Il referendum che non si farà con le amministrative: la misura del Paese Reale


DIMENTICAVO: OLTRE AL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA CI SONO ANCHE QUELLO DELL’ACQUA E DEL NUCLEARE. NON SO SE RENDO. SE NON RAGGIUNGIAMO IL QUORUM VUOL DIRE CHE IL PAESE PROPRIO DORME.

Non fare il referendum con le amministrative ha un risvolto ancora più negativo dello spreco di soldi pubblici: dimostra la considerazione che questo Governo ha degli italiani.

Li considera dei pigri che non andranno a votare ANCHE a giugno o comunque SOLO per un referendum sul legittimo impedimento.

Non sarebbe il caso di condurre questa battaglia come rivalsa popolare, come smacco al regime?

Mi dicono da più parti che qualcosa sta cambiando, lo leggono nei volti della gente, nei sit-in nelle manifestazioni. IO non ho questa impressione e non perché come dice qualcuno me lo dice il mio fruttivendolo (che anzi si fida ciecamente di Bersani, ma anche di me e quindi esce dai cliché giustamente denunciati da Luca Sofri qui), ma perché lo sento nella somma delle persone che in questi 17 anni lo hanno votato prima con entusiasmo, poi per inerzia, poi addirittura per dispetto a una sinistra che non si è mai fatta l’esame di coscienza o non si è mai dimostrata all’altezza. (vedere p.s. a fine post)

Ora…siamo davvero in grado di misurare il Paese Reale? Ecco: la partecipazione al referendum in una data in cui ci sarà SOLO il referendum, può essere la prova che la misura è colma, che la temperatura è arrivata al fine vita, che la pressione sta per far scoppiare i tubi e che davvero si è messo in moto un processo irreversibile.

LO può essere più di 10 milioni di firme raccolte in pochissimo tempo dal PD, più della manifestazione delle donne, più di quella per la libertà di stampa o quella bella e sprecata del Popolo Viola: dobbiamo usare lo strumento della democrazia. Ridarle dignità.

Resta inteso: non deve essere una cosa contro Berlusconi. Molti non lo capirebbero e si sentirebbero usati. Deve essere orgoglio nazionale: anche di andare a votare, per assurdo votando no. Riappropriamoci dello strumento della democrazia, del pensiero del Paese, qualunque esso sia.

Non conducendo una battaglia anti-berlusconi, ma dicendo: cara Italia partecipa. Torna a dire la tua, alzati, cammina. Parti. Dopo 150 anni, finalmente parti.

p.s. Ha ragione Luca Sofri quando dice che non possiamo ridurre il Paese Reale alle chiacchiere da bar né alla battuta del collega, ma per chi come me viaggia attraverso le dinamiche del Paese (per forza, non per voglia) ogni giorno ed entra ed esce da medie aziende, da officine, da negozianti, dai circoli del PD, da chi mi ha votato…la sera la summa degli impulsi complessi porta ad un’unica direzione: l’Italia è fregona, si indigna poco perché altrimenti dovrebbe indignarsi anche di se stessa e quindi assolvendo Berlusconi assolve se stessa, ma è romantica, cinica e vuole qualcuno che semplifichi. Ecco…non c’è un solo italiano che dice: se tutto fosse più semplice ci sarebbero meno tasse, io fregherei di meno, e via dicendo. Sembra banale ma non lo è. Un paese complesso è un paese in cui si deve sopravvivere e la sopravvivenza passa per la scorciatoia, non per la via maestra. Si sa.

Come definireste un imprenditore (il più grosso della sua regione, quasi) che confessa di essere stato un figlio di contadini che portava le uova al barone (ancora, sì, negli anni 60), che si definisce ex comunista ora socialista, che vota Berlusconi, che si dichiara assolutamente contro il PD e che i gay (solo i maschi precisa) gli fanno schifo, che in ogni caso possono fare ciò che vogliono, io lesbica forse, però, potrei anche crescere un figlio con la mia compagna? Ha ragione Luca Sofri: solo un italiano.

 

4 pensieri riguardo “Il referendum che non si farà con le amministrative: la misura del Paese Reale

  1. Brandire a mo’ di clava gli strumenti come il referendum è il modo migliore di svuotarli, come del resto hanno fatto nei decenni i radicali.
    BTW faccio parte del comitato promotore dei referendum sull’acqua.

    Accettiamo serenamente il responso delle urne.

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  2. accettiamo il responso delle urne, però notiamo che i berlusconiani che sbraitano che non ci son soldi per la scuola pubblica, per gli ospedali, per la giustizia, manco per la festa della repubblica, poi non tirano un fiato su una marea di soldi buttata nel referendum al solo fine di silurarlo. E non è manco la prima volta che i destrorsi fanno ‘sto scherzetto. Ma si sa, i berlusconidi le tasse non le pagano, quindi non sono sensibili a come si buttino i loro soldi 😀

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  3. Il referendum è previsto nella legislazione italiana come istituto di democrazia diretta.

