBT, soprattutto su Roma, non si contano più in cambio di sedi e posti e feste!

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  13. Allora gli chiedi, da parte mia, come pensa di poter ottenere qualcosa per la questione GLBT dentro il vostro partito se il vostro partito ha fatto in modo che non potesse dare fastidio, attraverso, ad esempio, con la sua elezione in parlamento?

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  14. Elfo, Ivan non risponde a domande critiche. Le giudica più o meno tutte tendenziose. E’ un modus di essere in politica. Secondo me un modus da buttare, ma c’è libertà di comportamenti politici. E libertà di non votarlo manco morto, ovvio.

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  15. @anelli di fumo: Elfo, Ivan non risponde a domande critiche. Le giudica più o meno tutte tendenziose

    io giudico tendenzioso il fatto di voler lanciare un pd dei gay
    tra l’altro che gran bella idea: un pd che è una accozzaglia con dentro radicali cattolici valoriani e gay e ogni frangia che vuole andare per i cavoli suoi
    un manifesto di solidità

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  16. Ciao,
    giusto alcune precisazioni:
    – “ai silenzi scandalosi sulla candidatura di Rutelli” …. silenzi di tanti probabilmente, ma non di arcigay, che si è pronunciata contraria all’ultimo consiglio nazionale di domenica scorsa, come potevi leggere sul corriere della sera e su altri quotidiani.
    . “se in realtà non manchino le idee” …. libera di fare proposte…. comunque vivendo arcigay da dentro, ti assicuro non mancano.
    -“Ivan Scalfarotto” sono in tutto e per tutto con Anellidifumo, e comunque a che serve un gay non eletto?
    – “il gruppetto di 4 froci che vuole essere sotto i riflettori con la faccia e non con le idee. Magari per un posto in Parlamento.” …. sembrano più i, perdona l’espressione ma è la tua, “4froci” del PD piuttosto che quelli di Arcigay che, a conseguenza di alcune prese di posizione forti non hanno posti in parlamento, proprio la distanza da Rutelli si puà collegare alla sparizione, la stessa sera, della candidatura di Lo Giudice.
    -“Per quanto mi riguarda non mi importa che tessera avete. Non mi importa che storia avete. Non mi importa nemmeno se siete omosessuali, davvero poco per considerarvi simile a me.” perfettamente in linea con Arcigay, che chiederà, etero o omo, di condividere la piattaforma del Romapride per avere il sostegno, quindi in base alle idee, non all’orientamento, che non vale il sostegno, non solo per PS e sinistra arcobaleno, ma anche per il PD.
    …..
    ma facciamoci il piacere….. e Salutami la tua compagna di partito Binetti.

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