    Con esso, il popolo sovrano bypassa la delega parlamentare ed esprime direttamente un suo parere modificativo ovvero estintivo di una legge o di parte di essa.

    Il ricorso al referendum, come tutte le cose in Italia, è stato distorto ed abusato.

    Inizialmente, fu il partito radicale a fare un ricorso continuo ed eccessivo all’istituto del referendum, riuscendo a dettare modifiche di significative parti della legislazione su argomenti di enorme valore, quali quella che modifica l’istituto del matrimonio (referendum sul divorzio) e quella che regola addirittura la possibilità di non partorire un figlio vivo (aborto).

    E queste storiche quanto importanti modifiche legislative furono realizzate dal partito radicale che poteva contare su di uno sparuto gruppo parlamentare, corrispondente ad una misura di solo il 2% del consenso popolare.

    Fatto che, in un sistema con enormi sbarramenti alla volontà popolare diretta ed a democrazia bloccata come era quello senza alternanza di governo della prima repubblica potrebbe anche essere comprensibile, anche se non giustificabile, poichè esso stesso fonte fondante di una prassi sconsiderata dell’abuso pregiudizievole degli istituti e delle istituzioni democratiche.

    Non certo in quello odierno, però, laddove la sovranità popolare trova nell’alternanza una più completa possibiltà di espressione.

    Successivamente, si arrivò ad amputare il futuro ed il benessere di questo paese attraverso il cosidetto No al Nucleare, scelta sbagliata e dannosa che famiglie ed aziende oggi pagano molto cara.

    Ma dov’è l’abuso, vi chiederete, nel ricorso a queste forme di democrazia diretta?

    Ora veniamo al punto.

    Un istituto di democrazia diretta come il referendum ha il senso di imporre una volontà popolare che non trova veicolazione attraverso la delega parlamentare ed il rapporto fra cittadini e partiti politici.

    E’ quindi essenzialmente (e secondo me, esclusivamente) offerta a liberi comitati referendari composti da cittadini a vocazione partecipativa, e non, come è sempre avvenuto, abusato dalle segreterie politiche di quel sistema partitocratico che l’istituto stesso del referendum tende a superare.

    L’ennesimo paradosso italiano dell’abuso continuato ed aggravato che si fa della legge.

    E veniamo ai giorni nostri, laddove taluni incauti, criticano la scelta del governo italiano di scindere le elezioni amministrative dalla votazione referendaria.

    Perchè vengono scisse le due votazioni?

    Semplice, perchè è proprio un partito di opposizione a questa maggioranza di governo che ha raccolto le firme previste per un referendum abrogativo, strumento il cui esercizio, è invece riservato alla esclusiva sovranità popolare.

    Non sono i cittadini che hanno chiesto di esprimersi su un aspetto legislativo, ma è l’opposizione politica italiana che, in continua emorragia di consensi popolari, abusa dell’istituto referendario come strumento surrogatorio di un potere che il popolo gli ha già negato nell’urna elettorale:

    quello di deliberare a maggioranza dei voti sulle leggi in vigore.

    Ecco perchè il governo ha rifiutato la possibilità di far votare contemporaneamente le consultazioni amministrative ed il referendum:

    per impedire che il contemporaneo test elettorale che propone una consultazione del popolo sovrano a livello locale, fosse influenzato da scelte che evidentemente sono avverse alla guida politica dell’esecutivo stesso, poichè originate da comitati referendari fittizi, sui quali tavoli, sventolavano bandiere di partiti politici, e sulle quali sedie, sedevano esponenti e militanti di partito delle opposizioni.

    Bene ha fatto quindi, l’esecutivo italiano a scongiurare una contemporaneità di espressione della sovranità popolare che potesse interagire ed influenzare il consenso dato ad un partito ed il voto referendario abrogativo di una legge.

    E se, taluni parlamentari seduti sui banchì delle opposizioni criticano questa scelta con la motivazione di un aggravio di spese relative alle consultazioni, a questi sprovveduti va ricordato che, non è in questi termini che si recupera quel consenso che il popolo sovrano non ha voluto concedere loro nelle dovute sedi consultive, e non è abusando di un istituto di democrazia diretta che potranno vincere quelle elezioni nazionali che essi hanno già perso, ne tantomeno, usarlo come una “clava politica” per abbattere una maggioranza di governo.

    Inoltre, va detto con chiarezza estrema che, una consultazione referendaria non è violentabile a piacimento ed abusabile al pari di un sondaggio o di un termometro sensibile dell’opinione pubblica nei confronti dell’azione della maggioranza di governo, poichè questo è un ulteriore abuso che spreca, questo sì, danaro pubblico in maniera speciosa e falsata, in abuso di un istituto come quello referendario che, ormai dal lontano 1995 non supera il quorum richiesto, e soprattutto, snaturando e svilendo un importante strumento democratico.

    Ecco tutto.

    Gustavo Gesualdo
    alias
    Il Cittadino X
    http://www.ilcittadinox.com/blog/referendum.html

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